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S TORIA MONETALE DI P ARIUM : DALL ’ ETÀ GRECA ARCAICA AL I SECOLO A C.

2.1LA MONETA NEL MONDO ANTICO

La coniazione delle monete antiche necessitava di fonti di approvvigionamento di metallo prezioso, che spesso si identificavano con miniere sparse sul territorio. La conoscenza che oggi si possiede circa la loro localizzazione e importanza è scarsa, anche se sembra potersi affermare che, laddove vi era minor coniazione monetale, spesso si acquistasse metallo prezioso sul mercato. Per comprendere l’importanza del possesso delle miniere basterà ricordare come Alessandro Magno, durante la spedizione in Asia, avesse disposto un cercatore professionista, un tale Gorgos, che si narra segnalasse le miniere d’oro e d’argento in India119.

In Asia Minore le miniere d’oro e d’argento, situate sul Monte Ida, nella Troade, rifornivano il regno di Pergamo e probabilmente, stando alle abbondanti emissioni di aurei alessandrini, anche Abido e Lampsaco. Altre miniere vennero trovate anche nell’interno della regione (come quelle argentee del Ponto e del Tauro, sul confine di Cilicia e Cappadocia)120.

La monetazione di bronzo era differente da quella in metallo nobile dal momento che, al contrario di quest’ultima, aveva un valore intrinseco minimo ed era pertanto una moneta fiduciaria121. Essendo queste le caratteristiche della monetazione bronzea, solitamente la sua area di circolazione era ridotta: il suo valore ufficiale, infatti, si manteneva solamente nel territorio sotto la cui autorità erano avvenute le coniazioni e in alcuni casi nelle città limitrofe. Nel caso in cui la monetazione di bronzo venisse emessa da una autorità imperiale, invece, la circolazione era molto più ampia, soprattutto quando si trattava di coniazioni delle zecche centrali122.

In relazione al peso, le misurazioni delle monete in bronzo erano meno accurate di quelle in metalli nobili: non bisogna dimenticare, d’altronde, che si trattava di monete fiduciarie. L’oscillazione e la differenza di peso delle monetazioni bronzee, inoltre, è dato anche dal fatto che il materiale stesso con cui erano coniate fosse soggetto a corrosione (ciò si

119 MØRKHOLM,PHILIP &WESTERMARK,1991, p. 3.

120 IBID. In merito alla coniazione nelle colonie si veda anche FILGES, 2015, p 65. 121 KRAAY, 1976, pp. 2, 9.

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evidenzia soprattutto in contesti funerari): utilizzare, nello studio odierno, le tabelle di frequenza per stabilire il peso standard diventa molto difficile, pertanto possono essere impiegate solamente delle medie approssimative. Ecco che, dunque, molto più frequentemente viene preso come segno distintivo maggiormente valido il diametro123. Una volta emesse le monete è difficile ricostruirne la corretta diffusione topografica e cronologica. L’unico dato certo è che, spesso, le monete in bronzo, ritirate dalla circolazione, riacquisivano valore grazie ad una contromarca che veniva apposta successivamente: il tasso di cambio era, ovviamente, favorevole al tesoro pubblico124. Per quanto concerne l’Asia Minore, sappiamo che le prime monete emesse spesso non presentano alcuna legenda: le attribuzioni monetali alle differenti zecche, pertanto, avvengono, soprattutto per il periodo più antico, grazie ai tipi monetali. Non si deve, inoltre, dimenticare che, a prescindere da chi promuovesse le emissioni monetali, era sempre una prerogativa dello stato, qualunque fosse la tipologia di governo in essere. Per le monete successive nelle quali compare la legenda l’interpretazione dei tipi monetali diventa più chiara e l’attribuzione alla zecca più certa. Non di rado, inoltre, i primi tipi monetali potevano rappresentare la divinità protettrice della città, l’eroe locale o, ancora, prodotti per i quali era nota la città e/o che portavano benessere al territorio125.

Elemento non secondario nella monetazione greca, e che sarà presente anche in quella arcaica di Parium (di cui si parlerà a breve), sono i simboli, i quali non sempre sono in stretta relazione con il tipo principale raffigurato sulla moneta. Ad ogni modo, anche in questo caso il riferimento iconografico riveste la sua importanza poiché, come avviene con i tipi, anche i simboli possono avere un ruolo rilevante sia nell’interpretazione del messaggio che la moneta veicolava sia nell’identificazione della zecca126.

123 IVI, p. 10. KRAAY, 1976, pp. 8-9.

124 La contromarca, a differenza della punzonatura (rappresentata da marchi privati), era ufficiale e aveva la funzione di legalizzare la moneta nell’area controllata dalla stessa autorità emittente. Le contromarche non venivano mai poste su monete in oro, mentre erano frequenti ed utilizzate per quelle in argento e, ancora di più, in bronzo. MØRKHOLM,PHILIP &WESTERMARK, 1991, p. 19. KRAAY, 1976, pp. 15-16.

125 Alcune città dell’Asia Minore, come Cizico e Mitilene, avevano un tipo monetale tipico che permetteva una sicura attribuzione delle monete alla relativa zecca: successivamente questo stesso tipo divenne, però, poco significativo, tanto che iniziò ad essere trattato come uno dei tanti disponibili e, pertanto, ogni nuova emissione ne presentava uno diverso. Mentre, però, per le città appena citate ciò si verificava sulle monete di elettro, a Lampsaco ebbe ripercussioni anche sulla monetazione aurea. KRAAY, 1976, pp. 2-4.

