1. Ritorno negli Stati Uniti
Dopo la seconda esperienza canadese B. venne quindi assunto dalla State University of New York – a Buffalo – e iniziò a lavorare presso tale ateneo a partire dal primo settembre del 1969285.
Per quanto riguarda l’insegnamento il carico di lavoro di B. era piuttosto leggero – cioè tre ore settimanali in cui esponeva la propria visione filosofica del mondo o in cui analizzava il rapporto tra scienza e società; ad ogni modo – e nonostante B. avesse concentrato le proprie ore di lezione il venerdì – le sue lezioni ottennero un grosso seguito, tanto che ad assistervi non vi furono mai meno di cinquanta persone.
Durante i suoi seminari B. ebbe modo di ripetere e riproporre tutte le tematiche di cui si era occupato dopo la Seconda Guerra Mondiale, dalla “robot-morfizzazione” dell’uomo da parte delle moderne tecnologie comportamentali ai vizi del consumismo e dell’abbondanza materiale, dall’analisi del nichilismo alla ricerca di nuovi valori; anzi, a queste tematiche si aggiunse la critica inflessibile della nascente “controcultura” e di tutte le “mode” a essa collegate – dall’uso delle droghe con il fine di “espandere la coscienza”
285 Tra l’altro presso la SUNY B. si ritrovò come collega il premio Nobel John C. Eccles, anche se i due
non ebbero mai una relazione molto stretta, un fatto dovuto probabilmente alle loro differenze di vedute – sostanzialmente agnostico il primo, vicino a tematiche dualiste e, per certi aspetti, religiose, il secondo.
all’introduzione in Occidente e alla conseguente banalizzazione di discipline come lo Yoga –, da lui ritenute semplicemente ulteriori manifestazioni della società consumistica.
2. La critica della sistemica riduzionista e matematizzante
In questo periodo B. ebbe inoltre modo di diagnosticare e criticare le tendenze matematizzanti e riduzioniste – che per la verità stavano fiorendo già da un po’ – mostrate da un gran numero di esponenti del movimento sistemico. Le critiche in questione erano relative ad esempio ad autori come Mihajlo Mesarović e vertevano sul fatto che, sebbene lo stesso B. avesse interpretato in precedenza la Teoria Generale dei Sistemi come un modello destinato a concretizzarsi in un linguaggio matematico, molti dei suoi epigoni avrebbero interpretato tale approccio come un’impresa del tutto astratta e si sarebbero quindi concentrati più sullo sviluppo di modelli matematici che non sulla loro applicazione a fenomeni concreti. Attento come sempre a evitare di provocare inimicizie e rivalità, B. si limitò quasi sempre ad avanzare tali critiche privatamente – ad esempio per via epistolare, proprio come nel caso dello stesso Mesarović.286
3. I problemi di salute e gli ultimi anni di vita
Agli inizi del 1971 B. fu colpito da un primo infarto; ciò però non lo fermò, e dopo un breve periodo trascorso all’ospedale B. tornò al lavoro – e più in particolare all’organizzazione di un corso dedicato al tema di sempre, cioè “la filosofia prospettivistica e la nuova immagine dell’uomo”.
Successivamente, a seguito di una cistoscopia realizzata in modo non corretto, B. contrasse una epididimite, un’infiammazione piuttosto dolorosa che lo tormentò per un lungo periodo. Non solo, ma proprio durante la fase più acuta la State University of New York lo informò che avrebbe smesso di pagargli lo stipendio a partire dal 1973, spingendolo quindi a reagire con forza a quella che a suo dire era una palese violazione del proprio contratto.
