La compagine imprenditoriale dei trasporti terrestri è risultata in leggero calo. La consistenza delle imprese in essere a fine giugno 2004 è stata di 17.287 unità rispetto alle 17.318 dell'analogo periodo del 2003. Si è tuttavia ridotto il saldo negativo fra le imprese iscritte e cessate. Nei primi sei mesi del 2004 è risultato passivo per 117 imprese rispetto alle 180 riscontrate nello stesso periodo del 2003. Nell’ambito della forma giuridica le ditte individuali, che costituiscono circa l’86 per cento della compagine imprenditoriale, hanno accusato una diminuzione dello 0,6 per cento. Segno opposto per le società di persone (+0,7 per cento) e di capitale (+7,6 per cento), mentre il piccolo gruppo delle “altre forme societarie è rimasto inalterato.
11.2 Trasporti aerei
L'andamento complessivo del traffico passeggeri rilevato nei quattro scali commerciali dell'Emilia-Romagna nei primi otto mesi del 2004 è risultato di segno moderatamente negativo. La chiusura dell’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, avvenuta dal 3 maggio al 2 luglio per consentire l’allargamento delle piste allo scopo di ottenere la qualifica di scalo intercontinentale, ha giocato un ruolo determinante. Se è vero che gran parte del traffico è stata dirottata sugli scali di Forlì e Rimini, molto meno a Parma, producendo una sorta di compensazione, è altrettanto vero che alcune compagnie hanno scelto di ridurre i collegamenti, in considerazione della minore capienza e decentramento degli aeroporti romagnoli. Altre compagnie hanno inoltre preferito dirottare su Verona alcune rotte e anche ciò ha influito sul computo generale dei passeggeri. In complesso sono stati movimentati quasi 2.728.000 passeggeri, con un decremento del 2,9 per cento rispetto all’analogo periodo del 2003. Questo andamento che può essere considerato di sostanziale tenuta alla luce di quanto descritto precedentemente, è maturato in un quadro internazionale caratterizzato, secondo i dati Iata (Associazione del Trasporto Aereo Internazionale), dalla crescita del traffico aereo, nei primi quattro mesi, pari al 15,4 per cento.
Passiamo ora ad esaminare l’andamento di ogni singolo scalo dell’Emilia-Romagna, vale a dire Bologna, Rimini, Forlì e Parma.
L'andamento dei trasporti aerei commerciali del principale scalo dell'Emilia-Romagna, l’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, è stato influenzato dalla chiusura avvenuta dal 3 maggio al 2 luglio al fine di allargare le piste e ottenere di conseguenza la qualifica di scalo intercontinentale.
Secondo i dati diffusi dalla Direzione commerciale & marketing della S.a.b. nei primi otto mesi del 2004 sono stati movimentati 1.793.432 passeggeri (è esclusa l'aviazione generale), con un comprensibile decremento del 25,8 per cento rispetto all'analogo periodo del 2003, che sale al 29,2 per cento relativamente agli aeromobili.
Se spostiamo il campo di osservazione a periodi tra loro omogenei, senza cioè tenere conto dei giorni di forzata chiusura, emerge un leggero incremento del traffico passeggeri pari allo 0,3 per cento. Questo andamento è da attribuire al miglioramento dei voli charter (+1,9 per cento), a fronte della sostanziale stabilità di quelli di linea (-0,2 per cento). I passeggeri trasportati sui voli nazionali, in gran parte costituiti da voli di linea, sono diminuiti del 10,7 per cento, rispetto all’aumento del 5,8 per cento evidenziato dalle rotte internazionali. Queste ultime hanno rappresentato oltre il 70 per cento del movimento passeggeri. Nel bimestre luglio-agosto, vale a dire i due primi mesi dopo i lavori di allargamento delle piste, i passeggeri internazionali sono cresciuti del 3,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2003, compensando parzialmente la flessione del 10,5 cento accusata da quelli nazionali.
