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TEMPI E MODALITA' DI CONTROLLO DELL'EFFICACIA DEL P.T.P.C

F) Area: Risoluzione delle controversie

4. TEMPI E MODALITA' DI CONTROLLO DELL'EFFICACIA DEL P.T.P.C

La numerosità dei soggetti che nella Camera di Commercio di Bari, unitamente al Responsabile della prevenzione della corruzione (R.P.C.), sono coinvolti

nell'attività di prevenzione è sintetizzata nella seguente illustrazione:

La figura di primo piano del Responsabile della prevenzione è stata accuratamente delineata nella Circolare n. 1 del 2013 emanata dal Dipartimento della Funzione pubblica, che ha esplicitato i doveri previsti a suo carico nella Legge 190/2012.

Nella Camera di Commercio di Bari il Responsabile per la prevenzione della corruzione è coadiuvato da una rete di soggetti referenti per la prevenzione.

Per scongiurare l’isolamento organizzativo del R.P.C. ed evitare che il contrasto alla corruzione si riduca a un mero adempimento burocratico, è essenziale che il

Segretario

processo che scaturisce nella approvazione del Piano coinvolga tutti i soggetti interessati.

Non c’è dubbio che una vera azione “corale” possa scaturire dal coinvolgimento in primo luogo dei vertici. Occorre fare in modo che gli organi d’indirizzo siano adeguatamente coinvolti nello sviluppo degli interventi di lotta alla corruzione.

Sebbene a norma di legge competa proprio a tali organi designare il R.P.C. e deliberare il Piano triennale di prevenzione della corruzione, per fare sì che essi compiano adeguatamente tale loro funzione è bene ipotizzare un coinvolgimento che vada oltre l’adempimento formale, prevedendo, ad esempio, un’azione di reporting periodico agli organi a cura del Responsabile della prevenzione avente ad oggetto le azioni intraprese e lo stato di avanzamento degli obiettivi. L’esigenza di fare in modo che il tema della trasparenza e della lotta alla corruzione sia nell’agenda operativa di tali organi può anche portare all’individuazione di specifici componenti della Giunta e/o del Consiglio appositamente delegati sulla materia, che potrebbero quindi veicolare in sede decisionale l’esigenza di adottare atti di indirizzo di carattere generale finalizzati alla prevenzione della corruzione.

Dal punto di vista più operativo, l’attività di risk management, è promossa e sviluppata dal Segretario generale, indipendentemente dal fatto che egli sia il Responsabile della prevenzione della corruzione, ovvero abbia delegato tale funzione ad altro soggetto per motivate esigenze organizzative. Il Segretario Generale in ogni caso deve:

- assicurare la piena funzionalità dell’organismo di valutazione (O.I.V.), del R.P.C. e degli eventuali auditor esterni;

- assicurare i collegamenti informativi e funzionali tra organi interni di controllo e organi di indirizzo;

- proporre agli organi di indirizzo e attuare ogni iniziativa, anche esterna, tesa a diffondere la cultura dell’integrità e della trasparenza e della legalità.

In particolare, tale ultima attività implica l’adozione del codice di comportamento, la strutturazione del sistema disciplinare ad esso connesso, dell’attività di omunicazione e formazione del personale, degli obblighi di trasparenza, tutti temi sui quali sia le norme che le circolari del Dipartimento della Funzione Pubblica nonché le delibere CiVIT/A.N.AC. forniscono elementi di chiarezza. Egli, inoltre,

deve proporre iniziative volte a promuovere la cultura della legalità da svolgersi anche con il pubblico esterno. Non vi è dubbio che, nello svolgere i suoi compiti, il Segretario Generale debba avvalersi di una struttura di supporto.

In quanto vertice della struttura amministrativa, il Segretario Generale provvede altresì al coinvolgimento e alla responsabilizzazione di tutta la dirigenza. Ciascun dirigente, per la propria area di competenza, in materia di anticorruzione è tenuto a svolgere attività informativa nei confronti del R.P.C., dei referenti e dell’autorità giudiziaria, partecipare al processo di gestione del rischio, proporre le misure di prevenzione, assicurare l’osservanza del Codice di comportamento e verificare le ipotesi di violazione, adottare le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del personale e comunque osservare le previsioni contenute nel P.T.P.C.

