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UNA SCUOLA DA VIVERE: LA RICERCA DI ‘SENSO’

di Gustavo Pietropolli Charmet Università degli Studi di Milano 13API4-5_2007_127-128.qxd 24-07-2008 16:11 Pagina 127

128• ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

I bambini capiscono che la scuola non ha in programma di sottometterli a dei va-lori e delle regole astratte. La scuola fa il contrario. Aiuta ogni bambino a diven-tare se stesso, la persona che è. Avvicina le risorse alle sue capacità potenziali: non ‘mette dentro’ la sua testa delle nozioni, ma lo sostiene nella fatica di ‘tirar fuori’ i propri saperi e svilupparli con l’aiuto dei compagni e degli adulti competenti. I bambini sentono e poi capiscono che sono anche, forse prima di tutto, abitanti della terra, sono dei ‘terrestri’ e quindi è al pianeta che sono legati il loro destino, la loro stessa vita e salute. In quanto cittadini dello stesso pianeta, è inutile fare la guerra ad altri terrestri: è invece molto bello salvare il pianeta che è di tutti. Se la scuola dice questo, i bambini sanno che questa è la vita vera, non è una sto-ria che si studia a scuola, è una vicenda che si vive tutti giorni nella realtà. La scuola non impone ai bambini di dimenticare di esserlo per travestirsi da ‘alunni’ o ‘scolari’. Le maestre lavorano con delle persone molto giovani, dei cit-tadini, dei terrestri ed è proprio con loro che vogliono parlare perché è la loro persona che si deve sviluppare armoniosamente, non il rendimento ‘aziendale’ di un alunno invitato ad appendere fuori dall’aula, oltre al cappotto, anche il corpo, i sentimenti e il desiderio.

LA RICERCA DI UN NUOVO UMANESIMO

La scuola non chiede più ai bambini di sottomettersi passivamente ai saperi degli adulti (cioè alle discipline), ma li invita a diventarne i padroni, collegan-dole fra loro, facendo saltare i loro rigidi confini e la pretesa di spiegare tutto senza ascoltare gli altri saperi.

Il profilo del preadolescente che esce dall’ultimo anno della scuola del primo ciclo è di elevato spessore culturale, si potrebbe dire perfino ‘entusiasmante’ per le aspettative che abbiamo come insegnanti, genitori, cittadini preoccupati per il futuro del nostro paese.

Egli conosce bene la sua lingua, ma capisce altre due lingue comunitarie, com-pone ed esegue brani musicali, interpreta criticamente un’opera d’arte, crea messaggi espressivi con precisi scopi comunicativi, sperimenta i corretti valori dello sport e ha consapevolezza delle proprie competenze motorie, conosce i momenti fondamentali della storia italiana ed europea, utilizza i concetti geo-grafici, ha capito come gli strumenti matematici siano utili per operare nella realtà, conosce i principali problemi legati all’uso della scienza nel campo dello sviluppo tecnologico, ed è in grado di descrivere e classificare utensili e mac-chine cogliendone la diversità.

È il profilo di una persona molto giovane inscritta in una cultura che nella pre-messa alle Indicazioni viene definita ‘nuovo umanesimo’. Il mio parere è che una scuola che raggiunge questi obiettivi fa parte integrante della vita affettiva e relazionale, oltre che culturale; la scuola delle nuove Indicazioni può diven-tare una scuola di vita.

INTER

VENTI

La scuola delle nuove Indicazioni può diventare una scuola di vita 13API4-5_2007_127-128.qxd 24-07-2008 16:11 Pagina 128

DOCUMENTI

LE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO •131

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microcosmo che su scala locale ripro-duce opportunità, interazioni, tensio-ni, convivenze globali. Anche ogni singola persona, nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di infor-mazioni sempre più numerose ed ete-rogenee e si confronta con la pluralità delle culture. Nel suo itinerario for-mativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse, senza tuttavia avere strumenti adatti per comprenderle e metterle in rela-zione con la propria. Alla scuola spet-ta il compito di fornire supporti ade-guati affinché ogni persona sviluppi un’identità consapevole e aperta.

La piena attuazione del ricono-scimento e della garanzia della li-bertà e dell’uguaglianza (articoli 2 e 3 della Costituzione), nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno, richiede oggi, in modo ancor più attento e mirato, l’impe-gno dei docenti e di tutti gli opera-tori della scuola, ma richiede altresì la collaborazione delle formazioni sociali, in una nuova dimensione di integrazione fra scuola e territorio, per far sì che ognuno possa «svolge-re, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una fun-zione che concorra al progresso ma-teriale e spirituale della società» (art. 4 della Costituzione).

CULTURA SCUOLA PERSONA La scuola nel nuovo scenario

I

n un tempo molto breve, abbiamo vissuto il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambia-menti e discontinuità. Questo nuo-vo scenario è ambivalente: per ogni persona, per ogni comunità, per ogni società si moltiplicano sia i ri-schi che le opportunità.

Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono più ricchi di stimoli culturali, ma anche più contraddit-tori. Oggi l’apprendimento scolasti-co è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini1 e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici. Ma proprio per questo la scuola non può abdicare al compito di promuo-vere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperien-ze, al fine di ridurre la frammenta-zione e il carattere episodico che ri-schiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti.

L’orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni specifico territorio possiede legami con le varie aree del mondo e con ciò stesso costituisce un