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2.5 N T - PROBNP E TROPONINA CARDIACA PER DIFFERENZIARE LA DISPNEA CARDIACA

2.5.1 L’ UTILIZZO DI NT - PROBNP

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2.5NT-PROBNP E TROPONINA CARDIACA PER DIFFERENZIARE LA DISPNEA CARDIACA DALLA

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insieme ad altre informazioni cliniche, la misurazione del BNP è utile per stabilire o escludere una diagnosi di insufficienza cardiaca nell'uomo che presenta dispnea e la misurazione di BNP è ora ampiamente adottata nella medicina umana. Nella medicina veterinaria, la concentrazione di BNP è stata considerata uno strumento affidabile per discriminare tra insufficienza cardiaca congestizia e malattia respiratoria primaria nei cani.

I risultati di studi preliminari, nei cani hanno suggerito che la valutazione della concentrazione di NT-proBNP circolante sarebbe altrettanto utile.

L’obbiettivo di numerosi studi condotti fino ad oggi era quello di stabilire la valutazione della concentrazione di NT-proBNP circolante come mezzo per discriminare tra insufficienza cardiaca congestizia e malattia polmonare primaria in cani con difficoltà respiratoria o tosse.

Una ricerca svolta nel 2008 ha analizzato 46 cani con segni di insufficienza respiratoria o tosse. Tutti i cani che sono stati valutati a causa di tosse o distress respiratorio sono stati inizialmente valutati tramite esame fisico completo e radiografia del torace. I cani con evidenza di cardiopatia hanno ricevuto una valutazione ecocardiografica completa. La diagnosi di malattia cardiaca è stata definita tramite l'auscultazione di un soffio o aritmia durante l'esame fisico o un punteggio cardiaco vertebrale radiografico (VHS> 11); un punteggio cardiaco vertebrale deriva dalle misurazioni degli assi corti e lunghi del cuore in relazione ai corpi vertebrali. L'insufficienza cardiaca sinistra è stata diagnosticata radiograficamente dalla presenza di un infiltrato interstiziale e alveolare, maggiore nei campi polmonari caudodorsali, di una distensione venosa polmonare e dalla presenza di un ampio atrio sinistro, in combinazione con l'evidenza ecocardiografica di cardiopatia sinistra. L'insufficienza cardiaca destra è stata diagnosticata mediante rilevazione della distensione giugulare, epatomegalia e ascite attraverso l'esame obiettivo, in combinazione con l'evidenza radiografica ed ecocardiografica della cardiopatia destra.

I cani in cui l'insufficienza cardiaca o la malattia cardiaca non sono stati rilevati tramite esame fisico o radiografia del torace sono stati inclusi se avevano evidenza radiografica di malattia delle vie aeree o del parenchima polmonare e sottoposti a lavaggio broncoalveolare con esame citologico e coltura batterica. Sono stati esclusi dallo studio cani con evidenza di concomitante malattia cardiaca e respiratoria. I campioni di siero o plasma di 46 cani sono stati analizzati per la concentrazione di NT-proBNP, la cui media circolante nei cani con malattia polmonare primaria è di 357 pmol/l, valore, questo, significativamente inferiore alla concentrazione mediana di NT-proBNP nei cani con insufficienza cardiaca (2544 pmol/l).

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Figura 26 Box plot di concentrazioni di NT-proBNP in cani con insufficienza respiratoria o tosse con una diagnosi di insufficienza cardiaca congestizia (n = 25) o malattia polmonare primaria (21)

(Fine D. M., 2008).

Nel presente studio, la valutazione della concentrazione di NT-proBNP circolante è stata utile nella differenziazione dei cani con malattie cardiache e segni di insufficienza cardiaca congestizia da quelli con malattia polmonare primaria e nessuna evidenza di malattie cardiache. Nel gruppo di insufficienza cardiaca, solo un cane mostra una concentrazione di NT-proBNP <1,000 pmol/l; il 92% dei cani con insufficienza cardiaca ha una concentrazione di NT-proBNP> 1400 pmol/l. Pertanto, i risultati dello studio di questo rapporto suggeriscono che i cani con difficoltà respiratoria o tosse con concentrazione circolante di NT-proBNP> 1400 pmol/l dovrebbero essere fortemente sospettati di avere un'insufficienza cardiaca (Fine D. M., 2008).

