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Valutazione Pianificazione

degli interventi

Monitoraggio

continuo

Valutazione

dell’esito

Identificazione dei problemi reali e potenziali della persona e della famiglia

Progettazione e pianificazione dell’assistenza con piani di lavoro, direttive, definizione di standard delle prestazioni erogate

Delega dell’attuazione ai collaboratori Attivazione di interventi mediante la

collaborazione con il gruppo interdisciplinare

Integrazione del servizio con altri servizi e le differenti figure sanitarie

Oltre la Professione è un insieme di Competenze e di Pratiche

specializzate che attingono dal bagaglio formativo e di esperienza di

differenti aree professionali.

Ma chi può aspirare alla funzione di “Case Management”?

Occorre dire che, prima di ogni altra cosa, si guarda ai professionisti presenti nell’unità operativa 24 ore su 24 e che sono di riferimento per il paziente e per gli altri professionisti, con un ambito di autonomia e precisa responsabilità.

In secondo luogo chi è in grado di valutare lo stato di malattia ed è in grado di rappresentare i bisogni sanitari conoscendo i costi e la disponibilità dei servizi per un percorso clinico ottimale del paziente.

Da molto tempo, ormai, non si sente parlare più di Benchmarking come tentativo di capire e dare forma alla fenomenologia organizzativa grazie al “furto di cervelli” di altri sistemi aperti o come sparuto tentativo di riproporre un’organizzazione legata

Diagramma di ISHIKAWA Mancanza di assistenza personalizzata del paziente Uso improprio delle risorse Personale scarsamente motivato Carenza di personale di supporto Carenza di personale infermieristico Insufficiente formazione del personale sull’argomento Modello assistenziale per compiti Frammentazione delle cure Resistenza al cambiamento del modello

all’ambiente e in grado di adeguare una operatività alle caratteristiche dei dipendenti o all’etica organizzativa dominante.

Esaurita l’epoca della “copia” da altre “copie sbiadite” si guarda ai fenomeni emergenti quali la diffusione di logiche peer-to-peer, praticamente l’adozione di strutture di relazione orizzontale tra una molteplicità di soggetti.

A prescindere dalla costituzione del Team dei Leader (una sorta di gruppo di élite) o dall’adozione del Leader del Team (il “capo” calato dall’alto per imposizione, per “vocazione” o per scelta del gruppo stesso) l’Azienda “Ospedale” è piena di una molteplicità di figure in competizione e/o in conflitto.

E’ difficile parlare di Utenza (soggetti che usano i prodotti ma non partecipano direttamente allo sviluppo non avendo capacità, tempo e risorse), di Cliente (che usa i prodotti e sfrutta l’Istituzione per soddisfare le proprie esigenze), di Attore (che partecipa direttamente allo sviluppo dei prodotti), di Gestore (che esercita un ruolo di influenza sulle direzioni di sviluppo dei progetti e nelle fasi di diffusione e distribuzione dei prodotti) senza capire che dietro si muovono ingranaggi che non possono essere bloccati.

Occorre privilegiare la diffusione finalizzata al consumo del prodotto (strategia demand side) o gestire il prodotto attraverso un controllo della quantità di prodotto distribuita (strategia supply side)?

Di fatto l’Azienda Ospedaliera è un bene da cui tutti attingono e nessuno contribuisce a dare fino a che il bene si svuota del suo principio fondamentale, della sua eticità filosofica e viene abbandonato.

Le strategie, come sempre, si appropriano di soluzioni multifattoriali che ricercano il giusto equilibrio tra il controllo (come soluzione immediata) e la comunicazione (come soluzione programmata).

In mezzo sopravvive una strategia di condivisione come momento transitorio che vede “alleanze opportunistiche” accettare strategie di supporto o di osservazione invece di incorrere nelle trappole nascoste dalle strategie ibride.

CONCLUSIONI

Ma, allora, perché si continua a tenere in piedi strutture così complesse e costose?

Perché la maggior parte della pubblicità, del “ritorno di immagine”, si basa sul “passa parola” e strutture che portano avanti programmi assistenziali complessi, anche se costosi, “procacciano clienti” mantenendo un profilo di competitività alto pur non rispettando i parametri della programmazione economica aziendale.

Di sicuro non si tratta di organizzazioni societarie capaci di movimentare una programmazione economica come una qualsiasi società commerciale (trading partnership) e, tanto meno, si vorrebbe che un’Azienda che “gestisce salute” possa vantare tutto il carico della sua attività solo su posizione di commercio (trading position) con strategie consolidate e riconosciute ma mai applicate.

Si tratta, però, di Aziende che, una volta fatto capolino sul mondo esterno, pur non entrando nella logica di dover “corrompere qualcuno” (buy over), devono muoversi nella competizione di mercato con la necessità di fare incetta (buy up/in) di grosse porzioni di utenza che occorre “comprare e tenere strette” (buy and hold) affinché non siano indirizzate verso altre Aziende capaci di “presentare” un prodotto “spendibile” ma non “vendibile”.

E, quasi sempre, le Risorse Umane fanno la differenza.

Si continua a legiferare, a tirare fuori leggi su leggi, a prescindere dalla mortalità che richiede i suoi numeri al di sopra di tutto e di tutti. Negli anni ’60 la mortalità extraospedaliera per infarto era del 50% al pari della mortalità intraospedaliera; negli anni 2000 la mortalità extraospedaliera era del 30 % mentre la mortalità intraospedaliera era scesa ad appena il 3% rendendo chiaro il concetto che, nelle strutture ospedaliere qualcosa era cambiato.

I dati fanno riferimento ai pazienti colpiti da angina e trattati “precocemente” in virtù delle attuazioni dei criteri di presa in carico del paziente attualmente vigenti, nonostante vi sia la traspirazione di anni di malcostume nella gestione della Sanità.

Ancora oggi il barcamenarsi tra PS e H24 comporta rischi di elevato livello in cui, a volte, riesce ad interagire la struttura del 118.

Le statistiche dicono, però, che l’opera attenta del personale indirizzato e specializzato riesce ad arginare manifestazioni improvvise di patologie che, precedentemente, erano considerate di non ritorno.

E’ il caso di dire che non è sempre l’economia che regola il mercato. Per concludere ripetiamo una frase che abbiamo usato nelle prime pagine di questo lavoro: Lavorare affinchè una Crisi Finanziaria non si trasformi in una Crisi Economica tale da scatenare una Crisi

Sociale irreparabile.

Questa frase potrebbe sembrare un tentativo di tamponare una ferita già fin troppo lacera ma, di sicuro, è una sintesi credibile di un assioma che, prima o poi, comincerà a configurarsi con tutte le sue aspettative inevase e le richieste future.

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