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A ESCHYLII KRHSSWN FRAGMENTA

A. Introduzione 1 Appunti per una ricostruzione della trama

3. Titolo plurale e composizione del coro: un rapporto necessario?

Il fatto che l’unico frammento che potrebbe dare un’indicazione definitiva sulla composizione del coro dei Manteis (P.Oxy. 2453 fr. 45 = Soph. fr. **1133.45 R. = Soph. fr. 389b Lloyd-Jones)363 è assegnato a questo dramma soltanto in via congetturale obbliga a considerare ancora sub iudice questa questione e non rende superfluo il vaglio delle possibili alternative che si vuole qui svolgere. La soluzione che sarebbe favorita anche da P.Oxy. 2453 fr. 45 se fosse attribuibile con certezza ai Manteis (coro di indovini, come fa sospettare prima facie già il titolo) rimane di gran lunga la più probabile (‘Ipotesi 1’), ma l’alternativa qui di seguito nominata ‘Ipotesi 2’ non si lascia accantonare con assoluta sicurezza.

‘Ipotesi 1’: il titolo plurale Manteis è ispirato dall’identità dei coreuti, che sono indovini.

Questa ipotesi può essere ritenuta la communis opinio;364 i mavntei"- coreuti che danno il titolo al dramma devono dunque essere indovini che si trovano alla corte di Minosse nel momento in cui si svolge l’azione drammatica: Pearson immaginava in questo ruolo alcuni «assistants of Polyidus»,365 ma è anche pensabile che i coreuti fossero i profh'tai oi[kwn di Minosse (dunque cretesi), figure più o meno stabilmente residenti nel palazzo o comunque sempre a disposizione dei regnanti in caso di necessità, analoghe ai dovmwn profh'tai di Aesch. Ag. 409 ed ai kritai; ojneiravtwn interpreti del funesto sogno di Clitemnestra in Aesch. Choeph. 37.366

363 Da questo testo risulterebbe che il coro era composto da indovini: esso è riprodotto e

commentato nella Appendice I ai Manteis, insieme agli altri frammenti attribuiti solo per ipotesi a questo dramma. Chi ritenga sicura l’attribuzione di P.Oxy. 2453 fr. 45 ai Manteis consideri risolto il problema dell’identità del coro, ma non liquidi come inutili le considerazioni svolte in queste pagine: esse servono a prendere familiarità con alcuni aspetti del rapporto tra titolo e coro in Sofocle che torneranno utili più oltre, nel § 4b. Titolo e coro: ipotesi sull’eventuale ruolo dei satiri

nei Manteis.

364 Vd. Haym (1897) 259; Krausse (1905) 93; Bates (1940) 27; Hathorn (1967) 283;

Aélion (1983) I p. 298; Jouan – van Looy, VIII.2 p. 553. Tra i tanti possibili Zilliakus (1938) 10 sceglie proprio i Manteis (ed i Persiani) come esempio di dramma intitolato a partire dal coro.

365 Pearson, II p. 57.

366 Per questi due passi vd. rispettivamente Fraenkel (1950) 214, n. ad loc. e Garvie

Non credo peraltro che questi (supposti) coreuti - ‘profeti della casa’ siano da identificare con i Cureti che Apollod. Bibl. 3.3.18 fa intervenire nelle fasi iniziali della vicenda di Poliido (l’idea è di Welcker (1839) 768): se i Cureti, esseri semidivini dotati di capacità profetiche,367 sono coloro che propongono l’ai[nigma, non ha molto senso

attribuire loro anche il ruolo di solutori incapaci dello stesso (afferra correttamente i termini della questione Corsano (1992) 116, che distingue tra Cureti che indicano il fatto prodigioso ed altri indovini che sono chiamati a risolverlo).368 Aélion (1983) I pp.

298-299 evoca per i coreuti dei Manteis la categoria mitologica assolutamente vaga dei ‘compagni dei Cureti’, senza peraltro escludere la possibilità alternativa «compagnons ou rivaux de Polyidos».

