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Il romanzo di Wang Xiaofang è ambientato nella Cina contemporanea, quasi interamente nella municipalità fittizia di Dongzhou, probabilmente ispirata a Shenyang, città dell’autore. Compaiono anche Hong Kong, Macau e Changshan. I personaggi sono una trentina e hanno tutti a che fare con gli ambienti governativi di Dongzhou. Non c’è un vero e proprio protagonista. A ogni nuovo capitolo cambia la prospettiva, e di volta in volta prende la parola un diverso personaggio o oggetto d’ufficio personificato (la sedia, la stilografica, le scrivanie, il computer, ecc.) che descrive e commenta i fatti.

La storia si apre con la promozione di Yang Hengda a capo del Dipartimento numero due, l’ufficio che gestisce gli affari del vicesindaco. Yang fino ad allora era stato segretario del Vecchio Capo, ex quadro di partito rispettato da tutti e con ancora una certa influenza nei circoli governativi. Il Vecchio Capo, determinato a creare una cura tutta sua agli acciacchi dell’età, sperimenta la terapia dell’urina: egli sostiene che bere ogni mattina la propria urina curi innumerevoli malesseri e rinvigorisca lo spirito. Chiede al suo segretario di scrivere per lui un libro contenente le sue impressioni sulla terapia; ma per fare ciò anche lui deve provarne su di sé gli effetti. Così, per assecondare il volere del capo, Yang si costringe a bere ogni giorno la propria urina e a mettere per iscritto le sue sensazioni.

Dopo cinque anni verranno date alle stampe le Riflessioni filosofiche sulla terapia dell’urina. Soddisfatto del lavoro del suo segretario, il Vecchio Capo in un incontro col vicesindaco Peng Guoliang loda la penna di Yang Hengda e suggerisce che venga trasferito nel suo ufficio,

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e così avviene: Yang diventa capo del Dipartimento numero due della municipalità di Dongzhou. Sebbene la sua carriera politica abbia spiccato il volo, egli è afflitto dai sensi di colpa per il modo in cui si è guadagnato la promozione. Inoltre cerca fin da subito di farsi benvolere dai suoi quattro colleghi d’ufficio: Xu Zhitai, Zhu Dawei, Huang Xiaoming e Ou Beibei. Gli era stato infatti riferito che questi, capeggiati da Xu Zhitai, avevano recentemente complottato e fatto cacciare dall’ufficio Zhao Zhong, l’ex capo dipartimento. Xu Zhitai è il vice capo dipartimento ed è colui che Yang Hengdateme di più, sia per i suoi atteggiamenti poco rassicuranti, sia perché sembra desiderare più di ogni altra cosa il posto di capo dipartimento.

Zhu Dawei è membro della sezione direttiva, un giovane ambizioso che si sta facendo strada negli uffici municipali di Dongzhou mantenendo un basso profilo e seguendo i preziosi consigli del padre Zhu Wenwu, anche lui a suo tempo in politica.

Huang Xiaoming è colui che contribuisce con Xu Zhitai a creare false prove per spodestare Zhao Zhong. È ricercatore di dipartimento, laureato con master e un talento nello scrivere articoli. È un tipo acuto e sensibile, e tiene sempre d’occhio le relazioni di convenienza che si instaurano continuamente attorno a lui. Per le sue vicissitudini nel romanzo è il personaggio che più si avvicina a Wang Xiaofang.

Ou Beibei è la ricercatrice junior di dipartimento, parla un inglese fluente e viene spesso chiamata per fare da interprete agli ospiti stranieri. È una donna frivola e capricciosa, annoiata e profondamente insoddisfatta della sua vita matrimoniale: è sposata da cinque anni con Wang Chaoquan, un uomo brillante e promettente che, inspiegabilmente, dopo il matrimonio sembra aver perso ogni sorta d’interesse nei suoi confronti. Per di più egli non è neanche un funzionario di alto rango, essendo membro di sezione nell’Ufficio Investimenti esteri. Ou Beibei non si dà pace e vuole avere di meglio: i colleghi d’ufficio notano che ha preso di mira il vicesindaco Peng Guoliang, ufficiale di bell’aspetto, determinato e soprattutto con una solida posizione.

