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TRATTENIMENTO XXIII

Nel documento IL CATTOLICO NEL SECOLO (pagine 150-200)

e professa tutte le verità insegnate da Gesù Cri­

sto e dagli Apostoli, come vedremo tra breve. È Cattolica riguardo al tempo, giacché dall’età pre­

sente ascende fino a quella di G esù Cristo suo fondatore; e sebbene fieramente perseguitata essa mostrasi mai sempre visibile tanto da farsi distin­

guere da tutte le erronee credenze. D a G esù C ri­

sto si è perpetuata in fino a noi senza alterare punto il deposito delle verità da Lui insegnate ed alla medesima commesse. Ancoraché sia dagli e- retici assalita e dai cattivi cattolici oltraggiata, ciò nondimeno fu ognora veduta, e noi la vediamo er­

gersi alta quale robusta colonna, e la vedranno pur quelli che verranno dopo di noi, conservarsi immobile in mezzo alle persecuzioni, insegnando la medesima fede, amministrando e praticando gli stessi Sacramenti sino alla fine dei secoli.

È Cattolica eziandio riguardo al luogo: per­

ciocché se s. Pietro fondò la sua Sede in R om a, la sua fede però si estende in tutte le parti della terra. La fede Cattolica è predicata non solamente in quei regni, che meritamente si gloriano di pro­

fessarla ed onorarla pubblicamente, ma esiste al­

tresì ne’ paesi degli infedeli; ed ogni dì vi si dilata e genera figliuoli a Dio.

F . D a molti si va dicendo che le missioni cat­

toliche sono presso che estinte, e che per questo lato la nostra Chiesa cessa di essere cattolica;

poiché non si può più diffondere in tutti i luoghi, e va man mano cessando in quei medesimi dove già fu predicata.

P . La vostra osservazione mi porge il destro di darvi una maggior cognizione intorno alla cattoli­

cità della Chiesa Cattolica Romana in risguardo delle Missioni.

Ponete ben mente. Gesù è il fondatore sì della Chiesa come delle Missioni. Prima di salire al Cielo, mentre inviava i suoi Apostoli ad iniziare la prodigiosa Opera delle Missioni Cattoliche, diede loro questo precetto: A ndate, predicate il Van­

gelo, ammaestrate g li uomini d i tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Gli Apostoli fedeli agli ordini del Salvatore con santo zelo si posero a predicare il Vangelo, confermando i loro insegnamenti con molti e sfolgoranti miracoli. G li Apostoli furono i primi Missionari. A d essi associaronsi nuovi di­

scepoli, cui succedettero poi altri ed altri ancora.

Per tale guisa le Missioni Cattoliche ebbero co- minciamento da s. Pietro; e da lui continuarono fino ai nostri giorni.

F . Ma, come testé vi dicemmo, si vuole che ai nostri giorni siano terminate le Missioni Cattoliche.

P . La cosa sta ben diversamente. Malgrado delle difficoltà che ora s’incontrano per mancanza di mezzi pecuniari e di evangelici operai, tuttavia

continuano le Missioni a dilatarsi e sostenersi in maniera sorprendente; e la Chiesa Romana Cat­

tolica ebbe ed ha tuttavia i suoi credenti fra i Turchi, nelle Indie, nella China, nell’Australia, nell’Africa centrale e in tutte le parti dell’America.

T ra le nazioni barbare vi hanno i popoli Pampas, la Patagonia, le T erre del Fuoco e le isole adia­

centi, che per oltre a quattrocento anni resistet­

tero alla voce degli operai del Vangelo. Ma ora è giunto il tempo di misericordia anche per quei selvaggi, riscattati pur essi dal sangue di G esù Cristo. Il d ì 14 novembre dell’ anno 1875 una schiera di Missionari Salesiani, ricevuta la bene­

dizione e la missione dal Successore di san Pietro, dal Supremo Gerarca della Chiesa Pio IX , e af­

frontando ogni maniera di pericoli si recarono in quelle ultime regioni della terra. A d essi se ne aggiunsero altri e poi altri, benedetti ed inviati dal regnante Leone XIII. Dio prosperò i loro sforzi, ed oggi hanno già accresciuto di più mi­

gliaia di novelli Cristiani il gregge di Cristo, colla speranza di frutti ognora più copiosi e consolanti.

O ra tutti questi Cristiani sparsi in tante parti, e possiamo dire in ogni angolo del mondo, hanno tutti la medesima fede, praticano i medesimi Sa­

cramenti, dipendono da un solo e medesimo Capo, siccome una ordinata famiglia, che puntualmente eseguisce gli ordini del padre che la governa. Così

che possiamo dire, come già san Paolo: L a vo- stra fe d e , o R om ani, è annunciata a tutto il mondo.