Da questa prima ipotesi di identificazione tra indovini eponimi del dramma e membri del coro scaturiscono alcune considerazioni. Di norma, ad un titolo tragico plurale corrisponde una certa rilevanza drammaturgica del coro che nel titolo si identifica (cf. Aesch. Suppl., Eum.; Eur. Tro., Suppl., Bacc.); l’unica opera sofoclea superstite con titolo plurale, le Trachinie, contraddice però questa tendenza, ed altrettanto fanno le Fenicie euripidee.369 Per quanto riguarda le tragedie frammentarie sofoclee con titolo plurale, le evidenze disponibili, spesso tanto scarse da non dare nemmeno un’idea della trama (vd. supra, § 1. Appunti per una ricostruzione della trama), ancor più raramente permettono un giudizio sullo spazio di volta in volta occupato dal coro.370 Senza scomodare la tanto nota quanto discussa constatazione della Poetica aristotelica sul sunagwnivzesqai quale attribuisce alla madre l’iniziativa di aver convocato uno qeoprovpo" a casa per investigare il futuro (cf. Dillery (2005) 176-177).

367 Sulle capacità profetiche dei Cureti vd. la nota a fr. adesp. 580 K.-Sn. attribuito al

Poliido di Euripide e dunque qui studiato nella Appendice I a questa tragedia.

368 Allo stesso modo, non sono certa che Cozzoli (2001) 29, 79 sia nel giusto ad

identificare con i Cureti i muvstai della parodo de I Cretesi di Euripide: i vv. 14-15 kai; Kourhvtwn / bavkco" ejklhvqhn oJsiwqeiv" della parodo (fr. 472 K.) non sostengono esplicitamente tale identificazione.

369 Per le Trachinie cf. Burton (1980) 41; Gardiner (1987) 128-129, 180-181; per le

Fenicie cf. Mastronarde (1994) 209 «a powerless chorus, sympathetic but not too intimately tied to

the fate of the protagonists». Garvie (1969) 207 n. 3 aggiunge alla serie dei cori eponimi di tragedia ma irrilevanti all’azione le Coefore eschilee («The Choephori is not principally concerned with the doings of the Libations-Bearers»).

370 Cf. Burton (1980) 41. Si tratta, oltre che di Manteis, di: Aithiopes, Aichmalotides,

Aleadi, Antenoridai, Dolopes, Epigonoi, Kamik(i)oi, Kolchides, Lakainai, Larisaioi, Lemniadai, Mousai, Mykenaiai (o Atreus), Mysoi, Plyntriai (o Nausikaa), Rizotomoi, Skyrioi, Skythai, Syndeipnoi, Tympanistai, Hydrophoroi, Phaiakes, Pthiotides, Phryges. Nel caso di etnici il titolo

dovrebbe sempre corrispondere al coro (per la possibile eccezione degli Egizi di Eschilo vd. quanto detto a commento del fr. ** 451h R. nell’Appendice I de Le Cretesi); in tutti gli altri casi rimane in linea di principio dubbio se la collettività indicata dal titolo sia da identificare o meno con il coro (vd. infra quanto si dirà sull’ ‘Ipotesi 2’).

caratteristica specifica del coro sofocleo rispetto a quello euripideo,371 è però sufficiente osservare empiricamente i non pochi casi di interazione tra coro e attori nelle tragedie sofoclee conservate per prendere sul serio la possibilità che, anche nel caso di un dramma in frammenti, la scelta di un titolo plurale rimandi al ruolo non trascurabile svolto dal coro nell’economia del dramma.372 Per quanto riguarda i Manteis, un indizio in questo senso potrebbe dare l’inizio del resoconto apollodoreo della vicenda cretese di Poliido, in cui si menziona una pluralità di mavntei" riuniti da Minosse e da lui incaricati di risolvere l’enigma della ‘vacca tricolore’ (cf. Apollod. Bibl. 3.3.18 sugklhqevntwn de; tw'n mavntewn): questo ‘concilio di indovini’ fornirebbe una prima occasione drammatica di impiego del coro come sunagwnisthv". Anche indipendentemente da Apollodoro, gli esempi di coinvolgimento drammatico dei coreuti nelle tragedie sofoclee conservate (per cui vd. la n. 372) esplorano una varietà di situazioni in cui potrebbe ben cimentarsi anche un coro di mavntei".373 Continuando a seguire questa traccia, un ottimo parallelo per una attiva partecipazione di un coro ‘sacrale’ all’azione drammatica si propone nella tragedia euripidea I Cretesi, dove il fr. 472 K.

