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Il video analizzato nella prima parte dell’elaborato è un documentario tratto da Di shi fang ying shi 第十放映室 (10th

Screening Room), programma televisivo cinese incentrato sul cinema. L’episodio in questione è stato mandato in onda il 6 maggio 2012 sul canale nazionale CCTV 10.2 La trasmissione tratta vari argomenti, tra i quali la seconda edizione del Festival Internazionale del Cinema di Pechino.

La conduttrice accenna brevemente ai contenuti dell’approfondimento, articolato in più sezioni di uguale importanza, che includono notizie di rilievo e interviste ai principali esponenti del settore cinematografico presenti al festival.

Il Festival del Cinema di Pechino è un evento di nuova creazione, avviato nell’aprile 2011 e ancora in fase di crescita, che sta cercando di attirare un numero sempre maggiore non solo di cineasti e personaggi del settore, ma anche di spettatori affascinati dal cinema cinese e straniero. Infatti, come sostengono molti esperti dell’industria cinematografica, è proprio il pubblico a costituire il cuore di questo genere di manifestazioni.

I brevi interventi della presentatrice sono volti a sollevare la curiosità degli spettatori, che riceveranno tutte le informazioni riguardo questo grande evento nelle varie sezioni del servizio. Si tratta quindi di una trasmissione divulgativa, con la finalità di diffondere delle notizie che altrimenti difficilmente giungerebbero agli occhi del pubblico.

Il programma appartiene alla macroarea educativa e il servizio si presenta come una finestra sulla realtà: la conduttrice in studio cerca di non attribuirsi un ruolo eccessivamente invasivo, così l’attenzione dello spettatore si concentra sugli approfondimenti e sulle informazioni trasmesse.3 L’approfondimento non rivela il volto dell’artefice dello stesso, ma pone l’attenzione sullo scorrere di immagini del festival, accuratamente descritte della voce narrante.

Dato il genere di appartenenza del servizio analizzato, il testo considerato è di natura polisemiotica, poiché presenta una concomitanza di fattori visivi, acustici e grafici che si influenzano vicendevolmente. Le immagini relative all’evento scorrono sullo sfondo, e catalizzano l’attenzione dello spettatore sugli aspetti trattati, in contemporanea, dalla voce fuori campo. Il

2 La data e l’orario di proiezione sono reperibili su: http://tv.cntv.cn/epg/cctv10 e su http://www.wasu.cn/Play/show/id/290422,

ultima consultazione il 25/01/2013.

3

Grasso Aldo e Scaglioni Massimo, Che cos’è la televisione. Il piccolo schermo fra cultura e società: i generi, l’industria, il pubblico, Milano, Garzanti, 2003, p. 99.

68 fattore acustico si scinde in verbale e sonoro, infatti, non si limita al suono extradiegetico4 della voce dell’istanza narrante, o alle parole introduttive della conduttrice del programma, ma include anche i suoni e le musiche di sottofondo. Per fattori grafici, invece, si intendono quegli elementi aggiuntivi che modificano l’immagine originale, come le didascalie che introducono i personaggi intervistati, i titoli visualizzati prima delle varie sezioni del servizio e, non ultimi, i sottotitoli intralinguistici aperti, presenti sulle immagini durante l’intero approfondimento, fatta eccezione per gli interventi in studio della presentatrice.

Risulta qui necessaria una breve introduzione ai tipi di sottotitoli esistenti, che si differenziano in varie categorie, per soddisfare le esigenze dei fruitori; in particolare, si possono individuare due macrofamiglie: sottotitoli intralinguistici e sottotitoli interlinguistici.5

I primi sono scritti nella stessa lingua della colonna sonora, e sono costituiti dalla trascrizione totale o parziale della traccia audio vocale originale. Essi possono essere utilizzati per permettere la fruizione del materiale audiovisivo a sordi e sordastri, oppure per agevolare il processo di apprendimento degli studenti di lingue straniere. È necessario specificare che l’uso di questi sottotitoli è molto diffuso in Cina poiché, dato l’elevato numero di dialetti in uso sul territorio nazionale, molti programmi adottano questa tecnica per evitare che elementi linguistici locali compromettano la fruizione della trasmissione. Inoltre, i sottotitoli intralinguistici facilitano l’apprendimento del cinese per quei cittadini che, vivendo in zone remote del paese, sono scarsamente a contatto con la lingua nazionale ufficiale, la cui diffusione su larga scala è avvenuta da tempo attraverso programmi televisivi e radiofonici.

I secondi, invece, sono sottotitoli in un’altra lingua, perciò non si tratta solo di una trasformazione diamesica da testo orale a scritto, ma anche un cambiamento di codice linguistico. I sottotitoli interlinguistici vengono utilizzati sia da coloro che non conoscono la lingua originale del film, sia da studenti di lingue straniere la cui comprensione del testo viene agevolata grazie alla traccia traduttiva aggiunta sullo schermo.

