• Non ci sono risultati.

Vita religiosa e culturale

Nel documento Berna(comune) DE FR IT (pagine 21-24)

Autrice/Autore: Alfred Kuert |  Traduzione: Valerio Ferloni

Dal 1799 esiste a B. una parrocchia catt., le cui funzioni religiose si svolsero dapprima nella cattedrale e poi (dal 1804) nella chiesa franc. (antica chiesa dei domenicani). La chiesa dei SS. Pietro e Paolo fu il primo edificio catt. di B.

consacrato dopo la Riforma (1864). Nel 1875, all'epoca del Kulturkampf, essa venne assegnata ai cristiani, il cui vescovo risiede a B. dal 1876, mentre i catt.-romani dovettero attendere la loro chiesa, quella della Trinità, fino al 1899. Oggi la città conta 12 comunità evangeliche rif., otto parrocchie catt.-romane e una catt.-cristiana. Oltre alle tre Chiese nazionali vi sono altre comunità religiose: la comunità ebraica, fondata nel 1848, ricevette l'autorizzazione per costruire una sinagoga nel 1906; dal 1979 esiste un centro islamico. Dal 1915 B. ospita la sede nazionale dell'Esercito della salvezza per la Svizzera, l'Austria e l'Ungheria.

La Costituzione liberale del 1831 abolì tutte le barriere legali concernenti determinati gruppi sociali. Il nuovo Stato borghese, fondato sulla sovranità del popolo, cercò di preparare il cittadino alle sue nuove responsabilità pubbliche professionalizzando la sfera scolastica; dai corsi per classi maschili e femminili (Knaben- und Mädchenlehren) del XVIII sec. si passò alle scuole com. (Einwohnerschule) e alle scuole primarie. Alla formazione professionale dei docenti provvidero l'ist. magistrale per istitutrici della scuola com. femminile (1841), la nuova scuola femminile (1851) e l'ist. magistrale privato di Muristalden (1863). L'istruzione delle nuove élite economiche e politiche venne affidata al liceo (1834), trasformato in scuola cant. nel 1856, e alla scuola industriale (1835), in

cui prevalevano le materie tecnico-scientifiche. Sul piano della formazione B., capitale cant. e fed. (dal 1848), divenne un centro di importanza sovrarregionale, non solo per la presenza dell'Univ. (1834), ma anche per quella di altri ist. come la scuola civica dell'artigianato (1828), divenuta scuola di arti applicate (1900) dopo la fusione con la scuola d'arte, la scuola di musica che, creata nel 1858 dalla Soc.

di musica di B. (1815), diede poi origine al Conservatorio (dal 1927 con annessa scuola professionale), la scuola di commercio, derivata dal liceo cittadino nel 1880, gli atelier di apprendistato della città di B. (1888) e diverse scuole legate alle professioni infermieristiche e tecnico-sanitarie.

Le idee della borghesia illuminata in materia di cultura, orientate a una diffusa istruzione popolare, portarono alla nascita di vari musei e biblioteche: il Museo cant. di arti e mestieri nel vecchio granaio (Kornhaus), aperto nel 1868, il Kunstmuseum (1879), il Museo storico (1893, in origine concepito come museo nazionale), il Museo della comunicazione, il Museo sviz. dei tiratori, il Museo alpino sviz., il Museo di scienze naturali e altri ancora. B. ospita la Biblioteca nazionale (creata nel 1895) dagli anni 1920-30, con l'annesso Archivio sviz. di letteratura (1990); nel 1903 la vecchia biblioteca cittadina divenne Biblioteca della città e dell'Univ.

Sul piano culturale B. fu considerata per molto tempo luogo dal terreno poco fertile. L'Hôtel de musique (1770), sala ideale per concerti e teatri, veniva utilizzato soprattutto per ricevimenti e balli dell'alta società. Nel XIX sec. le rivalità fra il vecchio patriziato e le nuove forze elette democraticamente inibirono una cultura innovativa; la società borghese trovò le proprie forme di espressione culturale spec. in fanfare (Musica cittadina, 1816), ass. corali (Liedertafel, 1845;

Ass. di S. Cecilia, 1862) e teatri amatoriali (Dörfli-Theater, 1914, poi Berner

Heimatschutztheater). Le istituzioni culturali professionalizzate e istituzionalizzate (Kunstmuseum, Stadttheater dal 1903, Kunsthalle dal 1918) erano considerate elitarie; l'Ass. orchestrale (1877) cercò di contrastare il fenomeno con concerti popolari, ottenendo però scarsi risultati.

Nuove sonorità musicali giunsero a B. con la locale Alice Jazz Band (1920), che fu tra le prime formazioni jazzistiche in Svizzera; per decenni, tuttavia, questa musica venne drasticamente rifiutata dal sistema culturale: nel 1934 un critico del Bund definì "incubo spaventoso" un'esibizione di Louis Armstrong al Casino. Negli anni

1940-50 due locali di jazz (Chikito e Perroquet) riuscirono ad attirare migliaia di entusiasti; ciononostante, ancora negli anni 1960-70 il dixie-sound tradizionale dei complessi bernesi The Wolverines e Longstreet Jazzband suscitò apprensione e irritazione; l'affermazione definitiva del jazz a B. risale solo al 1976 (festival intern.).

Dopo la seconda guerra mondiale una nuova forma di arte affiorò letteralmente dalle cantine del nucleo storico, trasformate in ambienti espositivi, punti d'incontro e cabaret. Nel 1949 Josef Diethelm aprì il Theater der Untern Stadt, luogo di

recitazione per attori disoccupati e campo di sperimentazione per giovani autori sviz.; l'Atelier-Theater (1959-96) ebbe, almeno agli inizi, carattere innovatore.

Caratteristici del cabaret cittadino bernese divennero soprattutto i Berner Trouvères e i Berner Troubadours, con la loro figura-simbolo Mani Matter; la canzone d'autore bernese creata dai due gruppi ha ispirato anche complessi rock come Rumpelstilz (Polo Hofer), Züri West o Patent Ochsner, che grazie alle loro canzoni in dialetto sono diventati famosi ben oltre i confini regionali. Se durante gli anni 1960-80 fiorirono i piccoli teatri, il movimento giovanile degli anni 1980-90 voltò le spalle a queste forme espressive; al loro posto sorsero centri culturali alternativi nel vecchio maneggio coperto cittadino e nella vecchia centrale a vapore di Marzili.

Attorno al 1850 la stampa bernese era strettamente legata agli schieramenti politici. Nel 1848, nella sola capitale fed., venivano pubblicati otto giornali, che per la maggior parte ebbero vita breve: la prima Berner Zeitung (1845-94), vicina ai radicali, lo Schweizer Beobachter (1833-50), inizialmente liberale e dal 1845 conservatore, e La Suisse (1846-60), stampata dalla tipografia Stämpfli. Il Tagwacht (1892), originariamente socialista, stentò in seguito a liberarsi della sua immagine di giornale di partito; le pubblicazioni vennero sospese nel 1998.

Der Bund (1850), un tempo vicino ai liberali, e la nuova Berner Zeitung, sorta da diverse fusioni fra cui quella con il Berner Tagblatt (giornale conservatore del 1888), sono divenuti organi aperti al dialogo e al dibattito pubblico. Stretti rapporti con le case editrici dei due quotidiani hanno le radio locali ExtraBern e Förderband, attive dagli anni 1980-90.

Nel documento Berna(comune) DE FR IT (pagine 21-24)

Documenti correlati