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4. Metodi di ottimizzazione Indiretti per traiettorie spaziali

4.1 Teoria del controllo Ottimale

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34 ๐œ’(๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)+, ๐‘ฅ๐‘—โˆ’, ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+, ๐‘ก๐‘—โˆ’) = 0 ๐‘— = 1, . . . , ๐‘› (4.2)

Il problema di ottimo consiste nella ricerca dei valori massimi o minimi relativi di un funzionale che รจ descritto come segue nella sua forma generale:

๐ฝ = ฯ†(x(jโˆ’1)+, ๐‘ฅ๐‘—โˆ’, ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+, ๐‘ก๐‘—โˆ’) + (4.3) + โˆ‘ โˆซ ฮฆ(๐‘ฅ(๐‘ก), ๐‘ข(๐‘ก), ๐‘ก) ๐‘‘๐‘ก ๐‘— = 1, . . . , ๐‘›

๐‘ก๐‘—โˆ’

๐‘ก(๐‘—โˆ’1)โˆ’

๐‘—

Il funzionale J รจ la somma di due componenti:

โ€ข La funzione ฯ† che dipende dai valori del vettore delle variabili e della variabile tempo ai contorni.

โ€ข Lโ€™integrale della funzione ฮฆ che dipende dal tempo e dai valori assunti in ogni punto da variabili e controlli.

โ€ข รˆ possibile, introducendo opportune variabili ausiliarie, ricondursi alla formulazione di Lagrange, per cui ฯ† = 0, o alla formulazione di Mayer, con ฮฆ = 0, questโ€™ultima รจ

quella utilizzata in questa tesi.

Si riscrive il funzionale introducendo i moltiplicatori di Lagrange, costanti ๐œ‡ associate alle condizioni al contorno, e variabili ๐œ†, le quali sono variabili aggiuntive. Si ottiene dunque:

๐ฝโˆ—= ๐œ‘ + ๐œ‡๐‘‡๐œ’ + โˆ‘(๐œ†(๐‘—โˆ’1)๐‘‡ +๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)+โˆ’ ๐œ†๐‘—๐‘‡โˆ’๐‘ฅ๐‘—โˆ’ ) +

๐‘—

(4.4)

+ โˆ‘ โˆซ (ฮฆ + ฮปT๐‘“ โˆ’ ๐œ†ฬ‡๐‘‡๐‘ฅ)๐‘‘๐‘ก

๐‘ก๐‘—โˆ’

๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+

๐‘— = 1 , โ€ฆ , ๐‘›

๐‘—

Differenziando si ottiene il differenziale del funzionale stesso:

๐›ฟ๐ฝโˆ—= (โˆ’๐ป(๐‘—โˆ’1)++ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+ + ๐œ‡๐‘‡ ๐›ฟ๐œ’

๐›ฟ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+) ๐›ฟ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)++ (4.3)

+ (๐ป๐‘—โˆ’+ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’+ ๐œ‡๐‘‡ ๐›ฟ๐œ’

๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’) ๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’ + + (๐œ†(๐‘—โˆ’1)๐‘‡ ++ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)++ ๐œ‡๐‘‡ ๐›ฟ๐œ’

๐›ฟ๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)+ ) ๐›ฟ๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)++ + (โˆ’๐œ†๐‘—๐‘‡โˆ’+ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—โˆ’ + ๐œ‡๐‘‡ ๐›ฟ๐œ’

๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—โˆ’) ๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—โˆ’+

+ โˆ‘ โˆซ ((๐›ฟ๐ป

๐›ฟ๐‘ฅ + ๐œ†ฬ‡๐‘‡) ๐›ฟ๐‘ฅ +๐›ฟ๐ป

๐›ฟ๐‘ข๐›ฟ๐‘ข) ๐‘‘๐‘ก ๐‘— = 1, โ€ฆ , ๐‘›

๐‘ก๐‘—โˆ’

๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+

๐‘—

Dove si definisce H come lโ€™Hamiltoniano del sistema:

๐ป = ฮฆ + ๐œ†๐‘‡๐‘“ (4. 4)

35 Per la ricerca dellโ€™ottimo รจ necessaria la condizione di stazionarietร  del funzionale e dunque lโ€™annullarsi della sua variazione prima per qualunque variazione ๐›ฟ๐‘ฅ, ๐›ฟ๐‘ข, ๐›ฟ๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)+, ๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—โˆ’, ๐›ฟ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+, ๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’ , nella misura in cui รจ compatibile con le equazioni differenziali e le condizioni al contorno. Lโ€™introduzione di โ€˜variabiliโ€™ e โ€˜costantiโ€™ permette, scegliendole in modo conveniente, di annullare contemporaneamente il coefficiente di ciascuna delle variazioni nellโ€™equazione (4.5), garantendo cosรฌ la stazionarietร  del funzionale, quindi ๐›ฟ๐ฝโˆ—= 0. Se si annullano i coefficienti di x e u nel termine integrale possono essere derivate due importanti relazioni:

