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il mio tornare. Rimandatemi a lacob mio padre : non vogliate dispregiare

Nel documento m-»\ 'm<^ (pagine 41-51)

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le mie lacrime,

ma

restituitemi almio padre.Pregandoli per Dio per questo

modo

, quellefiere pessime il missono in quel pozzo dovenon eraacqua, non temendo Dio, nòcurandolisuoi prie-glii si mosson a pietà; e stringendo le lor

mani

e bagnando li lor piedi di lacrime, gridando e dicendo: fra-telli miei aviate misericordia di

me

!

E

gittato inquelpozzodellasolitudine con amarissime lacrime e amarissimi piantielamentipiangevase

medesimo

lacobsuo padre, gittando grandissimi suspiri di cuore, e diceva: raguarda padre

mio

quelloche è intervenuto al tuo figliuolo! Ecco elle io son messo nel pozz3

come

mortoI

Tu

aspetti padre mioilmio tornare, eio giaccio

come

micidiale. Dicesti padre mio: va a visitare lituoi fratelli

come

pastori, e torna ad

me

prestamente,

ma

que-sti lianno fatto

come

crudelissimilupi, e hanno separato

me

da te; onestis-simo e amabile padre tu non puoi ra-guardare la

mia

faccia né udire la

mia

voce, né a

me

s'acosta la tua

35 santa senetù e vecchiezza: ne ioposso vedere la tua faccia edolce antichità, però che la

mia

condizionenon è

mi-gliore che sia quella d'uno il quale sia morto. Piangi , padre, il tuo fi-gliuolo, e te pianga similmente il fi-gliuol tuo; però che così in puerizia sono separato dalla faccia tua. Chi

mi

darà

una

colomba parlante, a ciò che partendosi di qui anunzia alla tua senetù il mio pianto!

Mancano

padre

mio

, le lacrime e il pianto , la voce è indebolita, e non è chi

me

aiuti!

terra, o terra, la qual gridasti a Dio santo per Abel giusto ingiusta-mente morto, si

come

ci dissono li

nostri antichi, che la terra gridò per

il sangue giusto, e tu ora grida a lacob padre

mio

, e'apertamente gli anunzia quello che m'è intervenuto dalli miei fratelli. Poi che ebbono messolosephnel pozzoli scelerati sede-ronconallegrezza permangiare ebere.

E

si

come

si alegrano li combattitori quando hanno vinto li nimici e tolta la preda, cosi con gran gaudio

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giavano.

E

così congaudiomangiando, levando gli ocelli vidono mercatanti ismaeliti,li quali andavano inEgitto

menando

cammelli li quali portavano speziarie. Dissono 1' uno con 1'altro:

meglio è che noi vendiamo losepli a questi mercatanti, a ciò clie partitosi di qui

muoia

in altra religione, e la nostra

mano

nonsia tanto crudele so-pra il nostro fratello. Trassono lo-sepli delpozzo

come

bestie salvati-clie, e venderonlo a quelli ismaeliti prendendo ilprezzo, non avendo niun rispettoal padreil quale tanto l'ama-va.

Camminando

acadde clie vennero in quel luogodove fusepulta la

ma-dre d'Iosepli, però che quivi morì tornando diMesopotamia.

E

comevide

il sepulcro di Rachel sua

madre

su-bito corse e gittossi in sulla sepol-tura della madre, lacrimando e pian-gendo, e gridò in amaritudine della

anima

sua, dicendo: Rachel,

Ra-chel, surgi della polvere, levati su e vedi rangustia del tuo figliuolo lo-seph il quale tu amasti tantoI Vedi

37 quello elle li sopraviene; è menato in Egitto per schiavo

come mal

fattore. Li miei fratelli spogliatomi

m'hanno

e venduto in servo; e il pa-dre mio Jacob non sa questo. Aprimi

madre mia

e ricevimi nella tua se-poltura; sia a te e ad

me un

mede-simo letto. Ricevi madre il tuo fi-gliuolo, a ciò che non

moia

con morte violenta. Ricevimi madre, che subito sono subtratto dalmiopadre,si

come

dapueriziason privato dalla tua

com-pagnia. Odi

madre mia

dolce il pianto del

mio

cuore e il duro lamento, e ricevimineltuo

monumento.

Sì agli oc-chi mieinonsostengono le lacrime, ne l'anima

mia

basta ai pianti. Rachel Rachel, non odi tu la voce del tuo figliuolo"? Io sono menato per forza e tu non

mi

vuoi ricevere.Io chiamai lacob, e non udì la voce mia. Ecco ancoraiochiamo te, e tu certononodi me.Qui sopra la tua sepultura morrò, a ciò che io non sia menato in altre regioni

come

malfattore.

Quando

quelli ismaeliti li quali avevano comperato

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loseph,vidono chesi presto corresse e stessesoprail

monumento

dellamadre, dissono infraloro: questogiovanecerca di fare, per arte magica, per

modo

elle fugga da noi, e, noi non veden-dolo,esca dalle nostre mani.

Adunque

pigliamolo e leghiamolo con pochi le-gami, a ciò che con le sue arti

ma-giche non ci tolga il vedere; e an-dando a lui con furia dissono: leva su da questo

momento

e lassa stare questa tua arte magica, aciò che noi non ti percotiamo, e perdiamo 1'oro, il quale noi aviamo dato perte.

