sospetta che tre milioni di persone vi tentino il suicidio. E’ la quinta causa di morte più importante nel paese e un serio problema sociale e di salute nazionale.81
Tuttavia, nonostante esista un’ampia gamma di tassi nazionali, tutti gli studi statistici hanno trovato lo stesso schema di distribuzione dei suicidi in Cina. Per prima cosa i cinesi commettono suicidi 3-‐4 volte di più nelle campagne che nelle città. In secondo luogo, il tasso di suicidi è più alto nelle donne che negli uomini. Terzo, il suicidio è la principale causa di morte tra i giovani cinesi di 15-‐34 anni. Infine, vi è una percentuale di malati mentali tra le vittime di suicidio particolarmente bassa rispetto al resto del mondo.
II.2 Zone urbane e zone rurali
Nella maggior parte delle nazioni il tasso di suicidio nelle zone urbane supera ampiamente quello nelle zone rurali. 82 Fanno eccezione la Cina e l’Australia, anche se globalmente è in atto una tendenza all’aumento dei suicidi nelle campagne, forse a causa della diminuzione dell’integrazione sociale e delle difficoltà economiche. 83 In Cina le statistiche hanno dimostrato che i suicidi della aree rurali sono da 3 a 5 volte più numerosi di quelli nelle città, ed è una condizione che si verifica tra gli uomini, tra le donne ed in ogni gruppo di età. Secondo le stime dell’OMS del 1999, nelle campagne cinesi c’è un tasso medio di suicidio annuale di 22,5 per 100.00, 24, 7 per le donne e 20,4 per gli uomini.
80 CJL LOPEZ, AD MURRAY, The Global Burden of Disease: a Comprehensive Assesment of Mortality and
Disability from Disease, Injuries, and Risk Factors in 1990 and projected to 2020, Cambridge, Harvard University press, 1996.
81 LAW, LIU, “Suicide in China: Unique ...”, op. cit., pp. 80-‐81. 82 Ibidem, p. 82.
83 Paul S. F. YIP, Chris CALLANAN, Hok Pan YUEN, “Urban/Rural and Gender Differentials in Suicide Rates:
Figura 9
Figura 10
I numeri cambiano notevolmente secondo le fasce di età. Il picco più alto di suicidi si ha negli ultimi tre gruppi di età, il cui tasso totale va dal 41,8 su 100.000 del gruppo 55-‐64 anni a un massimo di 117,6 per le persone al di sopra dei 75 anni. Il secondo picco si ha invece nel gruppo 25-‐34 anni dove vi si calcola un tasso di 26,6. Bisogna tuttavia notare che in questo gruppo c’è una forte differenza tra il tasso femminile di 33,3 e quello maschile che è di 20,2.
Figura 1184
84 Le figure 7, 8 e 9 provengono da: http://www.who.int/mental_health/prevention/suicide/
Se invece analizziamo le statistiche che si riferiscono solo alle zone urbane il tasso di suicidio totale si abbassa notevolmente, quello nel 1999 è di soli 6,7 su 100.000 e la differenza tra quello maschile e femminile è minima (6,7 per uomini e 6.6 per le donne). Se differenziamo le cifre secondo età, possiamo vedere che non ci sono dei picchi importanti come nelle statistiche riferite alle zone rurali. Il tasso totale si mantiene tra il 6.3 e l’8.1 tra i 25 e i 64 anni di età, per poi stabilizzarsi a un 32.2 su 100.000 per il gruppo superiore ai 75 anni.
