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Viaggio in Italia

Nel documento La letteratura di viaggio (pagine 40-44)

CAPITOLO SECONDO

II.1 Guido Piovene

II.1.1 Viaggio in Italia

Dopo l’esperienza statunitense dalla quale nacque De America, in collaborazione con la RAI e il quotidiano «La Stampa», Piovene iniziò il suo viaggio italiano affiancato dalla moglie Mimy. Il progetto iniziale consisteva nel raccontare il bel paese tramite le trasmissioni radiofoniche RAI con cadenza bisettimanale (lunedì e sabato dalle 21 alle 21 e 30). Il viaggio si sviluppò tra il maggio del 1953 e l’ottobre del 1956. Il successo riscontrato

70 Ivi, pp. 122-123. 71 Ivi, p. 123.

portò Piovene a considerare l’ipotesi di comporre un testo in cui erano presenti tutte le testimonianze del viaggio, descritte volta per volta e leggermente modificate rispetto alla trasmissione andata in onda, avendo avuto più tempo per riflettere maggiormente ed elaborare, di conseguenza, pensieri più approfonditi:

Questo inventario delle cose italiane fu fatto per incarico della Rai e affidato, via via che lo andavo scrivendo, alle onde radiofoniche. Le richieste degli ascoltatori mi hanno indotto a raccogliere quelle trasmissioni in un libro, con pochi mutamenti e qualche taglio.72

Nel luglio del 1957 venne pubblicato il volume Viaggio in Italia, edito da Arnoldo Mondadori, il quale aveva ideato due edizioni: una normale e una a tiratura limitata, con la firma dell’autore. Entrambe ebbero molto successo e ciò che sorprese sia l’editore che l’autore fu l’esito positivo della versione di lusso. Successivamente alle edizioni cartacee, Piovene completò la sua opera con una serie di trasmissioni televisive nel 1968, le quali riprendevano alcune delle tappe del viaggio descritte nel testo. Invece, nel cartaceo i capitoli seguono l’itinerario compiuto da Piovene e dalla moglie, la quale, mentre il marito annotava le sue esperienze, lo accompagnava guidando per tutto il paese. Il percorso svolto è «sviluppato in verticale, secondo uno scandito itinerario regionale che sembrerebbe regolato dalle ferree leggi del Baedeker».73 La struttura interna del testo prevede una suddivisione

in ordinati capitoli regionali, all’interno dei quali le singole presenze di città si dispongono come costellazioni disegnate secondo uno schema abilmente composto, la sequenza degli incontri e dei dialoghi, dove sembra vigere un sapiente rigore costruttivo, l’alternarsi calibrato di dati numerici e percentuali relativi alle condizioni socio-

72 GUIDO PIOVENE, Viaggio in Italia, Milano, Bompiani, 2019 (1957), p. 7.

73 I.CROTTI,Piovene viaggiatore della scrittura: «Viaggio in Italia», in Guido Piovene tra idoli e ragione, cit.,

economiche, produttive e demografiche delle singole aree geografiche […].74

Piovene organizza il volume in maniera analoga agli scritti narrativi precedenti, cercando di recare al testo l’ordine che la realtà esterna descritta non riesce ad avere. Lo stile di Piovene tende a schematizzare gli elementi che compongono il reportage, ma non va inteso come un mero elenco dei luoghi visitati, poiché il lavoro svolto dallo scrittore è teso anche all’analisi degli aspetti antropologici, facendo prevalere il suo lato investigativo derivante dal lavoro di giornalista, che gli permise di non fermarsi alla superficialità della situazione. Ciò che lo distingue da altri autori è proprio la peculiarità di comprendere la realtà circostante, ponendosi nel modo più oggettivo e affrontando ogni singola meta senza preconcetti. Esempio del suo modo di visitare i luoghi senza preconcetti è Venezia, essendo una città ricca di storia. Dopo la tappa trentina e bellunese, Piovene si dirige a Venezia e dall’albergo scrive:

Prima di uscire dalla camera del mio albergo, mi chiedo se saprò veramente vedere una città come Venezia; troppo carica di letteratura; in cui ho abitato tanto spesso; troppo vicina ai luoghi in cui sono nato.75

Accade anche in parte nel caso di Vicenza, città natia dello scrittore; in questo contesto è molto complicato per Piovene riuscire a vedere la città come un visitatore, poiché inevitabilmente affiorano i ricordi della sua infanzia e adolescenza: «È curioso per me arrivare a Vicenza in veste di viaggiatore e diarista. Vi sono nato; vi ho trascorso l’infanzia e parte della gioventù; le devo e le dovrò forse la parte migliore della mia opera».76 Nel

74 Ivi, pp. 269-270.

75 G.PIOVENE, Viaggio in Italia, cit., p. 22. 76Ivi,p. 47.

narrare del luogo natio scrive: «Appena entro in città, mi riprende la meraviglia».77

L’utilizzo del verbo “riprendere” richiama il periodo trascorso a Vicenza, facendo riferimento a un’epoca passata, quindi ricollegandosi al tema della memoria. Sia il contesto vicentino che il contesto veneziano fanno riemergere i ricordi, i quali recano maggiore pathos alle parole dello scrittore, permettendogli di arricchire la descrizione:

Dalla finestra contemplo San Giorgio Maggiore; forse è la centesima volta. Da una finestra non lontana vidi partire, trentacinque anni fa, il primo nostro incrociatore italiano che occupò Trieste. […]. La presa di Trieste si associa in me alla prima nozione che la luce ed il suono hanno velocità diversa…78

Anche nel descrivere i colli Berici riecheggiano i tempi passati:

Il mio cuore però resta sui colli Berici, specialmente nel tratto che sovrasta Vicenza. […] gli ippocastani, che mi videro migliaia di volte bambino, sono quasi tutti morti. Fino a pochi anni fa era la passeggiata dell’obbligo di una popolazione abitudinaria.79

Il viaggio dei coniugi Piovene procede così, tra i ricordi che riaffiorano, le descrizioni dei paesaggi sia naturalistici sia urbanistici,80 lo stupore della riscoperta del proprio paese e dei suoi mutamenti, talmente veloci da non poterli descrivere, poiché mutano poco dopo. Piovene, nella Premessa, si sofferma sulla questione dei cambiamenti che riscontra nel corso del suo viaggio:

Mentre percorrevo l’Italia, e scrivevo dopo ogni tappa quello che avevo appena

77 Ivi, p. 47. 78 Ivi, p. 22. 79 Ivi, p. 49.

80 Piovene pone molta attenzione all’aspetto architettonico delle città, esempio sono le ville venete palladiane,

visto, la situazione mi cambiava in parte alle spalle. È vero che avevo cercato di eliminare tutto quanto pareva più evidentemente legato a circostanze transitorie. Ma lo stabile e il transitorio entrambi sono relativi, e non possono sempre dividersi con taglio netto. Si risolvevano questioni lasciate in sospeso, e questioni diverse spuntavano al loro posto. Industrie si chiudevano, altre si aprivano; decadevano prefetti e sindaci; nascevano nuove province. Per aggiornare le mie pagine, avrei dovuto compiere il viaggio un’altra volta, e poi una terza, all’infinito. Decisi perciò di lasciare quelle pagine come stavano. Ci rappresentano le regioni d’Italia com’erano quando vi andai. La situazione di fondo resta sempre la stessa. Presa la decisione di lasciare tutto com’era, ho eliminato anche le note che avvertivano come alcuni personaggi, quali il cardinale Schuster, fossero nel frattempo scomparsi.81

Nel documento La letteratura di viaggio (pagine 40-44)

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