1.2 Il fumetto
2.1.4 Una questione spinosa: i diritti
Quando si parla di proprietà intellettuale e diritti d’autore, nel campo dei fumetti si va a toccare un tasto dolente. Come detto in precedenza, al di fuori dell’Italia la situazione è molto più semplice grazie alla presenza di sindacati appositi che hanno a che fare ogni giorno con contratti del genere in quanto la figura del fumettista viene equiparata a quella di qualunque altro professionista.
Nel nostro paese, invece, è l’autore che deve occuparsi di tutto rischiando, se inesperto, di non guadagnare affatto per un’opera. In genere, infatti, i fumettisti italiani non si preoccupano dei diritti d’autore, poiché non vedono in essi una fonte di guadagno, soprattutto per quanto riguarda l’immediato, anche grazie al modus operandi delle case editrici che, invece, sanno bene cosa scrivere nei contratti.
Esistono due tipi di pagamenti per gli autori: • il compenso a tavola:
– basso: se il compenso per ogni tavola consegnata all’inizio del lavo- ro è basso, vuol dire che il contratto prevederà che l’autore inizi a guadagnare attraverso le royalties dopo un numero di copie vendute, anch’esso basso;
– alto: se in partenza il compenso a tavola è alto, vuol dire che il nu- mero di copie vendute da raggiungere dovrà essere anch’esso più al- to poiché, di fatto, l’editore sta anticipando le royalties su un pro- dotto che deve ancora vendere, rischiando di rimetterci in caso di invenduto;
• acconto: funziona come nel caso di un compenso alto per tavola, ma viene pagato solo a lavoro terminato come anticipo sulle royalties. Questo tipo di pagamento è più usato nel caso di libri e romanzi, ma viene sfruttato a volte anche nel campo dei fumetti.
Ogni 6 mesi (o 1 anno, a seconda del tipo di contratto) gli autori ricevono i dati di vendita. Le tirature però restano quasi sempre sconosciute.22
2.1. LA SITUAZIONE ITALIANA 31 Quando viene discusso il contratto tra editore e autore, oltre ai pagamenti, si parla anche di ciò che deriverà dai mercati indotti23. L’autore può decidere se rinunciare ai diritti nel caso in cui dovesse presentarsi l’opportunità per la sua opera di entrare anche in altri mercati (generalmente sotto compenso forfettario) oppure di valutare caso per caso quando se ne presenterà l’opportunità. Alcuni contratti prevedono il diritto di prima offerta: se l’autore decide di proporre un nuovo progetto ad una diversa casa editrice, dovrà informare il precedente delle sue intenzioni e dargli la possibilità di fare un’offerta. In questo modo, l’editore sarà sempre aggiornato sui movimenti dell’autore che gli interessa e potrà deci- dere se adottare misure commerciali atte a valorizzare i suoi lavori precedenti24.
Per quanto riguarda le opere importate dall’estero, un esempio può essere il campo dei manga25. I diritti di questi ultimi vengono ceduti agli editori italiani in diverse forme :
• nel caso in cui si tratti di un’opera già conclusa, l’editore acquista i diritti per il titolo nella sua totalità;
• se l’opera è ancora in corso, l’editore contratta i diritti per i soli numeri già disponibili e solo in seguito, man mano che le nuove uscite sono pubbli- cate in Giappone, potrà richiedere anche quelli per i capitoli seguenti. La casa editrice italiana, di fatto, si assume il rischio di cominciare a mettere in vendita un’opera senza avere l’effettiva certezza che questa venga mai terminata.
In entrambi i casi, i diritti sono acquistati con delle proposte dagli editori nostra- ni che si contendono i titoli facendo delle offerte a quelli giapponesi. La casa 23Nel caso dei fumetti potrebbe trattarsi della vendite dei diritti sulle ristampe, sulla trasfor-
mazione del fumetto in digitale, della vendita all’estero e quindi della relativa traduzione, della possibilità di creare gadget, pupazzi e simili, della trasposizione in cartone animato o in film, eccetera.
24Ad esempio, se l’autore decidesse di creare una nuova opera ambientata nello stesso mondo
di quella vecchia, l’editore precedente potrà pubblicizzare la vecchia opera per far sì che i lettori che non l’avessero comprata, abbiano la possibilità di leggerla prima dell’uscita della nuova opera. Accade anche tra la prima serie di un fumetto e le serie successive.
25Termine giapponese per la parola «fumetto». Viene usato in Italia come nel resto del mondo
32 2. IL MERCATO DEL FUMETTO editrice che offre di più ottiene il diritto di pubblicarne una edizione. A volte in cambio l’editore italiano cede, oltre alla somma pattuita, la traduzione del manga nella nostra lingua (dando di fatto la possibilità di rivenderla una volta scaduto il contratto di licenza).26
Figura 2.7: Il caso “The Sparker”. L’autore del disegno a sinistra, Stefano Conte, ha visto utilizzare illecitamente la sua opera (pubblicata su un blog presso Open Shockdom) da una azienda che l’ha utilizzata per la propria pubblicità su alcuni quotidiani locali e nazionali (immagine a destra) nel gennaio 2012. La vicenda si è conclusa con un compenso simbolico all’artista che però ha saputo dell’uso illecito solo grazie a segnalazioni, senza le quali non sarebbe mai stato pagato per un lavoro sul quale l’azienda ha lucrato a sua insaputa.
Nel caso in cui la proprietà intellettuale venisse violata da aziende terze, sarà la stesa casa editrice, avendone tutto l’interesse, ad intentare cause legali contro chi ha commesso l’illecito (che sia esso contraffazione, plagio o utilizzo senza il consenso del legittimo proprietario). Alcuni autori mettono online le proprie tavole senza averle mai pubblicate tramite un editore. Risulta quindi un po’ più difficile riuscire a rivalersi su chi si appropria della paternità delle tavole,
2.2. DIFFERENZE CON I MERCATI ESTERI 33