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Con indice manoscritto

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Vassallo, Carlo

Dante Alighieri filosofo e padre della letteratura italiana : discorso letto il 21. Marzo 1872. nella festa degli illustri scrittori e pensatori italiani / [da] Carlo Vassallo. - Asti : tip. Devecchi e Vinassa, [1872]. - 36 p. ; 27 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- Al Chiarissimo Cav Jacopo Ferrazzi. Omaggio dell’Autore

[2]

Schiavi, Lorenzo

Delle relazioni intime che esistono tra la filosofia di Aristotele e le dottrine di San Tomaso e di Dante : esposizione storico-critica / dell'abate Lorenzo Schiavi. - Torino : Borgarelli, 1871. - 62 p. ; 24 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- All’Egregio ed Illustre Cavaliere Jacopo ab. Ferrazzi, degli Studi su Dante sì benemerito, in segno di alta stima e venerazione, l’autore.

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Mussafia, Adolfo

Sulla visione di Tundalo : appunti / di Adolfo Mussafia. - Vienna : in commissione presso il figlio di Carlo Gerold, 1871. - 52 p. ; 24 cm

NOTA: Senza dedica

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Maconi, Giuseppe

Documenti intorno alla famiglia e alla casa di Lano De’ Maconi / per cura di Giuseppe Maconi. – [Adunanza del dì 9 maggio 1870]. – 111 p. ; 24 cm

NOTE: Senza dedica

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Bianchi, Luciano

Relazione degli studi della sezione letteraria e di storia patria municipale dal 14 luglio 1870 al 31 dicembre 1871. – Siena : Tip. Dell’Ancora di G. Bargellini. – 13 p. ; 24 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- All’illustre ab. J. Ferrazzi, omaggio dell’aut.

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Schiavi, Lorenzo

Del bello in generale e del bello letterario : disquisizione filosofico-letteraria / Lorenzo Schiavi. - Trieste : Tip. Weis, 1869. - 45 p. ; 26 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- A Sua Signoria l’Illustre Abate Jacopo Cav. Ferrazzi manda in dono l’umile autore

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Alby, Rene

Proposta d'una variante al 72. verso del 9. canto dell'Inferno di Dante. - Girgenti : Luigi Carini, 1871. - 11 p.

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi. – Con articolo di giornale. – Con nota manoscritta dell’autore:

- All’esimio Autore del “Manuale Dantesco” Il Chiarissimo Sig. Cavaliere G. J. Ferrazzi Professore in Bassano. L’Aut. R. Alby in Porto Empedocle (Sicilia)

- (I) I cinque primi canti, con introduzione e note, furon pubblicati fin dal 1858, nell’Appendice del giornale Nizza “La Terre promise”. R. Alby

- Innanzi tutto, bisogna osservare: 1° che la descrizione di cui si tratta non comprende che sei versi; 2° ch’essa non fu messa lì che per servir di comparazione. La sua brevità e la parte che riempie non concedevano al poeta di abbondare in particolarità; egli non poteva indicare che le principali, ed è appunto ciò che ha fatto. La sua descrizione delinea i tratti più caratteristici d’un quadro rappresentante lo stesso soggetto: In fondo, la selva agitata dal vento; sull’orlo di quella, i rami schiantati ed abbattuti; più in qua, gli stessi rami rotolanti sul suolo, ovvero fiori svolazzanti nell’aria; più in qua ancora, vasti campi dai quali s’innalzano turbini di polvere che corrono verso il primo piano del quadro, e velano quanto incontrano. Notiamo incidentemente che la selva non si stende sin qui altrimenti la polvere non potrebbe formarsi in gran copia, e, in ogni caso, sarebbe sovente rallentata nella sua corsa, cosicchè il maestoso e rapido verso: Dinanzi polveroso va superbo, non sarebbe esatto. Finalmente, sul primo piano, mandrie di pecore che fuggono il turbine, trascinando seco loro i pastori. Quelle mandrie devono specialmente figurare in quella parte, perché componendosi del bestiame più timido, esse sono naturalmente le prime ad impaurirsi anche dell’apparenza d’un pericolo, ed a fuggire dinanzi al turbine, giacchè le altre lo sfidano, se ne lasciano prima avviluppare e così spariscono