Merita pure il nome di Cattolica la Chiesa Ro­

mana, perchè in tutti i tempi condannò sempre i medesimi errori e sempre propose a credere le stesse verità. Nè si può dire che, sopra un errore condannato od una verità proposta in un secolo antecedente, siasi dalla Chiesa proferito giudicio diverso nei secoli posteriori.

D a ultimo la Chiesa Romana si può dire anche Cattolica, perchè paragonata con le altre credenze che vogliono dirsi cristiane, le supera in numero tutte di gran lunga. Basta il dare uno sguardo sulla faccia del globo, con la scorta di un qualche libro esatto di statistica, per convincerci che le società eretiche restringonsi a qualche regno, e spesso a qualche provincia, laddove la Chiesa Cattolica novera dei fedeli in tutte le parti della terra. Negli stessi governi, dove la religione pro­

testante è protetta dai Re e dai Principi, il Catto- licismo ha un gran numero di seguaci. I Prote­

stanti per legge o sono esclusi, od appena tollerati nella Spagna, nell’A ustria, nell’Italia ed in una gran parte dell’America. D i più le stesse sètte protestanti sono talmente fra di loro opposte, che dopo trecent’anni dalla loro origine non hanno an­

cora potuto stabilirsi alcun principio comune.

Cia-scheduno dei Protestanti a’ nostri tempi la pensa come vuole, e spiega le scritture a suo piacimento.

A l contrario la Chiesa Cattolica dopo diciannove secoli conserva sempre i medesimi principii, il me­

desimo Vangelo, la medesima morale, il medesimo successore di s. Pietro, che è il Papa, ed i mede­

simi Pastori successori degli Apostoli, che sono i

Vescovi.

F . A che si possono paragonare gli eretici in quanto alla cattolicità delle loro credenze?

P . G li eretici in quanto alla cattolicità della loro credenza si possono paragonare a quelle pe­

core separate dall’ovile, le quali fuggono qui e qua disperse cercando un buon pastore, che loro non è dato di trovare. È Gesù Cristo che assomiglia la sua Chiesa ad un ovile, di cui egli stesso è Pa­

store supremo. Egli dice manifestamente che le sue pecore, vale a dire i suoi seguaci, avrebbero ascoltata la sua voce. Io sono il buon Pastore (ecco le sue parole) io conosco le mie pecorelle, ed esse conoscono me ed ascoltano la mia voce. Esse mi seguiranno dovunque io vada per formare un solo ovile sotto alla guida d i un solo pastore. Ma fuori della Chiesa Cattolica non si trovano che i mini­

stri, i pastori mercenari, quali sono quei pastori de’ Valdesi e dei Protestanti, cui niente cale della salvezza o della perdizione delle anime. Costoro, come il mercenario di cui parla il Vangelo, met­

tono dinanzi a tutto il loro vantaggio materiale;

e non si curando del gregge, lasciano che nell’o- vile penetri il lupo che ne fa orrendo scempio.

Coloro pertanto che vanno dietro a cosiffatti pa­

stori mercenari non trovansi nel mistico ovile di G esù Cristo, non ne ascoltano l ' amorosa v o c e , non sono sue pecore dilette.

Avvertite ancora che queste società non esiste­

vano prima dei loro fondatori, come già dicemmo, e che soltanto cominciarono ad avere un nome particolare quando si separarono dalla Chiesa C at­

tolica. E però conchiudendo noi possiamo con ra- gione chiamare gli eretici: Pecore smarrite, e dal- l’ ovile di G esù Cristo separate, le quali non ascoltando più la voce del divin Pastore fuggono sbrancate e disperse, restringendosi ad alcuni luo­

ghi, cangiando e riformando le loro dottrine se­

condo la convenienza dei tempi, dei luoghi e delle persone.

La sola Chiesa Romana è APOSTOLICA.

P . A capir bene perchè la Chiesa Romana si dica Apostolica è opportuno ridursi alla mente che il Salvatore costituì s. Pietro Capo e Principe de­

gli Apostoli, affinchè, come dice s. Girolamo, sta­

bilito un Capo, fosse tolto di mezzo il pericolo di errare. Dopo la morte del Salvatore san Pietro esercitò alcuni anni la sua autorità in Gerusalemme ed in Antiochia, quindi si recò a Roma, che di­

venne così il centro della suprema autorità. D a quel tempo la Chiesa Romana incominciò a chia­

marsi Apostolica per ossequio al Principe degli Apostoli, Pastore supremo della Chiesa.