126 KRAAY, 1976, p. 5. A tal proposito si veda, più avanti, la questione relativa alle monete per Calcedonia e Bisanzio emesse, forse, anche a Parium.

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2.2MONETE DALL’ETÀ ARCAICA AL I SEC. A.C. CONIATE A PARIUM127

Il V secolo a.C. fu un periodo importante per l’avvio della coniazione di monete in Asia Minore128, ma bisogna riconoscere che solo nel IV secolo a.C. molte città importanti, tra

cui Parium, iniziarono ad avere un’emissione monetale costante e regolare (tra le altre si annoverano anche Apollonia, Cizico, Lampsaco129 e Pergamo)130.

Le prime monete note emesse a Parium si fanno risalire al 500-400 a.C., sono d’argento e presentano al diritto una testa di Gorgone e sul rovescio, dentro un quadrato incuso, un motivo cruciforme, solitamente con un rilievo al centro131 (fig. 3). È possibile notare come il peso diminuisca: da 6,0 g iniziali (BMC 1) ai 2,5 g (BMC 13)132.

Figura 3 BMC 3 pl. XXI, n. 6

Nel periodo successivo, dal 400 a.C. al 300 a.C. (ed anche più tardi) le monete, emidracme argentee, presentano sul diritto la stessa immagine della Gorgone, di stile differente, mentre il rovescio mostra il tipo del toro con dettagli diversi. In BMC 14-16, sul rovescio,

127 Per la stesura di questo e dei seguenti paragrafi utilizzerò i cataloghi già precedentemente analizzati, anche se in modo più circoscritto. L’analisi delle monete di età precedente a quella di interesse è funzionale ai capitoli seguenti, in quanto la monetazione romana di età imperiale non può dirsi totalmente svincolata da quella di epoca precedente.

128 In Asia Minore il VI secolo a.C. rappresentò un momento preparatorio alla diffusione della coniazione del periodo successivo, in particolare incoraggiando una flessibilità nelle emissioni affinché potessero adattarsi alla situazione politica ed economica in atto. KRAAY, 1976, p. 40.

129 IVI, pp. 244-245. 130 BMC p. XIII.

131 HANSEN & HEINE NIELSEN, 2004, p. 992. HEAD,HILL,MACDONALD &WROTH, 1911, p. 531. In un recente articolo Salgado Damiàn propone l’attribuzione a questa stessa zecca di Parium, per quest’altezza cronologica, di una moneta con una combinazione dei tipi diversa (il toro e il quadrato incuso). La sua analisi si sofferma principalmente sull’iconografia del toro e, in seconda analisi, della Gorgone (non presente, però, sulla moneta che prende in considerazione): le conclusioni alle quali giunge, nonostante abbiano lo scopo di evidenziare come la moneta che prende in esame sia da attribuirsi a Parium, portano solamente a stabilire che la moneta, diversamente da quanto si pensava in precedenza, potrebbe esser stata coniata in Asia Minore, forse nella Misia, e non in Macedonia. Un veloce confronto con il BMC, inoltre, rivela che a Cizico vennero emesse monete simili a quella di cui lo studioso si è interessato, ed in particolare si nota una somiglianza particolarmente importante con BMC 86 coniata in questa seconda zecca. Nulla, dunque, fornisce certezze relativamente ad una sua coniazione a Parium: non mi soffermerò, pertanto, nell’analizzare e nel trattare ulteriormente la questione, ritenendo valide, ma solo parzialmente, le osservazioni esposte nell’articolo. SALGADO, 2017.

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si trova rappresentato un toro stante a sinistra retrospiciente133 (fig. 4).

Figura 4 BMC 25 pl. XXI, n. 7

In altre monete a questo tipo viene aggiunto un simbolo, come si vedrà nella tabella sottostante. Riferimento catalografico Posizione simbolo aggiuntivo Simbolo aggiuntivo BMC 17 SNG Cop. Mysia 265 sotto ape BMC 18 sopra campana BMC 19

SNG Aulock suppl. Mysien 7423

sotto bucranio BMC 20 SNG Cop. Mysia 259 sotto bastone/clava BMC 21 SNG Aulock Mysien 1323

sotto luna crescente

133 SNG Aulock Mysien 1319.; SNG Aulock suppl. Mysien 7421-7244. HEAD,HILL,MACDONALD & WROTH, 1911, p. 531. Si tiene in considerazione, in questa sede, l’attribuzione di diritto e rovescio fatta dal BMC, ma probabilmente la lettura delle monete di tali emissioni e l’attribuzione di diritto e rovescio deve essere considerata erronea, anche alla luce di quanto verrà detto più avanti in relazione al significato del toro per queste prime monete; si dovrà, pertanto, considerare più esatta, in relazione alla questione qui esposta, l’attribuzione compiuta dalla SNG Cop. Mysia, dal SNG Aulock Mysien e dal SNG Aulock suppl. Mysien, che in questa sede prenderemo come secondo, terzo e quarto riferimento catalografico. Per le successive monete, invece, BMC, SNG Cop. Mysia, SNG Aulock Mysien e SNG Aulock suppl. Mysien sono concordi circa il diritto ed il rovescio.

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BMC 22 sopra delfino

BMC 23