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LA VALUTAZIONE DELLO SVILUPPO RURALE TRA TEORIE E SFIDE

TEORIA DEL PROGRAMMA RIFINITA

3.3 Dalla valutazione on going alla valutazione during the programme

3.3.2 Le valutazioni di percorso

La valutazione during the programme riguarda le diverse analisi di percorso che l’amministrazione decide di realizzare per soddisfare la domanda di valuta- zione della Commissione Europea e quella relativa alle specifiche esigenze dei diversi stakeholder del programma.

Per quanto riguarda la Commissione Europea, l’attuale proposta regola- mentare contiene alcune provocazioni interessanti in merito a dimensioni valutati- ve nuove, sulle quali potrebbe esser colta l’opportunità di sperimentare approcci e metodi innovativi. Alcune di esse sono state già individuate nel capitolo 2, mentre altre riguardano, ad esempio, l’analisi dell’idoneità e dei bisogni dei sistemi e pro- cedure di monitoraggio e valutazione, dei milestones di pertinenza e di attuazione dei sottoprogrammi tematici; l’analisi di pertinenza dell’approccio per l’innovazio- ne, dell’adeguatezza dell’approccio alla selezione dei progetti e delle strategie di sviluppo locale, la valutazione sistematica dell’impatto della legislazione sulle pmi

e, infine, quella della capacità degli organismi che erogano la consulenza azien- dale in agricoltura.

Per quanto riguarda la domanda specifica di valutazione, con riferimento all’applicazione dell’approccio territoriale, potrebbe essere più utile la conduzione di valutazioni di percorso orientate alla crescita delle capacità locali di progetta- zione e valutazione, all’analisi dell’implementazione di progetti innovativi, o ancora all’ampliamento delle conoscenze sui diversi temi dello sviluppo delle aree rurali, sugli aspetti trasversali e comuni a tutte le politiche comunitarie, quale ad esem- pio il sistema della conoscenza o sull’impiego di strumenti di programmazione specifici (es. progettazione integrata).

Altre dimensioni di gestione e attuazione dei PSr potrebbero inoltre essere indagate tramite valutazioni di efficienza, finalizzate a verificare la capacità del programma o del singolo intervento, di conseguire il miglior utilizzo delle risorse disponibili o di sviluppo del benessere delle aree rurali. L’analisi potrebbe essere impiegata come verifica della fattibilità degli interventi, in termini di allocazione delle risorse finanziarie su uno o più programmi, o di scelta fra programmi alter- nativi. Nello specifico, l’efficienza del programma pubblico potrebbe essere valu- tata in termini di costi-efficacia, oppure in termini di costi-benefici.

Sul tema del contributo dei diversi Fondi allo sviluppo dei territori, inoltre, attraverso l’applicazione della contribution analysis, le valutazioni di percorso po- trebbero supportare l’analisi del valore aggiunto di ciascun programma (di svi- luppo rurale, di politica regionale e di attuazione di altre politiche) e della singola politica, e restituire in itinere informazioni aggregabili in merito al loro contributo marginale alle dinamiche di sviluppo delle aree rurali.

Sempre nel quadro delle valutazioni during the programme, le AdG potrebbe- ro promuovere la conduzione di pratiche di tipo auto-valutativo (Thirion, 2000; Tenna, 2005) e di empowerment (Fetterman, 2001) e di valutazione civica (Tanese e Terzi, 2010) presso i partenariati territoriali di sviluppo (Gruppi di azione locale Leader o progetti integrati territoriali). Tali pratiche potrebbero svolgere una funzione di com- plementarietà nella produzione di conoscenza integrata sul PSr e sulle sue modalità di attuazione, rispondere a opportunità di ampliamento dei punti di vista dell’analisi valutativa e accrescere la cultura e le capacità valutative dei diversi attori.