Gli aeromobili movimentati, tra voli di linea e charter, sono risultati 27.198 vale a dire il 4,7 per cento in meno rispetto al periodo omogeneo del 2003. I voli di linea sono diminuiti del 4,4 per cento, quelli charter del 5,9 per cento.
Per le merci movimentate – ci riferiamo nuovamente al confronto omogeneo - si è passati da 12.328.087 kg a 11.072.588 kg., per un decremento percentuale pari al 10,2 per cento. La posta è scesa da 1.332.322 a 1.057.547 kg, per una diminuzione percentuale pari al 20,6 per cento.
L’aeroporto di Rimini ha chiuso i primi otto mesi del 2004 con un bilancio positivo. La chiusura dello scalo bolognese avvenuta nei mesi di maggio e giugno ha consentito allo scalo riminese di accrescere notevolmente i propri traffici. All’aumento del 153,6 per cento delle aeromobili movimentate, passate da 2.078 a 5.269, si è associata la crescita del relativo movimento passeggeri - a Rimini il grosso del traffico è costituito di norma dai voli internazionali - passato da 150.753 a 276.672 unità, per un variazione positiva pari all’83,5 per cento.
Se non si tiene conto del traffico avvenuto nel bimestre maggio-giugno, emerge un confronto ugualmente positivo. In questo caso la movimentazione degli aerei passeggeri appare in aumento del 40,9 per cento. Per i passeggeri l’incremento si attesta al 13,9 per cento.
In discesa (-23,7 per cento) è apparsa la movimentazione degli aerei cargo, cui si è associata la flessione del 13,6 per cento delle merci imbarcate. Se non si tiene conto dei due mesi di chiusura dello scalo bolognese, si ha una analoga situazione.
Per quanto concerne l’aviazione generale – in questo caso la chiusura dell’aeroporto bolognese è praticamente ininfluente - i primi otto mesi del 2004 sono stati caratterizzati dalla concomitante diminuzione dei voli (-3,0 per cento) e dei passeggeri movimentati (-6,0 per cento).
Nell’aeroporto L. Ridolfi di Forlì, i primi otto mesi del 2004 si sono chiusi positivamente. La chiusura dello scalo bolognese ha avuto effetti piuttosto evidenti. Si stima che almeno il 70 per cento del traffico bolognese sia stato dirottato verso l’aeroporto romagnolo.
Fra voli di linea e charters, sono stati movimentati 8.159 aeromobili rispetto ai 2.093 dell’analogo periodo del 2003. Nel solo bimestre maggio-giugno, nel quale l’aeroporto bolognese è rimasto praticamente inattivo, i voli movimentati sono saliti dai 557 del 2003 ai 5.166 del 2004. Il traffico passeggeri ha naturalmente riflesso questa situazione. Nei primi otto mesi del 2004 la movimentazione ha sfiorato le 610.000 unità
rispetto alle 198.684 dell’analogo periodo del 2003. Nel solo bimestre maggio-giugno i passeggeri arrivati e partiti sono risultati quasi 336.000 contro i 51.472 dello stesso periodo del 2003.
Se analizziamo l’andamento dello scalo forlivese senza tenere conto del bimestre maggio-giugno emerge una situazione ugualmente positiva. Il movimento aereo cresce da 1.536 a 2.993 unità, per effetto dei concomitanti incrementi dei voli di linea - più che raddoppiati - e charter (+5,5 per cento). Per i passeggeri movimentati si passa da 131.532 a 257.496. Se guardiamo alla destinazione dei voli, possiamo vedere che la crescita più consistente è venuta dalle rotte nazionali, il cui movimento passeggeri è praticamente quadruplicato.
Nell’ambito delle merci, gli aerei cargo movimentati sono risultati 352 contro i 112 del periodo gennaio - agosto 2003. Le merci movimentate, compresa l’aliquota degli aerei misti, sono conseguentemente aumentate da 944 a 1.251 tonnellate. Anche in questo caso la chiusura del Guglielmo Marconi ha avuto i suoi effetti, se si considera che nel solo bimestre maggio-giugno le merci trasportate sono salite da 347 a 763 tonnellate. Se si effettua il confronto senza tenere conto dei due mesi sopraccitati, la situazione cambia di segno. Dalle 597 tonnellate del 2003 si passa alle 488 del 2004.
