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CAPITOLO TERZO Commento alla traduzione

3.6 La traduzione fallisce in ogni caso?

Occorre a questo punto trarre le opportune conclusioni: nel presente commento traduttologico si è ampiamente discusso delle difficoltà che una traduzione dalla lingua cinese possa e debba creare in un traduttore, pur esperto della lingua del testo originale. Nella personale esperienza il traduttore è certamente consapevole di aver fatto, nella sua limitata esperienza, tutto il possibile per rendere la complessità del testo, perché un pubblico più o meno orientato al panorama culturale cinese potesse coglierne i diversi aspetti, ma è allo stesso tempo consapevole, e ne ha dato esempio nell‟analisi testuale condotta , che il suo sforzo traduttivo abbia comportato necessariamente una perdita rispetto all‟originale. Laddove si è cercato con la più scrupolosa intenzione di mettere bene a fuoco le lenti e tendere il più possibile l‟orecchio, onde evitare una percezione distorta dell‟originale, il traduttore non è riuscito in alcuni casi a rendere quella differenza che aveva colto.

La traduzione fallisce dove non compensa, dove non viene ristabilita una equità sostanziale. Il traduttore ha colto e/o si è appropriato di meno di quanto vi sia. Traduce per diminuzione. Oppure ha scelto di incorporare e rinunciare pienamente soltanto quello o quell‟altro aspetto dell‟originale, frammentandone, distorcendone la coerenza vitale in rapporto alle proprie esigenze o alla propria miopia. (Steiner 2004, p.469) Certo è che se ciascun traduttore dovesse semplicemente considerare la traduzione come una sconfitta, molti traduttori, compresa la sottoscritta, potrebbero scegliere di rinunciare in partenza, ma queste conclusioni sono ben distanti dal voler pensare

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all‟ottica contraria ossia quella di ritenere le traduzioni sempre riuscite. Si potrebbe in questa sede considerare un terzo punto di vista, l‟impossibilità di riportare ciascun elemento del testo originale in traduzione deve sempre ritenersi un fallimento o la possibilità della perdita di elementi nel passaggio dall‟originale alla traduzione può anche ritenersi, a volte, un segnale di quella differenza tra culture che si auspica possa rimanere inalterata e non eliminata? Non si ha una personale risposta alla domanda, ma non si nasconde una particolare inclinazione verso la seconda alternativa, giusto per non concludere pensando al fallimento, questa sarebbe decisamente un‟amara conclusione.

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