L’organismo indipendente di valutazione ha funzioni proprie in tema di accountability e trasparenza, nonché una specifica funzione in tema di Codice di comportamento.

In tema di prevenzione della corruzione, l’O.I.V., unitamente agli altri organismi di controllo interno eventualmente presenti, è tenuto a partecipare al processo di gestione del rischio tenendo in considerazione il tema della corruzione nello svolgimento dei propri compiti e a svolgere un ruolo di contrasto alla corruzione attraverso le proprie responsabilità nell’ambito della trasparenza amministrativa.

L'Organo Indipendente di Valutazione (O.I.V.), inoltre, monitorerà il funzionamento complessivo del presente Piano triennale con particolare riferimento alla trasparenza ed alle attività di prevenzione e mitigazione del rischio di corruzione.

Il presidio degli aspetti disciplinari dell’anticorruzione è affidato all’Ufficio procedimenti disciplinari (U.P.D.), tenuto a svolgere i procedimenti disciplinari di competenza e a effettuare le comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria. Trattandosi della struttura che opera costantemente in relazione al Codice di comportamento, è competente altresì a proporne gli eventuali aggiornamenti.

Dipendenti e collaboratori della Camera di Commercio, infine, sono chiamati all’osservanza del P.T.P.C. e del Codice di comportamento e sono tenuti a segnalare le situazioni di illecito, tutelati dagli opportuni strumenti di garanzia.

Il monitoraggio interno sull’attuazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione verrà, altresì, svolto secondo le modalità già presenti nel Piano 2015-2017 e, specificatamente:

• la responsabilità della elaborazione, attuazione, ed aggiornamento del Piano Triennale è assegnata al Responsabile della prevenzione della corruzione avv. Vincenzo Pignataro, coadiuvato dai dirigenti;

• la periodicità monitoraggio è annuale, sulla base di report che vengono predisposti dai dirigenti e/o titolari di P.O.;

• i criteri sulla base dei quali viene monitorata l’attuazione del Piano sono:

- rispetto delle scadenze previste nel Piano;

- raggiungimento dei target previsti nel Piano;

- valutazioni di gradimento derivanti dal coinvolgimento degli stakeholder

• con cadenza annuale sarà pubblicato, nella sezione web dedicata un prospetto riepilogativo sullo stato di attuazione del Piano, in cui sono indicati gli scostamenti da quanto previsto e le relative motivazioni nonché eventuali azioni nuovamente programmate per il raggiungimento degli obiettivi;

• i report annualmente sono inviati tempestivamente all'Organo di indirizzo politico e all’OIV per le attività di verifica, ed, eventualmente, per segnalare inadempimenti che danno luogo a responsabilità ai sensi dell’art. 11, comma 9 del D. Lgs. 150/09.

Inoltre, la Camera ha già in essere una strategia integrata offline-online per l’ascolto degli stakeholder.

In sintesi, la strategia punta a raccogliere spunti sui seguenti principali aspetti:

 Camera di Commercio: identità a livello generale

 Piano anticorruzione: obiettivi strategici ed accessibilità

 Comunicazione online dell’Ente.

Gli strumenti di ascolto sono attualmente i seguenti:

o Offline: contatto costante con i principali stakeholder assicurato dalla presenza negli Organi Camerali dei rappresentanti sul territorio di tutte le categorie economiche oltre che delle Organizzazioni sindacali e dei Consumatori;

o attività di ascolto durante eventi/incontri/seminari organizzati dall’Ente, tramite la somministrazione ed elaborazione di questionari;

o Giornate della trasparenza e dell’integrità o Online:

o Sistema di tutela delle segnalazioni di illeciti da parte di dipendenti/collaboratori o soggetti esterni.

5. Il PROGRAMMA TRIENNALE DELLA TRASPARENZA E

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