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CAPITOLO 5: ANALISI QUANTITATIVA DEI DATI

5.5 I TASSI DI VARIAZIONE

L’ultimo elemento considerato per cercare di capire quali variabili siano state influenzate dai terremoti esaminati sono i tassi di variazione subiti dalle variabili analizzate. Si è procceduto in primo luogo a calcolare il tasso di variazione come il rapporto tra il valore assunto dalla variabile al tempo “t” e al tempo “t-1”:

r=yt/yt-1

Il passo successivo è stato quello di calcolare la media aritmetica dei tassi di variazione prima e dopo il terremoto con lo scopo di verificare se c’è stato un rallentamento o un accelerazione della crescita/decrescita delle variabili macroeconomiche. Per capire se le eventuali differenze siano o meno significative è stato operato un T-test, il cui scopo è quello di verificare se esiste o meno una diversità tra le medie pre e post terremoto, o meglio si vuole cercare di verificare che le eventuali differenze tra le medie non siano dovute al caso.

Friuli

Variabili µ Pre-sisma µ Post-sisma T-test T-test nazionali

Pil 1,045493867 1,03162898 0,538449 0,428840675 industria 1,05611221 1,025475851 0,195012 0,205158134 agricoltura 0,990313771 1,021699527 0,445891 0,411724417 servizi 1,049390792 1,038073131 0,441679 0,297227654 importazioni nette 0,945723079 0,934105976 0,857977 0,620105567 costruzioni 0,981310941 0,987802422 0,059074 0,751347487 Investimenti agricoltura 1,065149819 1,029891375 0,720293 0,042944779 Investimenti industria 1,10639775 1,060255475 0,816781 0,496149996 Investimenti servizi 1,00039275 0,994606458 0,153586 0,438208691 Investimenti costruzioni 0,99328295 0,998316194 0,101924 0,960097972

151 Lavoratori dipendenti agricoltura 1,001794793 1,095933768 0,442141 0,192624955 Lavoratori dipendenti industria 1,017635261 0,985972305 0,067119 0,004000752 Lavoratori dipendenti costruz 0,95467017 0,985991388 0,319689 0,420220213 Lavoratori dipendenti servizi 1,018660854 1,011062132 0,365136 0,478555901 Lavoratori indipendenti agricolt. 0,937609437 0,965779994 0,234387 0,982355229 Lavoratori indipendenti industria 1,095255761 1,067269338 0,711139 0,020328202 Lavoratori indipendenti servizi 1,026154068 1,026758029 0,970908 0,535463561 Lavoratori indipendenti costr. 1,034397496 1,041396472 0,947172 0,758172051

Tabella 11: medie variazioni pre e post terremoto e P-value delle medie Friuli

Campania

Variabili µ Pre-sisma µ Post-sisma T-test

T-test nazionali Pil 1,039152356 1,022455613 0,03398488 0,181554863 industria 1,016061465 0,996680231 0,896939 0,094182993 agricoltura 1,034996803 1,008185771 0,53642 0,079436035 servizi 1,047263919 1,028836267 0,006388 0,075145423 importazioni nette 1,005859712 1,082598537 0,353365 0,634106722 costruzioni 0,976520207 1,03770532 0,034417 0,581731326 Investimenti agricoltura 1,044970938 0,999204597 0,417554 0,110448927 Investimenti industria 1,072107117 1,016777483 0,607632 0,23905639 Investimenti servizi 0,976613898 1,046341055 0,07421 0,159932947 Investimenti costruzioni 0,976030352 1,035949011 0,014758 0,091212685 Lavoratori dipendenti agricoltura 0,99127069 0,959756564 0,258009 0,911877572 Lavoratori dipendenti industria 1,021831429 0,977399005 0,026047 1,42761E-05 Lavoratori dipendenti costruz 0,968649779 0,977189534 0,569955 0,675632492 Lavoratori dipendenti servizi 1,035270905 1,026480885 0,6082 0,466369314 Lavoratori indipendenti agricolt. 0,989185805 0,937170866 0,003241 0,298917802 Lavoratori indipendenti industria 1,014130565 0,997364766 0,020065 0,264330968 Lavoratori indipendenti servizi 1,021161661 1,036135598 0,442616 0,320925168 Lavoratori indipendenti costr. 1,01471812 1,009033278 0,983995 0,084330822

