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Capitolo 6. Integrazione dei dati SAR in ambiente GIS

6.1 Trattamento dei dati interferometrici satellitari

Calcolo delle componenti LOS della deformazione

Il dato interferometrico, ricavato attraverso le procedure utilizzate, fornisce, per ciascun pixel che abbia superato il filtraggio della coerenza, informazioni relative all'entità del movimento avvenuto in un determinato intervallo temporale. Tale misura, generalmente espressa in millimetri, è riferita alla direttrice satellite-bersaglio (LOS) detta anche slant-range. In questo

modo, è possibile dedurre la proiezione della componente di moto del bersaglio lungo la direzione di slant-range piuttosto che la componente di moto reale. In situazioni estreme, in cui il bersaglio analizzato si sia mosso in direzione normale alla direzione di slant-range, il satellite non percepirà alcun movimento. Inoltre, gli oggetti disposti sul terreno con pendenza pari all'angolo di off-nadir (parallela all'antenna del radar), risulteranno tutti rappresentati nella medesima cella di risoluzione senza la possibilità di essere discriminati. Per tutti gli altri casi, il valore eventualmente riportato sugli interferogrammi sarà positivo quando la componente di moto analizzata si allontana dal satellite, negativo quando si avvicina ad esso (Figura 109). Tuttavia, le informazioni desunte si discostano da quelle normalmente utilizzate nella cartografia tradizionale. Esse riportano solamente una componente del moto effettivamente avvenuto, che in alcuni casi può essere nulla o non quantificabile nonostante il bersaglio abbia subito uno spostamento. Ne consegue che gli interferogrammi prodotti, non sono direttamente confrontabili con i dati di monitoraggio convenzionale (inclinometri, piezometri, GPS) e/o derivati dal più tradizionale rilevamento geomorfologico e geologico-tecnico. Per superare queste limitazioni e trasformare tali valori in spostamenti reali lungo la verticale o la linea di massima pendenza del versante è stato necessario un ulteriore step di elaborazione.

Figura 109. Rappresentazione grafica delle geometrie di acquisizione SAR.

Queste portano alla produzione di dati con valore negativo (a) e con valore positivo (b) rispettivamente proporzionale alla diminuzione o all’aumento dei valori di fase interferometrica.

Tutti i dati ottenuti sono stati re-importati in SARScape per essere ricalcolati attraverso un tool che permette di trasformare i dati interferometrici, in prodotti confrontabili con i dati riportati sulla cartografia tradizionale attraverso la proiezione del vettore movimento sia verticalmente che lungo la linea di massima pendenza di un versante. Lo script implementato opera tali

proiezioni tenendo in considerazione: posizione di slant-range definita dai valori di heading (angolo sotteso fra la direzione del Nord e la direzione di vista del satellite) e di look angle (angolo sotteso fra la direzione di vista del satellite e la direzione di Nadir) forniti con le immagini, acclività e orientazione del versante, azimuth della linea di vista del satellite, angolo di foreshortening (angolo centrato sulla verticale della LOS all’interno del quale non è possibile derivare valori esatti di spostamento), (Figura 110). L’output è rappresentato da carte di spostamento con componenti calcolate lungo la linea di massima pendenza del versante e verticalmente.

Figura 110. Schematizzazione del procedimento utilizzato per ricavare i valori reali di spostamento del terreno.

Per dedurre, dal dato interferometrico, la componente di moto proiettata è necessario conoscere la posizione della direttrice lungo la quale il bersaglio osservato si è effettivamente spostato. Per i fenomeni di subsidenza, la direzione del moto, è facilmente intuibile. Essa è coincidente con la direzione di nadir. Più difficile la deduzione della direzione di moto di un corpo di frana, al cui stesso interno si verificano frequenti variazioni della direzione di movimento. I dati per noi disponibili sui fenomeni di dissesto non avrebbero permesso di dedurre l'effettiva direzione del moto. Perciò, questa è stata approssimata come coincidente con quella di massima acclività. Anche se rappresenta una semplificazione del problema, questo assunto, introduce errori minimi, soprattutto se si effettuano studi a piccola scala su vaste aree (Pellegrini, 2004). Su questa base, sono state generate le mappe di deformazione in cui sono rappresentati i dati interferometrici

utilizzabili. Questo tipo di elaborati descrive per ciascun pixel lo spostamento in millimetri secondo la verticale o lungo la direzione di massima acclività del versante.

Trattamento dei dati con isolamento valori più significativi.

I dati così ottenuti possono essere confrontabili direttamente con i dati ancillari di deformazione inseriti in un database cartografico. Tuttavia, la lettura di questi prodotti risulta ancora di difficoltosa interpretazione. Infatti, su alcune aree delle immagini, la scelta di soglie di coerenza che consentono al programma di lavorare in modo ottimale, preservano i valori di fase in modo sparso. Quindi, per facilitare la comprensibilità dei prodotti generati e depurarli dai valori che potrebbero costituire incertezze nella misura, è stato utilizzato un ulteriore step di processamento in ambiente ENVI. È stata utilizzata una metodica di filtraggio dei dati basata su operatori di vicinanza. In pratica, i dati ottenuti sono trattati attraverso un filtro di tipo “Bit Error” (Eliason et al. 1990). Questo rimuove quei dati che solitamente rappresentano pixel isolati e con valori indipendenti che conferiscono alla scena il tipico aspetto di “sale e pepe”, (Figura 111).

Figura 111. Un interferogramma relativo al sito di Vibo Marina in geometria slant range.

In A interferogramma non filtrato con il tipico motivo “sale e pepe”. In B lo stesso interferogramma dopo le operazioni di filtraggio (Bit Error), media e interpolazione.

Il filtro utilizza una procedura adattabile per sostituire un preciso pixel con la media dei pixel vicini. Le statistiche locali (media e scarto quadratico medio) all'interno di una finestra di dimensioni specifiche, scelte dall’utilizzatore, sono usate per regolare la soglia dei pixel validi. Questo ha permesso di eliminare pixel isolati e mediare le variazioni di valore su pixel adiacenti, rendendo il risultato delle elaborazioni interferometriche meglio interpretabile (Figura 111).

Finalmente, questa procedura ha consentito di integrare in una banca dati GIS e di rendere meglio fruibili i dati finali del processo di elaborazione interferometrico, così come saranno successivamente illustrati nel capitolo. Il database predisposto, oltre ai dati derivati dall’osservazione SAR, ha compreso anche quelli forniti principalmente dall’Autorità di Bacino della Regione Calabria, differenti dati tecnici recuperati e desunti durante osservazioni effettuate nel corso del progetto e quelli cartografici di base della Regione Calabria. Lo scopo è stato quello di porre le basi di un sistema di supporto alla validazione ed all’interpretazione dei dati interferometrici stessi.