Tra febbraio 2003 e febbraio 2004 sono stati studiati un totale di 330 cani provenienti da diversi ospedali universitari americani. I ricercatori hanno diviso i pazienti in tre differenti gruppi: il gruppo 1 costituito da cani sani senza evidenza di patologie cardiache basata su accertamenti di esami storici e fisici; i cani del gruppo 2 con evidenza fisica di cardiopatia acquisita, senza segni clinici di compromissione funzionale; il gruppo 3 composto da cani presentati per un problema principale di tosse o dispnea. Sono stati esclusi i cani con evidente causa non cardiaca di tosse o dispnea. Al momento dell’analisi, quindi, sono stati valutati 75 cani senza evidenza di cardiopatia, 76 cani con cardiopatia subclinica e 179 cani con tosse o dispnea. Una volta raccolti i campioni di plasma per la valutazione della concentrazione di BNP è risultato che, quest’ultima per i soggetti con tosse o con dispnea (10 pg/ml) è superiore a quella dei cani con cardiopatia subclinica (3 pg/ml) e ancor maggiore rispetto a quella dei cani senza evidenza di cardiopatia (0,96 pg/ml). La diagnosi finale nei 179 cani che presentano tosse o dispnea è di CHF in 101 cani (56%) e dispnea non cardiaca in 78 cani (44%). I cani con CHF mostrano una concentrazione mediana di

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BNP di 24,6 pg/ml, mentre la concentrazione mediana di BNP per cani con cause non cardiache di tosse o dispnea è pari a 2,6 pg/ml. Dei 78 cani con eziologia non cardiaca di tosse o dispnea, 30 cani (38%) hanno presentato una concomitante cardiopatia. La concentrazione di BNP nei cani con cause non cardiache di tosse o dispnea con concomitante cardiopatia appare aumentata, 3,3 pg/ml, rispetto ai cani senza evidenza di concomitante cardiopatia, 1,9 pg/ml, ma questa differenza non è statisticamente significativa. Inoltre le concentrazioni di BNP sono aumentate in modo notevole in funzione della gravità di CHF misurata dall'ISACHC: le concentrazioni mediane di BNP sono pari a 3,0 pg/ml nei cani con ISACHC I, 17,8 pg/ml nei cani con ISACHC II e 30,5 pg/ml nei cani con ISACHC III.

Figura 27 Grafico a scatola delle concentrazioni di peptidi natriuretici di tipo B per i cani che presentano tosse o dispnea raggruppate per eziologia dei segni clinici, cioè cani con insufficienza cardiaca congestizia e cani con cause

non cardiache di tosse o dispnea (De Francesco T. C., 2007).

Per questo test ELISA, un valore soglia di BNP di 6 pg/ml mostra una sensibilità del 90% e una specificità del 78% per differenziare CHF da altre cause di tosse o dispnea. Valori di cut-off più alti di BNP hanno prodotto una sensibilità inferiore e una specificità più elevata.

Come per la precedente ricerca questi risultati suggeriscono che questo test per la misurazione del BNP consente un'accurata differenziazione tra i cani con CHF e quelli con cause non cardiache di tosse o dispnea (De Francesco T. C., 2007).

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Per quanto riguarda la medicina felina, alcuni ricercatori hanno condotto alcuni studi per verificare e valutare la possibile utilità di NT-proBNP per distinguere l’insufficienza cardiaca congestizia e altre cause non cardiache di dispnea acuta nei gatti.