152

Umbria

Variabili µ Pre-sisma µ Post-sisma T-test

T-test nazionali Pil 1,021621934 1,023248245 0,348929428 0,111055596 industria 1,00832135 1,023388153 0,365948387 0,356609603 agricoltura 1,015900217 1,004727384 0,760953102 0,421155664 servizi 1,028479363 1,025290641 0,597585391 0,053636821 importazioni nette 1,1719228 -0,064969528 0,264629161 0,771987678 costruzioni 1,022488119 1,014774431 0,450044388 0,0013241 Investimenti agricoltura 1,004815384 0,974970909 0,738119908 0,308799856 Investimenti industria 1,039701137 1,041505443 0,796580244 0,851728873 Investimenti servizi 1,025467955 1,042279651 0,392962586 0,081553754 Investimenti costruzioni 1,0575457 1,076708093 0,820390443 0,521247758 Lavoratori dipendenti agric. 0,98118481 0,983218504 0,840249936 0,107448496 Lavoratori dipendenti industria 0,981735504 1,021768304 0,020993302 0,006011462 Lavoratori dipendenti costruz 0,980625967 1,037922224 0,023846327 1,31684E-06 Lavoratori dipendenti servizi 1,009296601 1,026785324 0,318824668 0,212514114 Lavoratori indipendenti agricolt. 0,941432168 0,954803692 0,773048352 0,043550369 Lavoratori indipendenti industria 1,017354542 0,970845873 0,159303671 0,200159028 Lavoratori indipendenti servizi 1,007966388 1,013184989 0,246039093 0,111889205 Lavoratori indipendenti costr. 1,034575792 1,019160505 0,741088961 0,428079828

Tabella 13: medie variazioni pre e post terremoto e P-value delle medie Umbria

I dati riportati hanno evidenziato come in Friuli vi sia una differenza significativa tra le medie dei tassi di variazione nelle costruzioni, negli investimenti in costruzioni e nei dipendenti dell’industria. Le prime due subiscono un aumento del tasso di variazione negli anni successivi al terremoto per i motivi già esposti ampiamente in precedenza; i dipendenti del settore secondario si comportano in maniera opposta, con una diminuzione dei tassi di crescita negli anni successivi al sisma, sintomo di un rallentamento delle assunzioni in tale settore. Tuttavia questo evento si presenta anche su scala nazionale, facendoci ipotizzare un probabile calo generale delle assunzioni nel settore secondario.

In Campania sembra esserci una maggiore influenza del terremoto sulle variabili macroeconomiche: si noti che Pil e servizi tendono a rallentare la

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propria crescita, con questi ultimi che si allineano (anche se non con un evidenza statistica rilevante) con quanto accaduto su scala nazionale. Le costruzioni e gli investimenti in queste ultime tendono a passare da una generale fase di decrescita nel periodo pre terremoto, ad una di crescita nel periodo successivo. Come per il Friuli, anche la Campania si ritrova con una contrazione della crescita dei lavoratori dipendenti nel settore secondario, che è, anche in questo caso una conseguenza di quanto sta accadendo in tutta Italia. A tutto ciò si affianca anche una contrazione della crescita dei lavoratori indipendenti in agricoltura e nell’industria stessa.

In Umbria solamente i lavoratori dipendenti in industria e in costruzioni hanno differenze statisticamente significative nella media degli incrementi. Per giunta, al contrario dei casi precedenti, i primi non tendono ad avere un tasso di variazione decrescente ma crescente, in linea con quanto avviene a livello nazionale. Sono pertanto esclusi effetti significativi del terremoto.

Per cercare di depurare il più possibile i tassi di rendimento trovati da

eventuali effetti dovuti a shock che colpiscono l’economia a livello

nazionale, si è provveduto a calcolare la differenza tra i tassi di variazione regionali e quelli nazionali:

s= yt/yt-1 – Yt/Yt-1

Dove y corrispondono alle osservazioni delle variabili regionali, mentre Y alle osservazioni di quelle nazionali. Dopodichè si è cercato di verificare, come per quanto fatto con le medie, se vi sia una differenza significativa tra i valori pre e post terremoto attraverso il T-test. I risultati sono riportati in tabella 14:

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Friuli Campania Umbria

Pil 0,688048007 0,766973007 0,048451045 industria 0,26806266 0,221006959 0,092142347 agricoltura 0,260458909 0,271627289 0,875774159 servizi 0,674948621 0,374043137 0,33346513 importazioni nette 0,376339566 0,303492705 0,892509695 costruzioni 0,032733882 0,015026267 0,231629357 Investimenti agricoltura 0,533817789 0,670380185 0,382772109 Investimenti industria 0,961796991 0,796283638 0,547279683 Investimenti servizi 0,431649421 0,055741374 0,887175584 Investimenti costruzioni 0,455671979 0,018775681 0,944401677 Lavoratori dipendenti agricoltura 0,615341146 0,183198279 0,390557349 Lavoratori dipendenti industria 0,532840616 0,418793059 0,507060785 Lavoratori dipendenti costruz 0,945535131 0,768057178 0,911168567 Lavoratori dipendenti servizi 0,480510316 0,098983459 0,513944831 Lavoratori indipendenti agricolt. 0,141097442 0,054026767 0,546787764 Lavoratori indipendenti industria 0,06342856 0,423569378 0,330992088 Lavoratori indipendenti servizi 0,541232613 0,626172971 0,580925534 Lavoratori indipendenti

costruzioni 0,940052152 0,113949581 0,928458597

Tabella 14: T test sulle differenze tra le variazioni regionali e nazionali. In giallo i valori significativi

I risultati trovati in precedenza sono esattamente in linea con ciò che è riportato nella tabella sopra per la regione Campania. Diversa è invece la situazione per il Friuli che mantiene inalterate le considerazioni sulle costruzioni, ma che sembra avere dei risvolti anche per gli indipendenti del settore secondario. In Umbria il pil, al netto delle variazioni nazionali, sembrerebbe risentire del terremoto in maniera positiva, anche se tale risvolto è stato individuato solo in quest’ultima analisi.

