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4.7 Procedimento assiomatico

4.7.2 Sull’unicita’

L’anima e’ una, anche se e’ empatica ed ama altre ani-me. Come gia’ detto, l’anima che ama altre anime e’

una entita’ distinta da come era prima quando non le amava. Ella e’ uguale all’unione delle varie anime.

All’apparenza se l’essere A ama B, e la sua anima diventa A + B, sembrerebbe che comunque A + B ri-sieda nel corpo di A, dato che l’anima e’ il risultato di processi neurologici. Tuttavia, il corpo di A non e’

piu’ sufficiente per descrivere A+B. La percezione del dolore o del piacere di A+B, deriva dai sensi del corpo di A e del corpo di B. Se A+B ama B, allora, l’anima

B per percepire cio’ che B percepisce senza che B lo desideri, parleremmo non di amore, ma di possesso26. Questo fa’ capire che l’anima dell’essere B deve esse-re concorde con l’anima di A, deve traresse-re quanto piu’

piacere e quanto meno dolore dall’amore di A. Allora, A + B vuol dire veramente l’unione dell’anima dell’es-sere A e dell’anima dell’esdell’es-sere B. B condivide ad A le sue percezioni (e’ aperto), e A le elabora per A + B.

Per questo, A + B risiede fisicamente sia in A sia in B. L’amore di A + B verso B non puo’ sussistere senza B. Inoltre, si comincia a capire che se B e’ empatico e la sua unione e’ ad esempio, B + C, allora A + B + C e’ l’unione risultante dall’unione A + B.

Matematicamente, sia A l’unione di A, cioe’ self(A) = A e sia B parte dell’unione. Sia B l’unione di B, (self(B) = B). Se A e’ amore, allora, A ⊇ B, ov-vero, l’unione A deve includere almeno l’unione di B.

Quindi, ogni essere parte di B e’ parte di A.

26“possesso” nel senso generico di violenza psicologica (es.

stalking) o fisica

fatto che gli altri esistono, vivono fisicamente “fuori”

dal suo se’ e stanno bene perche’ se la cavano da so-li. L’anima ama quando interiorizzando gli altri, fa’

diventare loro parti di se stessa e quando ama queste parti al pari di come ama se stessa.

Per questo motivo, per l’animo e’ sufficente che ami la sua stessa anima e non altre anime “fuori”. Aman-do la sua anima, ama lei stessa e tutte le altre parti dell’unione che crea la sua anima.

Se l’essere Ai = A1+A2+· · · e’ pero’ innamorato in maniera sana di un essere Aj, con anima Aj, e quindi di un anima apparentemente fuori dal suo se’ (Aj 6= Ai), per l’animo Ai e’ sufficiente amare solo l’anima di cui e’ innamorato (Aj). Infatti, se l’anima Aj ama cio’ che Ai ama, allora Ai amando Aj sta’ amando Ai.

Quindi, per l’animo Ai e’ sufficiente amare Aj per amare tutta Ai, inclusa lei stessa (Ai) e tutti gli altri esseri.

Per un animo, esiste quindi solo la sua anima, o quella di cui e’ innamorato. Non serve, anzi e’ fuor-viante, considerare l’esistenza di altre anime.

di un altro essere, vedra’ nell’anima dell’essere la sua Anima, e dira’ cose simili.

Gli animi possono essere molteplici. Ma dato che un animo che ama la sua Anima si allea solo con animi che la amano, l’insieme di tutti gli animi che la ama-no agira’ coerentemente e concordemente, ognuama-no nei suoi limiti, e percio’ l’effetto complessivo sara’ quello di un’unico cuore che pulsa, di due sole possenti braccia che spingono i remi, e cosa piu’ difficile, di un’unica te-sta che dirige il timone. Esistera’ un unico Animo. Che cio’ poi sia realizzato con democrazia o gerarchia, poco importa. Se ognuno ha di mira il fine ultimo, ovvero il benessere e il vero, naturale e non superfluo piace-re dell’Anima, qualsiasi organizzazione che gli animi sceglieranno sara’ buona.

Un animo non puo’ obbligare un’altro animo ad amare la sua Anima. Questo anche quando le azioni dell’altro animo sono potenzialmente nocive o dannose (se non vengono prese ed attuate misure di difesa).

