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3. Il Web

3.3. Il Web 2.0 nell’insegnamento

Si presentano in questo capitolo le possibilità che offre il web in generale, ma soprattutto il Web 2.0 nel processo dell’insegnamento.

Secondo Paolo Torresan, «la rete rappresenta un enorme archivio di materiale continuamente aggiornato, di cui l’insegnante può disporre per confezionare un’attività, un’intera lezione o più lezioni.»45

Il materiale trovato in rete può essere un materiale testuale da cui il discente può cogliere informazioni utili – teoriche, pratiche e anche culturali, che riguardano la materia. In rete troveremo molto spesso il materiale ipertestuale, ossia il materiale creato dalle pagine web collegate in maniera che ogni pagina preceda o segua l’altra secondo un ordine sequenziale. importante includere nel processo dell’insegnamento le nuove tecniche offerte dal Web 2.0.

Nell’insegnamento e durante il lavoro attivo dei discenti, «ipertestualità e multimedialità sono fattori che paiono rispecchiare il modo con cui la mente raccoglie e elabora le informazioni.»46

L’obiettivo principale del Web 2.0 è fare degli utenti gli sviluppatori e i creatori del contenuto online. Educare significa estrapolare dai discenti ciò che sono in grado di fare. Prima dell’inizio dell’uso dei vari strumenti web e delle TIC, i discenti erano fruitori passivi delle informazioni fornite dai professori o dai libri. Ora, invece, i discenti diventano produttori attivi, inclusi nel processo di istruzione.

Le possibilità del Web 2.0 si riflettono nella costruzione dei contenuti sul web, nell’individuazione del materiale utile e nel rifiuto di quello non verificato, nonché nella costruzione di contenuti insieme ad altre persone.

45 Cfr. Torresan P., Tecnologie per l’apprendimento dell’italiano, Laboratorio Itals, Università Ca’Foscari, Venezia, p. 3.

46 Ibidem.

Mettere insieme l’apprendimento e la tecnologia non è una cosa né facile né semplice.

Stando a P. Davoli, per usare la tecnologia appropriatamente nell’insegnamento, quest’ultimo deve essere attivo e basato sull’osservazione e sulla manipolazione, le lezioni devono essere costruttive, si deve osservare il progresso dei discenti e riflettere sui risultati e attività svolte.

Ogni lezione e attività devono avere un obiettivo chiaro. L’insegnamento deve essere autentico, contestualizzato nella complessità della realtà e atto ad incrementare il processo conoscitivo.47

Per realizzare un insegnamento attivo i discenti dovrebbero essere inclusi nel processo dell’insegnamento e ciò significa più esercizi individuali e di gruppo, più possibilità per la costruzione propria del sapere e meno lezioni frontali, «[...] in particolare per studenti cosiddetti

“nativi digitali” che privilegiano stili cognitivi visuali e cinestetici. La trasmissione del sapere non può essere solo verticale cioè da un unico emittente (il docente), con gli allievi che svolgono il ruolo passivo di recettori48

Paolo Torresan spiega le particolarità del processo di acquisizione delle informazioni per i discenti chiamati nativi digitali, abituati ad assorbire le informazioni non solo leggendo il testo scritto, ma attraverso i vari canali multimediali.

[...]è evidente che il testo multimediale permette un’elaborazione cognitiva complessa e ricca in generale, e l’opportunità per il singolo individuo, in particolare, di “ancorare” le informazioni (e quindi di memorizzarle) secondo la modalità di rappresentazione che gli risulta più spontanea. In altre parole ancora, l’integrazione di più media è di beneficio dell’intera classe, dato che permette che lessico e concetti vengano elaborati, integrati, ristrutturati e memorizzati secondo più piste neuronali; servirsi di canali diversi è, del resto, ancora più efficace per chi non è abituato a leggere e al quale risulta difficile costruire rappresentazioni mentali basate sul testo scritto.49 Ogni nuovo concetto si aggancia alla già esistente mappa cognitiva personale del discente.

Come i concetti studiati e osservati vengono strutturati e legati nella mappa cognitiva dipende solo dal discente stesso. Un processo di apprendimento a rete, invece che sequenziale, stimola i discenti a ricostruire autonomamente le conoscenze, senza aspettarsi che vengano acquisite in modo definitivo, proposto in blocco dall’insegnante.

Le tecnologie “dentro” la classe ci portano più che mai a sottolineare aspetti dell’apprendimento inteso come processo sempre più attivo, a comporre percorsi in cui la costruzione di conoscenze, di abilità e di comportamenti si sviluppa in forme di interazione probabilmente più complesse, rispetto

47 Cfr. Davoli P., Didattica 2.0: metodologie e tecnologie Web 2.0, ANSAS 2012, p. 8.

48 Ivi, p. 9.

49 Cfr. Torresan P., Tecnologie per l’apprendimento dell’italiano, p. 3.

al passato, tra insegnanti e studenti e tra studenti stessi con i propri compagni, anche attraverso l’uso e la condivisione di media didattici.50

A questo pensiero di D. Santalucia, che riguarda la complessità delle forme dell’interazione, si aggiunge anche il fatto che non solo l’insegnante, bensì anche il discente, dovrebbe avere le abilità necessarie per poter usare adeguatamente e correttamente le tecnologie e il materiale trovato sul web. Secondo D. Santalucia,

Le abilità necessarie comprendono: la capacità di cercare, raccogliere e trattare le informazioni e di usarle in modo critico e sistematico, accertandone la pertinenza e distinguendo il reale dal virtuale pur riconoscendone le correlazioni. Le persone dovrebbero anche essere capaci di usare strumenti per produrre, presentare e comprendere informazioni complesse ed essere in grado di accedere ai servizi basati su Internet, farvi ricerche e usarli.51

A parte le abilità richieste per un uso adeguato delle risorse web, è presente un altro elemento che influisce sull’uso delle tecnologie e del web nell’insegnamento, ovvero il numero di aule attrezzate con le apparecchiature indispensabili per poter usufruire dei vantaggi offerti dall’uso del web. In classe, un’aula con un computer e un proiettore rappresenta il minimo dell’attrezzatura necessaria.

In questo caso, secondo D. Santalucia, «un computer con proiettore in classe – se non collegato alla rete – diventa, anch’esso, uno strumento di uso locale, al quale “portare” i materiali da utilizzare.»52

Se, invece, c’è anche una connessione Internet presente, il computer diventa uno strumento d’uso flessibile, con la possibilità di accedere al web in ogni momento per trovare, ad esempio, una soluzione al problema presente, per accedere agli elementi audio e video che si trovano sul Web, ecc.

Un computer con proiettore e connessione diventa, invece, uno strumento attraverso il quale rendere tangibili anche sviluppi “estemporanei” che vanno a inserirsi nel percorso di insegnamento/apprendimento in maniera sostanziale, definendosi automaticamente come un veicolo flessibile e concreto.53

Una volta che gli insegnanti acquisiscono le abilità necessarie nell’uso adeguato delle risorse web e quando si producono le condizioni tecniche necessarie, si crea un ambiente stimolante per l’insegnamento supportato dal web.

50 Cfr. Santalucia D., Competenza digitale e glottotecnologie per l’insegnante di italiano L2/LS, Italiano LinguaDue, n. 1, 2015, p. 158.

51 Ivi, p. 160.

52 Ivi, p. 182.

53 Ibidem.

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