Per quanto concerne l'aviazione generale - comprende aeroscuola, lanci paracadutisti ecc. - il movimento aereo è salito da 1.695 a 2.118 aeromobili. I relativi passeggeri sono invece scesi da 1.761 a 1.598 unità. Se dal confronto togliamo il bimestre maggio-giugno emerge un’analoga situazione.
L’aeroporto Giuseppe Verdi di Parma ha risentito marginalmente della chiusura dell’aeroporto bolognese avvenuta nel bimestre maggio-giugno, pur presentando un bilancio positivo. E’ stata infatti accolta solo una trascurabile parte dei traffici del Marconi, che non ha inciso significativamente sulla movimentazione.
Nei primi otto mesi del 2004 le aeromobili arrivate e partite sono risultate 9.567 rispetto alle 9.772 dello stesso periodo del 2003. Il leggero calo complessivo del 2,1 per cento è stato determinato dalla flessione del 27,2 per cento dei voli di linea, che hanno risentito della sospensione dei collegamenti con Napoli e Crotone.
Per i charter e aerotaxi e aviazione generale sono stati riscontrati aumenti rispettivamente pari al 23,8 e 3,9 per cento.
Alla diminuzione delle aeromobili movimentate si è contrapposto l’incremento del traffico passeggeri. In complesso è stato rilevato un aumento dell’8,4 per cento, dovuto in particolare alla straordinaria vivacità dei voli charter, il cui movimento passeggeri è cresciuto del 61,9 per cento, a fronte della diminuzione del 10,2 per cento accusata dai voli di linea. Per aerotaxi e aviazione generale l’incremento è risultato molto più contenuto, ma comunque apprezzabile (+8,4 per cento)
Le merci trasportate, tutte provenienti da voli charter, si sono attestate su livelli piuttosto bassi, con appena 74 kg. rispetto ai 122 dei primi otto mesi del 2003.
11.3 Trasporti portuali
In un contesto di accelerazione del commercio internazionale - le prime stime sono attestate attorno all’8 per cento - la movimentazione delle merci rilevata nel porto di Ravenna nei primi otto mesi del 2004, è aumentata in misura significativa rispetto all’analogo periodo del 2003. Si tratta di un risultato che si può ritenere molto soddisfacente, soprattutto se si considera che è maturato rispetto ad un anno record quale il 2003, quando la movimentazione sfiorò i 25 milioni di tonnellate. L’andamento mensile è risultato contraddistinto da una robusta striscia di aumenti tendenziali. Alla leggera diminuzione di gennaio, pari all’1,8 per cento, sono seguiti sei mesi consecutivi di incrementi, apparsi particolarmente sostenuti in febbraio (+22,2 per cento) e giugno (+7,1 per cento). In agosto la tendenza espansiva si è interrotta, a causa di un decremento rispetto all’agosto 2003 comunque modesto, pari al 2,2 per cento.
Secondo i dati diffusi dall’Autorità portuale di Ravenna, il movimento merci è ammontato a 16.739.811 tonnellate, con un incremento del 4,2 per cento rispetto ai primi otto mesi del 2003, equivalente, in termini assoluti, a circa 668.000 tonnellate. La crescita dei traffici portuali è stata il frutto di andamenti abbastanza differenziati, e non è una novità, tra i vari gruppi di merci. La voce più importante, costituita dai carichi secchi - contribuiscono a caratterizzare l’aspetto squisitamente commerciale di uno scalo portuale - è aumentata del 6,9 per cento rispetto ai primi otto mesi del 2003. Tra i vari gruppi merceologici che costituiscono questo importante segmento - ha rappresentato più del 68 per cento del movimento portuale ravennate - occorre sottolineare il forte incremento (+72,6 per cento) rilevato nel gruppo dei prodotti agricoli, in virtù della forte ripresa dei traffici di cereali, frumento e granoturco in primis. Altri aumenti degni di nota hanno interessato i minerali greggi, manufatti e materiali da costruzione (+21,8 per cento), che hanno riflesso la vivacità degli sbarchi delle voci più importanti, vale a dire feldspato, argilla e ghiaia. Sono inoltre da sottolineare gli aumenti dei combustibili minerali solidi (+10,6 per cento) e del piccolo gruppo dei minerali (+25,1 per cento).