371 Aristot. Poet. 1456a 25-27: kai; to;n coro;n de; e{na dei' uJpolambavnein tw'n uJpokritw'n,

kai; movrion ei\nai tou' o{lou kai; sunagwnivzesqai mh; w{sper Eujripivdh/ ajll’ w{sper Sofoklei'. Sull’interpretazione di sunagwnivzesqai non c’è accordo. Il termine è inteso in senso ‘forte’ come ‘essere un attore insieme agli altri attori’ da Gudeman (1934) 326; Müller (1967) 212; Rösler (1982) 108 n. 4; Gardiner (1987) 1 n. 1; Paulsen (1988) 20, 154; Mastronarde (1998) 67 n. 20; Voelke (2001) 408. È inteso invece nel senso meno marcato di ‘partecipare all’agone (tragico)’ i.e. senza particolari azioni ma attraverso il consueto contributo di stasimi pertinenti al mu'qo" da Else (1957) 551-553; Rode (1971) 115; Gentili (1986) 42-43; Gruber (2009) 8.

372 Qualche esempio della vitalità del coro nel Sofocle conservato: Aiace, dall’inizio del

dramma fino al rientro del protagonista al v. 347 nonché nella scena di ricerca ai vv. 866-960 (cf. Burton (1980) 20 «Sophocles uses his chorus as one of the actors»); Filottete, dove il coro è (appositamente?) cambiato nella sua composizione rispetto agli omonimi drammi di Eschilo e Euripide (cf. Dion. Chrys. 52.15): da indigeni di Lemno a «sailors, whose task is to help their captain kidnap the hero (…). It is possible fors his (Sophocles’) chorus to take part in the action» (Burton (1980) 226, 249; Gardiner (1987) 17; Paulsen (1988) 68 n. 138, 82-83, 106); Edipo a

Colono, dove non si saprebbe selezionare gli interventi del coro senza cadere in una parafrasi del

contenuto di gran parte della tragedia: il coro è Mitspieler di Edipo ed Antigone per il primo terzo della tragedia («er [il coro] ist weit mehr als nur eine Nebenrolle, nach Oidipus ist er die profilierteste Gestalt im ersten Drittel dieser Tragödie», Paulsen (1988) 124; cf. Burton (1980) 251, 253, 265; Gardiner (1987) 115 «they [i coreuti] are not only deeply involved in the action, but actually perform most of it»); per la seconda parte del dramma esso riceve nuova rilevanza drammatica tramite l’incarico conferitogli da Teseo di proteggere in suo nome Edipo e le sue figlie (vv. 638-639). Considerati questi esempi Rösler (1982) 123 ha proposto di promuovere il coro sofocleo al ruolo di ‘quarto attore’.

373 Ad es. le ‘scene di ricerca’: in fondo, i Manteis ruotavano intorno alla scomparsa di

(parodo anapestica) pronunciato dai muvstai-coreuti all’atto dell’ingresso in scena presuppone con ogni probabilità una loro convocazione da parte di Minosse (al quale essi si rivolgono con l’allocuzione iniziale Foinikogenou'" pai' th'" Turiva"): è quasi ovvio concludere che essi vengano sulla scena ad esercitare la loro arte dietro richiesta di Minosse stesso (fosse o non fosse il re già in scena),374 il quale necessita del loro consiglio davanti al tevra" costituito dalla nascita del Minotauro (questo è il sicuro soggetto della tragedia).375 Una situazione analoga si potrebbe immaginare per i Manteis sofoclei, l’occasione per la convocazione degli indovini-coreuti essendo qui costituita non dalla nascita del Minotauro ma dall’allarmante scomparsa di Glauco.376 È bene ricordare che due cori sofoclei (Antigone, Edipo Re) entrano in scena perché esplicitamente convocati da un re che chiede consiglio in una situazione di difficoltà.377

La composizione ‘sacrale’ del coro non è una particolarità limitata a I Cretesi euripidei; qualcosa di simile è testimoniato anche per il Meleagro di Sofocle da SA ad Hom. Il. 9.575 (II p. 523, 54 Erbse): ejnteu'qen Sofoklh'" ejn tw/' Meleavgrw/ to;n coro;n ajpo; iJerevwn parhvgagen. I versi omerici da cui Sofocle prese spunto (ejnteu'qen, ‘da qui’) per il coro del Meleagro narrano di come gli Etòli avessero incaricato qew'n iJerh'a" ajrivstou" di convincere Meleagro ad intervenire in difesa della propria città (Hom. Il. 9.574-576): se l’imitatio omerica

374 Su questo problema vd. Cozzoli (2001) 79, la quale non ritiene la presenza in scena di

Minosse necessaria prima dell’arrivo del coro.

