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Il trasferimento della Sanità Penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale: il

Capitolo 4 Verso il definitivo superamento degli OPG

4.3 Il trasferimento della Sanità Penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale: il

Il DPCM del 1 aprile del 2008, recante “Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria”, previsto dal già citato decreto presidenziale n. 230 del 10/11/99 non pienamente applicato,decretò il passaggio delle funzioni sanitarie in tutti gli istituti penitenziari dal Ministero della Giustizia a quello della Salute. Ciò mise in moto una ripresa di attenzione sulla medicina penitenziaria e sugli ospedali psichiatrici giudiziari.

Articolo 5, comma 1, DPCM 2008 - Ospedali psichiatrici giudiziari e case di cura e custodia.

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“Al fine di dare completa attuazione al riordino della medicina penitenziaria, sono trasferite alle regioni le funzioni sanitarie afferenti agli Ospedali psichiatrici giudiziari ubicati nel territorio delle medesime. Le attrezzature, gli arredi e i beni strumentali afferenti alle attività sanitarie, sono trasferiti, con le modalità di cui all'art. 4, alle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti. Le regioni disciplinano gli interventi da attuare attraverso le aziende sanitarie, in conformità ai principi definiti dalle linee guida di cui all'allegato C, che costituisce parte integrante del presente decreto.”

Tale articolo rimandava, dunque, alle regioni in cui erano ubicati gli opg la responsabilità della gestione sanitaria degli stessi e la disciplina degli interventi da eseguire attraverso le aziende sanitarie locali (Asl), in conformità ai principi delineati dalle linee guida di cui all’allegato C, denominato “Linee di indirizzo per gli interventi negli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) e nelle case di cura e custodia”.

L’allegato C, in sostanza, si proponeva di trasferire le funzioni sanitarie al SSN, al fine di <<eliminare dall’ordinamento giuridico ogni residuo di segregazione nei confronti dei pazienti psichiatrici socialmente pericolosi, favorire il loro reinserimento sociale e «garantire una corretta armonizzazione fra le misure sanitarie e le esigenze di sicurezza»>>.202 In mente del legislatore vi era l’idea di mettere sullo stesso piano la tutela della salute dei cosiddetti “normali” e la salute dei folli; infatti, l’allegato C, nel quale vengono delineate le azioni e i principi riguardanti il graduale superamento degli opg, prevedeva che la regionalizzazione si realizzasse in tre fasi:

La prima fase aveva come scopo quello di realizzare lo snellimento delle vigenti strutture, e ciò avrebbe dovuto concretizzarsi con l’aiuto delle regioni di residenza attraverso le dimissioni dei soggetti la cui pericolosità fosse venuta meno o diminuita e il trasferimento, presso apposite sezioni di

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Associazione nazionale magistrati, (2014), “Fine del viaggio per la nave dei folli rei? Riflessioni

sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, testo disponibile all’URL:http://www.associazionemagistrati.it/print/1625/fine-del-viaggio-per-la-nave-dei-folli-rei riflessioni-sul-superamento-degli-ospedali-psichiatrici-giudiziari.htm

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cura e di riabilitazione all’interno degli istituti penitenziari, dei soggetti ricoverati in opg per disturbo mentale sopravvenuto (art. 148 c.p.) o per accertamento di infermità psichica (art. 112 D.P.R. 230/2000).

La seconda fase, che iniziava a distanza di un anno dalla precedente, era finalizzata ad unire i pazienti psichiatrici delle regioni limitrofe, nella regione dove era ubicato l’opg, al fine di avvicinarli alle realtà geografiche di provenienza; in questo modo i sei ospedali psichiatrici giudiziari divenivano un punto di riferimento per gli internati delle regioni vicine. Orientativamente:

 all’opg di Castiglione delle Stiviere (Mantova) venivano affidati i pazienti provenienti dal Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia. Questo opg era l’unico in Italia ad avere una sezione femminile e pertanto ad esso dovevano essere assegnate tutte le pazienti psichiatriche provenienti da tutte le regioni.;

 all’opg di Reggio Emilia erano assegnati gli internati provenienti dal Veneto Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Marche ed Emilia Romagna;

 all’opg di Aversa e di Napoli, gli internati provenienti dalla Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia;

 all’opg di Barcellona Pozzo di Gotto, gli internati della Sicilia e Calabria.