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agli sguardi dello spettatore. Nella parte della scena che si passa sul primo piano del quadro, Dante non poteva collocare belve feroci e selvaggie, 1° perché queste si tengono ordinariamente nei boschi o nelle tane, quando fa giorno, 2° perché non è che accidentalmente che così ve ne sarebbero state alcune sul primo piano. Ma abbiamo già avvertito più in sù che la brevità della descrizione e la sua parte di semplice comparazione non la rendevano suscettibile di accennare particolarità di minore importanza. – Per meglio illustrare che non v’era luogo per bestie feroci presenteremo un ultima osservazione che ci pare perentoria. Dante schizzava la scena quale era solita a vedersi nel suo paese in quei tempi; quale ogni spettatore l’abbraccia con un batter d’occhio. Le sole bestie feroci alle quali avrebbe potuto alludere sarebbero dunque i lupi. Ora, di due cose l’una: o già i lupi avevan fugato le greggi ed i loro pastori, o essi erano stati cacciati via da questi, prima dell’infuriar del vento, di modo che non potevan più trovarsi vicini gli uni agli altri nello scompiglio descritto. Se vi erano bestie feroci, non vi erano greggi e vice versa. – A chi obbiettasse che la parola fiere deve intendersi di tutti i quadrupedi risponderemmo (oltre di ciò che abbiamo già detto delle diverse accezzioni attribuite sin qui al latino fera ed ai suoi derivati italiani), che nel caso di cui si tratta non sarebbe acconcia la figura rettorica che consiste a prendere la parte pel tutto con la specie pel genere, perché gli animali feroci sono, sia nella loro organizzazione, sia nei loro costumi ed indole, molto diversi di genere di quelli degli armenti condotti da pastori. La sineddoche sarebbe invece plausibile, se si trattasse di estendere a tutte le greggi il nome d’una qualunque di esse, le pecore per esempio. Così ne sarebbe molto cresciuta la solennità della scena della fuggita, alla quale parteciperebbero non solo pecore ma anche capre, buoi, ecc. Esclusa l’ipotesi che Dante abbia accennato a bestie feroci o selvaggie, non gli si potrebbe più rimproverare altro che di avere adoperato. (Alby).

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Brambilla, Giuseppe

[Estratto] La mente di Dante Alighieri del professore Giuseppe Brambilla. NOTE: Con nota manoscritta dell’autore:

- Il mio lavoro su Dante non è pubblicato: in due anni e più raccolsi 400 sostenitori, a me ne abbisognano almeno 800. Intorno al sommo poeta pubblicai (nel Politecnico di Milano) solamente uno scritto critico sul commento delle

principali allegorie, fatto dl mio concittadino ed amico V. Barelli: La sua circolare mi giunse a Como (dove poco si studia) mentre era su le mosse per venire qui, dove si studia ancor meno e dove rimarrò al governo di questo liceo fino alla fine dell’anno scolastico. Le spedisco un esemplare di un mio nuovo lavoruccio, pregandola di ricordarsi di me.

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Smania, Michelangelo

Lettera di Michelangelo Smania a Tullio Mestre sovra alcune parti del commento cattolico della Divina Commedia e manifesto che promette un commento ristretto, opere di Luigi Bennassuti. - Verona : Tipografia Rossi, 1870. - 39 p. ; 28 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- Chiarissimo Professore Abate Cav. Jacopo Ferrazzi, l’Autore

[10]

Smania, Michelangelo

Lettera di Michelangelo Smania a Leopoldo Stegagnini abate e professore sovra un recente

commento del verso: Un cinquecento diece e cinque. - 2. ed. aumentata di proemio, giunte, nota, ed epistola diretta all'autore. - Verona : Tipografia di Antonio Rossi, 1871. - 25 p. ; 29 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- Chiarissimo abate Professore Cav. Jacopo Ferrazzi, l’Autore

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Un nuovo credo di Dante Alighieri : pubblicato nella inaugurazione della sua statua in Mantova il giorno 30 di luglio del 1871. - Mantova : Balbiani, 1871. - 8 p. ; 26 cm

NOTE: Senza dedica

[12]

Il trionfo della Chiesa e la glorificazione di S. Giuseppe : periodico settimanale : pubblicato dalla Società promotrice del culto del medesimo santo. - Bologna : Istituto tip. stab. dell'Immacolata. - v. ; 26 cm

NOTE: Senza dedica

[13]

Ferrucci, Luigi Crisostomo

Scala di vita : memoriale in terza rima diviso in tre parti del cavaliere Luigi Crisostomo Ferrucci. - Firenze : dalla Tipografia Granducale, 1852. - X, 153 p., 1 ritratto ; 26 cm

NOTE: Con dedica dell’autore a Jacopo Ferrazzi:

- Cav. Luigi Crisostomo Ferrucci, al ch. prof. Jacopo Ferrazzi, omaggio dell’autore