Nel gatto, distinguere la dispnea causata da CHF dalle condizioni respiratorie primarie rimane difficile e i gatti con segni di difficoltà respiratoria possono presentare una vera e propria sfida diagnostica. Lo stile di vita sedentario dei gatti domestici spesso significa che i sintomi della malattia cardio-respiratoria possono non essere notati dai proprietari fino a quando il processo patologico non è avanzato e tali animali spesso si presentano in condizioni critiche. La capacità di distinguere le cause cardiache da quelle non cardiache di difficoltà respiratoria è un passo iniziale fondamentale per ottenere una diagnosi accurata e un trattamento appropriato. Spesso non è possibile farlo sulla base dell’anamnesi e dell'esame obiettivo; a ciò si aggiunga che lo stato compromesso dei gatti con grave difficoltà respiratoria limita la valutazione diagnostica. Frequentemente, la presenza di malattie cardiache non può essere identificata dalla radiografia del torace perché l'ipertrofia concentrica, caratteristica della HCM, non è facilmente riconoscibile e l'allargamento cardiaco moderato può non essere evidente. Inoltre, l'edema polmonare cardiogeno nei gatti può essere diffuso e distribuito in modo non uniforme o concentrato solamente nel lobo medio del polmone; questo rende differente l'edema polmonare da altre malattie polmonari infiltrative nei gatti. Il liquido pleurico spesso oscura la silhouette cardiaca rendendo impossibile la valutazione radiografica del cuore. La storia clinica del paziente è troppo spesso relativamente attendibile, i segni clinici sono variabili e non specifici e limiti sostanziali sono associati all'esame fisico, all'elettrocardiografia e alla radiografia del torace. L'ecocardiografia rimane il gold standard per la valutazione della struttura e della funzione cardiaca felina, ma tale esame può non riflettere con certezza la presenza di disfunzione diastolica acuta o l'esacerbazione di insufficienza cardiaca. Inoltre, l'ecocardiografia può aiutare nella diagnosi di CHF, ma ciò richiede attrezzature costose e un livello di esperienza, che potrebbe non essere disponibile al momento della presentazione di emergenza. La terapia empirica, come diuretici, corticosteroidi, broncodilatatori e antibiotici, viene spesso somministrata nel tentativo di alleviare i segni clinici, ma in assenza di una diagnosi più accurata questo approccio può essere dannoso.

Ciò sottolinea la necessità di un biomarker cardiaco sensibile e specifico per facilitare la diagnosi clinica di CHF nel gatto. A differenza di quanto è stato scoperto in relazione ai cani e agli esseri umani, si sa relativamente poco del valore del test nei gatti. Studi preliminari indicano che sia l'ANP che il BNP si mostrano potenziali biomarkers di

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malattia miocardica. Recenti ricerche hanno dimostrato che la circolazione di concentrazioni di NT-proANP e in particolare di NT-proBNP misurate mediante ELISA può essere utilizzata per identificare i gatti con malattie cardiache e CHF.

In un primo studio effettuato NT-proBNP è stato misurato in 167 gatti con dispnea (66 dovuta a malattia respiratoria primaria, 101 come conseguenza di CHF) per valutare: i) la relazione con i parametri clinici; ii) la capacità di distinguere CHF dalla malattia respiratoria primaria; iii) un valore di cut-off indicativo per la discriminazione dei due casi.

