VEDERE E COSTRUIRE IL MONDO
PROGETTO DI FABIO GIACOMINI CARLO TAMANINI
PER LA SCUOLA secondaria di SECONDO grado
Galleria Civica di Trento, 2:00
PREMESSA
Questo laboratorio nasce da un progetto di stage con l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è basato sul pensiero di Nelson Goodman, uno dei più eminenti filosofi statunitensi del Novecento.
Goodman sostiene che il mondo non ha una struttura già data, ma essa dipende dai modi in cui noi lo consideriamo e da ciò che facciamo in termini di linguaggio, pensiero, azione ed interazione; non è quindi possibile ridurre ad un’unica realtà tutte le nostre “versioni del mondo“. Seguendo questa impostazione, per Goodman, l’opera d’arte ha una funzione generale rappresentativa atta a correlare un simbolo alle cose a cui esso si applica, senza però che tra il simbolo e le cose esista necessariamente una relazione di somiglianza. Piuttosto, la rappresentazione servirà per classificare ed organizzare gli oggetti rappresentati in modo tale da pervenire alla produzione di nuovi mondi.
Il valore dell’opera d’arte consisterà quindi nella sua capacità di farci riconoscere aspetti e strutture inedite del rappresentato. Se sapremo metterci in gioco in un continuo
esercizio di esemplificazione (pratica di “ripertinentizzazione”), otterremo nuove produzioni di senso.
Per Goodman, riconoscere strutture significa inventarle ed imporle secondo una personale decisione su come costruire e suddividere la realtà, guidati da nuove combinazioni di generi rilevanti.
Davanti ad un’opera d’arte non ci dobbiamo fermare in superficie e giudicare
semplicemente la sua capacità di imitare il reale, ma dobbiamo saper aprire nuove vie di significato che essa ci consente di proiettare, nuove strade che costruiremo percorrendole. Queste soluzioni emergeranno solo prescindendo da quello che inizialmente apparirà l’unico percorso possibile, cercando elementi, idee, intuizioni, spunti, al di fuori delle regole già verificate. In questo senso, possiamo ben accogliere il motto di Edward de Bono, teorico del pensiero laterale: “Le strutture si attraversano invece che scegliere di seguirle”.
Le opere d’arte nella loro istanza narrativa funzionano per Goodman come simboli che trattengono la nostra attenzione, perché «non possiamo semplicemente guardare, attraverso il simbolo, ciò cui esso si riferisce così come facciamo quando osserviamo i segnali stradali […], ma dobbiamo prestare attenzione al simbolo stesso». L’opera d’arte esibisce innanzitutto sé stessa, mostra il configurarsi di un senso nel suo possedere certe strutture di forme, colore, trama. Per questo, “ciò che un ritratto, o un racconto,
esemplifica, o esprime, spesso riorganizza in modo più drasticamente di quanto non faccia ciò che l’opera, in senso letterale o figurato, dice o raffigura; e a volte il soggetto non è che un mezzo per esemplificare o esprimere”.
Conoscere allora non consiste principalmente nel determinare ciò che è vero o falso ma nel saper distinguere aspetti e strutture che prima non riconoscevamo. Si può così stabilire se una rappresentazione è «corretta» non in base ad un certo valore di somiglianza ma in relazione ad un mondo cui essa sa adattarsi.
Ogni tratto dell’opera è rilevante per la produzione di senso, infatti, come osserva il semiologo Pierluigi Basso, “[…] si dà potenzialmente una ‘vendemmia’ del senso
inesauribile, in un esercizio di ripertinentizzazione continuo”, non per questo però l’opera avrà un senso incerto e vago, ma essa avrà una “vocazione inesauribile alla precisazione”.
PARTE I
Accoglienza e presentazioni. Il mediatore espone alla classe, tramite stampe cartacee, il pensiero di Nelson Goodman e ne mostra l’applicazione nel percorso didattico
esemplificando possibili risvolti espressivi. I fogli vengono appesi alla parete, creando una sorta di display. Il mediatore deve introdurre gli studenti al pensiero di Goodman proponendo esempi tratti dalla quotidianità.
