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c velocità del suono nell’aria (340 m/s) ;

7. CASO DI STUDIO

7.2. La vita in Colonia

All’interno delle colonie erano ospitati normalmente per 15 giorni bambini con età compresa tra i sei e i dodici anni, appartenenti a famiglie bisognose. Al loro arrivo venivano smistati per squadre in base al fisico e all’età e gli veniva fornita una piccola divisa. La vita all’interno della Colonia era molto dura, per via della severa disciplina a cui erano sottoposti i bambini che spostandosi sempre in fila per due, venivano costantemente sorvegliati e assistiti dalle educatrici che a loro volta venivano formate con corso specifico.

La giornate aveva inizio con la cerimonia dell’alzabandiera, seguita da esercizi e poi dalla colazione. Di seguito si svolgevano insegnamenti volti all’indottrinamento, per poi andare in spiaggia per il bagno di sole dove venivano eseguiti degli esercizi di respirazione e rilassamento prima di poter fare finalmente il bagno in acqua. Alle 13 si pranzava e in seguito si aveva un breve periodo di riposo prima di un altro indottrinamento. Il pomeriggio continuava con una marcia lungo la spiaggia, quindi ginnastica e giochi di squadra. La giornata si concludeva intorno alle 21 dopo aver cenato tutti i bambini dovevano andare a letto all’interno delle camerate.

L’alimentazione era molto abbondante in funzione di diete destinate ad un buon sviluppo fisico dei bambini, per i quali questa esperienza rappresentava un qualcosa di memorabile, lontano dalla famiglia costituendo una sorta di preparazione nei confronti della vita adulta dove allo stesso tempo essi venivano indirizzati con un ideologia in cui il punto focale era rappresentato dalla dedizione allo stato.

7.3. L’architettura

Realizzate negli anni 30 le sette Colonie di Calambrone rappresentano un esempio notevole dal punto di vista urbanistico e architettonico, ispirandosi alla città di linee continue, formulata da F. T. Martinelli, A. Mazzoni e M. Somenzi all’interno del Manifesto dell’Architettura aerea, distribuendo le linee in modo parallelo da un lato all’arenile e dall’altro nei confronti della pineta. Vennero utilizzati dei materiali da costruzione per quei tempi innovativi e di stampo razionalista quali vetro, cemento armato e acciaio. Alla base della planimetria di molte Colonie vi è una forte simbologia, ne è un esempio la forma di aereo puntato verso il mare, logo dell’Organizzazione Maternità e infanzia, a testimonianza della loro funzione di propaganda dei valori del fascismo.

Le colonie sono edifici imponenti, dotati di grande altezza dei soffitti e ampiezza degli spazi collettivi, refettorio, camerate, cucina, aule, palestre, terrazze per i bagni di sole e grandi spazi all’aperto per le varie attività. In alcune di esse è presente anche la Cappella e in alcuni casi anche il teatro all’aperto. Sono caratterizzate da grosse aperture finestrate che conferiscono verticalità all’edificio e anche un aspetto monumentale alla facciata dello stesso. Tali applicazioni sono state rese possibili utilizzando dei materiali del tutto innovativi, le cui caratteristiche si rivelarono importanti e indispensabili per la realizzazione di ampi spazi e copertura di grandi luci, oltre che alla soluzione statica delle torri, dei depositi idrici, dei pilotis e delle pensiline, tutti elementi che contraddistinguono le Colonie nate in epoca fascista.

Vista colonie (Tratta da legambientepisa.it)

COLONIA FIRENZE venne costruita ad opera della Federazione Fasci di Combattimento di Firenze, e inaugurata nel 1932. Caratterizzata da un lungo corridoio parallelo alla spiaggia, a cui si intersecano in modo perpendicolare sette padiglioni divisi l’uno dall’altro da un corridoio vetrato. Sono dotati di copertura a capanna e mattoni a vista e inoltre sono presenti alcuni elementi decorativi in cotto. Oggi è proprietà della Regione Toscana.

COLONIA REGINA ELENA venne completata nel 1933 secondo il progetto dell’arch. Ghino Venturi, ed è costituita da tre padiglioni due disposti parallelamente alla spiaggia e uno

spostato più verso la strada. Passò prima della guerra in mano all’Opera Previdenza delle Ferrovie. La sua forma richiama quella di un fascio littorio in cui le cucine e il refettorio rappresentano la lama i dormitori e gli altri locali rappresentano il fusto.

