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Vecchie e nuove tecnologie

LE DIMENSIONI DIDATTICHE E NARRATIVE DEL WEB

5.1 Vecchie e nuove tecnologie

Che cos’è una tecnologia? La domanda è sicuramente banale, ma ritengo che una puntualizzazione sia utile prima di affrontare la questione. Innanzitutto, la tecnologia non è una cosa e non si identifica solo con oggetti: non è il computer, né il cellulare, né la videocamera digitale; non è nemmeno un insieme di regole e procedure finalizzate: in questo caso si può parlare di tecnica. Possiamo considerare la tecnologia come inclusiva anche di consapevolezza, conoscenza, riflessione sulle tecniche.

Le nuove tecnologie nella scuola dovrebbero portare a un uso consapevole, non essere solo un banale “saper usare il computer” o “usare la posta elettronica” o “essere connessi a internet”. Invece, purtroppo, non è raro sentir discutere di nuove tecnologie e cultura umanistica come se facessero parte di una dicotomia naturale, mentre, a mio parere, tecnologie e saperi, tecnologia e cultura non sono contrapponibili.

Anche la contrapposizione tra libri e computer è stata spesso oggetto di dibattito. Alcuni temono che l'uso del computer influisca negativamente sull'abitudine alla lettura (che nel nostro paese non è mai stata troppo diffusa), mentre altri auspicano la sostituzione di libri cartacei con quelli elettronici. A mio parere, il mondo di internet non soltanto non è antagonista della cultura e scrittura, ma lo integra, come dimostra la contiguità tra parola scritta e parola

101 digitale che in questi ultimi anni, è diventata contaminazione, con una nuova formula di interattività costituita dai blog.

Creato nel 1999 da due ragazzi americani, Evan Williams e Meg Hourihan, il web-log è un nuovo tipo di sito dinamico, in cui l’inserimento e la manipolazione dei dati sono resi molto più facili grazie a un software specifico. La pubblicazione e il mantenimento di un blog è una procedura talmente semplice, da consentire una rapida e costante interazione tra utenti e autore. La superficie del blog non è troppo dissimile da quella del sito tradizionale: spesso ha una grafica più povera e stereotipata, che si dispone su un’unica pagina con archivio. La pagina raccoglie una serie di post inseriti dall’autore, a cui si aggiungono i commenti degli utenti, che vengono inseriti tramite un apposito e comodo forum. Nei siti tradizionali i commenti sono in genere riservati a spazi particolari e circoscritti (il guestbook, il libro degli ospiti, oppure il forum, oppure una mailing list collegata al sito).

Scrivere in un blog, partecipare a scambi di letture e scritture, è un processo immediato. Il blog ha consentito la rielaborazione di una forma di scrittura che ormai sembrava caduta in disuso: il diario. Ovviamente si tratta di un diario del tutto nuovo, molto frequentato da scrittori che hanno trovato un modo per comunicare efficacemente con i lettori, per proporre forme di contaminazione tra scritture digitali e tradizionali, per fondare gruppi in cui si discute, spesso anche di libri e di scrittura. Il blog è quindi un modello spontaneo di integrazione tra vecchio e nuovo, in cui la stretta parentela tra libro, parola e computer si rivela in tutta chiarezza.

Esistono molti altri esempi che mostrano vecchie e nuove tecnologie felicemente unite. Nel 2004 l’azienda che gestisce Google, il più famoso tra i motori di ricerca, ha organizzato una serie di accordi con istituzioni accademiche per superare i problemi legali legati al diritto d’autore, per riversare nel web parte del loro patrimonio bibliografico e realizzare un grande repertorio di testi utilizzabili gratuitamente. L'idea non è nuova, non è il primo progetto che ha come obiettivo la pubblicazione online e gratuita di testi non vincolati dal diritto

102 d'autore. Il progetto di Google è notevole per le dimensioni e per la portata delle intese prospettate e richiederà molto tempo per la sua completa attualizzazione: saranno scansionati testi contenuti nelle biblioteche di Harvard, Stanford, nell'Università del Michigan, nell'Università di Oxford e nella New York Public Library. Si tratta di un patrimonio immenso, la sola Harvard ha reso disponibili 40.000 volumi. I testi vincolati dal diritto d'autore saranno proposti al pubblico sotto forma di rielaborazioni e riassunti, sempre gratuiti. Il progetto è legato a un altro servizio di Google in versione beta, anch'esso molto importante: Google Print. Il servizio consente di leggere gratuitamente estratti di libri non presenti in linea, fornendo al tempo stesso tutte le indicazioni utili per l'acquisto o il prestito in biblioteca. Produrre contenuti digitali vuol dire saper mettere a punto risorse fruibili e accessibili, capaci di offrire tutti gli strumenti che il mondo digitale oggi possiede e che fanno leva principalmente sull’interazione.

Le conoscenze delle nuove tecnologie dovrebbero essere integrate all’interno di un programma educativo unitario, finalizzato alla crescita educativa, culturale e professionale. Sembrerebbe un ottimo punto di partenza verso l’integrazione di nuove e vecchie tecnologie, che potrebbe collegare la scuola alla fioritura di nuove forme di espressione e comunicazione in cui la parola scritta è protagonista. A tal proposito, l’ex Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha firmato nel 2013 il decreto che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book, dal prossimo anno scolastico. «Probabilmente il modo di apprendere cambierà molto. (…) Non deve cambiare la nostra attenzione ai contenuti, alla qualità degli apprendimenti». Il passaggio dal libro di carta a quello digitale sarà graduale e non obbligatorio: «Io non ho dubbi che debba essere fatta e fatta presto, ma dobbiamo mettere tutti in condizioni di arrivarci». Dal 2014-2015, i collegi dei docenti potranno adottare dunque, libri nella versione elettronica o mista (quelli con una parte ancora in carta). Il libro del futuro sarà sempre meno cartaceo e sempre più elettronico. La riduzione dei tetti di spesa più sostanziosa per chi passa all’e-book punta a promuoverne la diffusione. Digitale dovrà comunque

103 fare rima con qualità. Nel decreto firmato dall’ex Ministro si fissano infatti precisi paletti per le caratteristiche degli e-book. I libri di testo, anche nella versione non cartacea, dovranno continuare ad essere conformi alle indicazioni nazionali (i piani di studio), dovranno offrire un’esposizione autorevole degli argomenti, organizzare contenuti complessi in un percorso narrativo efficace attraverso infografiche, animazioni, tabelle, contenuti audio e video.

I software utilizzati per i libri digitali dovranno essere aperti e interoperabili, fruibili con la stessa qualità, cioè, su tutti i supporti elettronici, dai computer ai tablet, in commercio per lasciare libertà di scelta alle famiglie e ai docenti nell’acquisto. I dati raccolti eventualmente attraverso le piattaforme di fruizione dovranno essere gestiti secondo le normative sulla privacy. Nel caso siano necessari software specifici per l’utilizzo degli e-book o dei contenuti digitali dei libri misti, gli studenti dovranno poterli scaricare gratuitamente sul sito dell’editore. Nel caso di testi misti, la parte cartacea dovrà essere prodotta utilizzando materie prime di costo contenuto e con un occhio al peso complessivo del libro, favorendo i fascicoli rispetto ai tomi di molte pagine a patto di mantenere lo stesso prezzo di copertina.