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Chi nel mese di febbraio 2014 fosse entrato nell’aula C al piano terra del Cotonificio per assistere alla sessione di esame conclusiva dell’attività di Atelier di Sostenibilità ambientale sarebbe rimasto stupito di vedere una commissione non solo interdisciplinare ma multietnica, composita e animata dalla presenza non dei soli prof. ma dagli esotici invitati per titoli e ruoli diversi provenienti dal lontano Benin, esaminare con infinita attenzione e partecipazione le tavole di progetto esposte alle pareti.

In tutto erano una trentina i progetti presentati dagli studenti che riflettevano su come costruire l’espansione di Materì insieme alle diverse attrezzature richieste dal nuovo Piano Regolatore. L’interesse dell’Amministrazione e degli invitati si è pian piano focalizzata su una serie di progetti relativi all’Urban center. L’Urban Center compare nel succi- tato PRG come una delle nuove attrezzature previste per guidare la crescita del villaggio nel suo difficile passaggio da una dimensione prettamente rurale e pastorale ad una più propriamente urbana. E rientra in una politica più generale di sviluppo dell’insediamento esistente che accompagni la libera crescita del primo insediamento lungo grandi fasce di espansione che partono dal “centro” dell’agglomerato e seguono la principale direttrice viaria.

Non possiamo dimenticare che la distribuzione demo- grafica è altamente difforme: nel sud si concentra il 70% dei cittadini del Benin – con punte di 200 abitanti per chilometro quadrato –, mentre il nord, più arretrato, è terra d’emi- grazione. A Nord ovest la catena dell’Atakora, una serie di rilievi che non superano gli 800 metri di altezza si confonde con i vasti orizzonti della savana e con i rari villaggi dispersi nella brousse. L’Atakora è un sistema di rilievi, di altopiani, vallate, falesie, che taglia in obliquo per 150 chilometri la

cuore della comunità di Materì. Abbiamo scelto con il Comune una proprietà di circa sei ettari che ci sembrava la più appro- priata per la sua vicinanza all’unica strada che passa per il villaggio, in direzione nord-ovest rispetto all’area centrale, in prossimità di una struttura ricettiva preesistente che poteva essere riutilizzata. Il progetto è stato concepito come un sistema insediativo che si espande nel territorio per ripeti- zione di nuclei architettonici costruiti intorno agli spazi vuoti delle corti che rimandano alla dimensione del compound. Al centro di questa idea è la promozione di un’agricoltura soste- nibile per mezzo di una struttura distributiva costituita da dei piccoli produttori in grado di essere autosufficiente. La scelta di questo impianto permette di semplificare la realizzazione a partire dalla costruzione del primo nucleo. Tutti i materiali sono facilmente reperibili sul luogo, a km 0, sono stati ripresi dispositivi per la raccolta e la distribuzione dell’acqua, vasche di filtraggio, insieme al ricorso alle più recenti soluzioni per la produzione di energia a basso costo fornita dagli impianti di biogas. Grazie a questi accorgimenti e alle tecnologie costrut- tive usate non solo è possibile contenere il costo dell’opera complessiva, ma il cantiere stesso tende a diventare parte di un processo, strumento di formazione delle maestranze sul posto.

Costituendo un tassello all’interno di una strategia di sviluppo che, come abbiamo visto in precedenza, parte da lontano, l’Urban center si pone in maniera complementare rispetto a quanto realizzato finora, integrando le azioni presenti e future con un progetto che intende concentrare gli sforzi su aspetti indirettamente connessi alla produzione agricola quali la formazione professionale di medio-alto livello, il supporto all’imprenditoria, la trasformazione dei prodotti, la parte estrema del nord-ovest del Benin e si prolunga in Togo

e Ghana. Si tratta per lo più di terre povere con rischi seco- lari di lunghissime siccità, un suolo troppo spesso duro e troppo spesso sommerso dall’acqua in brevi e concentrati periodi dell’anno. Il vasto bacino idrografico del Niger che caratterizza l’Africa occidentale, e di cui fa parte il massiccio dell’Atakora, nonostante il clima semi-desertico s’inonda durante la stagione delle piogge. Queste montagne non sono solo un’area geografica, ma sono dei luoghi di una forte iden- tità per chi ci vive. Dei sistemi di valori e di regole non scritte presiedono ancora ai rapporti della collettività, che hanno difeso la propria identità culturale pur accogliendo e inte- grando tutti gli elementi nuovi che si rivelavano efficaci.

Nel mese di aprile di quello stesso anno siamo partiti per condurre l’attività di tirocinio in Benin. E stato questo un momento importante per conoscere, verificare in situ la fattibilità delle proposte elaborate lungo il corso dell’Ate- lier, in un’esperienza che ha visto uniti durante l’intero arco dell’attività docenti e studenti italiani e beninesi, la comu- nità e le autorità di Matéri, i rappresentanti del governo, in un processo comune di formazione e di confronto. Questa espe- rienza di viaggio, al di là del programma offerto, ha costituito un momento autentico per la costruzione della loro e della nostra nuova identità, continuando a intessere quel sottile intreccio tra culture che ha caratterizzato alcuni dei momenti più alti dell’animo cosmopolita europeo.

L’Urban center  3 si è configurato passo dopo passo come il

3 Il progetto per L’Urban center è stato tradotto in un progetto di fattibilità da P. Montini Zimolo e F. Vaccher, per l’Associazione Famiglie Rurali ed è stato approvato dalla Municipalià di Materì nel 2014.

^ Materì, lavoro in aula e presentazione del progetto al Consiglio Comunale

commercializzazione ed il marketing del territorio, in un’ot- tica di filiera agricola allargata. L’Urban center è una realtà in grado di autosostenersi e di sperimentare una struttura urbana innovativa per la sua capacità di generare risorse, che si ponga come “hub” per attività produttive e servizi, come una foresteria, corsi di alta formazione, servizi di supporto e consulenza per imprenditori stranieri, internet point, punti vendita, servizi di ristorazione. L’obiettivo è dunque quello di arrivare a fornire un modello insediativo condiviso e sosteni- bile che recuperi un “saper fare” locale ripensato e arricchito dalle innovazioni tecnologiche e dalla ricerca scientifica, e possa indicare una nuova via per lo sviluppo.

L’Urban center è qualcosa di più di una semplice compo- sizione di edifici, strettamente legati agli usi e all’occupazione del suolo presente nel territorio, è la costruzione del cuore della nuova città di Materì che cresce e cambia, intorno ai suoi nuovi luoghi centrali. L’obiettivo ambizioso è quello di proporre un modello urbano-rurale che possa essere esteso ad altre aree del Benin e costituisca una spinta all’incremento di sviluppo nelle zone rurali.

Studi di progetto per l'Urban center di Materì,

prodotti a conclusione del viaggio-tirocinio in Benin, aprile 2014

^ planimetria dell'impianto generale (sulla base della proposta

^ Urban center, unità abitativa:

planimetria, sezione e veduta della corte.

^ Urban center, veduta della biblioteca

COTONOU,

UNA METROPOLI IN CRESCITA

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