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TRE RECENTI OPERAZIONI INTERNAZIONAL

CAPITOLO 9. TERREMOTO IN NEPAL

9.1. UNA PANORAMICA DELL’EMERGENZA

Il 25 aprile 2015 è un sabato mattina come tanti quando una violenta scossa di magnitudo 7.8 della Scala Richter, colpisce il Paese e in particolare la zona compresa tra Kathmandu e la catena montuosa dell’Everest, uccidendo migliaia di persone e appiattendo interi villaggi. Il 12 maggio, un terremoto di magnitudo 7,3 colpisce nuovamente il Nepal, seguito da diverse scosse di assestamento, sottraendo altre vite e causando ulteriori danni. Quasi 9.000 persone sono morte nei due terremoti, oltre 22.000 sono state ferite e più di 600.000 case sono state distrutte. L’intero Paese è stato letteralmente sfigurato dal terremoto che ha cambiato fisionomia a città e villaggi, ha distrutto case, edifici pubblici e gran parte del patrimonio culturale.

9.1.1. Background

Il Nepal si trova costantemente a fronteggiare numerosi disastri naturali: circa 1.000 persone vengono uccise ogni anno da frane e inondazioni durante la stagione dei monsoni; minacce di terremoti, valanghe, ondate di freddo e di caldo, incombono sempre sul paese. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il Nepal è l’11° paese più vulnerabile ai terremoti in tutto il mondo.

9.1.2. Financial Assistance

Finanziamenti umanitari della Commissione europea a seguito del terremoto: 16,4 milioni di euro (date le dure condizioni invernali in Nepal, 2 milioni di euro sono stati specificamente destinati a coprire i bisogni invernali come coperte, vestiti invernali e materiali isolanti).

Totale dei finanziamenti UE in “Disaster Risk Reduction” per il 2015 e il 2016: 6,4 milioni di euro. Totale UE aiuti umanitari in Nepal dal 2001: oltre 97.000.000 di euro, di cui 21.300.000 per la riduzione del rischio di catastrofi e la preparazione.

9.1.3. The Response

Il Governo del Nepal ha immediatamente richiesto l'assistenza internazionale e anche il Meccanismo Unionale è stato attivato nella stessa giornata del 25 aprile.

9.1.4. The United Nation’s Response: Coordination

Squadre UNDAC di valutazione e coordinamento, supportate da squadre EUCP TEAM, hanno avviato una stretta collaborazione. Inoltre la risposta delle Nazioni Unite ha visto l’immediato avvio del

Cluster Approach; questo l’elenco di quelli attivati: Early Recovery, Emergency Telecomunication,

Food Security, Health, Logistic, Livelihoods and Nutrition, Protection, Shelter, WASH.

Cluster Food Security, Livelihoods and Nutrition

Il Cluster sulla sicurezza alimentare stimava che più di 3 milioni di persone avevano bisogno di assistenza alimentare ed è stato concordato un pacchetto di cibo standardizzato in attesa della ripresa del funzionamento dei mercati. Questo tema è risultato particolarmente importante nonché spinoso dato che le colture erano pronte per essere raccolte e immesse sui mercati tradizionali, ma con l’episodio sismico migliaia di coltivatori avevano perso ogni cosa. L’impegno è stato orientato alla riapertura dei mercati che, innescando meccanismi virtuosi di ripresa, avrebbe contribuito alla ripresa generale.

Cluster Health

Sia all'interno che all'esterno della valle di Kathmandu, i principali ospedali erano funzionanti anche se alcuni parzialmente danneggiati. Tuttavia il sovraffollamento ha evidenziato la mancanza di forniture mediche, tende, attrezzature per sostituire strutture sanitarie distrutte, materiale ortopedico, sacchi per i cadaveri, rendendo urgente e necessario il trasporto aereo con capacità di evacuazione medica. Anche la disponibilità di squadre mediche in supporto psico-sociale ai sopravvissuti è diventata una necessità.

Inoltre l'assistenza sanitaria primaria risultava necessaria per i villaggi nei distretti gravemente colpiti, ma anche difficili da raggiungere.

Cluster Logistic

Dal verificarsi dei due sismi, una serie di frane e smottamenti si sono susseguite interessando la viabilità già fortemente compromessa. Il tutto aggravato dall’avvicinarsi della stagione dei monsoni (giugno) che inevitabilmente avrebbe peggiorato la situazione: strade secondarie e sentieri vitali sarebbero presto divenuti impraticabili e anche la capacità di trasporto aereo ridotta. Urgente quindi è stato stabilire centri logistici e magazzini con scorte in vari quartieri.

