CAPITOLO 3. CASO STUDIO: ACEA PINEROLESE SPA
3.1 L’ IMPIANTO DI VALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI
3.1.8 Temperatura
La temperatura è un parametro molto importante per la regolazione del processo di maturazione sia per igienizzare la miscela che per la qualità finale del prodotto. A 55
°C avviene la disattivazione dei patogeni umani e l’eliminazione di buona parte dei fitopatogeni, larve e uova di parassiti eventualmente presenti sui substrati organici di partenza. Per distruggere i semi delle infestanti occorrono, invece, temperature di 60
°C. (la Delibera del Comitato Interministeriale del 27/07/84 prevede che il compost prodotto in impianti, per potersi considerare igienizzato, debba restare almeno tre giorni consecutivi alla temperatura di 55°C.) Le temperature, a causa delle reazioni ossidative, possono raggiungere i 70°C. Occorre, pertanto, monitorare la temperatura ed intervenire, di modo che si mantenga nell’intervallo compatibile con l’attività metabolica dei microrganismi.
La temperatura massima, il tempo necessario per raggiungerla e la sua durata, dipendono da diversi fattori: composizione delle sostanze di partenza, disponibilità delle sostanze nutritive per i microrganismi, etc.
ACEA Pinerolese Industriale S.p.A. rappresenta un nuovo modello di sviluppo e di economia circolare e si compone di più impianti tra loro interconnessi che costituiscono l’innovativa linea di valorizzazione dei rifiuti organici.
Il vero punto di eccellenza è il Polo Ecologico, riconosciuto a livello internazionale come modello di trattamento della frazione umida con un metodo efficiente e ambientalmente sostenibile.
Il Polo Ecologico è un esempio pressoché unico nel suo genere perché integra ben 4 aree impiantistiche in un unico luogo: il Depuratore per il trattamento delle acque reflue
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di Pinerolo e dell’intera Val Chisone, un’Area di pretrattamento e Digestione Anaerobica dei rifiuti organici, un’Area di Compostaggio e la vicina Discarica. La Linea di trattamento dei rifiuti organici è un esempio di integrazione del trattamento anaerobico (in ambiente completamente isolato dall’esterno) – aerobico della frazione umida dei rifiuti solidi urbani.
Acea può considerarsi un modello Europeo di economia circolare. Dal trattamento anaerobico dei rifiuti organici l’azienda produce Biogas – che viene interamente captato – e digestato ovvero fango disidratato da cui ricava con un passaggio aerobico successivo il Compost.
Il digestato viene condotto all’impianto aerobico di compostaggio dove viene miscelato con gli sfalci di potatura e dopo circa tre mesi di maturazione in apposite aree coperte diventa Compost di qualità pronto per essere venduto ad agricoltori e floricoltori. Le acque necessarie al processo di digestione vengono prelevate dal vicino depuratore, evitando l’impiego di acqua potabile. Il Biogas della digestione anaerobica viene stoccato nel gasometro insieme al biogas proveniente dal depuratore e dalla vicina discarica. L’impianto di cogenerazione, alimentato a biogas, produce calore in parte usato per il funzionamento dell’impianto e in parte per il Teleriscaldamento di parte della Città di Pinerolo ed Energia Elettrica rinnovabile usata dal Polo Ecologico e in parte ceduta in rete. A partire dal 2014 parte del Biogas è trasformata in Biometano.
Acea Pinerolese è stata la prima realtà in Italia ad avere sviluppato questa tipologia di impianto di produzione di biometano dai rifiuti organici delle città.
Nel prossimo futuro, il biometano verrà immesso in rete ed impiegato per diverse finalità: dall’utilizzo domestico all’autotrazione. Acea Pinerolese collabora con il Centro Ricerche Fiat di FCA Group con il quale ha già realizzato più progetti, tra cui lo sviluppo della Panda Biomethair alimentata a miscele di biometano e bioidrogeno ricavati dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici.
Che cos’è il biometano?
Il biometano è un gas che contiene almeno il 96%di metano e deriva dal processo di raffinazione e di purificazione del biogas (miscela composta principalmente da metano CH4 e anidride carbonica CO2), a sua volta prodotto dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici.
A livello normativo il biometano è definito dall’articolo 2 del DLgs 28/2011 come
“quel gas ottenuto a partire da fonti rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del gas metano e idoneo all’immissione nella rete del gas naturale”.
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Può essere quindi impiegato nel settore dell’autotrazione come combustibile per i veicoli o essere immesso in rete.
L’esperienza maturata nel settore del trattamento dei rifiuti organici ha incoraggiato la ricerca di nuove frontiere di valorizzazione di questi scarti, con particolare attenzione al loro potenziale energetico. In un panorama che presenta la progressiva riduzione delle fonti di produzione tradizionale, diventa cruciale la disponibilità di risorse alternative. Per questa ragione, Acea ha investito nella ricerca, mirata a sondare ulteriori opportunità di sviluppo dei materiali trattati.
Al Polo Ecologico Integrato, da alcuni anni, è stato attivato un impianto di produzione di biometano. Esso deriva dal processo di purificazione del biogas, a sua volta prodotto dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici.
Il biometano presenta numerosi vantaggi ambientali, tra cui:
• La possibilità di essere sostituito ai normali combustibili fossili, con un impatto ambientale ridotto al minimo, in quanto è totalmente derivato da fonti rinnovabili e non comporta il prelievo di risorse naturali;
• La CO2 emessa dalla combustione proviene anch’essa da fonti rinnovabili e non produce effetto serra.
Attualmente il biometano prodotto al Polo Ecologico Acea viene impiegato, in via sperimentale, su alcuni veicoli aziendali in attesa di ulteriori opportunità di impiego.
Figura 5: Da biogas a biometano
Dai rifiuti si può ottenere anche energia elettrica.
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Il biogas prodotto dalla digestione anaerobica viene raccolto sulla sommità dei reattori e iene convogliato, attraverso un sistema di tubazioni, in un gasometro (circa 3000 m3 di capacità), ove sono conferiti anche il biogas proveniente dalla discarica, per mezzo di una condotta lunga circa 3 km, ed il biogas proveniente dall’attiguo depuratore delle acque reflue urbane. Da qui, mediante una stazione di compressione e previo trattamento, il gas viene avviato ai motori per la cogenerazione. L’impianto è costituito da due gruppi di produzione combinata da energia elettrica e termica, da 1 MWe ciascuno. Dal sistema di raffreddamento dei motori (circuito di raffreddamento ad acqua e ad olio diatermico presente sui fumi) prende origine la produzione di acqua calda e di vapore surriscaldato, attualmente impiegati nel processo e nel riscaldamento dei locali.
L’energia derivata dal biogas consente di rendere autonomo, elettricamente e termicamente, l’intero Polo Ecologico. In realtà, la disponibilità energetica dell’impianto a regime supera abbondantemente la richiesta interna ed il recupero termico nel 2006, è stato il 19% di quello possibile.
Da questa considerazione nasce l’interesse e la volontà dell’azienda pinerolese di progettare soluzioni alternative, potendo così sfruttare appieno le risorse energetiche locali.
Figura 3: La cogenerazione
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