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Visita clinica La visita clinica inizia con l’anamnesi.

ASPETTI CLINICI DELL’OTITE ESTERNA

2.3 Visita clinica La visita clinica inizia con l’anamnesi.

Il modo per avere quante più informazioni possibili sulla storia clinica del cane/gatto è quello di proporre al proprietario la compilazione di un questionario sui problemi dermatologici dell’animale, le cui domande

comunque potranno essere poste direttamente dal medico veterinario (Rosser, 2004).

Le domande più importanti da porre al proprietario sono: • L’animale ha mai avuto problemi dermatologici? • A che età si è presentato il problema?

• In quale area del corpo si sono manifestate le prime lesioni e come si presentavano?

• Era presente il prurito?

• Il problema era più evidente in particolari periodi dell’anno o in particolari condizioni ambientali?

• Altri animali che vivono insieme al vostro cane/gatto hanno mai avuto problemi dermatologici simili?

• Viene eseguita regolarmente la profilassi per la pulicosi?

• È stata intrapresa una terapia per risolvere o trattare il problema? • Che effetto ha avuto?

• L’animale ha mai avuto episodi di vomito, appetito capriccioso o ha mai rifiutato il cibo abitudinario?

• L’animale si gratta, si lecca, scuote la testa, si mordicchia o si strofina sulle superfici?

• Sono state notate ultimamente alterazioni dell’epidermide per quanto riguarda il colore, l’odore, la perdita di pelo, presenza di forfora?

• Ci sono altri particolari che ritenete importanti in relazione al problema? (Rosser, 2004).

Altre informazioni che si possono rivelare utili ai fini diagnostici sono:

-le abitudini dell’animale: se il soggetto in questione è un cane, è importante chiedere al proprietario se l’animale è un nuotatore;

-informazioni circa la storia generale del cane/gatto: la presenza di malattie metaboliche o patologie endocrinologiche può indurre problemi dermatologici;

- l’animale in questione presenta una predisposizione di razza rispetto a specifiche

patologie dermatologiche (Rosser, 2004).

Per emettere una diagnosi corretta di otite esterna è necessario eseguire un attento esame clinico. Questo inizia con un’accurata osservazione della zona periauricolare, al fine di osservare la presenza di lesioni come abrasioni, graffi, croste, zone alopeciche ed arrossamenti. La presenza di questi segni clinici può essere indicativo di prurito e, quindi, di infiammazione. E’ necessario poi proseguire la visita analizzando il padiglione auricolare esterno per rilevare , anche in questo caso,

l'eventuale presenza di zone eritematose e soluzioni di continuo e palparlo in tutta la sua estensione per evidenziare la presenza di dolore, ispessimento o calcificazione della cartilagine (Rosychuk, 1994).

E’ sottinteso che l’esame obiettivo particolare dell’orecchio non è completo se non si considera anche un possibile coinvolgimento dell’orecchio medio: ciò può diventare possibile soprattutto quanto l’otite esterna in questione si è cronicizzata (Rosychuk, 1994; Jacobson, 2002). E’ importante per questo motivo esaminare il muso del cane/gatto per rilevare alterazioni come la paralisi del nervo facciale, i cui sintomi sono: abbassamento della pinna auricolare o del labbro ed impossibilità a muovere queste strutture, ptialismo, riflesso palpebrale diminuito o assente e cheratite da prolungata esposizione all’aria causata appunto dalla mancata protezione esercitata dalla palpebra (Rosychuk, 1994). Anche se tutti questi sintomi non sono presenti non è comunque possibile escludere la presenza di un’otite media. Per approfondire ulteriormente l’indagine è possibile eseguire uno studio radiografico soprattutto quando:

1. l’integrità del timpano non è assicurata a causa dell’impossibilità di visionarlo;

2. si ha un sospetto di calcificazione delle cartilagini auricolari: questo è un segno prognostico sfavorevole e può indicare un possibile insuccesso della terapia medica ed un motivo in più per preferire la terapia chirurgica alle terapie mediche convenzionali (Rosychuk, 1994).

Un’altra indagine diagnostica che è possibile effettuare ma che non è molto utilizzata, è la biopsia da impiegare come supporto nella diagnostica della

demodicosi localizzata qualora il raschiamento non sia risultato positivo e ci sia un forte sospetto della presenza di Demodex spp.( Rosychuk, 1994).

Inoltre la biopsia può trovare applicazione anche nella diagnosi di patologie allergiche, adeniti sebacee e neoplasie (Rosychuk, 1994; Jacobson, 2002). Il prelievo bioptico deve essere effettuato dalla porzione interessata dalla patologia e più preferibilmente dalla porzione prossimale del canale auricolare verticale con

l’ausilio di un punch, con o senza sutura post-operatoria (Rosychuk, 1994). Per visualizzare la parte più profonda del canale è necessario utilizzare l’otoscopio (Rosychuk, 1994; Cole, 2004).

Esame otoscopico

Una valutazione otoscopica dovrebbe essere eseguita su ogni soggetto con otite esterna. L’esame deve essere effettuato su entrambe le orecchie, anche nel caso in cui il problema risulti essere monolaterale. Per valutare correttamente il canale auricolare, è necessario posizionare l’otoscopio nell’incisura fra trago ed antitrago e successivamente raddrizzarlo delicatamente con una leggera trazione della pinna auricolare verso l’operatore. Qualora si utilizzi un otoscopio manuale,sarà necessario pulire accuratamente il cono dopo aver visionato ogni singolo orecchio, altrimenti rischiamo di veicolare agenti patogeni da un orecchio al controlaterale . Purtroppo non sempre l’esame otoscopico è semplice da eseguire, molto

spesso gli animali avvertono dolore alla manipolazione dell’ orecchio infiammato, ed è per questo necessaria la sedazione o talvolta addirittura un’anestesia totale per permettere

un’adeguata osservazione del canale auricolare e del timpano. In alcuni casi è invece necessario intervenire con un lavaggio auricolare, soprattutto quando la flogosi dà origine ad ingente produzione di cerume o di materiale di altro genere (per esempio un essudato purulento). Qualora le orecchie siano eccessivamente infiammate ed il canale auricolare stenotico ed ulcerato, l’animale dovrà essere trattato con glucocorticoidi per consentire la diminuzione dell’infiammazione ed eseguire poi a tal punto un più accurato esame otoscopico (Cole, 2004).

-Valutazione del canale auricolare e del timpano-

L’aspetto di un canale auricolare sano è caratterizzato da pelle liscia senza formazioni anomale sulla sua superficie; si presenta di colore roseo e con una minima presenza di essudato che risulta essere fisiologico. Nel cane l’ampiezza dell’apertura della porzione apicale del canale varia notevolmente a seconda della razza; si considera comunque normale una dimensione di 5-10 mm di diametro in corrispondenza del passaggio dalla porzione verticale a quella orizzontale. Può essere presente o meno una variabile quantità di peli (Cole, 2004).

Per quanto riguarda la membrana timpanica, questa risulta traslucida e di colore roseo. Comunque il timpano non risulta mai visibile totalmente con il solo ausilio dell’otoscopio, per questo è molto utile l’utilizzo di un video- otoscopio (Cole, 2004).