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Vittoria Coletta*, Gaetano Pellicone, Raffaele Froio, Nicola Ricca, Giorgio Matteucci, Antonella Veltr

Influenza della gestione forestale sulla respirazione del suolo: un’esperienza di

studio sperimentale nell’ambito del progetto LIFE ManFor C.BD

La respirazione del suolo è controllata da diversi fattori: temperatura, contenuto idrico, proprietà chimico- fisiche del suolo, dall’attività microbica e dall’attività radicale. I trattamenti selvicolturali inducono modifiche microclimatiche, riducono la densità radicale e infine alterano le comunità microbiche e gli apporti energetici, per cui di conseguenza modificano l’emissione di CO2 dal suolo. Ne deriva che la gestione forestale è fondamentale per regolare i processi di respirazione in bosco, non solo a livello epigeo ma anche ipogeo, livello di fondamentale importanza perché nei suoli forestali delle zone temperate si stima che lo stock di carbonio nel suolo è quasi il doppio di quello accumulato nella vegetazione. Questo studio è stato condotto nell’ambito del Life ManFor C.BD (Managing Forests FOR multiple purposes: Carbon, Biodiversity and socio- economic wellbeing) con lo scopo di individuare gli effetti della gestione forestale sulla respirazione del suolo in una faggeta delle serre vibonesi, in Calabria, in località Mongiana (38° 30’ N, 16° 14’ E). La faggeta è stata sottoposta a tre diversi trattamenti selvicolturali: un intervento innovativo (27% volume legnoso asportato); un intervento di tipo tradizionale (13% volume legnoso asportato); nessun intervento (controllo). Per ciascun trattamento sono stati monitorati 3 sub-plot, in cui sono stati installati collari per la misura della respirazione con un EGM 4 portatile della PP-systems. Insieme a ciascuna misura di respirazione sono state monitorate la temperatura del suolo con sonda termica e la sua percentuale di umidità con sensore FieldScout TDR 100. I tre parametri sono stati misurati con cadenza bisettimanale nell’arco di un anno, da maggio 2014 a maggio 2015. I risultati ottenuti mostrano che la respirazione del suolo è variata nel corso delle stagioni da un minimo di 0.13 mmol CO2 m-2 s-1 registrato nel mese di febbraio, ad un massimo di 2.65 mmol CO2 m-2 s-1 registrato nel mese di agosto, ed è sempre stata influenzata significativamente dalla temperatura del suolo (p<0.05), ma non dalla sua umidità. Nella stagione estiva l’influenza dell’umidità del suolo è stata maggiore, soprattutto nel controllo e, in concomitanza con contenuti di umidità intorno al 5%, si sono registrati i picchi di respirazione più alti. La respirazione è risultata inoltre diversa nei tre trattamenti. Nel plot sottoposto a trattamento innovativo sono state rilevate differenze statisticamente significative rispetto al controllo e al trattamento tradizionale. Inoltre l’innovativo ha indotto una maggiore respirazione del suolo mediamente nell’anno, ma minori picchi di emissione di CO2 nei mesi estivi. Lo studio effettuato risulta essere importante anche ai fini dell’individuazione delle più corrette forme di gestione nell’ambito degli obblighi internazionali assunti dal nostro Paese per la riduzione di emissioni di CO2 e per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Parole chiave: Respirazione, Suolo, Trattamenti selvicolturali, Faggeta, LIFE ManFor C.BD

Indirizzo Autori: Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Rende (Cs), Italy

Daniela Tonti*

(1)

, Maria Laura Carranza

(1)

, Paolo Di Martino

(1)

, Fabrizio Ferretti

(2)

,

Ludovico Frate

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, Marco Ottaviano

(1)

, Matteo Vizzarri

(1)

, Marco Marchetti

(1)

Analisi del pattern spaziale dei boschi sottoposti a diverse alternative di gestione:

l’esperienza del progetto ManFor C.BD

Le pratiche colturali modificano il pattern spaziale delle foreste creando nuove patch che si differenziano per composizione specifica, stadi successionali e condizioni microclimatiche. Lo studio dei cambiamenti del

pattern spaziale delle foreste a seguito dell’attività selvicolturali è diventato di fondamentale importanza nella gestione del paesaggio forestale per comprendere e gestire la variabilità spaziale in termini di diversità di habitat. Nel progetto LIFE ManFor C.BD “Managing forests for multiple purposes: carbon, biodiversity and socio-economic wellbeing” (LIFE09 ENV/IT/000078), sono state confrontate forme alternative di gestione dei boschi in sette aree in Italia (gradiente Nord-Sud) e in tre aree in Slovenia (gradiente Est-Ovest) per analizzare l’impatto di diversi trattamenti selvicolturali considerando vari aspetti fra cui il pattern spaziale e gli effetti sulla biodiversità ad esso collegata. Gli effetti delle diverse alternative di gestione sul pattern delle foreste sono stati modellizzati ed analizzati utilizzando diversi supporti e appositi software dedicati di simulazione a scala di paesaggio (fra cui immagini satellitari RapidEye, HARVEST 6.1). Sono state confrontate opzioni gestionali diverse: non trattato, approccio “tradizionale” e “innovativo”, valutando le differenze di alcune metriche di pattern spaziale (es. superficie delle patch, numero di patch, indice di forma, ecc.). L’approccio “tradizionale” ha previsto prevalentemente diradamenti di tipo basso di moderata intensità secondo il locale piano di assestamento. L’approccio “innovativo” ha previsto prevalentemente diradamenti di tipo alto orientati a garantire una migliore multifunzionalità del bosco avendo come punto fermo la sostenibilità economica della gestione. I risultati hanno messo in evidenza una capacità superiore della gestione di tipo “innovativo” nell’incrementare la diversità del mosaico delle foreste nel paesaggio (incremento degli habitat id margine, del numero di patches ecc.). Questo lavoro evidenzia l’importanza di considerare l’impatto che la gestione forestale a livello di particella ha sul pattern spaziale delle foreste e sulla biodiversità a scala di paesaggio, assumendo che i cambiamenti nel pattern spaziale hanno potenzialmente un conseguente impatto ecologico sulle specie e gli habitat. La gestione forestale innovativa risponde in modo efficace all’esigenza di conservare o incrementare la biodiversità dimostrando, come a piccole variazioni puntuali di gestione, possano corrispondere dei cambiamenti rilevanti nel pattern spaziale delle foreste con possibili ricadute sulla funzionalità ecosistemica e sull’integrità paesaggistica.

Parole chiave: Gestione forestale, Pattern spaziale delle foreste, Connettività, Biodiversità

Indirizzo Autori: (1) Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio, Università del Molise, Pesche (Is), Italy; (2) Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria- Centro di Ricerca Forestale, Arezzo, Italy

Bruno De Cinti*

(1)

, Pierluigi Bombi

(1)

, Paola Favero

(2)

, Giorgio Matteucci

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Da fiabe di fantastici personaggi dei boschi a manuali tecnico operativi passando

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