Figura 12
Figura 1485
Phillips invece stima una differenza ancora maggiore calcolando un tasso totale di 27,1 su 100.000 per le campagne e un 8.3 per le zone cittadine. (Vedi figura 5)
Figura 1586
Da questo grafico possiamo vedere la marcata differenza di numero tra le morti occorse nelle città e quelle nelle campagne. In entrambi i casi si ha uno schema bimodale con due picchi, ma quelli delle zone rurali sono molto più marcati, (in particolare la curva delle donne dai 15 ai 34 anni). Phillips e colleghi calcolano un tasso di 37.8 su 100.000 e di 22.8 per le donne e gli uomini delle zone rurali, che si contrappongono a un 10.8 e un 9.5 su 100.000 per le donne gli uomini delle zone urbane. A differenza della statistica dell’OMS, Phillips evidenzia che anche nelle zone urbane le giovani donne si uccidono più frequentemente degli uomini. Nel gruppo di età 35-‐59 anni il tasso nelle campagne è di 31,3 e 27.8 per donne e uomini mentre nelle città è di 7.5 e 9.0. Nel
85 Le figure 10, 11 e 12 provengono da: http://www.who.int/mental_health/prevention/suicide/
country_reports/en/index.html, consultato in data 04/11/2012.
gruppo 60-‐84 anni invece abbiamo nelle zone rurali 77.9 per le donne e 88.80 per gli uomini, ma nelle città il tasso calcolato è 16.1 per le donne e 17.3 per gli uomini.87 Considerando che il 70%88 dei cinesi vive nelle campagne, è possibile affermare che il 93% dei suicidi totali in Cina avvengono tra i residenti rurali.89
Poiché in Cina la densità delle fasce di popolazione varia in modo molto marcato a seconda dell’età e del luogo di residenza, per capire la dimensione del suicidio in Cina è utile convertire il tasso in numero di morti per suicidio. Possiamo così vedere che, nonostante il tasso di suicidio molto maggiore tra gli anziani, il numero delle morti tra i giovani (in particolare quelli che vivono nelle zone rurali) è molto più alto. Si nota inoltre una grandissima differenza tra i suicidi compiuti nelle aree rurali rispetto a quelli compiuti nelle aree urbane.
Figura 1690
87 PHILLIPS, LIU, ZHANG, “Suicide Rates ...”, op. cit., pp. 839-‐840.
88 Secondo il censimento del 2000. Attualmente invece la percentuale di residenti urbani è di 49,68% e
quella rurale è di 50,32, con un aumento del 13,46% della percentuale di popolazione urbana. (fonte: http://www.stats.gov.cn/english/newsandcomingevents/t20110428_402722244.html)
89 LAW, LIU, “Suicide in China: Unique ...”, op. cit., pp. 82-‐83.
90 LEE, Hyeon Jun, States of Suffering: Female Suicide, Subjectivity, and State Power in Rural North China,
tesi di dottorato discussa alla Washington University in St. Louis, Missouri, Dicembre 2009, http://openscholarship.wustl.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1195&context=etd. Convertiti secondo il censimento 2000.
E’ necessario precisare che i dati del DSP e del Ministero della Salute hanno la stessa definizione di popolazione urbana e rurale, la quale differisce però dai dati del censimento della popolazione nazionale del China Statistics Bureau. Quest’ultimo include nella definizione di “popolazione urbana” sia gli abitanti delle città sia quelli delle municipalità, mentre entrambi i sistemi di registrazione delle morti nazionali considerano “urbana” la popolazione non agricola delle città medio-‐grandi e rurale quella proveniente da contee e municipalità. Il problema si pone quando si confrontano i dati del DSP o del NMS con le statistiche del censimento nazionale. Phillips ad esempio, ha accostato i dati sulla mortalità urbana del Ministero della Salute cinese ai dati sulla popolazione delle città riportata dallo Statistics Bureau e i dati sulla mortalità rurale accorpata alla popolazione di municipalità e contee. Tale sistema viene considerato dallo studioso una approssimazione non perfetta ma abbastanza verosimile.91
Un altro fattore che potrebbe rendere inadeguate queste considerazioni può essere l’impatto della numerosa popolazione fluttuante cinese sulle statistiche di suicidio, tuttavia la maggior parte delle morti delle persone che dalle campagne migrano in città sono sempre registrate come decessi ascritti alla categoria degli abitanti delle zone rurali perché il loro permesso di residenza solitamente non cambia. 92 Mancano però degli studi approfonditi riguardo i suicidi dei lavoratori migranti cinesi e non sappiamo quindi come questi interagiscano con lo schema dei suicidi nazionali.