F. Perchè adunque la Chiesa Romana si dice Apostolica?

P . La Chiesa Romana dicesi Apostolica perchè professa tutte le verità insegnate da Gesù Cristo e predicate dagli Apostoli; e perchè da s. Pietro, Principe degli Apostoli, senza interrompimento presenta la serie de’ suoi successori fino ai giorni nostri.

F. C i pare assai malagevole il dimostrare che gli insegnamenti della Chiesa Romana d’oggidì

TR ATTEN IM EN TO X X IV .

siano quegli stessi che furono, quasi due mila anni fa , insegnati da G esù Cristo e predicati dagli A- postoli.

P . Non avvi difficoltà di sorta a dimostrare che la dottrina insegnata oggi dalla Santa Romana Chiesa è quella stessa che insegnò Gesù Cristo e predicarono gli Apostoli. Imperciocché, ove fosse avvenuta qualche mutazione in questo o in quel- l ' articolo di fede, qualcuno saprebbe certamente indicare chi abbia introdotto tale cangiamento; in qual tempo, in qual luogo, questo o quell’altro domma abbia cominciato ad esistere, oppure abbia sofferto qualche cangiamento. Ma niuno, nè fra i Cattolici, nè fra gli eretici o fra altri nemici del Cattolicismo mai non seppe, nè saprà mai ciò indi­

care. Dunque non vi fu mai e nemmeno vi può es­

sere alcuna variazione tra la dottrina della Chiesa Cattolica d’oggidì e quella che insegnò G esù Cri­

sto e predicarono gli Apostoli.

Q uesto dicovi ora qui solo con brevità; ma at­

tesa la importanza di tale materia ve ne ragionerò più diffusamente quando vi parlerò della Riforma protestante.

La Romana Chiesa dicesi anche Apostolica per la serie de’ suoi Pastori, che succedettero l ’ uno all’altro dagli Apostoli fino al regnante Leone XIII.

F . Esiste realmente questa successione di Pa­

stori?

P . Nella Chiesa Romana esiste realmente que­

sta successione di Pastori non interrotta dagli A- postoli fino a’ nostri tempi: di maniera che inco­

minciando dal regnante Leone XIII ed ascendendo da un Papa all’altro troviamo una serie di Ponte­

fici, la quale si estende sino a s. Pietro stabilito da G esù Cristo a Capo della sua Chiesa. D a s. Pie­

tro poi colla medesima facilità discendendo si nu­

merano i Pontefici, uno successore dell’altro fino a Leone XIII.

F . C i pare questo un gran fa tto , un luminoso carattere, il quale da sè solo basta a dimostrare essere la Chiesa Romana incontrastabilmente la Chiesa di G . C . Ma non può darsi che gli eretici abbiano questa medesima successione di Pastori?

P . No; gli eretici avere non possono altra suc­

cessione, tranne quella che si estende fino ai loro fondatori. Per esempio i Nestoriani possono al più annoverare i loro antecessori fino a Nestorio, i Luterani fino a L utero, i Calvinisti fino a Cal­

vino, i Valdesi fino a Pietro Valdo e non più oltre.

Perciò col medesimo loro nome fanno vedere la loro origine, e addimostrano che non discendono dalla vera Chiesa di G esù C risto , sibbene da quella di Nestorio, di Lutero, di Calvino e di Pie­

tro Valdo.

F. Questa successione dei Romani Pontefici è provata nella storia?

P . La successione dei Romani Pontefici è evi­

dentissima nei monumenti della storia. S. Ireneo, che fiorì nel secondo seco lo , ne rende testimo­

nianza pei due primi secoli sino al Pontificato di s.Eleuterio, sotto cui egli viveva. Questo santo dottore nel suo libro contro le eresie così parla:

« Troppo lungo sarebbe riferirvi la successione dei Vescovi di ciascuna Chiesa particolare; laonde per confondere gli eretici e scismatici basta pro­

vare questa successione nella più grande, più an­

tica e più nota di tutte le Chiese fondata a Roma dai santi Apostoli Pietro e Paolo. » Dopo queste parole s. Ireneo riferisce la successione dei Sommi Pontefici da G esù Cristo fino al suo tempo.