โ€ข Equazioni differenziali di Eulero-Lagrange per le variabili aggiunte:

๐‘‘๐œ†

๐‘‘๐‘ก = โˆ’ (๐›ฟ๐ป ๐›ฟ๐‘ฅ)

๐‘‡ (4. 5)

โ€ข Equazioni algebriche per i controlli:

(๐›ฟ๐ป ๐›ฟ๐‘ข)

๐‘‡

= 0

(4. 6)

Le leggi di controllo presentano una proprietร  interessante, ovvero la loro indipendenza formale dal punto stazionario ricercato, quindi la ricerca dei massimi o minimi di J sono formalmente indipendenti. รˆ necessario mostrare attenzione ai controlli vincolati, poichรฉ questi potrebbero essere limitati da un particolare dominio ammissibile. Ad esempio, la spinta fornita da un propulsore deve essere compresa tra il valore minimo 0 e quello massimo di Tmax, e dunque essere sempre positiva. In questa trattazione non sono considerati i vincoli dei controlli variabili nel tempo o dipendenti da variabili del vettore di stato. Ogni condizione limite sui controlli รจ dunque costante ed esplicita. Se รจ presente tale vincolo, il valore ottimale del controllo vincolato in ogni punto della traiettoria รจ quello che appartenendo al dominio di ammissibilitร , rende massimo, se si cercano i massimi di J, o minimo, se si ricercano i minimi di H, in quel punto. Questo comportamento รจ espresso dal Principio di Massima di Pontryagin, che porta a due possibilitร :

โ€ข Il valore ottimale del controllo รจ quello fornito nellโ€™equazione (4.8) se rientra nel dominio di ammissibilitร . Il controllo risulta localmente non vincolato poichรฉ in quel punto il vincolo non influenza il sistema.

โ€ข Il valore ottimale del controllo si trova agli estremi del dominio. Il controllo assume il valore massimo o minimo, se fornito dallโ€™equazione (4.8) non rientra nel dominio di ammissibilitร . In questo caso il controllo risulta vincolato.

Se lโ€™Hamiltoniano รจ lineare rispetto ad uno dei controlli vincolati, il sistema presenta una particolaritร . Nellโ€™equazione (4.8) รจ possibile notare che il controllo non compare in modo esplicito e dunque non puรฒ essere determinato. Si hanno anche in questo caso due possibilitร :

โ€ข Se nellโ€™equazione (4.6) il coefficiente di controllo non รจ nullo, allora H รจ massimizzato assumendo il valore massimo per il controllo se รจ positivo o minimo se รจ negativo. Questo risultato รจ in accordo con il Principio di Massimo di Pontryagin e prende il nome di controllo โ€˜bang-bangโ€™.

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โ€ข Se nellโ€™equazione (4.6) il coefficiente di controllo รจ nullo allโ€™interno di un arco singolare, รจ necessario imporre lโ€™annullamento di tutte le derivate successive del coefficiente rispetto al tempo, finchรฉ una di esse non contiene esplicitamente il controllo. Il controllo ottimale รจ dunque ottenuto ponendo uguale a zero lโ€™ultima derivata. Si stabilisce che il grado della derivata necessaria รจ sempre pari. Chiamando il grado n della derivata, lโ€™ordine dellโ€™arco singolare รจ n/2.

Per le condizioni al contorno mancanti รจ conveniente fare riferimento al j-esimo contorno scrivendo le condizioni che derivano dal considerare come estremo finale del (j-1)-esimo sottointervallo o come estremo iniziale del j-esimo sottointervallo. Annullando nellโ€™ordine i coefficienti di ๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—โˆ’, ๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—+, ๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’. ๐›ฟ๐‘ก๐‘—+, nellโ€™espressione (4.5) si ottiene:

โˆ’๐œ†๐‘—๐‘‡โˆ’+ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—โˆ’+ ๐œ‡๐‘‡[ ๐›ฟ๐œ’ ๐›ฟ๐‘ฅ

๐‘—โˆ’

] = 0 ๐‘— = 1, โ€ฆ , ๐‘› (4.7)

๐œ†๐‘—๐‘‡++ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ฅ๐‘—++ ๐œ‡๐‘‡[๐›ฟ๐œ’ ๐›ฟ๐‘ฅ

๐‘—+

] = 0 ๐‘— = 1, โ€ฆ , ๐‘› โˆ’ 1 (4.8)

๐ป๐‘—๐‘‡โˆ’+ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’ + ๐œ‡๐‘‡ ๐›ฟ๐œ’

๐›ฟ๐‘ก๐‘—โˆ’ = 0 ๐‘— = 1, โ€ฆ , ๐‘› (4.9)

โˆ’๐ป๐‘—๐‘‡++ ๐›ฟ๐œ‘

๐›ฟ๐‘ก๐‘—++ ๐œ‡๐‘‡ ๐›ฟ๐œ’