Quest’ultimo è in disputa per la carica a sindaco di Dongzhou con Liu Yihe, ex vicesindaco poi promosso a vicegovernatore della provincia del Qingjian. Liu Yihe ha i tratti del politico modello: è un uomo pacato, di saldi principi e soprattutto incorruttibile. La sua tempra morale si contrappone al carattere istintivo e irruento di Peng Guoliang, che pure è un abile businessman, organizza frequenti viaggi d’affari all’estero e porta a buon fine numerosi affari profittevoli per Dongzhou. La partita per il governo della città si gioca tra Liu e Peng, con i dipendenti degli uffici municipali che si schierano in favore dell’uno o dell’altro, a

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seconda di chi ritengono possa garantirgli maggiori opportunità di crescita professionale. Alla fine a prevalere sarà Liu Yihe.

Il rivale non digerisce la sconfitta politica, soprattutto perché serba profondo rancore per Liu e l’aura di integrità che lo circonda. Decide così di vendicarsi e architetta col suo segretario, Hu Zhanfa, un subdolo piano per metterlo in cattiva luce agli occhi di tutta la città. I due fabbricano un falso diario personale di Liu Yihe (scritto da Hu Zhanfa dopo tre mesi di attento studio della sua calligrafia) in cui fanno passare il virtuoso sindaco per un uomo corruttibile ed egoista, che cova desideri oscuri e immorali.

L’artefatto, dal titolo Diario di un pubblico ufficiale, viene spedito – poche pagine alla volta, a intervalli regolari e da luoghi sempre diversi – direttamente a casa di Qi Xiuying, appena nominata segretario della Commissione disciplinare provinciale del Qingjiang e da poco trasferitasi a Dongzhou. Qi Xiuying, nota anche come la “Donna di ferro”, ha fama di essere una paladina della giustizia, specializzata per di più in politici corrotti. I due manipolatori della verità confidano che una donna irreprensibile come lei non si lascerà sfuggire un caso che rischierebbe di provocare uno scandalo di così vaste proporzioni. Qi Xiuying è turbata dal continuo arrivo di questa posta anonima e dai segreti che trapelano dalle pagine del diario; eppure si convince sempre più che il sindaco Liu non arriverebbe mai a tanto e che si tratta di una mossa per screditarlo. Così avvia le indagini per scoprire chi sia il vero autore del manoscritto.

All’operazione partecipa anche Shang Xiaoqiong (il “Gatto”), membro della Commissione disciplinare provinciale e fidanzata di Zhu Dawei (il “Topo”). Shang, entrando in missione nei panni di operaia della ditta di pulizie municipale, si trova nella posizione perfetta per tenere quotidianamente sott’occhio i principali indiziati, scoprire se si verificano strani movimenti e se nei loro uffici si nasconde qualche copia del Diario.

Un giorno Shang si introduce nell’ufficio di Liu Yihe e trova in un cassetto della sua scrivania il suo vero diario con le sue vere riflessioni; il contenuto di quelle note le dà la conferma che il sindaco non è l’autore del Diario. Shang sospetta possa esserci Peng Guoliang dietro a questa menzogna, colui che più di tutti avrebbe beneficiato della caduta di Liu. Tuttavia Peng non sarebbe stato in grado di produrre un simile manoscritto, perciò doveva avere dei complici. Passando in rassegna le stanze degli altri dipendenti, Shang nota una calligrafia appesa alla parete dell’ufficio di Hu Zhanfa incredibilmente simile a un’altra presente nell’ufficio del sindaco, e questo genera un collegamento tra i due. Hu finisce in cima alla lista dei sospettati.