La viabilità delle strade sia principali che secondarie ha subito varie chiusure e riaperture, essendo in alcuni momenti accessibili ma, al verificarsi di scosse di assestamento e frane risultavano poi inagibili. A ciò si aggiunga il collasso di importanti infrastrutture (compresi ponti). Significativa la percentuale di villaggi raggiungibili solo a piedi o in elicottero.

L’aeroporto di Kathmandu è stato sempre operativo sebbene con alcuni problemi dovuti sia alle procedure burocratiche lente e macchinose (lentezza delle procedure di sdoganamento, ispezione, complessità della documentazione), sia per la congestione continua a causa del crescente volume dei traffici (voli charter umanitari) e alla limitata capacità aeroportuale.

Cluster Protection

Questo Cluster si è rivolto alla protezione delle donne e dei bambini, così come al traffico di esseri umani (già diffuso in Nepal e che in tale contesto ha rischiato di essere ulteriormente ampliato). Inoltre in Nepal vi è una forte discriminazione basata sulle caste, con una parte della popolazione (i Dalit, altre minoranze e gruppi di persone con disabilità) particolarmente emarginata e più vulnerabile. Questi gruppi vivono in abitazioni di scarsa qualità, estremamente a rischio e spesso sono esclusi anche dai servizi governativi e dalle operazioni di soccorso.

Cluster Shelter & Early Recovery

I ripari di emergenza sono stati identificati come l'esigenza prioritaria sia per supportare i circa 3 milioni di sfollati, sia per raggiungere le aree più colpite e difficilmente raggiungibili dove gli sfollati stavano vivendo all'aperto accanto alle loro case. In questo contesto, il Cluster Shelter ha dato priorità alla distribuzione di teloni a prova di monsone e strumenti di riparazione degli stessi.

Cluster WASH

Sono ben 4,2 milioni le persone che hanno avuto bisogno di impianti idrici, servizi igienico-sanitari, kit igienici e di promozione dell'igiene, gestione dei rifiuti e servizi di igiene ambientale. La purificazione dell’acqua è stata realizzata attraverso sistemi di depurazione/pompaggio o attraverso la distribuzione di compresse di cloro per ridurre il rischio di contrarre malattie come il colera.

9.1.5. The European Union’s Response

Poche ore dopo il primo terremoto, la Commissione Europea ha inviato sulle zone del disastro l’EUCP Team composto da esperti di aiuto umanitario e protezione civile. Questo Team, assieme al Governo del Nepal e ai partner internazionali, ha avviato una serie di valutazioni circa i bisogni umanitari post- disastro e più urgenti, identificando una serie di esigenze prioritarie. Tra queste vi è stato anche il tema della demolizione di edifici fortemente danneggiati e non sicuri, in modo da consentire le attività di rimozione macerie, recupero e infine di ricostruzione. Tutto questo allo scopo di assicurare che l'assistenza fosse efficace e complessivamente adeguata alle esigenze. Su richiesta delle autorità nepalesi, la Commissione Europea ha inviato anche esperti di ingegneria strutturale.

EU CIVIL PROTECTION ASSISTANCE

La risposta Europea ha visto il rapido dispiegarsi di un EUCP Team, di 18 Moduli e l’assistenza di 17 Stati Partecipanti che hanno principalmente offerto squadre mediche, squadre di soccorso, beni di prima necessità (quali rifugi, letti, coperte, vestiti), attrezzature mediche e farmaci, sistemi di depurazione dell'acqua e altre forme di assistenza tecnica (Cfr Tabella 3).

Inoltre un Team di Protezione Civile dell'UE, composto da 10 esperti e 3 ufficiali di collegamento (liason officer), è stato distribuito per più di 20 giorni attraverso l’ERCC. In stretta collaborazione con le autorità nazionali e la squadra UNDAC, il Team EUCP ha coordinato la fornitura di assistenza europea in entrata e il dispiegamento di 18 moduli europei.

Il servizio di gestione di emergenza Copernico è stato attivato per la fornitura di immagini satellitari, e di mappe della zona del disastro per supportare le operazioni di soccorso nelle aree colpite, anche le più remote.

Assistenza offerta attraverso l’EU CP Mechanism (fonte: ERCC).

Country Assistance offered

Austria* AT 2100 Kitchen sets

Belgium BG Medium Urban Search and Rescue team Czech Republic CZ Advanced Medical Post

Denmark DE 1 operational coordination centre (OSOCC) 3 light base modules

4 ICT modules

Estonia* ES Medium Urban Search and Rescue team with light SAR equipment EU EUCP Team (8 members + 2 ERCC LO) + 9 ECHO staff

Finland* Medium Urban Search and Rescue team France FR Water Purification Module

150 tents

Germany Water Purification Module

Greece* Medium Urban Search and Rescue team

Italy 6 people forward medical team (2 firefighters, 2 AMP personnel, 2 coordination