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Valutazione e gestione del rischio negli stabilimenti termali

3. PROTOCOLLO DI CONTROLLO DEL RISCHIO LEGIONELLOSI

3.3. Valutazione e gestione del rischio negli stabilimenti termali

La definizione di acqua termale è indicata nella legge 24/10/2000, n. 323 (art. 2, comma 1, lett. a) acque termali: le acque minerali naturali, di cui al regio decreto 28 settembre 1919, n.

1924, e successive modificazioni, utilizzate a fini terapeutici.

Molte acque termali sono calde (temperatura maggiore di 20°C, alcune anche maggiore di 60°C), ma la sola temperatura non è un parametro che le contraddistingue dalle acque minerali naturali poiché esistono acque termali fredde.

Altra caratteristica delle acque minerali termali è quella di possedere, a volte, una flora batterica propria, che favorisce il formarsi di biofilm sulle superfici di contatto.

Le applicazioni termali individuate nel Decreto del Ministro della Sanità 15 dicembre 1994 sono: fanghi, con o senza “doccia d‟annettamento”, bagni con o senza idromassaggio, grotte, cure inalatorie (inalazioni, nebulizzazioni e polverizzazioni, aerosol, docce nasali, humages), insufflazioni endotimpaniche, irrigazioni vaginali, docce rettali, cure idroponiche, percorsi vascolari.

In relazione alle caratteristiche delle acque termali, della patologia da trattare, dell‟applicazione termale, l‟acqua può essere utilizzata tal quale, trattata o diluita con acqua di acquedotto, per ridurne la densità per i bagni, ove il trattamento e/o la diluizione siano espressamente previsti e consentiti nell‟ambito del riconoscimento ministeriale dell‟acqua termale e delle relative proprietà e utilizzi dell‟acqua medesima.

Gli stabilimenti e gli alberghi termali, in ambienti diversi da quelli dedicati alle cure, da anni ormai integrano l‟offerta delle prestazioni terapeutiche con quelle più propriamente di benessere. Le prestazioni comprendono: bagni con idromassaggio, docce filiformi, “docce francesi”, bagno turco, sauna, fanghi, massaggi, piscine con zone con idromassaggio, ecc.

Le caratteristiche della microflora tipica delle acque termali ed il fatto che queste siano utilizzate a temperature per lo più comprese tra i 30 ed i 40°C costituiscono condizioni favorenti lo sviluppo e la sopravvivenza di Legionella.

Le apparecchiature/le cure termali per le quali maggiore è il rischio di trasmissione possono essere:

 cure inalatorie (inalazioni, aerosol-humages, nebulizzazioni, docce nasali), sia per le caratteristiche delle apparecchiature utilizzate che per la tipologia degli utenti (soggetti a rischio per patologie croniche dell‟apparato respiratorio);

 bagni con idromassaggio;

 docce d‟annettamento (se previste).

Analogamente, rappresentano una fonte di pericolo tutte le prestazioni, erogate con acqua termale o non termale, nei reparti “benessere” degli stabilimenti termali che comportano la formazione di aerosol.

Inoltre, anche negli stabilimenti termali possono rappresentare una fonte di pericolo gli impianti di condizionamento e quelli idrosanitari.

Valutazione del rischio

Anche in questo caso, lo strumento fondamentale per assicurare una riduzione del rischio di contrarre la legionellosi negli stabilimenti termali è costituito dall‟adozione di misure preventive. Pertanto i gestori sono tenuti ad eseguire la valutazione del rischio che andrà regolarmente aggiornata e documentata formalmente.

È necessario che tale valutazione ed il conseguente Piano di autocontrollo comprendano, in primo luogo, gli impianti di distribuzione ed erogazione delle acque termali, ma anche gli altri impianti idrici ed aeraulici a rischio.

Periodicità della valutazione del rischio

I gestori di stabilimenti termali devono effettuare e revisionare la valutazione del rischio, ogni anno ed ogni volta che ci sia motivo di considerare che la situazione possa essersi modificata (ad esempio: lavori di ristrutturazioni o rifacimento di parti d‟impianto, esame batteriologico positivo con valori di Legionella che richiedono intervento).

Gestione del rischio

Di seguito si forniscono le indicazioni principali per la gestione degli impianti d‟acqua termale. Per le rimanenti tipologie d‟impianto, si deve fare riferimento alle specifiche indicazioni riportate nelle altre sezioni delle presenti Linee guida.

Per quanto attiene all‟impianto relativo all‟erogazione delle cure termali è necessario:

 Disporre della descrizione dettagliata della rete idrica, al fine di identificare percorsi, eventuali punti di potenziale stagnazione ecc., con particolare analiticità ed accuratezza per quanto riguarda le sezioni delle cure inalatorie.

 Effettuare interventi analoghi a quelli previsti sulle reti idrosanitarie normali, inclusa la disinfezione con mezzi chimici o fisici, cercando di salvaguardia delle caratteristiche delle acque termali.

 Effettuare trattamenti di pulizia, decalcificazione e sostituzione periodica dei soffioni delle “docce d‟annettamento”.

 Effettuare la regolare manutenzione degli eventuali filtri presenti nelle piscine termali, con particolare riferimento ai lavaggi controcorrente, e prevedere la regolare rigenerazione e sostituzione dei filtri secondo le indicazioni del produttore, in modo da mantenere sempre l‟efficienza di ciascun filtro.

 Effettuare la sostituzione, almeno giornaliera, di metà dell‟acqua delle vasche per idromassaggio collettive, in condizioni di elevato utilizzo e qualora il monitoraggio microbiologico indicato nei punti successivi, abbia individuato rischi specifici e, comunque, se sostenibile dal giacimento. Il trattamento non si applica alle piscine.

 Effettuare una rigorosa pulizia della superficie delle vasche, dei dispositivi per l‟idromassaggio e degli skimmer, per la rimozione dello strato di biofilm microbico.

 Effettuare interventi di formazione del personale sugli aspetti della manutenzione e della pulizia, con evidenziazione della presenza di rischi aumentati rispetto alle normali piscine.

 Effettuare un monitoraggio microbiologico degli impianti termali almeno ogni 6 mesi e comunque ogni volta che ci sia una ripresa dell‟attività dopo un periodo di chiusura dello Stabilimento, prevedendo interventi di disinfezione nel caso le indagini ambientali rilevino la presenza di Legionella.

 Sostituire i dispositivi per i trattamenti individuali di terapia inalatoria dopo ogni utilizzo da parte di un paziente o sottoporli a sterilizzazione.

 Prevedere che gli impianti che servono i reparti per le cure inalatorie individuali siano sottoposti ad interventi periodici di disinfezione (di regola settimanali) per garantire la rimozione del biofilm, disponendo eventualmente la rotazione nell‟utilizzo degli impianti per tutta la durata della stagione termale.

Vasche idromassaggio

Per quanto riguarda la prevenzione ed il controllo della contaminazione da legionella in queste strutture vale quello che è stato detto nello stesso paragrafo dedicato nel capitolo 3.2, fermo restando la verifica in ordine alla sostenibilità dal giacimento.

3.4. Valutazione e gestione del rischio nelle strutture