Nell’analisi sono stati esclusi tutti i soggetti per i quali la loro causa di dispnea era trauma o anemia, se la patologia clinica indicava insufficienza renale cronica, se avevano una malattia nasale primaria o gravi disturbi sistemici o metabolici che potevano causare sofferenza respiratoria. Ogni gatto ha ricevuto un'accurata anamnesi medica e un esame fisico completo al momento della presentazione clinica, seguito da radiografia del torace ed ecocardiografia. Ulteriori test diagnostici specialistici sono stati eseguiti, se ritenuto necessario, per stabilire una diagnosi definitiva. La causa della dispnea è stata quindi classificata come risultante da (1) CHF sulla base della radiografia (reperti coerenti con edema polmonare o versamento pleurico) ed ecocardiografia (evidenza di cardiopatia strutturale o funzionale), o (2) malattia respiratoria primaria. All’analisi dei risultati sui campioni di plasma ottenuti la concentrazione plasmatica di NT-proBNP si rivela significativamente più alta nei gatti che presentano dispnea con CHF (754 pmol/l) rispetto a quella dei gatti con dispnea associata a malattia respiratoria primaria. La concentrazione plasmatica media di NT-proBNP nei gatti con CHF, inoltre, non è statisticamente differente tra gatti di sesso maschile e femminile e nemmeno tra gatti affetti da CHF conseguente a cardiopatie differenti tra loro.

Nessun tipo di correlazione è stata trovata tra NT-proBNP e peso corporeo, età, punteggio della scala cardiaca vertebrale, tiroxina, creatinina, BUN o cTnI. Associazioni tra peptidi natriuretici con età e altri parametri sono state segnalate con malattie cardiache negli esseri umani, che solitamente riflettono alte concentrazioni di peptidi natriuretici, ad esempio, in pazienti di età avanzata.

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Figura 28 Placche a scatola e basette di concentrazioni plasmatiche di NT-proBNP in 167 gatti con dispnea che si presentavano per un trattamento di emergenza (Fox P. R., 2009)

Il test eseguito con tutti i 167 casi ha rivelato che la concentrazione plasmatica di NT-proBNP è utile per distinguere i gatti presentanti dispnea con CHF dal gruppo di gatti con dispnea causata da malattia respiratoria primaria. Per distinguere in modo ottimale tra cause respiratorie primarie e cardiache di dispnea acuta, un valore soglia plasmatico di NT-proBNP di 265 pmol/l mostra una sensibilità del 90,2%, una specificità dell'87,9%, un valore predittivo positivo del 92% e un valore predittivo negativo dell'85,3%.

Le concentrazioni circolanti di NT-proBNP riflettono il grado di compromissione strutturale e funzionale e la gravità dello stato clinico di insufficienza cardiaca nei soggetti con insufficienza cardiaca. NT-proBNP, quindi, sembra essere un utile biomarker cardiaco per la popolazione felina e i risultati ottenuti da questa ricerca sono coerenti con gli studi effettuati sull’uomo e sul cane, che dimostrano il ruolo diagnostico di NT-proBNP nei casi di emergenza che presentano dispnea acuta (Fox P. R., 2009).

Analogamente alla ricerca discussa in precedenza, un altro studio si è posto l’obbiettivo di determinare se le concentrazioni sieriche di NT-proBNP possano distinguere le cause cardiache da quelle non cardiache di dispnea respiratoria nei gatti. 74 casi di felini con segni di sofferenza respiratoria (definiti come tachipnea, respiro paradosso, stertore, stridore, respirazione della bocca aperta o qualsiasi combinazione di questi) sono stati reclutati per lo studio. In particolare, la diagnosi si è basata sui risultati dell'esame fisico e sui risultati di appropriati test diagnostici come radiografia, ecocardiografia, tomografia computerizzata, ecografia toracica, elettrocardiografia, analisi della pressione arteriosa sistolica utilizzando un rilevatore di flusso Doppler, ematologia, biochimica sierica, concentrazioni di tiroxina totale sierica, analisi della troponina I cardiaca sierica, toracocentesi, broncoscopia, lavaggio broncoalveolare (inclusa batteriologia e citologia),

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analisi con ago sottile e analisi del liquido pleurico. I gatti sono stati esclusi se il distress respiratorio derivava da una malattia sistemica che avrebbe potuto anche influire sulla funzione cardiaca come l'anemia o l'ipertiroidismo. Le concentrazioni di NT-proANP e siero di NT-proBNP sono state misurate usando test immunoenzimatici sandwich.