375 Questa è la communis opinio: vd. ad es. Cantarella (1963) 116; Webster (1967) 88;

Cozzoli (2001) 45; Jouan – van Looy, VIII.2 p. 310 e Collard – Cropp, I p. 530 «Minos may have summoned them for consultation after learning the monstrous birth of the Minotaur». Un ruolo di primo piano del coro dei profh'tai ne I Cretesi all’interno dell’azione drammatica si intravede, oltre che nel frammento della parodo, anche in fr. 472e, 42-43 e 50-51 K., in cui esso coopera alla difesa di Pasifae. L’osservazione di Page (1941) 73 secondo cui il fatto che il coro de I Cretesi dia il titolo al dramma spinge ad accettare piuttosto che a respingere un suo ‘protagonismo’ sulla scena può applicarsi anche ai Manteis.

376 Questa analogia di situazione è suggerita anche da Cantarella (1963) 68 n. 5 e da

Cozzoli (2001) 29 con n. 78.

377 Cf. Ant. 99-162 (parodo, seguita dalla battuta di Creonte che funge da ‘spiegazione

retroattiva’: a[ndre" (…) uJma'" d’ ejgw; pompoi'sin ejk pavntwn divca / e[steil’ iJkevsqai, vv. 162-165) ed O.T. (alla richiesta di Edipo dei vv. 144-145 a[llo" de; Kavdmou lao;n w|d’ ajqroizevtw / wJ" pa'n ejmou' dravsonto" risponde l’entrata in scena del coro, v. 151). Anche nell’O.C. l’entrata in scena del coro è fondata sul motivo del ‘consiglio’: il passante con cui Edipo ed Antigone si incontrano all’inizio della tragedia esprime al v. 77 l’intenzione di rimettere la questione dell’accoglienza dello straniero agli abitanti di Colono. Poco dopo (v. 150) il coro, composto da questi individui, compare per farsi carico del problema.

di Sofocle non si limitava alla composizione del coro ma si estendeva anche al compito che questo doveva svolgere sulla scena,378 avremmo nell’attivo coro degli iJerei'" a[ristoi del Meleagro un altro caso interessante, dopo quello de I Cretesi euripidei, cui rapportare per ipotesi composizione e funzione del coro dei Manteis.

‘Ipotesi 2’: il titolo Manteis non origina dalla composizione del coro, ma ha un diverso referente scenico.

Come misura prudenziale contro quanto argomentato fino ad ora, non va ignorato che alcuni casi controllabili eschilei (Sette contro Tebe) ed euripidei (Eraclidi o Temenidi) provano che non sempre un titolo plurale di tragedia corrisponde al coro; il titolo può essere ispirato da un’altra pluralità agente un ruolo idealmente (Sept.) o realmente (Heraclid.) importante sulla scena.379 L’automatismo dell’equivalenza titolo plurale = coro va dunque evitato nello studio delle tragedie frammentarie,380 poiché c’è il rischio che si riveli infondato. Nelle Peliadi euripidee ad esempio, la bilancia delle evidenze pende contro di esso, e si tende piuttosto a ritenere il titolo plurale dettato dal ruolo delle figlie di Pelia come personaggi del dramma (con la sola Alcesti quale personaggio parlante?)381 ed a lasciare indistinta l’identità del coro (donne del luogo?).382 Secondo un’ipotesi recente i ‘convitati’ che danno il titolo al dramma sofocleo Syndeipnoi non devono necessariamente coincidere con il coro, ma possono

378 Come ritenuto possibile da Radt, p. 345 e Lloyd-Jones, p. 212.

379 Si riconosce subito che né Sette contro Tebe né Eraclidi - Temenidi - Peliadi sono

titoli perfettamente sovrapponibili a Manteis: in quei casi si tratta, come è evidente, di patronimici e/o di gruppi mitologici fissi.

380 Le cose cioè potrebbero essere più complicate di come le presenta Bates (1940) 27:

«an examination of the titles of the lost plays shows no fewer than twenty-five of them which seem to have taken their titles from the chorus». Pecca dell’estremismo opposto Cunningham (1962) 190 quando afferma che le Coefore, dove il nome plurale rappresenta effettivamente il coro, sono «an exception to the normal practice».

381 Cf. ad es. la contemporanea comparsa in scena dei Dioscuri nell’esodo di Eur. Hel.

1642-1687, dove, nonostante i vv. 1643-1644 dissoi; dev se Diovskoroi kalou'men, «natürlich spricht nur einer der beiden» (Kannicht (1969) II p. 428, n. ad loc.). In Eur. El. 1233-1359 parla il solo Castore, pur essendo presente anche il fratello.