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Shang Xiaoqiong mette al corrente il “Topo” dell’intera faccenda; adesso bisogna procurarsi le prove. Casualmente Zhu Daiwei viene contattato proprio da Hu Zhanfa, il quale gli chiede di passare quella sera da lui per rivedere la sua tesi magistrale. L’occasione è propizia: non appena Hu si allontana dal suo studio, Zhu ne approfitta per rovistare tra i cassetti. Con sua grande sorpresa, egli trova il Diario e lo nasconde in borsa. Uscito da casa di Zhu va direttamente a portarlo a Shang, che l’indomani mattina lo consegna a Deng Hongchang, capo della Squadra investigativa speciale, e poi va a fare rapporto al segretario Qi Xiuying.

I fatti si susseguono febbrilmente: Ou Beibei scopre di essere rimasta incinta di Peng Guoliang durante uno dei loro incontri segreti (Peng infatti è sposato); Huang Xiaoming è nominato nuovo segretario di Peng Guoliang il quale – oltre a intrattenere rapporti extraconiugali – quando è lontano per “affari” si incontra con loschi individui per gestire frodi e riciclaggio di denaro sporco, e nel tempo libero dilapida denaro pubblico ai casinò di Hong Kong e Macau. Non appena Hu Zhanfa scopre che la sua copia del Diario è sparita sospetta subito di Zhu, ma non può far nulla se non avvertire Peng dell’imprevisto.

Il vicesindaco nel frattempo si trova al Casino Lisboa di Macau in compagnia dei suoi due più intimi colleghi d’affari: Wen Huajian e Chen Shi. Non sa che quella sera, mentre perde ingenti somme di denaro ai tavoli da gioco senza battere ciglio, è ripreso dalle telecamere nascoste di Wang Chaoquan, marito di Ou Beibei. Si scopre così che Wang lavorava fin dall’inizio per l’Unità antiterrorismo e che il lavoro e la vita che conduceva agli occhi della moglie erano tutti una copertura. Consegnando questo filmato a Qi Xiuying egli non solo si vendica del tradimento della moglie (che nel frattempo aveva abortito e chiesto il divorzio), ma consegna alla giustizia le prove schiaccianti della corruzione del vicesindaco e viene ricoperto di onori. Quando Ou Beibei viene messa al corrente dei fatti non può far altro che commiserarsi.

Con una retata ben ordita dalla Squadra investigativa speciale, una sera Peng Guoliang e i suoi fedeli vengono chiamati a presentarsi d’urgenza nell’ufficio di Liu Yihe, cadono nella trappola e vengono condotti al distretto militare provinciale. Anche Huang Xiaoming, in quanto segretario di Peng, viene detenuto e interrogato, ma viene giudicato pulito e rilasciato. Quest’esperienza lo segnerà irrimediabilmente: egli decide infatti di chiudere con la politica licenziandosi, e di mettere per iscritto la sua esperienza (che è ciò che ha fatto Wang Xiaofang).

Intanto Zhang Peifen, moglie di Peng Guoliang, si adopera in tutti i modi per salvarlo. Chiede persino l’intercessione del Vecchio Capo che rifiuta sdegnato di collaborare. I disperati tentativi di salvataggio di Zhang non hanno successo e Peng viene condannato a

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morte. Sul finire della storia Huang Xiaoguang, fratello di Huang Xiaoming e giornalista al

Quotidiano di Dongzhou, si reca al Centro di detenzione di Changshan per intervistare un Peng

Guoliang ormai devastato e senza futuro che gli affida i suoi ultimi pensieri e rimpianti. L’esecuzione della pena avviene attraverso iniezione letale (com’era stato per Ma Xiangdong). Tutti i personaggi del romanzo usciranno da quest’inchiesta profondamente scossi. Resta l’incertezza sul fatto che un caso del genere non possa nuovamente ripetersi in futuro.

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