Sempre nel 1971 – e per la precisione il 19 settembre – si svolse presso la SUNY un convegno interdisciplinare organizzato per celebrare il settantesimo compleanno di B., un evento che vide tra gli altri la partecipazione di Laszlo, Boulding e Rapoport, e che sfociò successivamente nella pubblicazione di un’importante raccolta di saggi in onore di B. di più di mille pagine, dal titolo Unity through Diversity. L’antologia in questione dedicava la quarta e ultima sessione – intitolata General System Theory in the Behavioral Science: Toward a New Image of Man – proprio al tema dell’antropologia filosofica di B. Nell’introduzione alla sezione Rizzo riconosceva che
There is a trend towards a “humanistic” psychology, that is one emphasizing, exploring, and expressing what is specifically “human” in man’s behavior, while psychoanalysis, behaviorism, and the comparative study of behaviour (ethology) alike where essentially zoomorphic and reductionist. That is, in the current emphasis of the animal and even the bestial in man, they tended to overlook and suppress the differentia specifica between human and subhuman behavior. (…) Von Bertalanffy’s formulation arose from the biologist’s question as to what distinguishes human behavior. His answer, epitomized by the key concepts of “active personality system” and “symbolic activities,” was essentially formulated at an early stage of his career. The latter conception brought him near to E. Cassirer’s monumental work, although he arrived at it independently. The identical conclusion reached by Cassirer starting from Neo-Kantianism and by von Bertalanffy inquiring into the ‘ethological’ question of the species-specifics of human behavior certainly enhances the correctness of the newer “image of man” implied in von Bertalanffy’s concept.287
Sebbene vi fosse questo riconoscimento della specificità della natura umana rispetto a quella degli altri esseri viventi, tale esposizione si fermava qui, tanto che, tra i contributi appartenenti a questa sezione, nemmeno uno faceva riferimento all’essenza simbolica dell’uomo; ad esempio nel proprio articolo Wolfgang Metzger riconosceva la necessità della ricerca bertalanffyiana di una nuova immagine dell’uomo, ma identificava il frutto di tale esigenza nella teoria dei sistemi aperti piuttosto che in quella del simbolismo:
…we are able to answer the question of whether there are still different schools in contemporary psychology, and the answer is a clear “yes.”
There are essentially two such schools. One of them is American behaviourism and the Russian doctrine on the highest nervous activity which have much in common. The other
is Wertheimer’s and Koehler’s Gestalt theory and von Bertalanffy’s theory of open systems which is largely in accordance with Gestalt theory…288
Dal canto suo un altro dei partecipanti al convegno, Donald T. Campbell – che tra l’altro aveva potuto studiare presso il Centro di studi avanzati di psicologia teorica in qualità di yellow – dichiarava che
…I honor von Bertalanffy for the truths of system, equifinality, emergent levels, wholes which shape parts, etc., which he insists any adequate biology and psychology must account of.289
E ancora:
In accordance with von Bertalanffy’s perspectivism, it is recognized that each language represents at best a limited aspect of reality, and different languages different aspects. To this extent at least, language can be said to shape the world view of its speakers.290
Vi era quindi un riconoscimento dell’approccio prospettivista, ma anche in questo caso mancava il nocciolo simbolistico del pensiero di B., le cui posizioni venivano in questo caso appiattite su quelle di Whorf.
4. Gli ultimi scritti e la mancata candidatura al premio Nobel
Il periodo trascorso alla SUNY vide tra l’altro la pubblicazione di alcuni articoli che, dal punto di vista dell’antropologia filosofica bertalanffyiana, rivestono un certo interesse; abbiamo quindi innanzitutto Cultures as systems – Toward a critique of historical reason – un articolo presentato nel 1971 al convegno annuale dell’American Historical Association, a New York –, System, symbol and the image of man (Man’s immediate socio-ecological world) – pubblicato in un’antologia dedicata al rapporto tra psichiatria e antropologia291 e derivato anch’esso dal testo di un simposio – e Body, mind and values – pubblicato invece in una raccolta curata da Ervin Laszlo.
Cultures as Systems rappresenta come si è detto il tentativo di B. di “aggiornare” il pensiero di Spengler, proponendo una “Teoria dei sistemi storici” che riesca a far
288 Metzger, Wolfgang, Do Schools of Psychology still exist? In: Gray e Rizzo 1973, p.839. 289 Campbell, Donald T., Entitativity of Language Learning, in: Gray e Rizzo 1973, p.1044. 290 Ibid., p.1055.
coesistere i diversi modelli utilizzati da storici e filosofi per interpretare lo sviluppo degli eventi – come il modello ciclico e quello progressivo.
In System, symbol and the image of man B. ribadiva invece per l’ennesima volta la natura “rivoluzionaria” – in senso kuhniano – della Teoria Generale dei Sistemi e la critica della concezione zoomorfica dell’uomo, alla quale si affiancavano gli attacchi al movimento della contestazione e allo stile di vita contemporaneo – ivi inclusa la rivoluzione sessuale.