Conclusioni

È difficile capire quali siano i reali effetti di un disastro naturale all’interno di una regione. In letteratura si sono trovate molte opinioni contrastanti, che sostenevano in alcuni casi la diminuzione del Pil nel breve periodo, in

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altri non sono stati riscontrati effetti rilevanti, in altri ancora gli effetti erano addirittura positivi.

Secondo chi scrive è quasi impossibile prevedere a priori quali possano essere gli effetti di una calamità sull’economia colpita, poichè le variabili in gioco sono veramente tantissime. In primo luogo è necessario determinare che tipologia di economia si sta analizzando: economie più sviluppate subiranno meno ripercussioni sul pil rispetto a economie meno sviluppate, come è altrettanto importante analizzare la struttura dell’economia (che può essere prevalentemente industriale o agricola), la struttura del territorio ecc.

Dopo aver analizzato attentamente tutti i risultati ottenuti, notiamo che la Campania è sicuramente la regione in cui molte variabili hanno subito, per un motivo o per l’altro, delle modificazioni rilevanti negli anni successivi al terremoto. Analizzando il background campano dell’epoca, è possibile affermare che in questo territorio fosse presente livello di sviluppo economico e istituzionale che la rende molto diversa dagli altri due casi e

che la rende paragonabile ad “un’area in via di sviluppo”. Questa

affermazione, che può sembrare da alcuni esagerata, in questo contesto non lo è, per un semplice motivo: la reazione delle variabili macroeconomiche campane è molto simile a quanto spiegato in letteratura sull’argomento dei disastri naturali nei paesi in via di sviluppo.

È infatti opinione comune in letteratura che i paesi economicamente più arretrati siano molto sensibili a shock dovuti a calamità naturali, soprattutto per quanto riguarda i tassi di crescita. Malgrado ciò che si potrebbe pensare, regioni in via di sviluppo generalmente ricevono benefici da disastri di questo tipo poichè costituiscono l’occasione per poter migliorare la propria economia. La Campania sembra comportarsi proprio in questo modo e la cosa è evidente non solo nel settore delle costruzioni (che

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ovviamente viene stimolato dalla necessità di ricostruire tutto ciò che il terremoto ha distrutto) ma anche nel settore degli investimenti, in particolar modo quello dei servizi. Tale asserzione viene sostenuta da molti studiosi che si sono occupati della questione in passato, che hanno notato un forte aumento degli investimenti nelle aree in via di sviluppo colpite da calamità naturali e che sono spiegate da:

 Opportunità di rinnovare le propria struttura economica ed edilizia.

 “Gonfiamento” dell’ammontare dei danni per poter ottenere

maggiori aiuti provenienti dall’esterno.

Diversa è, invece, la questione per il Friuli Venezia Giulia che, pur essendo stato colpito dal terremoto 4 anni prima rispetto alla Campania, non riporta effetti di rilievo nelle variabili analizzate, ad eccezione delle costruzioni che subiscono un aumento dovuto alla ricostruzione. A differenza della Campania, il Friuli è una regione con una struttura economica già consolidata, limitata solamente dalla scarsa presenza di collegamenti con i territori confinanti (Veneto, Slovenia), che verranno costruiti dopo il sisma. La mancanza di shock nell’economia friulana è in linea con quanto riporta la letteratura, che mette in evidenza come paesi con un alto grado di sviluppo siano poco sensibili a eventi di questo tipo. È da sottolineare la presenza di una aumento dei lavoratori indipendenti nel settore secondario che può essere ricondotto all’opera di potenziamento dell’industria friulana in seguito al sisma.

Il caso dell’Umbria, che si colloca molto vicino ai giorni nostri, sembra risentire ancora meno del sisma che l’ha colpito nel 1997-98. La lontananza dal punto di vista temporale con gli altri due casi, ci permette di ipotizzare la presenza di una diversa struttura economica ed istituzionale, che sono sicuramente molto più sviluppate e molto più organizzate. Inoltre, le nuove conoscenze dal punto di vista edilizio hanno permesso di

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limitare molto i danni prodotti dal sisma, a cui si affiancano nuove norme di sicurezza nell’eventualità in cui si dovessero presentare eventi di questo tipo. Se dovessimo prendere come termine di paragone il numero di morti, è evidente che in Friuli e Campania i deceduti sono nell’ordine delle migliaia, mentre in Umbria sono circa una decina. In virtù di queste considerazioni, non stupisce che in tale territorio il terremoto non abbia avuto effetti palesi sull’economia, che riesce ad assorbire facilmente l’urto prodotto dal sisma stesso.

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