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Valutazione dell’impronta ecologica del territorio provinciale nello scenario di riferimento (2010SA) e

3. VALUTAZIONE DELLE SCELTE DI PIANO

3.2 Valutazione dell’impronta ecologica del territorio provinciale nello scenario di riferimento (2010SA) e

In questa sezione dello studio sarà valutata l’impronta ecologica della provincia, un indicatore aggregato che ci da una valida misura del grado di risorse consumate e della superficie terrestre utilizzata, rispetto a quelle disponibili all'interno dei confini provinciali.

Come ogni indicatore l’impronta fa uso di un modello semplificato della realtà, considerando che la produzione di beni e servizi avviene sfruttando una certa quantità di terreno. I servizi che vengono forniti da un terreno vengono raggruppati in 6 tipologie a seconda del tipo di territorio adatto a produrli, come ad esempi i boschi per il legno o la superficie marina per la pesca.

Le categorie definite sono:

• Terreno per l’energia

• Terreno agricolo

• Pascoli

• Terreno degradato

• Mare

• Foreste.

Vediamo come questi sono definiti in dettaglio.

Il terreno per l’energia in un ottica di sostenibilità rigorosa dovrebbe essere pari alla superficie dove sono coltivati prodotti che verranno poi impiegati come combustibile. L’economia moderna si basa essenzialmente sull’impiego di combustibili fossili, che costituiscono una risorsa non rinnovabile non valutabile come servizio continuo di un territorio. Tuttavia forzando un poco la prospettiva possiamo considerare che un uso sostenibile di questa risorsa sia tale da non alterare o degradare la produttività ecologica del nostro pianeta. Nel calcolo dell’impronta ecologica l’impatto dei combustibili fossili viene ridotto all’aspetto climatico, non considerando gli altri inquinanti, richiedendo che la quantità di CO2 nell’atmosfera non vari. Quindi bruciando del carburate fossile abbiamo bisogno di un certo quantitativo di foreste che siano in grado di assorbire la quantità di anidride carbonica emessa nell’atmosfera. Questa approssimazione è accettabile considerando che l’estensione di terreno richiesto per produrre un certo quantitativo di energia è dello stesso ordine di grandezza di quello necessario per assorbire la CO2 emessa bruciando la stesso quantitativo di energia.

L’uso del terreno agricolo è destinato alla coltivazione di beni alimentari come grano, mais ma anche prodotti come il cotone, il tabacco che servono per la produzione di beni non alimentari destinati ai consumi.

La destinazione d’uso dei pascoli è l’allevamento di animali, quindi la produzione di carne e altri beni come lana, cuoio, ecc.

Il terreno degradato è quella parte di suolo che viene trasformato in suolo ecologicamente improduttivo ma destinato a fornire altri servizi agli abitanti come case, strade, edifici commerciali e industriali.

Il mare viene visto come area di produzione delle risorse della pesca.

Le foreste comprendono i boschi e le foreste gestiti per la produzione di legname.

L’impronta tiene conto del fatto che l’uomo non sia l’unico abitante di questo pianeta: quindi non viene considerata come sfruttabile l’intera superficie disponibile ma viene lasciato il 12% del territorio come terreno per la biodiversità.

Impostazione metodologica e risultati

La metodologia per il calcolo dell’impronta è in continua evoluzione, i metodi ed i coefficienti di calcolo vengono costantemente aggiornati. Questo se da un lato permette di effettuare valutazioni sempre più accurate, dall’altro rende difficile confrontare i risultati ottenuti da studi differenti.

Per il calcolo dell’impronta abbiamo seguito le impostazioni metodologiche di alcuni lavori precedenti sull'impronta ecologica, in particolare il calcolatore per l’impronta personale “Household Ecological footprint calculator” sviluppato dal “Redefining progress” nel febbraio 2003 è stato seguito un approccio coerente con quello utilizzato dal gruppo di lavoro dell’università di Siena, coordinato dal Prof Tiezzi (ad esempio il metodo utilizzato nel calcolo dell’impronta della provincia di Forlì Cesena).

Per valutare lo scenario al 2010 senza azioni (2010SA), si considera un aumento dell’impronta ecologica suddiviso nei vari settori e pari a:

- incremento della popolazione 1% di crescita annua rispetto al 2003.

