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Gli errori e i piccoli problemi di traduzione manifestati dal test preliminare, sottoposto al vaglio del

focus group dell’Università   di   Camerino, sono stati quindi corretti e risolti, giungendo così alla

validazione finale della traduzione.

Il fascicolo documentale del TECO prevedeva, inoltre, per chi si iscriveva e poi per chi effettivamente svolgeva il test, un format (cfr. ALL.13) nel quale erano chieste notizie personali, come già illustrato nella TAB 1.3 (per es. dati anagrafici sullo studente e sulla composizione del suo nucleo familiare, sulle caratteristiche socio-economiche della sua famiglia, sulla sua condizione   di   fuori   sede   o   di   lavoratore,   sull’eventuale   supporto   allo   studio   ricevuto,   su   dati   di   natura meritocratica – voti  al  diploma  e  all’Università, test nazionale o locale  superato  all’ingresso   nell’Ateneo,  sulla percezione di competenze acquisite nel proprio Corso di Studio, sulla regolarità nella frequenza -): in particolare, tutti i pre-iscritti venuti al test dovevano rilasciare una liberatoria

ai  fini  dell’uso  delle  notizie che li riguardavano, come richiesto dal Garante per la Privacy. 2.11. Somministrazione del test

Il test è stato somministrato nei 12 Atenei selezionati, in un periodo che va dal 27 maggio al 4 luglio 2013: le date sono diverse da   una   sede   all’altra,   in ragione delle scelte delle Università medesime (cfr. ALL. 21).  E’  stata in ogni caso assicurata la continuità della somministrazione in un intervallo temporale definito, in modo da garantire omogeneità alla rilevazione. In alcuni casi, come nell’Università di Udine, le sessioni per il test sono   state   limitate   all’arco  di   3  giorni  (dal   17   al   20   giugno); in altri, come nei mega-Atenei di Bologna e Milano, le sessioni si sono prolungate su un lasso temporale superiore al mese (dal 3 giugno al 4 luglio).

Con   i   dati   a   disposizione   sull’universo   degli Atenei italiani e sulle 12 Università della sperimentazione (TABB 1.4 e 1.5), si sapeva che gli aventi diritto al   TECO   costituivano   un   po’ meno  del  20%  dell’insieme  degli  studenti  del  III  e  IV anno al netto delle professioni sanitarie, cioè una popolazione nell’anno   accademico  2012-2013 di 21.872 unità. Per le ragioni sopra esposte, non ci si attendeva che venissero al test più di 10-11.000 ragazzi. Di fatto si sono pre-iscritte ben 14.907 persone, perché fra esse si contano anche numerosi estranei non idonei, quindi non ammessi al test, e fra gli idonei pre-iscritti solo circa 5.900 studenti sono di fatto venuti (TAB 1.6).

Ogni Università ha predisposto un attestato di partecipazione da consegnare agli studenti appena sostenuto il test, redatto in base a uno schema unitario concordato (cfr. ALL. 17). Agli studenti è stata inoltre offerta, come già ricordato, la possibilità di ottenere dall'ANVUR, su richiesta individuale, un certificato con l'esito della prova (cfr. ALL.18).

Tutte le prove TECO sono state somministrate online in ambiente sorvegliato. In ogni caso, per sua natura, la parte PT del test non è facilmente copiabile al pari del tema di italiano nelle scuole; la parte SRQ del test   era   anch’essa   di   difficile   copiatura,   in   quanto   le   20   domande   venivano   assegnate con criterio stocastico agli studenti, sicchè per  l’uno  il  primo  quesito  poteva coincidere con   l’ultimo  per   il   suo   vicino di banco. Non si è perciò ritenuto di dover adottare metodi di stima dell’eventuale “cheating”,  che  pure  esistono  e  sono  usati  dove  i  sopraddetti  accorgimenti  mancano,   per esempio in vari test su supporto cartaceo svolti dall’INVALSI.  

Alcuni svantaggi del periodo estivo, prescelto per la somministrazione del test, sono stati lamentati dalle Università, che hanno illustrato la ridotta partecipazione degli studenti fuori sede rispetto ai pre-iscritti, per la temporanea assenza dei giovani dalla città dell’Ateneo,   dovuta alla fine delle lezioni e alla mancata coincidenza della somministrazione del TECO con la sessione di esami; ma, all’opposto, altri studenti (presumibilmente non fuori sede) hanno motivato la loro non partecipazione al test esattamente con la ragione contraria, ovvero con l’eccessiva   sovrapposizione del periodo del TECO con quello degli esami. Entrambe le posizioni sono deboli, a giudicare dalla TAB 1.7, in quanto si osserva che i ragazzi fuori sede sono spesso più presenti fra chi è venuto che fra chi si è pre-iscritto ma poi non  è  venuto  al  test;;  i  ragazzi    in  sede,  d’altra   parte, sono spesso più frequenti tra i non venuti che fra i venuti al test, a riprova che la non partecipazione è solo debolmente dipendente  dall’essere  fuori  sede:  il peso dei fuori sede è quasi eguale (o di poco inferiore) tra i testati e tra gli idonei prescritti non venuti25 (salvo  che  all’Università   di Roma Tor Vergata, dove i fuori sede sono molto più numerosi fra coloro che alla fine non si sono sottoposti al test e salvo che a Bologna e a Padova, dove invece sono meno numerosi).

25 E’  certamente  vero,  comunque,   che,  se  il  test  TECO  fosse  passato  all’1  novembre  anzichè all’1  aprile  2013,  il  numero   degli aventi diritto al test sarebbe cresciuto di 16.637 unità, al netto però di quelli (e sono ben 12.177 individui) non in regola  con  i  CFU  di  base  o  caratterizzanti  all’1  aprile,  ma  laureatisi  ugualmente  fra  l’1  aprile e  l’1  novembre  2013  (cfr.   TAB 1.8).

Questi e altri fattori hanno potenzialmente influito sulle caratteristiche del campione di studenti pre-iscritti e di quelli effettivamente testati rispetto all’insieme   degli   idonei, creando   un’eventuale   distorsione dovuta ad autoselezione (positiva se si autoescludono gli studenti peggiori; negativa in condizione opposta). I dati a disposizione consentono di valutare con qualche approssimazione il problema, ma non di eliminare il self-selection bias.

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