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nei contesti della Formazione Professionale Don Giorgio Zazza

TERZI ANN

Io e il mio futuro (mondo del lavoro) (Area della vita come vocazione e del-

l’incontro con Cristo)

Meta di fine anno: Il ragazzo prova a scoprire come poter investire la propria persona in vista della realizzazione di un progetto “sogno” che lo aiuta a com- piersi nel suo essere persona.

1° Obiettivo intermedio: Il ragazzo si confronta con diverse proposte/esperienze di ser-

vizio e di impiego, cercando di cogliere lo stile/atteggiamento con il quale viverle in maniera piena e realizzante.

2° Obiettivo intermedio: Il ragazzo impara che il suo realizzarsi come persona im-

pegnata nel mondo aiuta altri a realizzarsi nel loro essere persona.

3° Obiettivo intermedio: Il ragazzo sceglie un’attività concreta di servizio in cui

mettersi per un po’ di tempo a servizio degli altri. L’itinerario proposto agli allievi del centro si suddivide in tre aspetti:

a. Percorso proposto a tutti gli allievi del corso

Questo è a sua volta suddiviso in due settori: un percorso a partecipazione li- bera, comune a tutti gli allievi del centro, e un percorso obbligatorio, specifico

per tutti gli allievi dei singoli corsi.

Il percorso a libera partecipazione prevede: ✓ Week-end inizio anno fatto per corso;

✓ Celebrazione eucaristica, curata in maniera particolare in occasione della

commemorazione dei defunti e del mercoledì delle ceneri, per tutti i corsi insieme;

✓ Castagnata per tutti i corsi insieme;

✓ Festa di Maria Ausiliatrice per tutti i corsi, insieme al liceo; ✓ Festa di Fine anno per tutti i corsi.

b. Attività extradidattiche su iscrizione (Destinatari: tutte le classi)

Queste attività integrano il cammino educativo proposto; a partecipazione li- bera, cambiano a seconda della disponibilità dei formatori e dei volontari. Que- st’anno sono:

✓ Teatro

✓ Tornei interni e/o intercentro

✓ Cammino di gruppo, anche per i sacramenti ✓ Studio pomeridiano

✓ Cineforum

c. Attività extradidattiche su convocazione

✓ Esercizi spirituali d’incentro ✓ Week-end animatori

✓ Esperienza Alto Adige.

Primo Corso

Le mete e gli obiettivi del primo corso sono quelli riportati sopra.

ITINERARIO

Il percorso obbligatorio per il primo corso prevede:

✓ Un momento di riflessione sul senso della vita, nel mese di Novembre, fatto per classe;

✓ due momenti (ritiri) da curare in maniera particolare nel periodo dell’Av- vento e nel periodo della Quaresima.

Secondo e Terzo Corso

Le mete e gli obiettivi del secondo e terzo corso sono quelli riportati sopra e declinati sulla persona di don Bosco3. In particolare:

“Mettendosi a confronto con la figura di Giovanni Bosco i ragazzi:

secondo corso

✓ conoscono un modello di vita cristiana realizzato;

✓ confrontandosi con il cammino di crescita del giovane Giovanni, in cui la realizzazione personale (compiersi del sogno dei nove anni, il cammino di

crescita personale, lo sviluppo dei suoi talenti) si intreccia con la vita degli altri (sia con e grazie ai suoi educatori-formatori, sia con e grazie ai giovani verso e dai quali si riconosce chiamato), scoprono che questo è possibile anche per loro, investendoci a livello affettivo e progettuale;

terzo corso

✓ conoscono un modello di vita cristiana realizzato;

✓ confrontandosi con Giovanni Bosco, imparano ad investire le loro capacità in una prospettiva di lavoro e di futuro”.

ITINERARIO

1. IL PERCORSO OBBLIGATORIOè pensato e strutturato in maniera interdisciplinare,

intorno alla figura di un santo (quest’anno intorno alla figura di don Bosco). Esso è comune nelle modalità per gli allievi del secondo e terzo corso; è diffe- rente nei contenuti e nei lavori da svolgere.

Esso è articolato in due momenti:

a. Primo momento: Didattico-culturale.

All’interno della propria materia ogni formatore, trattando ciò che è pro- prio del programma lo farà cercando di sottolineare tutti quei riferimenti, rimandi e agganci con l’esperienza fatta da don Bosco nella sua vita.

Ad esempio: Cultura: lettura ed analisi di un testo che narra la vita del santo torinese …

Arte: l’architettura della città di Torino di origini romane; Ju-

varra, Palazzo reale, Superga …

Grafica: creazione di un personaggio …

Etica: contratto di lavoro; impegno del mondo cristiano nel

sociale …

Storia: La rivoluzione industriale …

A fine anno gli allievi dei singoli corsi saranno chiamati a realizzare un la- voro in ambito della grafica e dell’informatica, preventivamente concordate con i formatori responsabili.

b. Secondo momento: Esperienziale.

Tutto dovrebbe poter convergere ad una uscita di 4-5 giorni a Torino, nei qua- li oltre a vedere ciò che si è studiato ed approfondito durante l’anno, si fa una esperienza di gruppo, di fraternità, di vita di famiglia nello stile salesiano.

Altri temi e opportunità-strumenti da poter sfruttare anche in altre discipline: La filmografia e Don Bosco: Don Bosco (Insinna)...

Teatro: Scusi lei ci crede ai miracoli?; C’è da non crederci; ...

a. Premesse: questo intervento…

➢ Non ha minimamente la pretesa di risolvere il problema esposto nel titolo; ➢ Racconta un’esperienza precisa, vissuta nella Scuola di Frascati - Villa Sora; ➢ Insiste su una problematica molto attuale, che spero abbia già trovato forme di

realizzazione particolarmente efficaci in altre opere o in questo stesso convegno; ➢ Potrebbe intitolarsi più opportunamente Valenza educativo-pastorale delle di-

scipline scolastiche, perché questo è l’ambito nel quale si è mossa la rifles-

sione e l’esperienza che racconto.

b. Entriamo nel merito: la situazione

Una delle difficoltà segnalate spesso nelle nostre scuole è la seguente: nono- stante i numerosi sforzi e la buona volontà di salesiani e docenti laici, non è per nulla scontato che gli obiettivi pastorali della scuola – espressi in modo più diretto in iniziative quali il buon giorno, le giornate di fraternità, gli esercizi spirituali, le attività di gruppo o di volontariato – si incontrino ed armonizzino con gli obiettivi della didattica strettamente detta.

Capita altresì che le due proposte (didattica e attività complementari/di anima- zione) camminino su binari paralleli, o, peggio, entrino in conflitto. E non solo perché il professore di turno dice che il pomeriggio è fatto per studiare e non per perdere tempo a svolgere attività di volontariato, ma perché a fronte di uno che (durante gli esercizi spirituali o il buon giorno) ti parla del Dio di Gesù Cristo o della necessità di maturare nella dimensione oblativa dell’esistenza, un altro in aula magari smonta quanto proposto perché invita gli alunni a farsi gli affari propri nella vita, a dubitare di qualsiasi proposta che sappia di trascendente, o semplicemente ignora la predicazione appassionata del catechista di turno. Può capitare d’altra parte anche il contrario: e cioè che il catechista dimentichi l’importanza della di- mensione culturale e professionale in cui lo studente deve crescere e faccia passare

1Direttore Opera Salesiana di Frascati (RM).

Valenza educativa delle discipline scolastiche