382 Così Kannicht, V.2 p. 609; Jouan van Looy, VIII.2 p. 519; Collard Cropp, II p. 62.

Webster (1967) 14, 34 ed Hose (1990a) 25 si attengono alla possibilità offerta dal titolo di proporre le figlie di Pelia come membri del coro, ma riconoscono ed analizzano le difficoltà che ciò comporta.

essere alcuni dei personaggi dell’azione (Odisseo, Achille, Agamennone a banchetto), lasciando nel ruolo di coreuti i loro servi oppure i soldati semplici dell’esercito acheo.383 L’eventualità che il titolo plurale corrisponda ad un ‘personaggio plurale’ distinto dal coro andrebbe vagliata almeno in teoria per ciascun titolo plurale non coincidente con un etnico (che, come detto supra, n. 189 pare sempre rimandare al coro).384 A proposito dei Manteis tale eventualità potrebbe ricevere qualche supporto dalla menzione dell’indovino Fameno al fr. 392 R. e da una riflessione sulla sua possibile collocazione nel dramma. È infatti da escludere che Fameno, figlio di Tiresia, fosse uno dei mavntei" - coreuti supposti con l’ ‘Ipotesi 1’:385 è noto che i coreuti della tragedia, diversamente dai loro ‘colleghi’ satireschi e comici,386 non emergevano dalla anonima collettività del gruppo.387 L’irriducibilità di Fameno al ruolo di coreuta dimostra che nella tragedia avevano un (qualche) ruolo anche mavntei" estranei al coro; da qui l’ipotesi: non potrebbe il titolo Manteis, invece che coincidere con il coro, rimandare ad una qualche forma di presenza nell’azione di un gruppo di attori- indovini (comprendente Fameno) i quali, fallendo nella soluzione dell’indovinello del bovino dai vari colori, venivano a costituire l’ideale sfondo all’exploit di Poliido? Anche a questo concilio di mavntei" (comprendente Fameno) trattato come personaggio e non come coro potrebbe rimandare l’espressione di Apollodoro sugklhqevntwn de; tw'n mavntewn.388 Questa possibilità, difficilior

383 Così Sommerstein (2003b) 360 n. 18: «the title of the play [Syndeipnoi] does not

require us to suppose that the chorus must have consisted of persons who were actually attending the banquet».

384 Dei titoli plurali sofoclei elencati supra a n. 370, è possibile che Aleadi (vd. Pearson, I

p. 47); Antenoridi (vd. Pearson, I p. 89; Sutton (1984) 23; contra von Blumenthal (1927) col. 1055); Epigoni (vd. Sutton (1984) 37) non coincidano con il coro.

385 Come pare implicare von Blumenthal (1927) col. 1068 con la frase «die Manteis

bildeteten den Chor, fr. 361 [N.2] ist Phamenos gennant».

386 Per il dramma satiresco vd. Sutton (1985); per la commedia cf. e.g. Ar. Eq. 243-244

a[ndre" iJpph'", paragevnesqe: nu'n oJ kairov". w\ Sivmwn, / w\ Panaivti’ ktl.

387 Un’eccezione è forse Ipermestra nelle Danaidi eschilei (su cui vd. Garvie (1969) 207-

208, che desidererebbe conoscere almeno un parallelo tragico «for the emergence of a single character from a chorus»). È però anche possibile che le figlie di Danao non formassero il coro, ma fossero un ‘personaggio’ del dramma come (forse) le Peliadi nella tragedia euripidea: vd. quanto detto in proposito alla pag. prec.

388 La pars destruens di questa ipotesi è anticipata da Sutton (1984) 73: «since these seers

are named, it is unlikely in the extreme that the Manteis of the title described the chorus of the play»; l’ipotesi stessa, pur senza discussione del problema collegato dell’identità del coro, si

rispetto alla precedente e basata su una evidenza tenue (Fameno avrebbe potuto essere menzionato in altri contesti; lo stesso stato del testo del suo frammento è molto incerto, vd. n. ad loc.) non si lascia però confutare con argomenti definitivi: se cogliesse nel segno, si resterebbe privi di qualsiasi indizio sulla composizione del coro; esso potrebbe essere formato da genti del luogo, come era nelle tragedie dedicate a Poliido da Eschilo (sicuramente) ed Euripide (probabilmente).389