- consumi energetici 2% di crescita annua rispetto al 2003.

Figura n. 3.20 - Andamento dell’impronta ecologica, considerando le azioni costanti nel tempo

Nello scenario con riduzione delle emissioni (2010 con azioni - 2010CA), si considera che le azioni possano definire una riduzione media del 5% su tutti i valori delle categorie di terreno.

Secondo lo studio del Prof. Tiezzi sulla provincia di Forlì-Cesena, il valore di impronta ecologica, e quindi la quantità di servizi naturali richiesti, risulta essere nettamente superiore rispetto sia alla capacità media mondiale di erogare gli stessi servizi naturali richiesti (stimata in 1,9 ha eq a persona), sia a quella locale (ovvero la biocapacità della provincia di Forlì Cesena): per la provincia di Forlì Cesena il bilancio ecologico, locale e globale, risulta sempre in deficit.

In questi ultimi due anni il gruppo di ricerca coordinato dal prof. Tiezzi, al quale afferiscono i ricercatori dell’Università di Siena e dell'IRIS (Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità) dell'Università di Torino, ha stimato l’Impronta Ecologica di diverse realtà territoriali italiane tra cui la provincia di Forlì-Cesena.

Il confronto tra province è avvalorato dal fatto che i territori sono della stessa scala geografica (sono tutte province italiane) e che i calcoli sono stati eseguiti con la stessa procedura. Tutti i valori riportati in tabella sono stati ottenuti adottando opportuni coefficienti di conversione in modo da rendere perfettamente confrontabili impronta, biocapacità e bilancio (deficit o surplus ecologico).

L’impronta ecologica al 2010 senza azioni (2010SA) è la seguente:

Con azioni (2010CA) è la seguente:

Superficie

Agricolo 112273,488 0,285 588954,383 1,495 2505343,148 6,360 -1916388,764 -4,865

Pascoli

11827,000 0,030 42498,006 0,108 241408,931 0,613 -198910,925 -0,505

Foreste (include

energia) 99879,032 0,254 219920,363 0,558 214804,546 0,545 5115,817 0,013

Sup. degradata

10849,480 0,028 57021,742 0,145 107533,939 0,273 -50512,196 -0,128

Mare 199,000 0,001 10,507 0,000 37647,480 0,096 -37636,973 -0,096

TOTALE 235028,000 0,597 908405,002 2,306 3106738,044 7,886 -2198333,042 -5,580

Superficie

Agricolo 112273,488 0,285 590077,118 1,498 2397776,491 6,087 -1807699,373 -4,589

Pascoli 11827,000 0,030 42498,006 0,108 227035,892 0,576 -184537,886 -0,468

Foreste (include

energia) 99879,032 0,254 219920,363 0,558 193944,138 0,492 25976,225 0,066

Sup. degradata

Le azioni mostrano quindi una alta efficacia non solo intermini di miglioramento della qualità dell’aria, ma anche in termini di sostenibilità del territorio.

Bibliografia

Wackernagel M. e Rees W., 2000. L'impronta Ecologica - Nuova edizione – Come ridurre l’impatto dell’uomo sulla terra. Milano, Edizione Ambiente e WWF Italia

Chambers, N., C.Simmons, M. Wackernagel, 2000. Sharing Nature's Interest, Ecological footprints as an indicator of sustainability, Earthscan, London.

traduzione italiana, 2002. Manuale delle impronte ecologiche - principi, applicazioni, esempi, Edizioni Ambiente e WWF Italia Cras S.r.l., Provincia di Bologna, 2002. Calcolo dell’impronta ecologica della Provincia.

Bilanzone G., Pietrobelli M., 1998. "L’impronta ecologica delle città: un’applicazione sperimentale in tre piccole città del nord, del centro e del sud", 2° Congresso IAED, Isernia, 3-5 dicembre; Attenzione rivista WWF per l’ambiente e il territorio n.13, XXIII-XXVIII

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Wackernagel M., 1998, “The ecological footprint of Santiago”, Local Environment, 3, 1; 7-25; trad. it. Attenzione. Rivista WWF per l’ambiente e il territorio, 13, 1999.