Il valore medio di NT-proANP e NT-proBNP nel gruppo di felini con dispnea e HCF risulta rispettivamente 1690 fmol/ml e 523 fmol/ml, mentre nel gruppo di soggetti con dispnea senza HCF cardiaca i valori sono pari a 614 fmol/ml e 45 fmol/ml, rispettivamente.

I gatti che non presentano HCF, invece, mostrano concentrazioni significativamente più basse sia di NT-proANP che di NT-proBNP rispetto ai gatti con CHF.

Figura 29 Distribuzione della concentrazione sierica di NT-proBNP (Connolly D. J., 2009).

In base ai risultati ottenuti, una concentrazione limite di NT-proBNP di 220 fmol/ml potrebbe discriminare accuratamente i pazienti con dispnea e HCF dai gatti con dispnea conseguente a disturbo respiratorio primario con una sensibilità e specificità rispettivamente del 93,9% e 87,8%. Utilizzando una soglia di 95 fmol/ml, la sensibilità è del 100%, ma la specificità scende al 73,17%; con un cut off di 404 fmol/ml la specificità aumenta al 100%, ma la sensibilità si riduce al 63,64%.

Il presente studio mostra che la misurazione delle concentrazioni circolanti di peptidi natriuretici dovrebbe fornire un'utile aggiunta all’analisi diagnostica del medico, ma solo se la tecnologia ELISA evolve verso un test rapido e maggiormente accurato. Inoltre, se i progressi della tecnologia consentono di eseguire il test con solo poche gocce di sangue, allora può essere possibile ottenere sangue sufficiente pungendo la pelle sull'orecchio con

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un ago, riducendo così significativamente il rischio associato alla venipuntura in un animale instabile con difficoltà respiratoria (Connolly D. J., 2009).

In accordo con una delle sopra richiamate pubblicazioni, che ha riportato le concentrazioni sieriche di NT-proBNP in 28 gatti di controllo sani, confrontando questi risultati è interessante notare che i gatti nel gruppo presentante dispnea senza CHF rivelano valori di NT-proBNP circolanti significativamente più alti rispetto ai gatti di controllo. (Connolly D.

J., 2008)

Le ricerche condotte fino ad oggi dimostrano che, i peptidi natriuretici, possiedono un buon potere discriminante tra i due gruppi diagnostici e che, in combinazione con altri test diagnostici appropriati, la misurazione dei peptidi cardiaci circolanti dovrebbe migliorare l'accuratezza diagnostica del clinico quando si distingue tra cause cardiache e non cardiache di dispnea nei nostri animali da compagnia, e quindi facilitare un trattamento accurato.

83 2.5.2L’UTILIZZO DELLA TROPONINA CARDIACA

Analogamente agli studi effettuati sui peptidi natriuretici, sono state condotte diverse ricerche volte ad indagare il possibile utilizzo della cTnI per la differenziazione dei pazienti soggetti a dispnea cardiaca e non cardiaca. Nonostante cTnI si riveli un indicatore sensibile e specifico del danno miocardico ischemico, vi è infatti l’ipotesi che possa comunque essere coinvolta nella fisiopatologia della dispnea di origine cardiaca.

Uno studio condotto nel 2007 ha valutato come l’analisi delle concentrazioni circolanti di NT-proANP, BNP, endotelina-1 (ET-1) e cTnI possono essere utilizzate per distinguere tra cause cardiache e non cardiache di dispnea nei cani. Per quanto riguarda i campioni di plasma dei 48 pazienti in esame, è emerso che la concentrazione di cTnI appariva aumentata nei cani dispnea con e senza CHF.

Figura 30 Concentrazione di cTnI nei cani con dispnea senza insufficienza cardiaca congestizia (nCHF) e nei cani con insufficienza cardiaca congestizia (CHF) (Prosek R., 2007).