E

da poi che si levo su, raguardandoli la faccia lovidono lacrimare, e piacevol-mente il domandarono: perchè pian-gi? perchè se'tubagnato di lacrime?

Gran

dolore hai, poi che tu visitasti questo sepulcro essendo tu in questa via.

Adunque

levato via il timore dì' a noi chi tu se',e quale è la ca-gione che tu sia venduto.

Quando

quelli pastori tivenderono a noi dis-sono: menatelo cautamente, a ciò che non vi fugga per la via; noi siamo

39 senza colpa.Ecconoitel'aviamodetto, e però dì a noi di chi tu se' servo: se tu se'servo di quelli pastori, o si

tu se' libero. Dì a noi la cagione, il

perchè ti gittaste in su quella sepul-tura, e perchè tanto

amaramente

hai pianto. Noi t aviamo comperatoe

sia-mo

tuoi signori, come nostro servo dichiaraci tutto.

A

chi il debbi tu manifestare se non a noi?

Tu

se'di

nostra ragione (1). Tuo'tu fuggire per

modo

che noi nonce neavediamo,

come

ci dissonoquelli pastori"? Noi

ti preghiamo che tu ci dica chi tu

se', e che condizione è la tua. Sia di

buon

animo. Par che tu sia libero; non ti tratteremo

come

servo,

ma come

fratello, o carissimo figliuolo.

Certo noi conosciamo in te gran li-bertà e stare onesto e gran virtù.

Tu

se' degno,o giovane di stare dinanzi al Re, e essere onorato con grandi

fi) Essere di rarfione d'alcuno per ap-parlenere lia nelManuzzi un unico esempio

dell' Inhod, alla Virlù.

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uomini. Certo il tuo aspetto dimostra tu essere onestissimo, e non passerà molto tempo die tusarailibero.Sarai nostro amico in quella terra nella quale noi ti meniamo. Quale è quello elle volentieri non ra^uardi li tuoi ocelli"?e l'aspettodimostra in teavere scienza. Rispose losepli con suspiri e pianto, e disse:

mai

fui servo, né furo, né ladro,

mago,

cioè incan-tatore, né per ninna

mia

sceleragine sono venduto nelle vostre mani,

ma

sono dilettofigliuolo del

mio

padre,e quelli pastori sono miei fratelli.

Man-dommi

il

mio

padre a vedere

come

stavano, il quale ha

somma

cura di loro.

Erano

stati quivi ne'monti al-quanto tempo, e però il mio padre

mi mandò

a vederli, et eglino con gran zelo d'invidiacommossi

mi

ven-deron a voi.

Xon

potevano sostenere tanta dilezione e amore quanto aveva inverso di

me

il padre mio. Questo sepulcro è la sepultura della

madre

mia.

Venendo

ilpadre miodi Cbaran per andare nelluogo dove es'lial

41 sente abita, passando di qui, qui mori

la

madre

mia, e in questo sepulcro il

quale voi vedete è sepulta.

Udendo

questoquelli mercatanti, ebbonli

com-passione,e lacrimaron, edissonli:non voleretemereg-iovane,tuverrai a

som-mo

onore entrando tu in Egitto, la tua effig'ia dimostra latuagentilezza.

Sta con

buon

animo:tu se'libero dalla invidia e dalle insidie de'tuoi

fra-telli, li quali ti venderon a noi. Li fratelli di losepb poiche l'ebono ven-duto ucisono

un

cavretto, e imbratta-ron il vestimento suo in quel sangue

emandaronlo al padre dicendo: questo trovamo in questi monti, e conosce-rne elle è il vestimento di Joseph

,

onde noi ne siamo in gran dolore e amaritudine.

Onde

noi ti

mandiamo

il suo vestimento padre nostro, non potendo trovare loseph. Conosci

adun-que si è la veste del tuo figliuolo:

tutti quelli cbe l'hanno veduta dicono che è la veste di loseph.

Vedendo

Ja-cob questa veste con pianto e grida disse : questa è la vesta del

mio

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figliuolo loseplil

La

fiera pessima ha divorato il mio fig-liuolo! Con amaro animo (1) infra li pianti intollerabil-mente diceva: o figliuol mio perchè non son io divorato ancora io?perchè non venne adosso ad

me

quella bestia a ciòchesaziatadelle miecarni avesse lassato te immaculato'? perchè non divorò estrangolò me"? misero, io per-chè non son fatto suo cibo?

Guai

ad

me

! guai ad

me

! Le interiora del

mio

corpo si spezano per lo mio fi-gliuolo loseph! Mancati

mi

sono gli occhi miei piangentiI Ecco, la veste tua

mi

sforza in altro pianto!

E

però (2)figliuol mio, non t'ha divo-ratola fiera,

ma

le

mani umane

t'han-no ucciso. Certo se la bestia t'avesse

(l'iAmaro animo. Non trovo nel Manuzzi

clu! pure ha il teslo della (jusca, un esem-pio che si addica esplicitamente alsignificato di questa bella locuzione ad indicare animo grandemente addolorato.

{ì) Pel significalo di questo però si veda

il Fanfani nel Voc. dell' Uso a questa voce;

e il N. 1 delle Esercitazioni filologiche del Parenti pag. 55.

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