CAPITOLO 2 LA MOBILE PHONE INDUSTRY
2.3 L’obsolescenza programmata
2.4.4 Un modello alternativo: l’Economia circolare
Il modello di crescita economico lineare nella forma estrai , produci , usa ,
getta , che ha caratterizzato la storia dell’economia mondiale dell’ultimo secolo,
seppure abbia permesso una veloce crescita generale del benessere, inizia a mostrare chiari segni di insofferenza dal punto di visto della sua sostenibilità ecologica e sociale, dati dal raggiungimento dei limiti fisici.
Abbiamo visto come per diverse risorse non rinnovabili, come i combustibili fossili, le riserve siano già abbondantemente sfruttate, mentre anche per i depositi di minerali più abbondanti e più facili da utilizzare, le riserve sono in via di esaurimento; per il rame infine si è già superato il limite massimo di produzione.
Di fronte a tale situazione occorre quindi cambiare il modello economico: l’economia circolare permette di passare da un modello economico ormai obsoleto in quanto causa di problemi sociali come l’esauribilità delle risorse e l’inquinamento, non sostenibile sul piano ambientale, a un modello economico alternativo per la creazione di valore.30
Come sancito anche dalla Commissione Europea, l’Economia Circolare consente di perseguire un modello di sviluppo in grado di instaurare un nuovo tipo di relazione tra produzione e consumo, un vero cambio di passo nell’integrazione tra politiche ambientali ed economiche, basato sul ciclo di vita dei prodotti e incentrato sul recupero di ogni singola e preziosa materia prima, replicando in un qualche modo esattamente il compito della Natura. In un'economia circolare, il valore dei prodotti e dei materiali si mantiene il più a lungo possibile; i rifiuti e l'uso delle risorse sono minimizzati e le risorse vengono mantenute nell'economia quando un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo vitale, al fine di riutilizzarlo più volte e creare ulteriore valore.
30 La definizione più classica di Economia circolare è quella fornita dalla Ellen MacArthur Foundation, ossia «un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati a essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera».
I prodotti elettrici ed elettronici assumono particolare rilievo a tale riguardo: la loro riparabilità può essere un elemento importante per i consumatori e possono contenere materie di valore di cui si dovrebbe facilitare il riciclaggio (ad esempio le terre rare negli apparecchi elettronici). Finora le specifiche di progettazione ecocompatibile sono state incentrate soprattutto sull’efficienza energetica; in futuro, saranno sistematicamente valutati aspetti quali la riparabilità, la durabilità, la possibilità di rimessa a nuovo e di riciclaggio o l’identificazione di determinati materiali o sostanze (Commissione Europea 2015) . Figura 2.4 Modello di Economia lineare vs Economia Circolare
2.5 L’etica nella supply chain della telefonia Nel panorama industriale del ‘900 che ci è sempre stato illustrato durante le lezioni di storia economia, le corporazioni erano attori dominanti nell’economia del tempo. Mano a mano che le aziende crescevano, esse, molto spesso, acquisivano i loro fornitori e canali di distribuzione, stabilendo un controllo sull’intera catena del valore. Alcuni sono andati agli estremi, come la Ford Motor Company, fabbricando
internamente il vetro e l'acciaio talvolta possedendo le fonti delle loro stesse materie prime. Oggi però, la corporazione verticalmente integrata del XX secolo è stata quasi interamente sostituita da catene di distribuzione globali disaggregate in molte industrie. Sebbene la disintegrazione possa ridurre i costi, essa limita anche la capacità di monitorare e controllare i processi critici, come le pratiche di lavoro e l'approvvigionamento delle risorse (Kim e Davis, 2016).