Gli elevati livelli di cTnI suggeriscono che un certo grado di danno ischemico miocardico è presente in molti soggetti con cause non cardiache di dispnea; l'ipossia grave a causa di patologie respiratorie può, infatti, causare lesioni cardiache secondarie. L’analisi di cTnI si rivela quindi non utile allo scopo della ricerca e vi era la necessità di ulteriori indagini per determinare meglio la causa dell'aumentata concentrazione di cTnI nei soggetti del suddetto studio (Prosek R., 2007).

A differenza dei lavori pubblicati che indagano l’utilizzo di cTnI nel cane, alcune ricerche sulla razza felina mostrano risultati più incoraggianti.

Una ricerca pubblicata nel 2008 si è posta come scopo quello di determinare se la concentrazione plasmatica di cTnI possa essere utilizzata per discriminare le cause cardiache dalle cause non cardiache di dispnea nei gatti. A tal fine, la concentrazione

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plasmatica di cTnI è stata valutata in gatti con varie forme di malattia cardiaca e in gatti con cause respiratorie primarie di dispnea.

Tutti i gatti dispnoici sono stati sottoposti a ecocardiografia e radiografia del torace.

L'insufficienza cardiaca congestizia è stata identificata sulla base di reperti radiografici ed ecocardiografici e risposta ai diuretici. I gatti con dispnea non cardiaca sono stati sottoposti a ulteriori procedure diagnostiche (lavaggio transtracheale, pleurocentesi, broncoscopia, toracotomia esplorativa e aspirazione con ago sottile) per identificare la causa della malattia polmonare.

Per le analisi di sensibilità e specificità eseguite sui dati dei due gruppi di gatti di studio, sono stati stabiliti quattro valori soglia diagnostici: 0,19, 0,5, 1,0 e 1,43 ng/ml. Questi valori soglia erano scelti per rappresentare le soglie di specificità del 100% per l'identificazione di cause cardiache o non cardiache di dispnea (0,19 e 1,43 ng/ml) e di due soglie aggiuntive (0,5 e 1,0 ng/ml).

Nello studio sono stati inclusi 43 gatti dispnoici; 31 presentanti dispnea cardiaca (D-CHF) e 12 con dispena non cardiaca (D-NCC). All’analisi dei risultati sulle concentrazioni di cTnI, i soggetti con D-CHF presentano una concentrazione di cTnI significativamente maggiore (mediana, 1,59 ng/ml) rispetto ai gatti con D-NCC (mediana, 0,165 ng/ml). Un terzo sottogruppo di gatti con malattia cardiaca subclinica mostra concentrazioni plasmatiche di cTnI che coprono entrambe le gamme D-CHF e D-NCC (mediana, 0,39 ng/ml).

Figura 31 Concentrazioni plasmatiche di cTnI in 31 gatti con D-CHF e 12 gatti con D-NCC (Herndon W. E., 2008).

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Per questa ricerca, una concentrazione plasmatica di cTnI ≥ 0,2 ng/ml mostra una sensibilità del 100%, una specificità del 58% e un'accuratezza diagnostica dell'88% per la determinazione di D-CHF nei gatti. La concentrazione plasmatica di cTnI> 1,42 ng/ml, invece, riporta una sensibilità del 58%, una specificità del 100% e un'accuratezza diagnostica del 66%.

In questo studio, tutti i gatti con dispnea cardiaca rivelano concentrazioni plasmatiche di cTnI> 0,2 ng/ml. Al contrario, dei 12 gatti con D-NCC, 6 possiedono concentrazioni plasmatiche di cTnI <0,2 ng / mL, ma 6 di questi hanno valori che superavano il limite di riferimento per gatti sani (<0,17 ng / mL) ottenuti mediante l'uso dello stesso sistema di analisi. Tuttavia, gli aumenti della concentrazione plasmatica di cTnI nei gatti con D-NCC sono in genere inferiori a quelli rilevati nei gatti con D-CHF e nessun gatto con D-NCC ha concentrazioni plasmatiche di cTnI> 1,42 ng/ml.