Abbiamo trattato l’Anima, come se fosse una en-tita’ indipendente che agisce, tuttavia, essa e’ un’a-spetto dello stesso essere. E’ l’essere che agisce, che parla di se stesso e degli altri e della Natura, in ma-niera consapevole ad egli stesso od inconscia. Quindi, AAi = A1 + A2 + · · · + N e’ l’essere in se’, nella sua totalita’ !, e non solo nel suo Io.

Per semplificare la notazione, scriveremo Ai al po-sto di AAi, ed anche ai al posto di Ai. Quindi, AAi = A1 + A2+ · · · + N diventa Ai = a1+ a2+ · · · + n.

Definizione 4.7.1. L’essere Ai e’ Dio di se stesso per-che’ definisce e determina il bene per se’ e il bene che lui e’ per gli altri che ama. A priori, non e’ Dio di qualsiasi essere, neanche di quelli che ama. A priori, se ama, e’ Dio per se stesso.

Ai definisce il bene perche’ lui in quanto Anima definisce cio’ che e’ piacere e cio’ che e’ dolore. Se e’

ugualitario, tutti gli esseri che hanno una definizione uguale alla sua saranno inclusi nell’unione Ai e amati da lui. Se e’ caritatevole, anche tutti gli esseri che non sono uguali a lui, ma almeno rispettano, non

contrav-e’ possibile allora pensare ad un solo Dio?

Se Ai ama un altro essere, lo considera al pari di se stesso, e quindi, cosi’ come lui e’ Dio per se stesso, vedra’ l’altro come Dio per se stesso. Quindi, per ogni essere aj dell’unione Ai = a1+ a2+ · · · si puo’ scrivere:

Ai ⊇ Aj

intendendo che l’unione Aj e’ tutta inclusa nell’unione Ai. Nello specifico se ak e’ parte dell’unione Aj, allora sara’ parte dell’unione Ai, (ed e’ anche ricorsivo27).

Se anche Aj ama Ai, allora ognuno comprende l’u-nione dell’altro e quindi le due anime sono uguali: Ai = Aj.

Anche un qualsiasi essere E non dell’unione Ai e’

Dio di se stesso. Cosa succede allora? Ci sono tre casi:

27Ricorsivamente vuol dire che se am e’ parte di Ak, che e’

incluso in Aj, che e’ incluso in Ai, allora am sara’ anche parte di Ai e cosi’ per ogni catena di lunghezza qualsiasi.

di affermare se stesso a scapito dell’altro.

Per il primo potrebbe anche esserci la speran-za che l’altro possa cambiare e ricambiare il suo amore. Nei casi peggiori, perdera’ o morira’ in parte, o del tutto, in nome del suo amore.

3. Se entrambi si amano, allora la loro Anima sara’

uguale e i lori animi concordi, ognuno vedra’ pure nell’altro Dio, e Dio sara’ uno solo.

Nota: i due potrebbero avere opinioni e idea-li inizialmente contrastanti, ma stando insieme e camminando insieme, le loro visioni converge-ranno verso un’unica meta, probabilmente ognu-no sacrificando una parte piccola o grande di se stesso.

Se “tutti” si amano, allora esiste una sola Anima A ed un solo Dio.

Nel mondo ci sara’ sempre qualcuno estraneo e contrario al proprio gruppo, quindi ora discute-remo di questo.

per raggiungere il regno dei cieli.

Osservazione: anche se un essere ai ed un essere aj si amano, nel caso 3, per ai non cambia molto dal caso 2.. Infatti, comunque le situazioni della vita, i de-sideri di aj e proprio l’amore di ai per aj potrebbero comportare dei sacrifici per ai piccoli o grandi. Allora, si capisce di piu’ che la questione per ai e’ indipen-dente da quello che fara’ un qualsiasi altro essere. ai deve solo scegliere se amare o meno il suo prossimo, indipendentemente dalla scelta dell’altro.

La scelta va’ fatta da ai tenendo presente quale delle due opzioni dara’ maggiormente nutrimento ed appagamento all’Anima Ai.

Ancora, se la verita’ della natura dell’essere uma-no e’ quella dell’amore disinteressato28 allora scegliere l’amore e’ la via migliore, per il benessere dell’Anima, anche a sacrificio dell’Io.