Eusebio Vescovo di Cesarea espone la serie e le principali azioni dei Pontefici da G . C . fino a’ suoi dì; vale a dire fino al principio del quarto secolo. Sant’A gostino, vissuto nel quinto secolo, tra le ragioni che lo ritenevano fortemente attac­

cato alla Chiesa, annovera la non mai deficiente successione dei Pontefici dopo s. Pietro, cui com­

mise Iddio la cura di governare il suo gregge; e fa questa bella conclusione: In Romana Ecclesia semper Apostolica cathedrae viguit principatus:

Nella santa Romana Chiesa sempre si tenne solido il principato della cattedra Apostolica. D opo il quinto secolo non occorre più dimostrare questa successione, giacché da quel tempo fino ai nostri

giorni tutte le storie sì ecclesiastiche come profane, anche dettate da scrittori eretici, ce ne fanno lu­

minosa testimonianza.

Fra i successori poi degli Apostoli ossia tra i V escovi, che amministrano le Diocesi dei vari paesi cattolici, contano parecchi i loro antecessori fino agli Apostoli stessi o fino ai tempi apostolici, alloraquando tutti i fedeli di un cuor solo e di un’anima sola erano perfettamente uniti a s. Pie­

tro, Principe degli Apostoli.

C o sì pure i Pastori della Chiesa più recenti sono rami del grande albero apostolico; ma sem­

pre uniti al loro tronco, che è il Vicario di Gesù Cristo. Che se noi consideriamo la successione dei Pastori di tutte le Chiese particolari, troviamo che esse nella loro fondazione tutte vanno a ran­

nodarsi con quella di Roma, a cui si trovarono in ogni tempo unite e da cui furono sempre dipen­

denti.

A l quale proposito conchiude Monsignor Bos- suet essere una grande consolazione per quelli che si trovano nella Chiesa Cattolica, ed insieme un argomento di verità il considerare che dal re­

gnante Pontefice si va di grado in grado salendo senza interrompimento fino a s. Pietro, costituito da Gesù Cristo Principe degli Apostoli. D i là, ri­

pigliando la serie dei Pontefici della legge antica, si arriva fino ad Aronne ed a Mosè; indi ai Pa­

triarchi ed alla origine del mondo. Per la qual cosa se nelle cose appartenenti alla religione ed alla sal­

vezza delle anime la mente umana, soggetta per se stessa a tanta instabilità, ha bisogno di essere assicu­

rata e retta da qualche autorità certa, quale autorità può desiderarsi maggiore di quella della Chiesa Cat­

tolica, la quale riunisce in sè l’autorità di tutti i se­

coli passati fino ad Adamo, primo uomo del mondo?

F. A quale cosa si possono paragonare le so­

cietà degli eretici in risguardo della apostolicità?

P . Le società degli eretici in risguardo della a- postolicità si possono paragonare ad una catena

tronca per mezzo. La Chiesa Romana possiede essa sola quella gran catena non mai interrotta sopra narrata; vale a dire ha quella lunga e con­

tinuata serie di Pastori, i quali anche sparsi in molte parti del mondo furono costantemente in o- gni tempo uniti al Romano Pontefice. Quindi pos­

siamo dire e ripetere che la dottrina di Gesù Cri­

sto e degli Apostoli come dalla mano di uno a quella dell’altro ci fu trasmessa da un Pontefice all’altro fino a noi.

Poveri Protestanti! A loro è dato di tessere al più una serie di pastori fino a Calvino e Lutero;

ma, giunti lì, ritrovano rotta la catena, e, se vo­

gliono continuare, devono riunirsi alla Chiesa C at­

tolica, altrimenti dopo essere caduti nell’errore precipiteranno nell’abisso.

Tutti i fig li insieme. Grazie, caro padre, noi siamo tanto contenti delle verità che ci avete spie­

gate. Noi crediamo fermamente che la Chiesa Ro­

mana, in cui fortunatamente siam nati e cresciamo, è la sola vera Chiesa di Gesù Cristo, fuori di cui niuno può salvarsi.

TRATTENIMENTO XXV.

Gerarchia Ecclesiastica.

P. Da quanto vi ho fino qui esposto, o miei amati figli, credo abbiate potuto essere chiariti e resi erti della divinità di nostra santa R eligione, del grande fatto che è la fondazione della Chiesa di G esù Cristo. Avrete altresì notato essere sol­

tanto la Chiesa Romana che abbia i caratteri della divinità e possa presentare al cristiano i mezzi si­

curi di salvezza.