La terza fase, a un anno di distanza dalla precedente, era invece indirizzata al conseguimento della presa in carico, da parte di ciascuna regione, della quota di internati in opg provenienti dal proprio territorio, attraverso programmi terapeutici e di riabilitazione da svolgersi all’interno della struttura e attraverso l’affidamento ai servizi psichiatrici e sociali territoriali, in modo tale da valorizzare il reinserimento nell’ambiente di appartenenza.203

Purtroppo, il percorso programmato con l’Allegato C al d.p.c.m. 1 Aprile 2008 ha presentato alcune criticità.

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Il suddetto decreto è rimasto incompiuto a causa di una reale difficoltà nell’applicare uniformemente su tutto il territorio nazionale i principi sanciti, entro i termini previsti. Prima di tutto, perché gli opg non erano collocati in modo uniforme, basti pensare che le pazienti psichiatriche erano tutte raggruppate in Lombardia, nell’opg di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Oltre ciò, vi era anche un’alta percentuale di ricoveri concentrata in quattro regioni: al 30 marzo del 2007, erano 194 i pazienti internati in Lombardia, 140 in Campania, 138 in Sicilia e124 in Lazio. Questo quadro evidenzia la reale difficoltà nel rispettare, nei termini previsti, i principi sanciti nell’Allegato C.204

“Resta inoltre poco realistico immaginare lo sfoltimento in 12 mesi dei ricoverati al termine della misura di sicurezza, perché la Finanziaria 2008 non ha riservato risorse aggiuntive alle Regioni per sviluppare la rete dei servizi integrati con la residenzialità psichiatrica alternativa all’Opg. In particolare le misure alternative, quali la libertà vigilata e la licenza esperimento, non sono a carico del fondo sanitario del ministero della Giustizia, dunque non rientrano nella partita di giro operata dall’attuale Dpcm”.205

Nonostante l’allegato fosse stato emesso al fine di avviare un’accelerazione nel processo di superamento degli opg, il tanto auspicato snellimento degli opg non si è verificato, forse a causa di un’inidoneità da parte dei servizi psichiatrici territoriali, ovvero dei Dipartimenti di salute mentale o della mancata costituzione all’interno degli istituti penitenziari delle “sezioni o reparti a custodia attenuata”, finalizzati a ospitare i soggetti ricoverati in opg per disturbi mentali sopravvenuti durante l’espiazione della pena (art. 148

204Gianfranco Rivillini (2009), “Ospedali psichiatrici giudiziari, in salita. La ricetta: restituire gradualmente gli internati alle regioni di provenienza”, testo disponibile all’URL: http://www.fedcp.org/pdf/Strategie_in_Naftalina.pdf.

205 Gianfranco Rivillini (2009), “Ospedali psichiatrici giudiziari, in salita. La ricetta: restituire

gradualmente gli internati alle regioni di provenienza”, testo disponibile all’URL: http://www.fedcp.org/pdf/Strategie_in_Naftalina.pdf.

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c.p.) o per accertamento di infermità psichica (art. 112 D.P.R. n. 230/2000). Il mancato snellimento forse è dovuto anche alla mancanza di coordinazione tra le regioni e tra queste e i Dipartimenti di salute mentale; coordinazione necessaria per concretizzare il trasferimento degli internati nelle regioni di provenienza. Il risultato, dunque, non è stato quello sperato.206

4.4 - La Commissione Parlamentare di inchiesta del Senato sull’efficacia e