Il legname è cresciuto del 12,6 per cento. Per l’importante voce delle derrate alimentari - terza per importanza nell’ambito delle merci secche - è stato registrato un incremento del 3,0 per cento. Il forte aumento delle farine di semi di soia e di girasole è stato annullato dai sensibili cali registrati nelle farine di semi oleosi e di cereali. Le diminuzioni non sono mancate. La più alta, pari al 49,6 per cento, ha riguardato le merci secche non meglio specificate, seguite dal piccolo gruppo dei prodotti chimici solidi (-27,8 per
cento). L’importante voce dei prodotti metallurgici è risultata in calo del 12,8 per cento. Alla base di questo ridimensionamento c’è il calo dei coils, la cui movimentazione è scesa da 2.528.946 a 2.162.992 tonnellate. I concimi solidi hanno visto scendere la movimentazione del 14,6 per cento, per effetto dell’ampia flessione accusata da quelli binari il cui movimento è sceso da 909.099 a 234.067 tonnellate.
Nell’ambito delle voci diverse dai carichi secchi, il traffico petrolifero, che incide relativamente nell'economia portuale, è diminuito dell’8,7 per cento, per effetto soprattutto della flessione accusata dalla importante voce degli oli combustibili pesanti. In crescita sono invece risultate le altre rinfusa liquide (+9,9 per cento).
Per una voce ad alto valore aggiunto per l’economia portuale, quale i containers, i primi otto mesi del 2004 si sono chiusi con un bilancio positivo. In termini di teu, vale a dire l’unità di misura internazionale che valuta l’ingombro di stiva di questi enormi scatoloni metallici, si è passati da 105.609 a 111.205 teus, per un incremento percentuale del 5,3 per cento, su cui ha pesato soprattutto la crescita del 16,6 per cento rilevata negli imbarchi di cts pieni da 40 pollici. Le relative merci movimentate sono ammontate a 1.233.805 tonnellate, vale a dire il 7,8 per cento in più rispetto ai primi otto mesi del 2003.
Le merci trasportate sui trailers – rotabili, le cosiddette autostrade del mare, sono cresciute più modestamente (+1,2 per cento), mentre in termini di numero dei trasporti - la linea fra Catania e Ravenna copre circa il 95 per cento dei traffici - si è passati da 24.297 a 24.327 unità, per un incremento pari allo 0,1 per cento.
Il movimento marittimo ha ricalcato l’aumento delle merci movimentate. Nei primi otto mesi del 2004 sono stati movimentati 5.547 bastimenti rispetto ai 5.411 dell’analogo periodo del 2003. La crescita della navigazione è da attribuire alla buona intonazione dei bastimenti nazionali (+6,5 per cento), a fronte della moderata crescita delle navi straniere (+1,0 per cento). La stazza netta media per bastimento è diminuita del 6,3 per cento rispetto ai primi otto mesi del 2003.
I primi otto mesi del 2004 hanno consolidato la vocazione ricettiva dello scalo ravennate. Le merci sbarcate sono ammontate a 15.047.517 tonnellate, con un incremento del 5,7 per cento rispetto all'analogo periodo del 2003. La percentuale sul totale del movimento portuale è stata quasi del 90 per cento. Le merci imbarcate, in buona parte costituite da trasporti in containers (44,6 per cento del totale) sono invece diminuite del 7,7 per cento, a causa della pesante flessione accusata dalle merci secche (-35,7 per cento), più segnatamente derrate alimentari, concimi solidi e prodotti metallurgici.