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Lo sviluppo di autoefficacia di Bandura

Lo psicologo canadese Albert Bandura, ha teorizzato il concetto di “autoefficacia” o “convinzione sulla propria efficacia personale”. L’autoefficacia è la fiducia che ogni individuo ripone nelle proprie capacità di ottenere gli effetti che vuole perseguire con le proprie azioni.21

Quando l’autoefficacia di una persona è bassa, essa ritiene di non riuscire ad organizzare e svolgere le azioni che servono per raggiungere un obiettivo. La scarsa fiducia in se stessi provoca la scelta di compiti e obiettivi limitati, uno scarso impegno per raggiungerli e un livello di stress alto. Di fronte agli ostacoli, i soggetti con bassi livelli di autoefficacia non riescono a motivarsi a sufficienza, non si impegnano abbastanza o gettano la spugna facilmente. Il comportamento tipico di questi individui di fronte ad un insuccesso è quello di concentrarsi, più che sulle possibili soluzioni per aggirare gli ostacoli, sulle proprie mancanze personali, sulle difficoltà dell’esecuzione e talvolta sulla sfortuna che si è abbattuta sulla loro prestazione.

Gli insuccessi provocano nelle persone con scarsa autoefficacia un forte senso di stress e inadeguatezza e possono portare facilmente alla depressione. Le persone che al contrario hanno livelli alti di autoefficacia scelgono obiettivi ambiziosi e difficili da raggiungere, sono

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completamente immersi nel raggiungimento dei propri scopi e si dedicano ad essi con estremo impegno e dedizione. Di fronte all’insuccesso questi soggetti ragionano strategicamente sul compito prefissato, ripercorrono le loro azioni per capire dove non si sono impegnati abbastanza e cercano di recuperare velocemente aumentando i propri sforzi.

L’essere sempre orientati al successo ed essere fiduciosi nelle proprie capacità di gestire lo stress e le difficoltà permette agli individui di coordinare le proprie azioni con serenità e soddisfazione. Gli ambiti di vita influenzati dai livelli alti o bassi di autoefficacia riguardano la scuola, il lavoro, lo sport, il sociale, la salute, il controllo del dolore e del peso, i comportamenti fobici e molti altri contesti quotidiani. Attraverso diversi esperimenti, Bandura sostiene che i comportamenti siano determinati dal livello di autoefficacia e che la motivazione e le azioni degli individui possano essere regolate cambiando le loro convinzioni rispetto alla propria efficacia.

Bandura stabilisce l’origine dell’autoefficacia nelle informazioni che provengono da quattro fonti principali: le esperienze dirette, l’osservazione delle esperienze di altre persone, la persuasione discorsiva da parte di altre persone e gli stati fisiologici e affettivi.

Ogni persona sperimenta ogni giorno successi e insuccessi rispetto ad uno scopo personale. L’individuo che raggiunge un obiettivo attraverso l’impegno continuato e costante produce un’elevata fiducia nelle proprie capacità personali e uno sviluppo nelle abilità di gestione degli eventi. Ad ogni modo non è detto che i successi accrescano necessariamente l’autoefficacia e che gli insuccessi la diminuiscano. Secondo Bandura infatti, i cambiamenti del senso di efficacia dipendono, non tanto dalle prestazioni in sé quanto, dall’elaborazione cognitiva delle informazioni circa le capacità che se ne possono ricavare.

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Le persone si relazionano ogni giorno con altri soggetti all’interno di diverse reti di frequentazione (famiglia, scuola, lavoro, tempo libero, ecc.). All’interno di queste reti gli individui sviluppano il modellamento, cioè determinano i comportamenti, gli atteggiamenti, gli orientamenti e le competenze in base a ciò che osservano quotidianamente. Essere inseriti in un contesto in cui molte persone perseguono con successo i propri obiettivi stimola tutti a credere nelle proprie capacità e a ritenere che le proprie aspettative siano realizzabili, proprio come è successo per gli altri. Il successo di un pari all’interno di un gruppo viene visto da chi si sente simile a lui come uno sprone a farcela.

La persuasione verbale da parte di esperti o soggetti ritenuti competenti in un certo campo aumentano la fiducia in chi agisce. Dinanzi ad una difficoltà, chi viene persuaso a credere nelle proprie capacità è maggiormente orientato al successo e si focalizza meno sui propri limiti. L’autoefficacia è percepita dai soggetti anche in base alle informazioni somatiche prodotte dagli stati fisiologici ed emozionali. Fatica fisica e mancanza di fiato, alti livelli di stress, sensazioni ed emozioni negative sono vissuti come indicatori di inefficacia rispetto alle situazioni che si stanno vivendo.

Di fronte a situazione difficili spesso ci si concentra su ciò che quel momento ci fa provare e si enfatizza il livello di stress percepito, riducendo così il proprio senso di autoefficacia. Concentrarsi sull’attività fisiologica ed elaborare cognitivamente le informazioni in modi diversi, porta gli individui a percepire in modo altrettanto diverso la problematicità del momento che stanno vivendo.

Secondo la teoria di Bandura lo sviluppo di una competenza di qualsiasi tipo rafforza la convinzione di autoefficacia e la sensazione di essere capaci di far fronte agli eventi più difficili e stressanti attraverso l’attivazione delle proprie risorse personali. I progetti di peer education

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nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute sono indirizzati ad aumentare e consolidare i livelli di autoefficacia. La figura del peer educator è un legittimo modello nel gruppo dei pari per quanto riguarda le competenze e le abilità che un individuo deve saper conquistare per affrontare gli eventi della vita.

Le situazioni che la peer education genera all’interno dei gruppi sono una palestra di esperienza in cui gli adolescenti possono allenarsi per sviluppare la propria autonomia e la propria autoefficacia rispetto a circostanze future.