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Traccia d’intervista alle assistenti sociali

Capitolo VI: CONCLUSIONI FINALI

1. Traccia d’intervista alle assistenti sociali

 Mi racconterebbe un fatto, un aneddoto, un episodio che le è rimasto particolarmente impresso rispetto al Suo lavoro con i minori?

 Che cos’ha provato in quel momento?  Chi era presente, oltre a Lei?

 Che cosa si è detto?

 Come si sono comportate le persone presenti?  Cos’ha provato nei confronti del/della ragazzo/a?

 Ricorda un altro aneddoto in particolare (negativo/positivo) che ha vissuto, visto, durante la Sua carriera?

 Chi era presente in quel momento, oltre a Lei?

 Come si sono comportate, come hanno reagito, le alte persone presenti?  Lei come ha reagito?

 Che cos’ha provato in quel momento?

 Mi racconterebbe un aneddoto, un episodio che le è rimasto particolarmente im- presso, relativo alla fase di uscita dal Sistema di tutela di un ragazzo?

 Chi era presente in quel momento, oltre a Lei?

 Come si sono comportate, come hanno reagito, le alte persone presenti?  Lei come ha reagito?

 Che cos’ha provato in quel momento?

 Durante la Sua carriera (facendo riferimento all’ultimo periodo dell’accoglienza e all’uscita dei ragazzi maggiorenni dal percorso di tutela) ci sono stati dei momenti di sconforto, legati a determinate progettualità? Le andrebbe di raccontarmelo?

 Cos’è accaduto?

 Cosa pensa si sarebbe potuto fare per ottenere risultati diversi?

 Come ha reagito il/la ragazzo/a? E la famiglia? E gli educatori della comu- nità/genitori affidatari?

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 E rammenta, invece, con gioia un progetto di tutela, conclusosi positivamente per le persone coinvolte al compimento del 18esimo anno di età del/della ragazzo/a? Vor- rebbe parlarmene?

 Che cosa crede abbia fatto la differenza? Quale elemento? Quale persona?  C’è stato qualcuno che Le è stato particolarmente d’aiuto e vicino in quell’oc-

casione? Un/una collega; un educatore/educatrice della comunità; i genitori affidatari; …?

 Che cos’ha provato in quel momento?

 Mi racconterebbe qualcosa riguardo un progetto di uscita dal Servizio di tutela, che si è concluso con il rientro del/della giovane nella propria famiglia di origine?

 In che modo è stato pianificato, progettato?  In che modo il ragazzo è stato coinvolto?

 In che modo è stata preparata, convolta, seguita, la famiglia di origine durante l’allontanamento e la fase di rientro del figlio?

 Qual è stato l’esito del percorso?

 Quali crede siano stati i limiti di tale progettazione? E i punti di forza?  Mi racconterebbe qualcosa riguardo un progetto di uscita dal Servizio di tutela, che

si è concluso con l’avio alla vita autonoma del ragazzo?  In che modo è stato pianificato, progettato?  In che modo il ragazzo è stato coinvolto?  Qual è stato, a suo avviso, l’esito del percorso?

 Quali crede siano stati i limiti di tale progettualità? E i punti di forza?

 Partendo da questi episodi e dalla Sua esperienza professionale, quali sono, a Suo avviso, i bisogni e le esigenze dei ragazzi in uscita da questo tipo di percorsi? Al termine dell’accoglienza in comunità o in famiglia affidataria?

 Come crede che si potrebbe rispondere a tali bisogni?

 Ci sono dei progetti attivi o delle proposte nel territorio che si occupano, o vorrebbero occuparsi, di questa fascia di ragazzi?

 Come viene affrontato l’argomento del “post diciottesimo anno” con i ragazzi in carico? Quali sono i loro sentimenti? I loro pensieri, frustrazioni, preoccu- pazioni al riguardo? Come trasmettono tutto ciò?

 Quali sono le difficoltà maggiori che incontra in questa fase finale del pro- getto?

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 Che cosa crede servirebbe per migliorare il passaggio alla vita adulta e auto- noma del ragazzo? Se vuole può fare qualche esempio pratico, se le viene più facile, in riferimento ai racconti citati poc’anzi o ad altre storie che ricorda.  Secondo Lei qual è la maggiore criticità, difficoltà, che ostacola il percorso

verso l’autonomia dei ragazzi fuori famiglia?

 Nel 2015 sono entrate in vigore alcune modifiche apportate alla legge 184/1983, re- lative al diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido fami- liare, ne è a conoscenza?