28carita’, agape

(o donna) per se stesso Ai e per ogni Aj che ama, e puo’ impegnarsi per tendere sempre a stare bene e in pace nella Natura. Viceversa, la Natura, essendo ma-teria, ed essendo sempre la stessa da tempo immemore, non ha molto da amare Ai. Piu’ che altro perche’ la materia non ha anima, non desidera ne’ vivere ne’ mo-rire, non e’ ne’ viva ne’ morta. Quindi, certe volte un sasso puo’ risultare utile, altre volte inutile, altre un ostacolo. Percio’, l’unico caso positivo che sussiste tra Ai e la Natura e’ il caso 2.. N tuttavia, anche se non ama, non odia. Questo lo aveva osservato lungamen-te Epicuro e Lucrezio29. La Natura non e’ avversa a noi, semplicemente fa’ il suo corso, e a volte e’ facile raggiungere con lei un equilibrio, alle altre volte no, o perfino impossibile.

Abbiamo detto che un essere e’ Dio di se stesso e di chi lo ama. Come fa’ una donna od un uomo ad essere Dio, anche se solo di se stesso ? Ma ancora di piu’, co-me facciamo ad essere Dio di noi stessi e di chi ci ama?

29De rerum Naturae

confondiamo noi stessi con il nostro Ego, nelle formu-le di sopra avviene che la nostra anima elimina dalla sua unione tutti gli altri esseri tranne che lei stessa. Se veramente capiamo quanto e’ scritto sopra, e quale e’

il senso dell’unione, allora l’Io perde il suo significato piccolo e personale, e diventa una sorgente di acqua di vita per se stesso e per ogni altro.

E’ piu’ facile pensare a noi stessi non come Ego, ma come Dio di noi stessi e di chi ci ama, sperimentando e

30https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=

Egocentrism&oldid=998343250

https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=

Narcissism&oldid=1011686661#Required_element_within_

normal_development

31pregare=voler amare

A volte, non solo e’ un osservare e sperimentare una nostra tendenza naturale, ma e’ anche una scelta:

siamo disposti a cambiare ed accogliere l’altro anche rimpicciolendo il nostro Ego?

A volte, tale scelta sara’ una “fede”, nel senso di un salto nel buio, che senza poter capire cosa succede-ra’ dopo, faremo, perche’ convinti profondamente che comunque la scelta fatta sara’ la migliore.

Spero di non essere di turbamento per chi e’ creden-te, ma in questo capitolo formale e scientifico, scritto per chi ha fede e crede nella scienza, ho voluto non aggiungere alcun elemento mistico. Tuttavia, la defini-zione di sopra di “Io che ama” come Dio di se stesso e di chi lo ama, non perde alcun elemento della fede mi-stica. Infatti, continuando su questa strada, non basta dire “Io sono Dio”. Dire una tale frase, comporta una grossa, profonda e delicata responsibilita’: avere cura della vita propria e di chi ci ama.

Piu’ che un’affermazione, allora la domanda da por-si e’: amo veramente me stesso, amo veramente chi mi ama, e non solo nel pensiero ma nella mia spontaneita’

nare tutto il discorso di prima dicendo che chi amiamo e’ Dio per lui/lei stessa, per noi e per chi lo/la ama.

La responsabilita’ rimane sempre nostra tuttavia: se amiamo un ragazzo perche’ bravo a portare lettere e lo incarichiamo di portare una lettera importante, se sara’

perduta per varie circostanze non potremo prendercela con lui. La responsabilita’ sara’ nostra per averlo ama-to come corriere. E se il nostro amore e’ forte, ci fara’

accettare la perdita come un evento naturale voluto da Dio.

Ritornando alla religione, chi e’ cristiano ama Gesu’

e per lui Gesu’ e’ Dio.

Infine, per chi non ci ama, noi non siamo Dio (caso 2.). E pure, non sara’ Dio chi amiamo per chi non lo/la ama.

Di conseguenza, per chi non ama Gesu’, egli non e’ Dio. Bisogna accettare cio’, dato che dare volonta’

libera ad ogni uomo e’ un atto di amore (o detto equi-valentemente, la liberta’ degli uomini e’ sacra a Gesu’).

Nota: viene usata la parola “desiderio” in senso

psi-l’Io di una persona, e psi-l’Io in genere e’ inteso in senso egoistico. Qui con Anima Ai indichiamo l’anima ai co-me unione di tutte le anico-me a1 + a2 + · · · che l’essere ai ama. Quindi, bisogna fare attenzione, perche’ il di-scorso di sopra non e’ un didi-scorso ego-istico, centrato sull’ego di ai, e’ un discorso di unita’.

Piu’ in seguito definiremo Dio partendo dal basso, ovvero dalle cose finite, quando parleremo dell’animo.

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