Al riguardo, nel contesto di una politica di sviluppo rurale con un forte ap- proccio territoriale, caratterizzato dal decentramento dei livelli di governance, l’attività di autovalutazione può rappresentare, come dimostrato dalle esperienze Leader, un’opportunità di crescita delle capacità progettuali e attuative dei parte- nariati locali. Infatti, alcuni studi dimostrano che la condivisione e la consapevo-

lezza dell’esercizio autovalutativo all’interno di un’organizzazione ne aumentano la propensione all’accettazione della necessità di cambiamento, che può emer- gere dai risultati dell’esercizio stesso dell’autovalutazione. In Italia, sin dall’ini- ziativa Leader+, sono state maturate delle esperienze di autovalutazione da parte dei Gal50, le cui dimensioni di indagine e analisi hanno riguardato principalmente il partenariato e le sue dinamiche organizzative e relazionali, la sua adeguatezza rispetto al ruolo e ai compiti da svolgere sia con riferimento alla propria sfera di intervento (piano di sviluppo locale) che del programma nel suo complesso. In questo senso, sarebbe auspicabile anche la conduzione di esercizi autovalutati- vi cosiddetti animati51. Questi ultimi sono caratterizzati dall’accompagnamento del valutatore e dall’integrazione del metodo con tecniche tipicamente valutative, quali la Sistematizzazione dell’Autovalutazione Partecipativa (Sap) (Thirion, 2000), la SSeP, o la scala delle priorità obbligate (Bezzi e Palumbo, 1998), che hanno teso dargli una validità scientifica e una funzione rafforzata di valutazione ascen- dente52 e di alimentazione dei processi valutativi di programma. In questo senso, l’esercizio autovalutativo potrebbe essere indirizzato alla raccolta delle informa- zioni necessarie ai fini della valutazione del PSr (percezione del proprio ruolo e contributo rispetto all’efficacia/efficienza del programma), che possono rappre- sentare un importante tassello della più ampia analisi del delivery delle politiche svolta dal valutatore indipendente del programma stesso.

Una pratica valutativa di tipo empowerment potrebbe, invece, concorrere allo sviluppo delle comunità di pratica locali e delle loro capacità manageriali e alla definizione autonoma di processi di valutazione ciclici, utili a restituire infor- mazioni fondate sulla propria visione del programma, su azioni considerate signi- ficative e confrontarle con le proprie aspettative di sviluppo.

La conduzione di processi di valutazione civica, da parte degli attori delle aree rurali, potrebbe essere promossa dalle AdG, per la restituzione dei loro 50 Si fa riferimento, in particolare, alle esperienze condotte per il leader+ Lazio nel periodo di pro-

grammazione 2000-206 e alle Valutazioni intermedie dei Programmi di sviluppo rurale 2007-2013 dell’Emilia Romagna e del Veneto, in cui è stata applicata la metodologia elaborata da Fabrizio Tenna.

51 Questa forma di autovalutazione, seppure non dichiaratamente “animata”, è quella applicata ai Gruppi di azione locale della Regione Emilia Romagna per leader II, e testimoniata da L. Marangoni in dossier n. 4/99 dell’Osservatorio Europeo leader “La valutazione del valore aggiunto dell’approc- cio leader”.

52 “La sfida consiste quindi nel proporre un metodo valutativo che permetta di produrre un'informa- zione a livello locale, utile anche per gli altri livelli, seguendo una procedura "ascendente" (dal basso)”, dal Forum sulla valutazione della commissione Europea: http://ec.europa.eu/agriculture/ rur/leader2/forum/evaluation_it.htm

giudizi in merito agli interventi della programmazione locale correlati, ad esem- pio, alla qualità della vita, per l’accrescimento delle capacità valutative locali e per il sostegno alla partecipazione interattiva e diffusa al disegno delle politiche pubbliche.

Una diversa prospettiva di analisi, infine, potrebbe essere offerta dalla con- duzione, a livello trans-regionale, nazionale o comunitario, di analisi di tipo meta- valutativo, ossia valutazioni delle valutazioni già condotte a livello di programma. Con esse, l’oggetto della valutazione è rappresentato dal disegno e dall’implemen- tazione dell’analisi stessa, su cui vengono espressi giudizi in merito alla validità dell’approccio, alla robustezza della ricerca condotta, alla veridicità delle indagini, all’attendibilità e all’utilità dei risultati (Shadish, 1998; Scriven, 1996). L’obiettivo potrebbe dunque essere l’accumulazione di conoscenza sulle prassi valutative da utilizzare per finalità di benchmarking.

3.3.3 Le valutazioni di fine programmazione: tra accountability e rendicontazione