 L’art. 5bis recita così: “Qualora, durante un prolungato periodo di affida-

mento, il minore sia dichiarato adottabile […] il tribunale per i minorenni, nel decidere sull’adozione, tiene conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi tra il minore e la famiglia affidata- ria”

 L’art. 44 al comma 1 è stato modificato e recita così: “I minori possono essere

adottati […]:

a) da persone unite al minore […] da preesistente rapporto stabile e dura- turo anche maturato nell’ambito di un prolungato periodo di affida- mento, quando il minore sia orfano di padre e di madre”.

 Che cosa ne pensa? È d’accordo oppure no?

 Pensando alla fase conclusiva dell’affido, crede che queste modifiche possano costituire una tutela per il futuro dei ragazzi?

 È a conoscenza del programma di inclusione sociale della Regione Sardegna “Pren-

dere il volo”, promosso ai sensi dell’articolo 17 della L.R. n. 4 del 2006?

 Che cosa ne pensa al riguardo?

 Quali sono, a parere suo, le criticità di questo progetto?  Quali, invece, ritiene siano gli aspetti positivi?

 Secondo lei anche qui in Veneto ci sarebbe bisogno di qualcosa di simile? A fronte dell’inesistenza di una legge nazionale.

 Ha mai letto o sentito parlare, delle P.d.L. n. 2500 del 2014 “Misure per il sostegno

dei giovani provenienti da famiglie affidatarie e da comunità di tipo familiare” e n.

846 del 2013 “Disposizioni concernenti l’organizzazione e il funzionamento delle

strutture destinate all’accoglienza dei minori e delle comunità di tipo familiare” e

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di tipo familiare e disposizioni per il funzionamento delle strutture destinate all'ac- coglienza dei minori e delle comunità di tipo familiare” rivolti proprio ai giovani

Care Leavers, con l’obiettivo di aiutarli nel raggiungimento di una vita autonoma e nell’inserimento lavorativo?

 Che ne pensa?

 Crede potrebbe essere una buona legge che aiuti a regolamentare questo pas- saggio?

 Ha mai sentito parlare dell’Associazione Agevolando? E del Care Leavers Network?  In che modo ne è venuta/o a conoscenza?

 Che cosa ne pensa di questa iniziativa?

 Quali sono, a suo avviso, i pregi e le criticità di quell’esperienza?

 Pensa sia possibile replicarla, contestualizzandola, in questo territorio? In che modo/Come mai?

 Da alcuni incontri e Focus Group (volti a dare la parola ai giovani direttamente coin- volti riguardo al tema) organizzati da tale associazione nelle diverse Regioni nelle quali si è sviluppata, sono emerse alcune considerazioni dei ragazzi neomaggiorenni cresciuti fuori famiglia. Ora vorrei leggerne qualcuna con Lei:

“Spesso le proposte fatte da educatori e assistenti sociali in merito ai nostri progetti educativi sembrano imposte perché non vi sono altre alternative. Ci piacerebbe che queste figure prendessero più in considerazione i nostri pen- sieri, desideri, proposte” (dal Care Leavers Network della Regione Veneto).

“Per noi gli assistenti sociali sono delle figure importanti. Vogliamo però dirvi che in alcune situazioni abbiamo avuto la sensazione di essere considerati nu- meri […] Molte volte il rapporto con voi è troppo formale, mentre dovrebbe es- serci un legame aperto […] sarebbe bello poterci incontrare fuori dai vostri uf- fici, magari mangiare un pasto assieme” (dal Care Leavers Network della Re-

gione Trentino Alto Adige).

“[…] Gli assistenti sociali dovrebbero visitare più spesso i ragazzi, vedere come stanno e cosa fanno, girare nelle comunità” (dal Care Leavers Network della Regione Emilia Ro-

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 Che cosa ne pensa? I ragazzi della quale si è occupata/o le hanno mai espresso pensieri e desideri simili?

 Le hanno mai fatto intendere, in qualche modo, di pensare queste coe?  Crede sia davvero possibile creare un “legame aperto” con questi ragazzi?  Siamo giunti alla fine dell’intervista e per concludere Le vorrei proporre una situa-

zione immaginaria: “Si immagini di avere a disposizione dei fondi in più da poter

investire nei progetti di tutela dei minori fuori famiglia, come li investirebbe? Quali sono le iniziative che proporrebbe? Quali le migliorie che vorrebbe apportare in quello che è il sistema odierno?” Può fare riferimento, ad esempio, al Fondo di €

5milioni all’anno, per tre anni, stanziato a favore dei progetti volti all’autonomia di questi ragazzi, con i quali si dovrebbe riuscire a finanziare il percorso di uscita di circa 500 ragazzi ogni anno.

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