• Non ci sono risultati.

Una regola di vita cristiana apostolica per laici

Nel documento GIOVANNI BOSCO SCRITTI SPIRITUALI/2 (pagine 51-55)

Il progetto degli « Associati » (1874)

Tra il 1873 ed il 1875, Don Bosco elaborò diversi progetti di Regolamento dei Cooperatori. Il nostro Archivio ne conserva t r e 1.

Citiamo qui alcuni brani del primo, poi altri del Regolamento defi­

nitivo; essi permettono di constatare con tutta chiarezza come Don Bosco proponesse ai suoi Cooperatori una via di santità me­

diante l'azione apostolica e caritatevole, ciò che, beninteso, non escludeva né il distacco, né la preghiera.

A ssociati alla congregazione di S. Francesco di Sa le s Associazione salesiana. - Molti fedeli cristiani, molti autorevoli personaggi, per vie più assicurarsi la loro eter­

na salvezza, hanno ripetutamente richiesto una associazione salesiana, la quale, secondo lo spirito dei congregati, por­

3 Sono intitolati: Associati alla congregazione di S. Francesco di Sales (1873), Unione cristiana (stampato nel 1874), Associazione di opere buone (stampato nel 1875). Il P. F. Desramaut li ha pub­

blicati e studiati nel volume 6 della Collana Colloqui sulla vita sale­

siana: Il Cooperatore nella società contemporanea, LDC, Torino 1975, pp. 23-50 (studio) e 355-368 (testo). Gli estratti del primo, qui pubblicati, provengono da un manoscritto di Don Bosco (8 pa­

gine).

gesse agli esterni una regola di vita cristiana4 praticando nel secolo quelle regole che sono compatibili al proprio stato.

Quanti si allontanerebbero volentieri dal mondo per evitare i pericoli di perdizione, godere la pace del cuore e cosi passare la vita nella solitudine, nella carità di N. S.

G . C.! Ma non son tutti chiamati a quello stato. M olti per età, molti per condizione, molti per sanità, moltissimi per difetto di vocazione ne sono assolutamente impediti. Egli è per soddisfare a questo generale desiderio che si propone la pia associazione di S. Francesco di Sales.

Duplice ne è lo scopo: 1° Proporre un mezzo di perfe­

zione 5 a tutti quelli che sono ragionevolmente impediti di andarsi a chiudere in qualche istituto religioso.

2° Partecipare alle opere di pietà e di religione che i soci della congregazione salesiana in pubblico ed in pri­

vato com piono in qualunque m odo a maggior gloria di D io ed a vantaggio delle anime.

Questi due vantaggi si possono facilmente ottenere col­

l ’osservanza delle regole di questa congregazione in quel­

la parte che sono compatibili collo stato di ciascheduno.

3° Si aggiunge poi un m otivo forse degli altri più essen­

ziale: la necessità dell’unione nel fare il bene. E ’ un fatto

4 Ecco l’espressione decisiva. L’insistenza di Don Bosco a voler fare partecipare i Cooperatori alle « regole » della Congregazione Salesiana non significa affatto che egli voglia fare di essi dei reli­

giosi sparsi nel mondo. Egli riprende semplicemente la sua idea primitiva di farne dei membri « esterni » della sua famiglia aposto­

lica. Offre loro la « regola di vita » che corrisponde a quella situa­

zione (a quella «v oca zion e», dice pili avanti) di laici realmente associati ai Salesiani religiosi.

5 Ritroviamo qui, chiaramente enunciata, la convinzione di Don Bosco, discepolo di Francesco di Sales, che il cammino della perfezione è aperto tanto ai laici quanto ai religiosi. Il mezzo originale qui proposto è l’accettazione di una regola di vita e l ’entrata in una famiglia spirituale vigorosamente orientata verso un apostolato specifico.

Associati alla Congregazione 51

che gli uomini del secolo si associano pei loro negozi tem­

porali; si associano per la diffusione di stampe cattive, per spargere cattive massime nel mondo; si associano per pro­

pagare istruzione erronea, spargere falsi principii nella in­

cauta gioventù, e vi riescono maravigliosamente.