L’esternalizzazione di molte attività nel cosiddetto Sud del Mondo , inoltre, fa gola a molte imprese, poiché le normative sono meno stringenti rispetto al contesto europeo o del Nord America. Non a caso, infatti, gli standard e i processi di fabbricazione, oltre che da prodotto a prodotto e da brand a brand, cambiano anche da nazione a nazione, a seconda dei diversi sistemi legislativi e dei regolamenti. Il corrente modello di business e le decisioni sulla supply chain, nonostante l’altissima innovatività di prodotto e di design, non riflettono scelte altrettanto intelligenti, mostrando un modello di produzione lineare di tipo profit-driven che da anni affligge il settore dell’IT determinando impatti umani significativi nella catena di fornitura (Jardim, 2017).
Green Peace ha fatto una stima di quelli che sono i costi umani della Mobile Phone Industry, restituendo un quadro generale al di sotto di ogni standard lavorativo, etico, e morale. A partire dai minatori di cobalto del Congo, costretti a scavare in profondità nel sottosuolo, sprovvisti di mappe o attrezzature di sicurezza con il conseguente rischio di asfissia o di rimanere intrappolati all’interno della miniera, al caso della Corea del Sud, dove i lavoratori di più di 200 hanno dichiarato di avere contratto malattie come conseguenza dell'esposizione a prodotti tossici. La difficoltà di provare una malattia di origine lavorativa anche nei paesi più sviluppati, unitamente al fatto che la maggior parte dei minatori non ha accesso a servizi di assistenza sanitaria di base, rende tuttavia difficile una quantificazione diretta del costo umano necessario per la produzione elettronica.
L’etica all’interno della supply chain riguarda quindi un sistema complesso, non una singola industria, ma migliaia di altri attori che ogni giorno lavorano per
rifornire i negozi di tutti il globo. 31 La possibilità di acquistare a un prezzo di più
basso e vendere a un prezzo maggiorato crea un forte stress lungo la catena del valore e porta le grandi compagnie a dimenticarsi del valore intrinseco che sta all’interno: le persone, l’unica vera risorsa di ogni impresa. Stiamo parlando quindi di ridefinire un sistema, il sistema dei beni e la catena del valore che caratterizza la nostra economia. C’è bisogno di fare un cambiamento, muovendosi verso un pensiero più di lungo termine, più aperto, trasparente, responsabile e tracciato, con il fine ultimo di riuscire un giorno ad assicurare eque condizioni di lavoro lungo l’intera supply chain.
2.5.1 L’abolizione dei conflict minerals
L’apparente naturalezza nell’uso dei nostri smartphone tende poi a farci dimenticare cosa si trova dietro la loro produzione. Spesso questi beni sono composti dai cosiddetti “minerali dei conflitti”, ossia minerali estratti sotto il controllo di bande armate e signori della guerra che sfruttano le popolazioni locali e le pongono in condizioni di schiavitù per finanziarsi con il loro commercio.32 Negli ultimi 40 anni,
circa il 60 percento dei conflitti ha avuto una qualche connessione con l’approvvigionamento e il commercio di risorse naturali, permettendo il finanziamento di diversi gruppi armati colpevoli di violenze contro la popolazione locale. I più conosciuti “conflict minerals” sono stagno, tantalio, tungsteno e oro – risorse naturali fondamentali soprattutto per l’industria elettronica. Oltre a stagno,
31 E’ importante ricordare il caso del terribile crollo del Rana Plaza nell’aprile del 2013 a Savar, in Bangladesh, il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia, che da tempo presentava grosse crepe nell’edificio. Mentre i negozi e la banca ai piani inferiori erano stati chiusi, l'avviso di evitare di utilizzare l'edificio fu ignorato dai proprietari delle fabbriche tessili, i quali avevano costretto i lavoratori a recarsi a lavoro il giorno del crollo. A seguito dell’incidente, solo 9 delle 27 imprese tessili si assunsero parte della colpa, creando un fondo di finanziamento per le famiglie delle vittime.
32 Generalmente con il termine “conflict minerals” si fa riferimento a risorse naturali estratte in luoghi colpiti da conflitti e venduti per il finanziamento di gruppi armati. Questi minerali sono stati usati per fabbricare parti utilizzate in telefoni cellulari, tablet, laptop, aerei e attrezzature mediche.