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Cause scatenanti hikikomori (%)

2.4 Trattamento e cura

Come abbiamo visto, il fenomeno hikikomori è molto singolare. Pur rifacendosi ad un background sociale comune a tutti i soggetti, il modo in cui si manifesta è strettamente personale e non può essere additato ad una

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singola causa. Come bisogna agire di fronte ad un tale problema? E si può effettivamente guarire?

In via generale si può affermare che siano due i metodi utilizzati per aiutare il soggetto hikikomori ad avere di nuovo contatti attivi e diretti con la società: la terapia individuale, condotta principalmente da medici specializzati nel settore psichiatrico; e la terapia di gruppo, che può invece essere gestita anche da volontari senza alcuna specializzazione medica. Ma il processo di richiesta di aiuto non è mai immediato. In molti casi le famiglie cercano prima di trovare una soluzione entro i confini delle mura domestiche, per non dover affrontare pubblicamente la vergogna che una tale situazione potrebbe generare. Questa soluzione è però generalmente basata su una linea di pensiero tendente al laissez faire: ci si affida al tempo sperando che il proprio figlio riesca a trovare da solo il modo di lasciare la stanza. Per gli esperti un atteggiamento del genere è solo in parte positivo: se da un lato è bene non forzare gli hikikomori ad affrontare il mondo fuori la porta della loro camera, dall’altro abbandonare il ragazzo al suo stato d’essere può. a lungo andare, risultare controproducente o peggio deteriorante.

L’intervento da parte di una terza persona esterna è spesso considerato essenziale, in quanto si pone come mediatore tra il soggetto e quel mondo esterno verso cui egli avverte un forte senso di impotenza. Come appena esposto, nel caso delle terapie individuali la figura della terza persona è rappresentata da uno psicologo o psichiatra. Data la natura del fenomeno

hikikomori e la difficoltà nel definirlo o meno un problema meramente

psicologico, un gran numero di esperti non ritiene molto efficaci le terapie individuali perché tendono a non guardare il quadro nel suo insieme ma a cercare di curare i singoli sintomi che il paziente presenta, come ad esempio la depressione o l’ansia data dai rapporti sociali.

Le terapie di gruppo puntano invece al graduale reinserimento del soggetto hikikomori nella società. Il primo metodo utilizzato è quello della

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psicoterapia di gruppo36, solitamente tenuta in una struttura medica e in

piccoli gruppi, allo scopo di riabituare i pazienti al confronto diretto con persone che hanno vissuto esperienze molto simili alla loro. Nonostante la presenza fissa di un medico, queste sedute servono principalmente a stimolare i pazienti a ricevere benefici l’uno dall’altro37. Un altro sistema

presente in ambito professionale che ha l'obiettivo di aiutare gli hikikomori a prendere di nuovo confidenza con altre persone, è quello dello seishinka

deikea (精神科デイケア, day-care psichiatrico), il quale consiste nel creare un

luogo dove i pazienti possano sentirsi a proprio agio senza dover rispettare un programma fisso, come invece accade nel caso delle sedute psichiatriche. Inizialmente tale sistema era destinato alla cura di patologie mentali come la schizofrenia, venendo adattato per i casi di hikikomori solo successivamente38.

Strutture ben differenti sono i cosiddetti ibasho (居場所), termine che può essere tradotto come “posto in cui ci si possa sentire a casa”; non possono essere considerati parte vera e propria della categoria dei gruppi di sostegno, ma svolgono comunque un ruolo importante nel recupero dei soggetti

hikikomori. Gestiti da volontari e senza alcuno scopo di lucro, sono

essenzialmente posti destinati sia agli hikikomori in senso stretto sia a chi semplicemente sente di avere difficoltà nell’affrontare la vita quotidiana. Non vi è necessità di spiegare la propria storia o di lasciare i propri dati personali perché lo scopo degli ibasho è solo quello di godere della tranquillità che il posto riserva a chi decide di farvi visita39. Quelli definibili come veri e propri

gruppi di sostegno, non differiscono in realtà di molto dagli ibasho. Anche in questo caso si parla di strutture gestite da volontari con l’eventuale aiuto

36 BANDŌ, Michihiko, 非精神病性ひきこもり者に対するグループ・アプローチの展望―整理と位置づ

けの試み, “Una prospettiva di un approccio di gruppo rivolto a hikikomori senza disturbi psicologici – Un

tentativo di collocazione e identificazione”, Kyūshū University Psychological Research, 2005, Vol.6, pp. 109

37 Ibid. 38 Ibid.

39 Informazioni ripetute sul sito 「ひきこもり当事者のための居場所情報」, sezione「居場所って何?」,

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di specialisti, il cui beneficio principale sta nell’interagire con gli altri pazienti in un ambiente accogliente ed amichevole40.

Un’alternativa molto diffusa è quella delle shukuhakugata shisetsu (宿泊型 施 設 ), “strutture d’accoglienza”, gestite in modo molto simile ad un dormitorio da volontari senza alcuna specializzazione medica. Oltre ad offrire vitto e alloggio, in queste strutture ci si focalizza sullo sviluppo di capacità da sfruttare nel mondo reale41. La più famosa di queste strutture è

la New Start, organizzazione fondata a Tokyo nel 1994. La New Start, oltre ad offrire nelle sue sedi un posto dove poter ricominciare a vivere in società, è nota per il suo servizio di rentaru onee-san (レンタルお姉さん), ossia “sorelle in affitto”. Queste ragazze rappresentano molto spesso il primo contatto dell’hikikomori col mondo esterno. Dopo aver preso contatti con il soggetto stesso o con la sua famiglia, l’associazione invia periodicamente una di queste ragazze a cercare di comunicare con il ragazzo hikikomori, in modo da ottenere la sua fiducia e da aiutarlo ad uscire dalla propria stanza per raggiungere la sede.

Infine, una menzione speciale riguarda le free school (フリースクール), ossia istituti scolastici privati che offrono una soluzione alternativa e più leggera per chi sente di non riuscire a frequentare le normali scuole. Nelle free school si tende a lasciare agli studenti un ampio margine di libertà per decidere autonomamente cosa e come studiare. Questi istituti non sono però stati ancora riconosciuti dal governo come scuole effettive, e quindi pur fungendo da sostegno per i soggetti futōkō e hikikomori, non permettono loro di prendere un diploma ed evitare completamente le pressioni del sistema scolastico giapponese42.

40 BANDŌ, 非精神病性 … pp.111-112 41 Ibid.

42 AOKI, Mizuho, Free School a Haven for Kids who can’t fit in, The Japan Times Online, pubblicato il 18 agosto

2012 e disponibile all’indirizzo http://www.japantimes.co.jp/news/2012/08/18/national/free-schools-a- haven-for-kids-who-cant-fit-in

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