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7. Teorie dell’integrazione verticale basate sul
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marginalizzazione, infatti, vengono applicati più margini, ogni volta per aumentare il prezzo sopra il costo marginale e quindi i profitti di monopolio sono estratti in ogni fase della produzione. In tale circostanza, le imprese non integrate ignorano la riduzione di profitto che infliggono alle imprese delle altre fasi di produzione quando i loro prezzi aumentano. Questa esternalità viene catturata solo se le imprese si integrano verticalmente. Infatti, diventando un unico soggetto (impresa integrata), le imprese possono gestire le relazioni verticali come degli scambi interni, massimizzando il surplus congiunto. Sotto l’integrazione verticale c’è un’unica marginalizzazione e quindi il prezzo di vendita del bene finale sarà inferiore, rispetto al caso delle maggiorazioni successive. In tal caso, pertanto, l’integrazione verticale si traduce in una situazione migliore sia per le imprese - che conseguono profitti comuni più alti dato che l’esternalità dei prezzi viene internalizzata - sia per i consumatori, che acquistano il bene finale ad un prezzo più basso.
Il secondo motivo imperfettamente competitivo riguarda la discriminazione di prezzo. Per spiegare questo fenomeno, si consideri un monopolista a monte che fornisce un input a due imprese a valle, competitive e con una diversa elasticità di domanda per l’input in questione. Se non vi sono opportunità di arbitraggio, ossia se l'input non può essere acquistato in un mercato a valle e venduto nell'altro, allora il monopolista sarà in grado di discriminare il prezzo. In questo caso, egli farà pagare un prezzo più alto all'impresa con la domanda meno elastica.
Tuttavia, se l’arbitraggio è possibile, il monopolista non potrebbe adottare questa strategia e pertanto il suo profitto risulterà più basso rispetto alla situazione senza arbitraggio. Per ovviare al problema, il monopolista dovrebbe acquisire l’impresa a valle con la domanda più elastica, sopprimendo il suo mercato (mercato 1). Poiché i clienti del mercato 1 comprano ad un prezzo più basso, in assenza di integrazione, gli arbitraggisti acquisterebbero l'input in quel mercato e poi lo venderebbero agli acquirenti del mercato 2, che sono disposti a pagare di più. L'integrazione verticale sopprime il mercato a basso prezzo, che è quello che causa il problema del monopolista, e gli permette di impegnarsi con successo nella discriminazione dei prezzi.
Un ulteriore motivo per l’integrazione è la preclusione e l’aumento dei costi dei rivali.
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La preclusione si verifica quando vengono adottate pratiche che riducono l'accesso degli acquirenti ai fornitori (preclusione a monte) o dei venditori agli acquirenti (preclusione a valle).
La preclusione è un concetto molto importante in quanto la preoccupazione principale delle autorità antitrust, quando si tratta di relazioni verticali, è la possibilità che l'integrazione svantaggi in qualche modo i concorrenti, ad esempio precludendo loro l'ingresso a qualche livello della catena verticale, oppure provocandone l'uscita. Un produttore che acquisisce una rete che coinvolge la maggior parte dei retailers può impedire ai concorrenti di avere accesso ai clienti a costi ragionevoli, oppure precludere l’ingresso di potenziali rivali a monte o, ancora, provocare l’uscita dei concorrenti dal settore a monte.
Il modello di Salinger (1988) mostra che l’integrazione verticale è comunque vantaggiosa per il produttore integrato, anche se quest’ultimo non precludesse completamente l’ingresso ai produttori non integrati. Per ottenere un vantaggio, infatti, il produttore integrato non dovrà far altro che aumentare i costi dei rivali: un aumento del prezzo all'ingrosso per un concorrente a valle farà aumentare il prezzo al dettaglio di quel rivale, il che porterà alcuni dei suoi clienti a passare alle strutture al dettaglio dell'impresa integrata.
Salinger (1988) mostra che l'effetto di una fusione verticale sui prezzi è ambivalente.
Come appena visto, una fusione può aumentare i costi delle imprese a valle non integrate; un fattore che fa aumentare i prezzi al dettaglio. In secondo luogo, tuttavia, una fusione può eliminare la doppia marginalizzazione che esisteva nella fase pre-integrazione; un fattore che fa diminuire i prezzi al dettaglio. Il modello, pertanto, mette in luce il fatto che esistano due fattori compensativi associati all’integrazione verticale: un aumento della preclusione, o di altre pratiche che ostacolano e svantaggiano i concorrenti, da un lato; e l’eliminazione della doppia marginalizzazione, o di altre pratiche inefficienti, dall’altro. Nel tentativo di valutare il trade-off tra questi due fattori, Mullin e Mullin (1997) e Tasneem Chipty (2001) scrivono degli articoli in cui testano gli effetti della preclusione.
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Nella tabella 7.1, sono state analizzate le imprese di cemento e calcestruzzo, di programmazione e distribuzione della TV via cavo e infine della raffinazione e distribuzione del petrolio. La scelta di tali imprese deriva dal fatto che esse sono dei monopoli naturali e pertanto il loro incentivo a mettere in atto comportamenti anticoncorrenziali è molto forte. Non a caso infatti, esse sono le imprese che hanno ricevuto il maggior numero di controlli da parte delle autorità antitrust.
Tabella 7.1: Valutazione della preclusione e dell’aumento dei costi dei rivali
VALUTAZIONE DELLA PRECLUSIONE E DELL’AUMENTO DEI COSTI DEI RIVALI
Autore Anno Settore Variabile Esaminata Risultato
Allen 1971 Cemento e calcestruzzo Acquisizioni Preclusione
Reiffen e Kleit
1990 Ferrovie e terminali Accesso ai terminali delle ferrovie
No preclusione Rosengren e
Meehan
1994 Fusioni contestate Rivali a valle non integrati No preclusione Waterman e
Weiss
1996 Programmazione e distribuzione della TV via cavo
Offerte di programmi Preclusione
Snyder 1996 Petrolio greggio e raffinazione
Rivali integrati Preclusione
Mullin 1997 Minerale di ferro e acciaio Consumatori a valle No preclusione Ford e
Jackson
1997 Programmazione e distribuzione della TV via cavo
Prezzo dell’abbonamento Costo del programma
Preclusione
Chipty 2001 Programmazione e distribuzione della TV via cavo
Offerte di programmi, prezzi e abbonamenti
Preclusione
Hastings e Gilbert
2005 Raffinazione e vendita di benzina
Prezzo all’ingrosso ai rivali non integrati
Preclusione
Hortacsu e Syverson
2007 Cemento e calcestruzzo Prezzo del calcestruzzo Produzione di calcestruzzo
No preclusione
* denota la significatività al 5 percento, utilizzando un test a due code.
Fonte: Lafontaine Francine, Slade Margaret [11].
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La tabella non fa distinzione tra preclusione e aumento dei costi dei rivali, bensì esamina settori imperfettamente competitivi, in cui alcune imprese sono integrate verticalmente e altre non lo sono, e cerca di valutare le conseguenze di questa differenza. Dall’osservazione dei risultati si evince che gli autori hanno trovato prove di preclusione. Tuttavia, l’esistenza di tale preclusione non è di per sé sufficiente per concludere che l’integrazione verticale sia così deleteria. Al contrario, (Salinger - 1988) l’integrazione verticale risulta efficiente quando la separazione comporterebbe dei costi, associati all’introduzione di una doppia marginalizzazione, che superano i benefici derivanti dall’eliminazione della preclusione.
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