Ogni studente riceve 4 cartoncini colorati: il proprio kit "synetools" composto da: rilevatore olfattivo (rosso), rilevatore uditivo (verde), rilevatore climatico (azzurro), rilevatore emotivo (blu). Il mediatore ne illustra la funzione.
Ogni studente pesca una “card” in formato A6 recante un’immagine figurativa e riceve: una mappa della galleria per orientarsi nella scelta dell’opera d’arte su cui lavorare, una base rigida nera a clip con una tabella delle etichette, una matita, due fogli di acetato per interpretare i tratti essenziali dell'opera, un pennarello indelebile.
Materiali:
n. 9 stampe in formato A3 delle slides di presentazione cartoncino colorato con sagome synetools da ritagliare fogli A4 acetato
immagini fotografiche in formato A6 mappe della galleria
matite 2B
pennarelli indelebili
tabella etichette in formato A4 tavolette a clip
0:30
PARTE II
Il mediatore invita gli studenti a percorrere le sale della Galleria per scegliere un'opera in libera associazione con la propria "card". L'opera scelta è il SIMBOLO che sono chiamati ad esaminare.
L’analisi avviene attraverso tre fasi:
1) sottoponendo l’opera al test della TABELLA ETICHETTE per:
• individuare i colori principali dell’opera e disegnare almeno tre soggetti/oggetti associati ad essi;
• individuare l’organizzazione strutturale/spaziale/grafica dell’opera e reinterpretarla in due nuovi disegni che richiamino quel particolare andamento;
• estrapolare una forma dall’opera e rappresentare un soggetto che la contenga. 2) I tratti dell’opera che sono stati messi in evidenza grazie alla tabella etichette, vengono ora sperimentati dagli studenti tramite l’utilizzo dei "synetools" e sottoposti ad
approfondita perizia sinestetica. I ragazzi sono chiamati a compiere uno slittamento percettivo che viene stimolato (anche in modo giocoso) dall’utilizzo di questi strumenti, utili a sintonizzarsi sulle proprietà sinestetiche dell’opera. Ogni sensazione/emozione rilevata tramite l’utilizzo di ciascun synetool viene annotata sul synetool stesso. 3) disegnando i tratti principali dell’opera sul foglio acetato A4
0:40
PARTE III
Si torna nel laboratorio e si passa alla fase produttiva. Ogni studente crea la ricetta della propria opera dosando gli elementi individuati con la tabella etichette ed i synetools. I ragazzi riportano liberamente sull'acetato i disegni ottenuti con la tabella etichette, combinandoli con i tratti essenziali dell’opera. A lavoro terminato, l’acetato viene fotocopiato su foglio bianco. Arriva poi la fase di completamento che prevede l’utilizzo del colore e l’inserimento di un haiku. La scelta dei colori ed il componimento dell'haiku (che potrà essere scritto direttamente nell’opera e ne diverrà il titolo) verranno guidati dagli indizi sensoriali/emotivi precedentemente appuntati sui "synetools".
Materiali: fotocopiatrice fogli A4 bianchi matite colorate 0:30 PARTE IV
Dibattito conclusivo: ogni studente condivide e motiva le proprie rielaborazioni espressive. Il mediatore riporta gli esiti conseguiti al pensiero filosofico di Nelson Goodman. La somiglianza non è il valore principale dell’opera d’arte. L’opera d’arte è un’emittente di senso. Per intercettare il senso dell’opera occorre esercitare la nostra capacità di lettura. Le possibilità di costruzione di mondi sono legate a pratiche di adattabilità coerenti. Il confronto tra gli esercizi degli studenti e l’opera d’arte di partenza ha favorito un dialogo con l’opera?... L’esperienza con l’opera d’arte non si esaurisce, così come l’incontro con una persona può proseguire per tutta una vita. Il rapporto si rinnova…