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COMFORT

4. Zona di circolazione: è l’area maggiormente presa in considerazione nella progettazione di spazi

3.4 Una nuova prerogativa: Distanziamento sociale

Rispetto a quanto analizzato, in relazione alle condizioni di affollamento che caratterizzano i mezzi pubblici, si rende chiaro il motivo per cui, allo scoppio della pandemia di COVID-19, i pianificatori del trasporto pubblico sono stati costretti a trovare soluzioni rapide che garantissero la sicurezza sanitaria dei passeggeri e del personale, affrontando una sfida in particolare: quella di rispettare le normative di allontanamento sociale e di sicurezza, regolando il numero di viaggi e veicoli per evitare il sovraffollamento, soprattutto durante le ore di punta, con l’obiettivo di mantenere i sistemi di trasporto complessi efficienti e “di massa”.

Con distanziamento sociale, infatti, come riportato nel vocabolario Treccani si indicano: l’insieme delle misure ritenute necessarie a contenere la diffusione di un’epidemia o pandemia, come, per esempio, quarantena dei soggetti a rischio o positivi, isolamento domestico, divieto o limitazione degli assembramenti.

Seppur già citato dall’OMS nel documento “Non-pharmaceutical public health measures for mitigating the risk and impact of epidemic and pandemic influenza” come NPI¹¹, la locuzione distanziamento sociale è entrata a far parte del lessico quotidiano dei più a partire dalla fine di febbraio 2020, mese in cui sono state comunicate le prime indicazioni ufficiali dai Paesi contagiati, circa il contenimento di quella che era, inizialmente, ancora un epidemia.

Ai fini di questo studio sarà, pertanto, attribuito al concetto di distanziamento sociale il significato di distanza fisica tra le persone (variabile da uno a due metri) da mantenere per evitare il contagio.

11. NPI: Non-pharmaceutical interventions.

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3.4.1 Perché praticare il distanziamento sociale in ambienti chiusi

Le motivazioni che hanno reso necessaria l’adozione di questo tipo di misura preventiva sono associabili alla modalità di contagio preminente del virus, ovvero alla trasmissione attraverso le goccioline di saliva emesse da persone infette con la tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. Questa modalità di trasmissione ampiamente accertata e riconosciuta in condizioni normali, ovvero in assenza di sistemi che producono aerosol, si esaurisce in circa 1 metro di distanza secondo quanto riportato dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità). In relazione alle condizioni normali e non, sopracitate, per comprendere più a fondo le dinamiche di diffusione del virus torna utile uno studio condotto dall’ospedale Bambino Gesù di Roma, assieme allo spin-off universitario Ergon Research, e la Sima (Società italiana di medicina ambientale), pubblicato su Environmental Research.

Tramite una simulazione 3D, i ricercatori dell’Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) pediatrico di Roma hanno riprodotto il movimento delle particelle biologiche nell’ambiente e l’impatto che i sistemi di aerazione hanno sulla loro dispersione. Un lavoro che fornisce «informazioni importanti per contenere la diffusione del virus Sars-CoV2 negli ambienti chiusi anche

attraverso il trattamento dell’aria», spiegano gli autori.

Nella simulazione, all’interno della sala d’aspetto è stata ipotizzata la presenza di sei adulti e sei bambini senza mascherina e sono stati valutati gli effetti di diverse condizioni di aerazione: impianto spento, a velocità standard e doppia.

Secondo i risultati della ricerca, pubblicati su Environmental Research, utilizzare l’impianto di ventilazione a velocità doppia in un ambiente chiuso riduce la concentrazione delle goccioline del 99,6% rispetto a quanto accade a sistema di aerazione spento.

Ad impianto fermo (Figura 3.1), in caso di tosse da parte di un passeggero, gli individui più vicini respirano l’11%

di aria contaminata da “droplets” (goccioline), mentre a 4 metri di distanza, non sono raggiunti. Quando invece il sistema di ventilazione è acceso a velocità doppia, le goccioline sono rapidamente disperse: le persone vicine ne respirano solo lo 0,3%, e anche se gli individui più lontani in queste condizioni sono effettivamente raggiunti da aerosol contaminato dal coronavirus, ne respirano solo percentuali bassissime (0,08%). (Figura 3.2)

Diffusione del virus con aria condizionata spenta. Diffusione del virus con aria condizionata a doppia velocità.

Figura 3.1

3.4.2 Basta 1 metro di distanza?

Affrontando il concetto di distanziamento sociale sotto un profilo più scientifico, molteplici sono stati i dubbi circa la validità di questa misura preventiva in relazione alle modalità di diffusione del SARS-CoV2.

Come detto, infatti, la pericolosità del virus sta in particolar modo nella trasmissione per via aerea e quindi attraverso lo starnuto, il colpo di tosse e il respiro a breve

distanza. In effetti, guardare in controluce la diffusione di uno starnuto nell’aria non è rassicurante, poiché la nuvola che si crea quando si starnutisce sembra viaggiare a una distanza maggiore: in effetti è scientificamente provato che le goccioline salivari emesse sarebbero in grado di propagarsi nell’aria fino a una distanza di circa 7-8 metri.

12. MSC Software: società americana che si occupa di programmi e software di simulazione 3D.

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Figura 3.3

Allora perché l’OMS e il Centers for Disease Control and Prevention prevedono una distanza di sicurezza compresa tra 1 e 2 metri?

La risposta sussiste nella distinzione che William F. Wells fece tra le droplets, dividendole in “Large” e “Small”.

Le prime sono quelle che date le dimensioni maggiori evaporano più lentamente e permettono maggiormente il contagio nelle persone immediatamente vicine.

Le seconde, invece, evaporando più velocemente e hanno una carica virale ridotta. Eppure la mascherina è attualmente indispensabile in funzione del fatto che le

stesse microgoccioline, avendo un peso ridotto, sono in grado di permanere nell’aria per più tempo e sono libere di circolare.

La dimostrazione della MSC Software, una società americana che si occupa di programmi di simulazione, ha consentito di confrontare il numero di goccioline disperse da una persona che parla all’interno di un vagone della metro con e senza mascherina, dimostrando una netta differenza in termini non solo di quantità ma anche di distanza percorsa all’interno dell’abitacolo (Figura 3.3).

Diffusione del virus non indossando una mascherina.

Diffusione del virus indossando una mascherina.

In quella che è l’esperienza di viaggio quindi, ai fini di questa ricerca, si è deciso di sottolineare la differenza che sussiste tra il concetto di comfort relativo alle condizioni ambientali a bordo o alle fermate, precedentemente analizzato, e il comfort fisico, ovvero quello che si sperimenta all’interno del veicolo in relazione all’aspetto formale dei singoli componenti d’arredo e in relazione

alla complessità del sistema.

In questi termini bisogna analizzare quali siano i fattori che influenzano il comfort fisico, le prescrizioni legislative e la percezione da parte del pubblico legato alle componenti strutturali che distinguono i mezzi di trasporto pubblico urbano.

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