Una delle cause più citate per spiegare la differenza marcata tra le cifre dei suicidi rurali e quelli urbani è la questione dei pesticidi. In Cina l’83% delle persone sceglie di bere pesticidi come mezzo per togliersi la vita. Il 61% di questi ha ricevuto cure dopo l’ingestione ma la maggior parte di loro non sopravvive. 93 Diversi studi condotti in altre nazioni hanno trovato una forte relazione tra il metodo scelto per uccidersi e la sua reperibilità. L’alta diffusione di suicidi per ingestione di pesticidi e la bassa proporzione di rianimazioni riuscite suggeriscono che l’alto numero di suicidi compiuti nelle zone rurali, in particolare tra chi beve impulsivamente il veleno senza l’intenzione di morire, potrebbe essere dovuto alla pronta disponibilità dei pesticidi nelle case, all’alta letalità del veleno e al carente servizio ospedaliero. Alcuni pensano che molte morti sarebbero
91 PHILLIPS, LIU, ZHANG, “Suicide Rates ...”, op. cit., p. 839. 92 Idem.
93 Huanyang YANG, Michael R. PHILLIPS, Maigeng ZHOU, Lijun WANG, Yanping ZHANG, Dong XU,
“Understanding the Unique Characteristics of Suicide in China:NationaI Psychological Autopsy Study”, Biomedical and Enviromental Sciences, 18, 2005, pp. 382-‐387.
in realtà da considerare tentativi di suicidio impulsivi che diventano però effettivi a causa della tossicità del mezzo scelto e delle difficoltà di soccorso.94
II.3 Relazione tra gender e suicidio
L’altra particolarità dello schema che descrive la modalità con cui il popolo cinese si toglie la vita è la forte inversione della tendenza internazionale secondo cui i maschi si uccidono con più frequenza delle femmine. Solitamente il rapporto dei suicidi maschi/femmine è 2-‐3:1, mentre il rapporto di gender dei tentativi di suicidio è di 1:3. La causa di questa differenza è che, principalmente, le donne tendono a usare armi meno letali e quindi ad essere salvate con più facilità.95 I suicidi femminili sono caratterizzati anche da un alto livello d’impulsività dei tentativi di suicidio e degli episodi di autolesionismo. Tali comportamenti impulsivi sono visti come drammatica reazione a seri eventi negativi nella vita della persona, come rotture sentimentali, perdite finanziarie e conflitti familiari. Alcuni studi hanno evidenziato che tali atti a bassa pianificazione sono meno collegati a disturbi dell’umore dei suicidi a lunga elaborazione. Ad avere disturbi dell’umore, disistima e disordini bipolari sono di più le donne mentre gli uomini sono maggiormente affetti dalla “triade letale del suicidio”, ovvero tratti impulsivi e aggressivi, abuso di sostanze e depressione. Inoltre le donne tendono ad avere maggiori aiuti sociali, a percepire le proprie relazioni come un deterrente al suicidio e sono più propense a cercare aiuto medico. Il matrimonio e la presenza dei figli sono, in occidente, fattori protettivi contro i suicidi per le donne ma non per gli uomini. I tentativi di togliersi la vita delle donne possono essere visti come sforzi per modificare l’ambiente circostante, ottenere l’aiuto di familiari e di medici per proteggere se stesse da un suicidio completo. Gli uomini invece si uccidono con mezzi violenti e più efficaci, hanno un tasso di malattie psichiatriche più alto e si affidano meno ad aiuti di personale specializzato.96
In Cina il tasso suicidario femminile è mediamente più alto del 26% rispetto a quello maschile, ma la differenza è dovuta soprattutto al grande numero di suicidi tra le giovani donne delle zone rurali, in questo caso il tasso femminile è più alto di ben 66%
94 Michael EDDLESTON, Michael R. PHILLIPS, “Self Poisoning with Pesticides”, British Medical Journal, 328,
2004, pp.42-‐43.
95 LAW, LIU, “Suicide in China: Unique ...”, op. cit., pp. 83. 96 LEE, States of Suffering: Female ..., op. cit.