Ed i cattolici rimarranno inoperosi o l ’un dall’altro separati in modo che le loro opere siano paralizzate dai cattivi? N on sia mai. Uniamoci tutti colle regole della congregazione salesiana, (i cui membri) facciano un cuor solo ed un’anima sola cogli associati esterni. Siano veri confratelli. Il bene di uno sia il bene di tutti, il male di uno si allontani come il male di tutti. N oi otterremo certamente questo grande scopo mercé l ’associazione alla congregazione di S. Francesco di Sales.

Scopo di questa Associazione. - ...Ecco ora le cose prin­

cipali cui è invitato ogni associato:

1) Si adopererà di fare del bene a se stesso coll’eserv cizio della carità verso il prossimo, specialmente verso i fanciulli poveri ed abbandonati. Educati questi nel santo timor di D io, si diminuisce il numero dei discoli, si rifor­

ma l ’umana società, e si salva un immenso numero di anime pel paradiso.

2) Raccogliere poveri fanciulli, istruirli nella propria casa, avvisarli nei pericoli, condurli dove possono essere istruiti nella fede, è tutta materia intorno a cui ogni associato si può utilmente applicare...

4) Ogni associato si darà la massima cura di impedire ogni discorso, ogni opera che sia contro al Romano Pon­

tefice e contro la suprema sua autorità. Quindi osservare le leggi della Chiesa e promuoverne l’osservanza, inculcare il rispetto al Romano Pontefice6, ai vescovi, ai sacerdoti,

6 Nei successivi progetti e nel Regolamento definitivo, Don Bosco soppresse questa allusione esplicita all’adesione al Papa, per ragioni di prudenza, ossia per non dare adito a sospetti facili ad insinuarsi, dato il clima politico del tempo. In concreto, egli ha

promuovere catechismi, novene, tridui, esercizi e in ge­

nerale intervenire, ed animare altri ad intervenire, ad ascoltare la parola di D io, sono cose proprie di questa associazione.

5) Siccome in questi tempi colla stampa si spargono tanti libri, tante massime irreligiose ed immorali, cosi i Salesiani7 si adopereranno con tutta sollecitudine per im­

pedire lo spaccio dei libri cattivi e diffondere buoni libri, foglietti, pagelle, stampati di qualunque genere in quei luoghi e fra quelle persone presso cui parrà cosa prudente il farne proposta. Ciò cominci a farsi nella propria casa, coi propri parenti, amici o conoscenti, di poi ovunque si possa.

R egole per gli associati salesiani.

1) Chiunque può farsi ascrivere in questa associazione purché abbia l’età di sedici anni, onorata condotta, buon cattolico, ubbidiente alia Chiesa ed al Romano pontefice...

2) N on vi sono penitenze esteriori, ma ogni associato deve distinguersi dagli altri cristiani colla modestia nel vestire, nella frugalità della mensa, nel suppellettile dome­

stico, nella castigatezza dei discorsi e nell’esatto adempi­

mento de’ propri doveri. (Seguono 13 altri articoli).

(Archivio 133, Coop. 2, 2; cf. MB X , 1310-1312.)

sempre coltivato nei Cooperatori un senso vivo della Chiesa e del­

la sua gerarchia.

7 « I Salesiani... »: questa espressione designa i Cooperatori:

D on Bosco li considerava salesiani autentici. Non è l’unica volta che Don Bosco dà loro questo nome: cf. MB X , 82-83.

8 Stampato ad Albenga (vicino ad Alassio) sotto il titolo:

Cooperatori Salesiani, ossia un metodo pratico per giovare al buon costume e alla civile società. La presentazione Al lettore è fir­

mata: Sac. Giovanni Bosco, e porta l’indicazione, Torino, 12 lu­

glio 1876.

Nel documento GIOVANNI BOSCO SCRITTI SPIRITUALI/2 (pagine 51-55)

Documenti correlati