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Thea Astley è nata a Brisbane nel 1925. Ha ricevuto la sua istruzione presso la scuola cattolica All Hallows Convent di Kangaroo Point, a Brisbane. Nel 1944 comincia a lavorare come insegnante nelle primary schools dell’area rurale del Queensland e di Townsville (un mestiere che svolgerà per un ventennio) e contemporaneamente frequenta la University of Queensland. In quello stesso anno pubblica la sua prima poesia nella rivista Barjai, del gruppo studentesco Barjai-Myia, con il quale entra in contatto attraverso Clem Christensen, fondatore di Meanjin e collega di suo padre, giornalista del Courier-Mail. Nel 1948 sposa Jack Gregson e si trasferisce con lui a Sydney. Nel 1958 pubblica il primo romanzo, Girl with a Monkey, nel 1960 A Descant

for Gossip e due anni dopo The Well Dressed Explorer, che verrà premiato con il Miles

Franklin, così come il romanzo successivo, The Slow Natives (1965). Nel 1967 la stessa opera viene pubblicata in America e l’autrice comincia a collaborare presso la Macquarie University di Sydney, dove nel 1978 avrà una cattedra in Literature and Creative Writing, una delle prime dell’epoca. Nel 1968 pubblica A Boat Load of Home

Folk, nel 1972 The Alcolyte, terzo romanzo vincitore del Miles Franklin. Il 1974 è

l’anno di A Kindness Cup, vincitore del Age Book of the Year, e il 1979 quello della sua prima raccolta di racconti, Hunting the Wild Pineapple, premiato con il James Cook Foundation for Australian Literary Studies Award. Nel 1980, lasciato l’insegnamento, si trasferisce nel Queensland del Nord, a Kuranda, nei pressi Cairns. Nel 1982 pubblica An

Item for the Late News e ottiene un incarico come ‘writer in residence’ presso la

University of Queensland. Nel 1985 pubblica Beachmasters, che vince l’Australian Literary Society Gold Medal, e si torna di nuovo nel new South Wales. Nel 1987 pubblica It’s Raining in Mango, premiato con lo Steele Rudd Award, e viene nominata ‘honorary Doctor of Letters’ dalla University of Queensland, mentre nel 1989 riceve un altro riconoscimento, il Patrick White Prize, per il suo contributo alla letteratura Australiana. Nel 1990 pubblica Reaching Tin River, premiato con il Christina Stead Prize for Fiction; nel 1992, 1994 e 1996 pubblica rispettivamente Vanishing Points,

vincitore del Fellowship of Australian Writers Award. Nel 1997 viene pubblicata la raccolta Collected Stories e nel 1999 la sua ultima opera, Drylands, insignita del Miles Franklin e del Queensland Premier’s Literary Awards. Dopo la scomparsa del marito, nel 2003, torna al nord, dove risiede suo figlio Edmund. Muore il 17 agosto del 2004 a seguito di un attacco di cuore presso l’ospedale della Gold Coast.

Thea Asltey è considerata una delle maggiori scrittrici australiane del secondo Novecento, durante il quale ha scritto e pubblicato quasi incessantemente le sue pluripremiate opere. Una buona parte di esse è stata pubblicata anche nel Regno Unito e in America, dove le è stata dedicata anche una certa attenzione critica, nonostante il suo nome sia sconosciuto dai più all’estero. Durante il primo ventennio della sua attività è stata una delle poche voci femminili nel panorama australiano, contrariamente a quanto è accaduto all’incirca dopo gli anni ottanta, in cui l’Australia ha assistito a un boom di scrittura femminile. In generale la sua opera è caratterizzata da un’acuta ironia, soprattutto legata all’uso della lingua e ai suoi famosi giochi di parole. Dalla sua opera emergono inoltre le sue doti di attenta osservatrice sociale, e i suoi personaggi sono spesso ai margini della società, degli outsiders con cui l’autrice simpatizza e che rappresentano una sorta di ‘voce fuori dal coro’.

Nelle prime opere l’autrice sceglie di prediligere una prospettiva maschile, a causa del maschilismo che caratterizzava la società australiana degli anni della sua gioventù e che le dava la percezione di essere “completely neutered”: scrivendo da un punto di vista maschile l’autrice pensava dunque avere maggiore credibilità agli occhi del pubblico e della critica; An Item for the Late News sarà la prima opera in cui Astley adotterà una narratrice al posto del consueto narratore.

Tra le tematiche affrontate dall’autrice vale la pena di menzionare quella storica, relativa alle relazioni tra coloni e aborigeni, in particolare a partire dalla pubblicazione di A Kindness Cup, romanzo incentrato su un particolare episodio leggendario, accaduto a fine Ottocento nei pressi di Mackay, in cui una giovane donna aborigena perseguitata dai bianchi cade nel vuoto con il suo bambino in fasce, che si dice sia sopravvissuto e cresciuto tra i bianchi. In altre opere successive vi saranno molti riferimenti alla questione aborigena, una tematica peraltro molto ricorrente in Australia a partire dagli anni ottanta. Spesso nella sua opera emergono però anche tematiche inerenti il cattolicesimo, le arti (soprattutto musica e letteratura), il maschilismo, la vita nei piccoli centri dell’outback australiano e la violenza razziale o sessuale.

Da un punto di vista stilistico con Hunting the Wild Pineapple Astley sperimenta la tecnica della “discontinuous narrative”, usata anche in opere successive, che consiste nella raccolta di una serie di racconti tra loro collegati, quasi fossero una narrazione unica, ma che tuttavia non costituiscono un vero e proprio romanzo. Mediante questa tecnica l’autrice ottiene come risultato una sorta di forma ibrida tra i due generi narrativi ed è all’origine dell’ambiguità con cui vengono spesso definite alcune di queste opere: è il caso di It’s Raining in Mango, in cui la tecnica è così raffinata da rendere il testo fruibile sia come raccolta di racconti che come romanzo.

Ad esclusione di A Boat Load of Home Folk e Beachmasters, tutte le sue opere sono ambientate nel Queensland, tra Brisbane, l’outback, le isole e la costa, ma sono per lo più gli ambienti tropicali ad essere stati privilegiati dall’autrice.

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