Con Body, Mind and Values – presentato presso la SUNY durante la “Fourth Conference on Value Inquiry”, organizzata da Laszlo e da James B. Wilbur – B. approfondiva ulteriormente la propria analisi del simbolismo, avvicinandosi da molti punti di vista alla concezione di Karl Popper:
…we have essentially three universes; of nonliving things, of living nature, and of symbolic entities. If I am speaking of three universes, I do not mean of course that they are unconnected with one another. Being a biologist, I should be aware that there are transitions between non-living things and living things; similarly, it would be easy to show that there are transitions and preparatory stages between biological and social phenomena on the one hand and the symbolic worlds of culture on the other. By and large, however, it will be correct to say that the principle of emergence applies, which means that a higher level cannot be simply reduced to, or built up from, the proximate lower level. Rather, each level has an existence of its own and its own laws.
[…]
“Stating those three main levels (with any number of intermediates) of the physical, organismic and symbolic universes is, of course, far from being original. It is another expression of a “given,” which was formulated in many different ways. The old distinction of body, mind and spirit hints in the same direction; so does the biblical and mystical trinity of the Father, Son and Holy Ghost. Again, there is Hegel’s objective, subjective, and absolute spirit, or more recently Teilhard de Chardin’s so-called lithosphere, biosphere and noosphere. These different expressions have, of course, different emphases, but they relate to the same “given” that we seem to find in our experience: three levels or universes of the non-living, living, and symbolic.292
Agli inizi del 1972 iniziarono le pratiche – volute da un comitato di scienziati francesi – per ottenere la nomina di B. a premio Nobel della fisiologia293. Tuttavia –
292 Bertalanffy 1971b(2), p.40-41.
293 La richiesta di appoggio alla candidatura di B. venne girata anche a Eccles, il quale però, avendo già
nonostante l’invio a Oslo di un documento in sostegno di B. – la procedura non venne portata a termine, in quanto il 9 giugno del medesimo anno294 B. venne colpito da un secondo infarto, che lo avrebbe poi portato tre giorni dopo alla morte; in accordo con le sue ultime volontà il suo corpo venne cremato, e le ceneri vennero sepolte a Montreal.
5. La scarsa ricezione della “Nuova Immagine dell’Uomo” nell’ambito della psichiatria e il “mea culpa” di Rapoport
Vale ora la pena di dare un’occhiata al diciassettesimo volume di «General Systems». Uscito nel 1972, esso dedicava infatti un frettoloso obituary a B. e un solo articolo – peraltro nemmeno firmato – intitolato Bertalanffy’s contribution to Biology, in cui a B. veniva riconosciuto il ruolo di padre della “concezione organismica” e della “biologia teorica”, mentre alla sua antropologia non si faceva alcun cenno.
Il volume diciottesimo – uscito l’anno successivo – conteneva invece un articolo di William Gray, dal titolo Emotional-Cognitive Structures: a General Systems Theory of Personality, che iniziava con la seguente dedica:
Dedicated to the memory of Ludwig von Bertalanffy, a dear friend and the leading inspiration for this paper, who died in Williamsonville, New York, on June 12, 1972..295
A parte ciò nell’articolo di Gray l’unico riferimento al lavoro bertalanffyiano era quello relativo all’applicazione della nozione di equilibrio dinamico allo studio della psiche umana.
Il diciannovesimo volume – uscito nel 1974 – conteneva poi il testo della lecture tenuta da Roy Grinker nell’ambito della prima “Bertalanffy Lectureship” e intitolata In Memory of Ludwig von Bertalanffy’s contribution to psychiatry; si trattava di un intervento che, dal punto di vista di una corretta comprensione della ricezione della Teoria Generale dei Sistemi da parte del mondo della psichiatria, era piuttosto eloquente. In esso infatti Grinker riconosceva che
294 La mattina di tale giorno B. stese quello che sarebbe stato il suo ultimo scritto, cioè una lettera –
indirizzata al pensatore sistemico cecoslovacco Jan Kamarỳt – in cui B. manifestava l’intenzione di analizzare in futuro il rapporto tra Teoria Generale dei Sistemi e materialismo dialettico. Cit. in: Pouvreau 2006, p.87.
295 Gray, William, Emotional-Cognitive Structures: a General Systems Theory of Personality, in: «General