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1.1. Analisi storico-artistica del tappeto orientale

1.1.4. Le aree geografiche di produzione e le diverse tipologie di tappeto

1.1.4.4. Turkestan

L‟estesa regione del Turkestan (fig. 44) si trova nel cuore dell‟Asia centrale, a est del mar Caspio, compresa tra i deserti del Karakum e del Kizylkum, delimitata dalle catene dei monti Altaj. Ad oggi, questo territorio ricopre le regioni del Turkmenistan e dell‟Uzbekistan, oltre che una parte di Iran e una di Afghanistan200

. Questa zona è stata per secoli terra di moltissime tribù nomadi indipendenti, che si spostavano con frequenza alla ricerca di acqua, introvabile in questi terreni aridi; anche questo fattore rendeva molto complicato l‟insediamento perenne.

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I tappeti di quest‟area, specialmente quelli prodotti nel XIX secolo, richiedevano un‟annodatura più fine di quella tipica dei tappeti a vaso, cioè da circa 2.800 a 3.350 nodi per decimetro quadrato. Cfr. M. L. Eiland Jr., “Rethinking Kerman: a new look at some Safavid carpets”, in Hali, n. 100, London, September 1998, pp. 98-103.

199 Si tratta di una decorazione a tutto campo composta da molti alberi, cespugli e mazzi di fiori. Cfr. M. Zarif, Il

tappeto orientale, op. cit., p. 143.

200

M. Zarif, Tappeti, op. cit., pp. 432-433.

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Nell‟ambito dello studio dei tessili, gli specialisti distinguono il paese del Turkestan in occidentale e orientale, poiché i manufatti realizzati in queste aree subiscono influenze differenti.

Il Turkestan occidentale è la parte più estesa della regione e la più rinomata per l‟arte dell‟annodatura, perché proprio qui nacquero i primissimi manufatti; queste popolazioni, oltre ai tappeti, nel corso dei secoli realizzarono una serie di oggetti annodati necessari alla vita quotidiana. Infatti, per lungo tempo i tappeti prodotti in questa zona sono stati esclusi dalle influenze esterne, mantenendo così le caratteristiche primitive peculiari. Rimanendo in tal modo isolati da fenomeni anche epocali, come la

conversione all‟Islam durante il IX e il XI secolo, i Turcomanni201

salvaguardarono le proprie tradizioni, mantenendo come valori portanti i concetti di famiglia e di tribù. Questi ideali cominciarono ad essere messi in discussione soltanto in seguito alla penetrazione russa iniziata nel XIX secolo, determinandone in seguito anche la progressiva decadenza.

Tipiche delle tribù turkmene sono le yurte, delle tende che fungevano da vere e proprie “case mobili”, con struttura a cupola; ogni esemplare era differente e aveva uno scopo

preciso202. In queste tende, come elementi decorativi venivano appesi oggetti annodati

di vario tipo, come i chuval: delle grandi sacche porta-oggetti. Essendo una popolazione mobile, i Turcomanni non potevano possedere oggetti troppo ingombranti, per cui il loro patrimonio culturale consisteva proprio in un gruppo di manufatti annodati, come gli asmalyk, ovvero delle decorazioni per i cammelli composte da frange e nappe e le torbe, delle piccole sacche da appendere203.

Nelle tribù turkmene erano le donne che si occupavano della tessitura, utilizzando strumenti piuttosto rudimentali; spesso riproducevano i disegni a memoria, non avvalendosi di alcun modello. L‟impianto decorativo dei tappeti (fig. 45) è piuttosto

semplice e si basa principalmente sul gul204, un elemento quadripartito e composto con

contorni differenti; solitamente utilizzato come elemento di raccordo o per riempire gli sfondi. Le bordure invece, sono composte da tre fasce, una maggiore e due minori,

201

I Turcomanni sono una popolazione che abita l‟antico Turkestan, regione storica e stato dell‟Asia occidentale (oggi chiamato Turkmenistan); appartengono al gruppo turco della famiglia altaica. Cfr.

http://www.treccani.it/vocabolario/turcomanno/ (maggio 2017).

202

Le yurte erano composte da parti differenti: in primis vi era il duyp ghali, tappeto utilizzato per ricevere gli ospiti collocato tra il fondo della tenda e il focolare, il dip ghali, tappeto di piccolo formato posto vicino alla soglia della yurta e l‟ensi, che fungeva da porta. Cfr. M. Zarif, Il tappeto orientale, op. cit., p. 242.

203 Ivi, p. 244. 204

Gul, in lingua persiana significa “fiore”: rappresenta l‟emblema e il motivo decorativo proprio di ciascuna tribù turcomanna. Cfr. G. Curatola, Tappeti, op. cit., p. 433.

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anche se alcuni modelli ne hanno di più ampie (dette elam); generalmente vengono decorate con motivi a “S” o disegni poligonali. La policromia è prevalentemente scura, anche se vivacizzata da tonalità più chiare, come il rosso, l‟arancione e il giallo.

Il Turkestan orientale, invece, è situato nella parte più ad est della regione, infatti oggi appartiene alla Cina. A differenza della parte occidentale, più impervia e per anni irraggiungibile, la zona orientale, per la sua conformazione, ha permesso contatti e scambi tra le popolazioni nomadi e i mercanti; per questo subì varie influenze culturali, che ovviamente ebbero delle ripercussioni sulle arti locali. L‟epoca di maggiore splendore si ebbe tra il XV e il XVI secolo: numerose furono le influenze confluite in questa terra, testimonianza di come il Turkestan orientale fu importante punto di passaggio e di fusione tra tradizioni locali e culture straniere.

L‟arte dell‟annodatura vanta radici antichissime, tanto che viene fatta risalire al III secolo d. C., ma la diffusione del tappeto corrisponderebbe, secondo gli studiosi, al periodo mongolo, in cui furono prodotti sia pezzi destinati alla corte sia oggetti di uso domestico. Samarcanda, città nota della zona, divenne il principale snodo di commercio di tappeti, mentre le manifatture più attive si trovano a Khotan, Yarkand e Kashgar205. Gli esemplari più antichi ritrovati si contraddistinguono in primis per la forma allungata, oltre che per il decorativismo primitivo, composto però da colori vivaci; l‟armatura era annodata in cotone, le altre parti in lana prodotta dai nomadi. A seguito delle invasioni cinesi, il patrimonio iconografico ha subito inevitabilmente delle

205

M. Zarif, Il tappeto orientale, op. cit., p. 250.

Fig. 45 Tappeto proveniente dal Turkestan occidentale,

con gul archetipi su tutto il campo 300 x 198 cm

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mutazioni: si affermarono, ad esempio, i decori “a vaso di melograno”, simbolo che come già osservato in precedenza, riveste un significato molto importante (fig. 46)206. Rimane comunque immutato un certo rigore geometrico nell‟impianto decorativo e spesso i tappeti trasmettono anche significati religiosi, se annodati con fibre dal colore blu, ad esempio, simboleggiano la saggezza trascendentale del Budda. Esistono però anche esemplari con decori floreali, che risentono delle influenze indiane e soprattutto persiane, oltre che manufatti che riprendono le simbologie decorative nomadi207.

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