Pertanto, la misurazione della concentrazione plasmatica di cTnI può aiutare a escludere CHF in una porzione di gatti dispnoici; se la concentrazione plasmatica di cTnI è all'interno o vicino ai valori dell'intervallo di riferimento per gatti sani, la dispnea in un gatto affetto può essere attribuita a cause non cardiache. Allo stesso modo, i gatti dispnoici con concentrazioni plasmatiche di cTnI che superano 1,42 ng/ml hanno probabilmente CHF come causa di insufficienza respiratoria. Quindi, l'individuazione di un'alta concentrazione plasmatica di cTnI (> 1,42 ng/ml) in un gatto dispnoico può fornire al medico prove diagnostiche sufficienti per cominciare un trattamento iniziale per CHF. Al contrario, il rilevamento di una concentrazione plasmatica di cTnI <0,2 ng/ml in un gatto dispnoico indicherebbe che il clinico debba perseguire la diagnosi e il trattamento delle cause non cardiache di dispnea. Infine, nei gatti con dispnea, le concentrazioni plasmatiche di cTnI da 0,2 a 1,42 ng/ml non risultano indicative della causa della dispnea, perciò ulteriori test diagnostici discriminatori, come la radiografia del torace o l'ecocardiografia, sono necessari per determinare la causa della dispnea.

Per quanto riguarda questa analisi, più della metà dei gatti possono essere stratificati con sicurezza come aventi D-CHF o D-NCC unicamente sulla base dei risultati dell'analisi del plasma cTnI e tali esiti differiscono dai risultati pubblicati per i cani, in cui la valutazione delle concentrazioni plasmatiche di cTnI non ha permesso di differenziare le cause di dispnea. (Herndon W. E., 2008).

Un altro studio condotto sulla popolazione felina, ha analizzato le concentrazioni di cTnI misurate in 30 gatti con distress respiratorio non cardiaco (RD-NC) e 23 gatti con RD a causa di insufficienza cardiaca congestizia (RD þ CHF). La diagnosi si è basata sui risultati

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dell'esame fisico e sui risultati dei test diagnostici selezionati dal veterinario. Questi test non sono stati standardizzati per ciascun animale, ma sono stati personalizzati per ciascun gatto in base alla storia e ai risultati dell'esame fisico; sono stati condotti test specifici per ciascun paziente che comprendevano radiografia, ecocardiografia, tomografia computerizzata, ecografia toracica, elettrocardiografia, toracocentesi, broncoscopia, lavaggio broncoalveolare, ecc.

Le concentrazioni di troponina al di sotto del limite più basso rilevabile del test sono attribuite a un valore appena inferiore a tale limite (0,19 ng/ml nel caso di un limite di <0,2 ng/ml) per i test statistici. Una volta analizzati i risultati sulle concentrazioni plasmatiche di cTnI risulta che i valori di cTnI per il gruppo RD þ CHF sono significativamente superiori a quelli ottenuti per il gruppo RD-NC.

Figura 32 Distribuzione della concentrazione sierica di troponina (ng/ml) in 30 gatti RD-NC e 23 gatti RD þ CHF (Connolly D. J., 2009).

Una concentrazione di cTnI pari a 0,81 ng/ml può discriminare accuratamente i gatti RDNC dai gatti RD þ CHF con una sensibilità e specificità rispettivamente del 65,2% e del 90,0%.

L'esame dei risultati, tuttavia, mostra che in quasi tutte le concentrazioni di cTnI nell'intervallo rappresentato, sono stati inclusi sia i gatti con CHF che i gatti con RD non cardiaca. Ad esempio, 14 su 30 gatti RD-NC (46,6%) e 20 su 23 gatti RD þ CHF (87%) mostrano concentrazioni sieriche di cTnI tra 0,2 e 42 ng/ml, che indicano una notevole quantità di sovrapposizione tra i due gruppi riducendo così l'utilità clinica del test. La maggiore sovrapposizione tra i due gruppi di campioni nel presente studio può essere una