4. Il problema del genere letterario: l’ipotesi satiresca

Come per diverse altre opere in frammenti del poeta di Colono, anche per i Manteis si è posto il problema del genere letterario di appartenenza: il fatto che nessun testimone mai accompagni il titolo dell’opera con la specificazione savturoi, saturikoiv o sim. e che nessun frammento suggerisca, a prima vista, la presenza nella trama di un coro di satiri non basta ancora a dimostrare che i Manteis fossero una tragedia. Dubbi a questo proposito sono stati espressi solo in anni recenti ed in modo non organico;390 si propone dunque qui per la prima volta un’analisi globale della questione, procedendo prima alla discussione degli argomenti fino ad oggi avanzati a favore della Satyrspielqualität dei Manteis e poi all’esame di tutti i frammenti superstiti del dramma alla luce di questa prospettiva. All’indagine vera e propria si premette una serie di osservazioni relative ad una generica ‘presunzione di compatibilità’ tra quel (poco) che si conosce dei Manteis ed i caratteri generali del dramma satiresco. Si rimanda invece alla Appendice III la discussione del presupposto metodologico (aritmetico) che – ritrova in Robert (1920) 199 n. 3: «nach diesem Konsilium der Seher hieß das sophokleische Stück die Mavntei". Unter diesen befand sich der Sohn des Teiresias, Phamenos» ed in Löffler (1963) 52.

389 Si vedano i paragrafi dedicati alla composizione del coro nelle Introduzioni a Le

Cretesi (§ 3) e Poliido (§ 3.1). A titolo di suggestione si ricorda che nella tragedia Polyïdos di J.A.

Apel viene adottata questa soluzione: il coro è composto da cittadini di Creta che, pur essendo i primi interrogati da Minosse sull’indovinello della mora versicolore (p. 11), non si identificano con gli indovini professionisti cui Minosse si rivolgerà di persona fuori scena in un secondo momento (p. 15: «des Landes gotterfülte Seher frag’ ich selbst»; p. 20 «Der Vogelschauer und der Opferdeuter Kunst / hab’ ich vergebens um den dunkeln Spruch befragt»). Per la tragedia di Apel vd. l’Appendice III al Poliido.

390 Repertori di drammi satireschi sono ad es. Sutton (1974a) e (1980b) e Krumeich –

Pechstein – Seidensticker (1999); gli studiosi che si sono schierati a favore dell’ipotesi satiresca per i Manteis sono Turner (1962); Lloyd-Jones (1963) e (1996); Griffith (2006).

dichiarato o no – è alla base della recente fioritura di ricerche intorno ai criteri con cui identificare i drammi satireschi sofoclei non ‘denunciati’ come tali dalle fonti antiche e quindi (si crede) ancora confusi tra le tragedie nel corpus dei frammenti sofoclei. Ritengo che il numero di drammi satireschi sofoclei ancora ‘in incognito’ sia stato sovrastimato; ciò non esime dall’analisi particolareggiata del caso dei Manteis, che qui difatti si svolge: ma i risultati ottenuti andranno inseriti in un panorama numerico globale che non potrà non avere rilevanza per la loro valutazione.

4a. Elementi generali condivisi dal genere letterario ‘dramma satiresco’ e dai Manteis.391

Quanto pur così vagamente si conosce sul soggetto dei Manteis non è incompatibile con temi e motivi unanimemente riconosciuti come propri del dramma satiresco;392 nello specifico:

1) Non di rado il dramma satiresco inscena vicende in cui vengono attraversati in maniera ‘sovrannaturale’ i confini che dividono la vita dalla morte e questo mondo dall’Oltretomba (ad es. Python, Agen; i vari drammi con protagonista Sisifo); la condizione mortale da quella immortale (ad es. Eschilo, Glaukos Pontios); il sembiante umano da quello animale (ancora Eschilo, Glaukos Pontios e forse Circe);393 la giovinezza dalla vecchiaia (ad es. Eschilo, Dionysou Trophoi; Sofocle, Ichneutai vv. 277-282: crescita miracolosa di Ermes) e così via; l’episodio del ritorno in vita di Glauco verosimilmente presente nei Manteis non sfigurerebbe tra questi episodi di «brouillage de frontières».394

1a) In alcuni casi, l’‘aiutante magico’ che permette di compiere il passaggio da uno status ad un altro è costituito da un’erba: così accadeva nel

391 Una simile analisi comparativa tra i temi ricorrenti nel dramma satiresco (come

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