Nel servizio analizzato, i sottotitoli intralinguistici aperti, cioè non opzionali, la cui visualizzazione su schermo è imposta dalla regia del programma senza possibilità di scelta dei singoli spettatori6 sono di particolare importanza poiché questi, non solo influenzano notevolmente la percezione visiva del pubblico, ma introducono un’ulteriore limitazione spazio-temporale, in

4 Rondolino Gianni e Tomasi Dario, Manuale del Film. Linguaggio, racconto, analisi. Torino, UTET Università, 2011, pp. 295-296. 5

Perego Elisa, La Traduzione audiovisiva, Roma, Carocci, 2005, pp. 61-72.

6

Gottlieb Henrik, “Subtitling”, in Chen Sin-wai, David Pollard (eds.), An Encyclopaedia of Translation Chinese-English, English- Chinese, Hong Kong, The Chinese University Press, 1995, pp. 1006-1007.

69 aggiunta a quelle già specifiche della sottotitolazione interlinguistica, che il traduttore deve rispettare in sede di traduzione e adattamento.

I sottotitoli, infatti, devono attenersi a vincoli di natura formale e testuale.7 Nel primo caso si tratta di regole legate alla visualizzazione del testo tradotto: i sottotitoli devono essere concisi, per non occupare eccessivamente lo schermo; devono evitare di coprire le immagini del video; devono essere di dimensioni e lunghezza tali da facilitare la lettura e devono rispettare i tempi di esposizione.

I vincoli testuali, invece, fanno riferimento alla leggibilità dei sottotoli, determinata dal font del testo, dal contrasto cromatico con lo sfondo, da un’efficace segmentazione e sincronizzazione, e da restrizioni qualitative e testuali.

Secondo Gottlieb8, la sottotitolazione può essere definita come traduzione scritta, aggiuntiva, immediata, sincronica e polisemiotica. Infatti, il testo orale è trasformato in traccia scritta, che viene sincronizzata con il sonoro del video e riportata sullo schermo in aggiunta al layout originale del programma. La fruizione dei sottotitoli è immediata e segue il flusso continuo delle immagini, rimanendo quindi fuori dal controllo degli spettatori; inoltre, il risultato nella lingua d’arrivo è un testo scritto, che rappresenta solo uno dei canali comunicativi del prototesto9, che, al contrario, è caratterizzato da una polifonia di elementi audio, video e grafici.

Il prototesto considerato in sede di traduzione è il risultato della trascrizione della traccia audio vocale del programma costituita da: voce dell’istanza narrante, voce del doppiatore durante le interviste in inglese e voce della presentatrice della trasmissione.

Si noti come il prototesto analizzato non presenta le caratteristiche tipiche di film e fiction televisive, non solo in termini di tematiche e fine ultimo del programma, ma anche per quanto riguarda la struttura formale del testo analizzato. Come noto, infatti, la principale difficoltà della tecnica di sottotitolazione è costituita dalla sintesi dei contenuti e dalla sincronizzazione dei dialoghi e conversazioni, che solitamente costituiscono il fulcro dei programmi mediatici mandati in onda in televisione.

In questo genere di trasmissione televisiva, invece, non ci sono vari interlocutori che interagiscono tra loro, generando un rapido susseguirsi di battute caratterizzate dal registro tipico della lingua orale; bensì, c’è un’istanza narrante che riporta le notizie legate al Festival

7 Ivi, pp. 1007-1009. 8 Ivi, p. 1005. 9

70 Internazionale del Cinema di Pechino, con un discorso organico e articolato, che si discosta notevolmente dal genere del dialogo.

Dato il fine informativo divulgativo del programma, il linguaggio utilizzato dal narratore non include molti tecnicismi appartenenti al settore cinematografico, che appesantirebbero il discorso e rischierebbero di ridurre notevolmente il pubblico in grado di fruire dello stesso. Tuttavia, si nota un’articolata strutturazione dei periodi, che tendono a includere un elevato numero di subordinate avversative e copulative, di determinazioni nominali complesse e di lunghi elenchi. Inoltre, avviene una graduale introduzione di alcuni concetti base specifici del settore, che possono essere assimilati e compresi durante l’ascolto del programma, senza comprometterne la fruibilità.

All’interno dell’approfondimento, si notano delle divergenze stilistiche anche in tratti espressi dalla stessa voce narrante. Infatti, in fase di presentazione degli enti organizzativi del festival e delle varie attività avviate all’interno del contesto in questione, si predilige un discorso formale, con le caratteristiche sintattiche a cui si è accennato sopra; mentre, quando vengono introdotti i vari film presentati alla mostra cinematografica, la sinossi delle singole opere ha uno stile meno ricercato, caratterizzato da frasi brevi e incisive, spesso giustapposte.

In tal modo si vuole creare un servizio godibile e accattivante per il pubblico, che, per quanto riguarda il prototesto, vuole essere il più ampio e variegato possibile. Il programma, infatti, non si concentra su un target particolare di spettatori, ma cerca di pubblicizzare tutti gli aspetti di questo evento, ancora poco noto e in fase di crescita.

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