O ra se mi accompagnate colla vostra attenzione faremo insieme un riflesso che ci tornerà di van­

taggio. Siccome nei regni della terra vi ha un or­

dine, per cui si parte dal Sovrano e si discende a grado a grado sino all'ultimo dei sudditi, così nella Chiesa Cattolica esiste un ordine, detto gerarchia ecclesiastica, per cui secondo questa gerarchia noi

partiamo da Dio, che della Chiesa è Capo invisi­

bile, veniamo al Romano Pontefice, di Lui Vicario e Capo visibile in terra, indi passiamo ai Vescovi ed agli altri sacri ministri, da cui i divini voleri sono comunicati a tutti i rimanenti fedeli sparsi nelle varie parti del mondo.

F . Che cosa intendesi per gerarchia?

P . Affinchè comprendiate bene che cosa inten­

dasi per Gerarchia ecclesiastica bisogna che vi ri­

duciate in memoria essere la Chiesa di Gesù Cri­

sto la congregazione di tutti quelli che professano la fede e la dottrina di Lui, governati da un Capo supremo, che di Gesù Cristo istesso è il Vicario in terra. Questo Capo però, ossia il Romano Pon­

tefice, non potendo da solo attendere ai bisogni particolari di ciascun fedele, è spediente che ab­

bia altri ministri inferiori, da lui dipendenti, i quali colla predicazione della parola divina e coll’ammi- nistrazione dei santi Sacramenti promuovano la dottrina e la santità negli uomini. L ’ordine per cui un sacro ministro sovrasta a chi gli è dipendente e per cui dipende da chi gli è superiore, diman­

dasi Ger a r ch ia., vocabolo greco che significa su­ p e r io r it à s a c r a.

F . Quali sono i sacri ministri componenti que­

sta sacra gerarchia?

P . Nella grande congregazione dei fedeli esiste una gerarchia ecclesiastica, ossia un ordine di sa­

cri ministri, stabiliti a conservare, propagare e governare la Chiesa. Questa gerarchia in parte fu costituita da Gesù Cristo ed in parte compiuta dalla Chiesa per l’autorità da Lui avuta.

Gesù Cristo stabilì: 1° Il Papa che è il Vescovo dei Vescovi; 2° I Vescovi, i quali non solo hanno la potestà di consacrare il Corpo e il Sangue del Redentore e di rimettere i peccati, ma di comuni­

care ad altri tale divina potestà, consacrandoli in sacerdoti; 30 I sacerdoti, i quali possono consa­

crare il Corpo e Sangue di G . C . e rimettere i peccati, ma non comunicare ad altri tale potestà;

4° I diaconi ossia ministri, il cui uffizio è di aiutare i Vescovi ed i sacerdoti nello esercizio del sacro ministero.

L a Chiesa poi: 10 Ha come suddiviso in vari ordini il ministero dei diaconi coll’aggiungere i suddiaconi, gli accoliti, i lettori, gli esorcisti e gli ostiari; 2° Ha stabilito che tra i sacerdoti alcuni avessero la cura di una parte della Diocesi, ossia del gregge commesso al governo del Vescovo: e diede a questi il nome e l ' uffizio di paro ci, divi­

dendo per tal modo le diocesi in parochie; 30 Ha stabilito che i Vescovi fossero divisi in provincie, e che ciascuna provincia avesse a capo un A rci­

vescovo con qualche giurisdizione sopra i Vescovi di essa provincia, i quali perciò detti sono suff ra- ganei; 40 Che in certi regni o imperi le varie

provincie avessero in capo un Vescovo Primate o Patriarca, il quale tiene sotto di sè gli stessi Arci­

vescovi e le varie provincie governate da essi;

5° C h e i Vescovi delle città prossime a Roma, ca­

pitale e centro del cattolicismo, e i sacerdoti e i diaconi addetti alle Chiese principali di quest’alma città formassero, come dire, il Senato del Ponte­

fice, avessero essi solamente il diritto di eleggere il Papa e gli fossero di aiuto nell’amministrazione della Chiesa universale. Questi sono chiamati Car­

dinali, come quelli che portano tutti il titolo d’una C h iesa, al cui servizio sono attaccati, come la porta di un edifizio a ’ suoi cardini si attacca. A- dunque la gerarchia ecclesiastica quale fu instituita da G . C . e compiuta dalla Chiesa si compone:

dinali, come quelli che portano tutti il titolo d’una C h iesa, al cui servizio sono attaccati, come la porta di un edifizio a ’ suoi cardini si attacca. A- dunque la gerarchia ecclesiastica quale fu instituita da G . C . e compiuta dalla Chiesa si compone:

Nel documento IL CATTOLICO NEL SECOLO (pagine 150-200)

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