๐›ฟ๐‘ก๐‘—+ = 0 ๐‘— = 1, โ€ฆ , ๐‘› โˆ’ 1 (4.10)

Dove ๐‘—โˆ’ ๐‘’ ๐‘—+ sono i valori assunti subito prima e subito dopo il punto j. รˆ fondamentale distinguere i due istante, perchรฉ, come giร  introdotto, si puรฒ verificare una discontinuitร  nei punti di giunzione degli archi. Le equazioni (4.9) e (4.11) non hanno un significato allโ€™inizio della traiettoria (j=0), mentre le equazioni (4.10) e (4.12) non lo hanno al suo termine (j=n). Se si eliminano le costanti aggiunte ๐œ‡ dalle equazioni (4.9) (4.12) si ottengono le condizioni al contorno di ottimo che possono essere definite come:

๐œŽ (๐‘ฅ(๐‘—โˆ’1)+, ๐‘ฅ๐‘—โˆ’, ๐œ†(๐‘—โˆ’1)+, ๐œ†๐‘—โˆ’, ๐‘ก(๐‘—โˆ’1)+, ๐‘ก๐‘—โˆ’) = 0 ๐‘— = 1, โ€ฆ , ๐‘› (4.11)

Il sistema differenziale completo รจ dato dunque dalle equazioni (4.1) (4.2) (4.7) (4.13).

Se si considera una generica variabile di stato x, e sottoposta a particolari condizioni al contorno, le equazioni (4.9) e (4.10) danno valori ottimali particolari per la relativa variabile aggiunta corrispondente ๐œ†๐‘ฅ:

โ€ข Se il valore della variabile di stato x รจ assegnato allโ€™istante iniziale, ovvero il vettore delle condizioni imposte ๐œ’ contiene lโ€™equazione ๐‘ฅ0โˆ’ ๐‘Ž = 0 con a valore esplicito, sulla corrispondente variabile aggiusta non sono presenti condizioni. Pertanto, il valore iniziale della variabile aggiunta ๐œ†๐‘ฅ0 รจ libero. Si ha una analoga situazione nellโ€™istante finale, se una variabile di stato รจ esplicitamente definita in quel punto.

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โ€ข Se il valore della variabile di stato ๐‘ฅ0 non appare nรฉ nella funzione ๐œ‘ nรฉ nelle condizioni al contorno, la relativa variabile aggiunta รจ nulla allโ€™istante iniziale ๐œ†๐‘ฅ0= 0.

Anche in questo caso si ha analoga soluzione nellโ€™istante finale.

โ€ข Se una variabile di stato รจ continua e non assegnata al punto interno ๐‘– , e dunque ๐œ’ contiene lโ€™equazione ๐‘ฅ๐‘—+ = ๐‘ฅ๐‘—โˆ’, la relativa variabile aggiunta รจ anchโ€™essa continua, dunque ๐œ†๐‘ฅ๐‘—+ = ๐œ†๐‘ฅ๐‘—โˆ’.

โ€ข Se una variabile di stato รจ continua e assegnata a un contorno interno, ovvero ๐œ’ ha al suo interno le equazioni ๐‘ฅ๐‘—+ = ๐‘ฅ๐‘—โˆ’= ๐‘Ž, la relativa variabile aggiunta possiede una discontinuitร  che viene detta libera, ovvero i valori di ๐œ†๐‘ฅ๐‘—+ e di ๐œ†๐‘ฅ๐‘—โˆ’sono tra loro indipendenti e devono essere determinati dalla procedura di ottimizzazione.

In egual modo, se H non dipende in modo esplicito dal tempo, le equazioni (4.11) e (4.12) possono fornire delle condizioni al contorno particolari:

โ€ข Se il tempo iniziale ๐‘ก0 non compare in modo esplicito nelle condizioni al contorno e nella funzione ๐œ‘ , lโ€™Hamiltoniano รจ nullo nellโ€™istante inziale. Si ha lo stesso risultato al tempo finale se non compare in maniera esplicita in ๐œ’ ๐‘’ ๐œ‘.

โ€ข Se il tempo intermedio ๐‘ก๐‘— non compare in modo esplicito nella funzione ๐œ‘, e dunque รจ presente il tempo solo nella condizione di continuitร  ๐‘ก๐‘—+ = ๐‘ก๐‘—โˆ’, allora lโ€™Hamiltoniano รจ continuo in j , ๐ป๐‘—+ = ๐ป๐‘—โˆ’.

โ€ข Se il tempo intermedio ๐‘ก๐‘— รจ assegnato, dunque ๐œ’ ha al suo interno le equazioni ๐‘ก๐‘—+ = ๐‘ก๐‘—โˆ’ = ๐‘Ž , lโ€™Hamiltoniano in quel punto ha una discontinuitร  libera.

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