COLONIA PRINCIPI DI PIEMONTE venne completata sempre nel 1933, e fu fatta costruire per poter ospitare i figli del personale dell’Aereonautica Militare. La sua forma in pianta rappresenta un aereo puntato verso il mare in cui i dormitori sono le ali, il blocco centrale era un corridoio che univa i due padiglioni di testa e coda dove in uno erano presenti i centri direttivi e nell’altro la cucina e il refettorio.

COLONIA ROSA MALTONI con i suoi 14000 mq è la più grande di tutte le colonie di Calambrone oltre ad essere dal punto di vista architettonico una delle maggiormente interessanti. Costituita da una struttura aperta e dotata di corpi orizzontali che si levano come parallelepipedi e da lunghissime balconate oltre che vetrate curve. Nel lato fronte al mare sono presenti due torri cilindriche arancioni avvolte da una scala a spirale di colore grigio piombo che costituiscono due serbatoi per l’acqua.

COLONIA FIGLI FASCI ITALIANI ALL’ESTERO venne costruita nel 1935 dal progetto degli arch. Paniconi e Pedicone. Venne inaugurata l’anno seguente e nel 1937 venne annesso un ulteriore padiglione. In stile puramente razionalista è costituita da padiglioni a pianta aperta verso il mare, con finestra in lunghezza a conferire sempre verticalità, pilotis e copertura piana. In prossimità della strada è presente una torre di comando che richiama la sovrastruttura di una nave militare. Serviva per accogliere i figli di italiani residenti all’estero. Dopo la seconda guerra mondiale passo nelle mani di una Fondazione che la gestì fino agli anni sessanta, prima di passare nelle mani della Regione Toscana. Venne utilizzata come deposito del Teatro Verdi oltre che per ospitare famiglie senzatetto, e una parte di questa, quella vicina alla pineta venne utilizzata dall’esercito americano di stanza a Camp Derby come Ospedale militare.

COLONIA VITTORIO EMANUELE III commissionata dal Consorzio Antitubercolare di Pisa all’arch. Gino Steffanon, venne inaugurata nel 1938. Nella planimetria si può riscontrare la sagoma di un bambino con le braccia levate proteso verso un abbraccio, logo stesso della Campagna Antitubercolare. Il lato mare è costituito da gruppi scala spiraliformi aperti su un angolo. Dopo essere passato in mano della Regione Toscana, nel 2007 è stato venduto a privati.

COLONIA MARINA COSTANZO CIANO l’ultima delle sette Colonie ad essere stata costruita, venne inaugurata nel 1939 e commissionata dall’Ente Assistenziale dei Vigili del Fuoco, per il quale funziona tuttora come Casa per le vacanze con il nome di Santa Barbara.

7.4. La localizzazione

Il lotto preso in esame è situato a Calambrone (PI) località balneare toscana, compresa tra Tirrenia e Livorno. All’interno dell’area è presente un edificio utilizzato come ostello della gioventù , l’intera area limitrofa negli ultimi anni è stata soggetta a riqualificazione urbanistica, secondo un programma chiamato il “Nuovo Calambrone”, una rilevante operazione urbanistica e immobiliare che prevede come punto di partenza il recupero e la commercializzazione di circa 80000 mq di vecchi edifici in stato di degrado, ex Colonie situate nel lungomare a ridosso della fascia dunale, oltre che al recupero di altri fabbricati vecchi al di là della strada di collegamento della zona, nonché la costruzione di nuovi fabbricati per 75000 mq. L’area totale interessata al Progetto ammonta a circa 660000 mq, dove verranno edificati immobili per circa 150000 mq con un rapporto di circa 1:3. Alla base di questa riqualificazione vi è una Variante al Piano Strutturale presentata nel 1998 e approvata il 20-07-2006, che prevede il cambiamento d’indirizzo da gestione pubblica a gestione pubblica-privata, oltre a introdurre uno Statuto del Territorio di Calambrone contenente le invarianti, quali: aree boscate, le dune costiere le Colonie storiche, il tracciato della ferrovia e altri edifici di interesse storico.