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Si è visto come i tool Google sono dei prodotti molto potenti che permettono e danno agli utenti strumenti in grado di divulgare le informazioni.

L’aspetto negativo di questi strumenti è che sono proprietari, con una licenza che comporta una restrizione d’uso. L’uso degli strumenti Open Source, come sappiamo, non prevede alcuna limitazione d’utilizzo, ecco perché si è sperimentato l’uso di OpenLayers31 per divulgare le informazioni storiche su Web.

OpenLayers è un’API JavaScript in grado di accedere a molteplici fonti di dati, tra cui anche dati GIS e cartografie Yahoo Local Maps, Google Maps e Live Search Map. OpenLayers non richiede alcuna installazione, né lato client né lato server, e permette la creazione di applicazioni Web Mapping che possono essere semplici o molto complesse.

Per generare una mappa molto semplice all’interno del proprio sito Web e creare un mashup è necessario includere nella pagina html uno script che richiami il JavaScript OpenLayers:

<script type="text/javascript"

src="http://www.openlayers.org/api/OpenLayers.js">

e uno script che carichi le mappe di base:

<script type="text/javascript"> var lon = 5;

var lat = 40; var zoom = 5; var map, layer; function init(){

map = new OpenLayers.Map( 'map' );

layer = new OpenLayers.Layer.WMS( "OpenLayers WMS", "http://labs.metacarta.com/wms/vmap0",

{layers: 'basic'} ); map.addLayer(layer);

map.setCenter(new OpenLayers.LonLat(lon, lat), zoom); map.addControl(

new OpenLayers.Control.LayerSwitcher() );

}

</script>

Successivamente, si aggiunge all’interno del tag body l’evento onload

<body onload="init()">

e un tag div all’interno del tag body per dire al programma dove collocare la mappa:

<div id="map"></div>

Se non si vogliono creare fogli di stile si può inserire il tag style così fatto:

<style type="text/css"> #map {

height: 200px;

border: 1px solid white; }

</style>

dove si dice al browser di quanto deve essere alta la mappa e di che spessore è il suo bordo.

Per visualizzare lo shapefile32 delle acque di Bologna con OpenLayers è necessario inserire il seguente codice nel file html:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 <html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml"> <head>

<title>Le acque di Bologna</title>

<meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=UTF-8"> <link rel="stylesheet" href="../theme/default/style.css" type="text/css" />

<link rel="stylesheet" href="../theme/default/framedCloud.css" type="text/css" />

<link rel="stylesheet" href="style.css" type="text/css" /> <script src="../lib/OpenLayers.js"></script> <script src="../lib/OpenLayers.js"></script> <script type="text/javascript"> var lon = 5; var lat = 40; var zoom = 5; var map, layer; function init(){

map = new OpenLayers.Map('map');

layer = new OpenLayers.Layer.WMS( "OpenLayers WMS", "http://labs.metacarta.com/wms/vmap0", {layers: 'basic'} ); map.addLayer(layer); map.addLayer(new OpenLayers.Layer.GML("KML", "rete_idrica_wgs84_Project.kml", { format: OpenLayers.Format.KML, formatOptions: {

28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 extractStyles: true, extractAttributes: true } })); map.zoomToExtent(new OpenLayers.Bounds(11.2904391,44.522809,11.385207,44.475782)); } </script> </head> <body onload="init()">

<h1 id="title">Le acque di Bologna</h1> <div id="tags"></div>

<p id="shortdesc"> </p>

<div id="map" class="mappa"> <div id="docs"></div>

</body> </html>

dove alla linea 24 è stato inserito il collegamento al file kml precedentemente creato.

La pagina html così fatta restituisce nel browser la seguente immagine.

La grande potenzialità di OpenLayers è la possibilità di caricare dati cartografici da diverse fonti (dalle mappe di Yahoo alle mappe di OpenStreetMap, sino a collegarsi a servizi WMS e WFS in grado di restituire dati da vari server), come si può apprezzare dall’immagine seguente.

Figura 24 - OpenStreetMap e le mappe di Google Maps come base cartografica

Naturalmente più si vuole creare una pagina Web personalizzata, includendo per esempio strumenti di disegno “collaborativi”, più è necessario conoscere il linguaggio di programmazione JavaScript. Questo significa che aumenta la difficoltà di costruzione della pagina Web, ma allo stesso tempo si ottiene uno strumento di navigazione completo in grado di accedere a più basi cartografiche e capace di coinvolgere gli altri utenti nella costruzione di contenuti di carattere geografico.

CAPITOLO 4

LA PUBBLICAZIONE DEI DATI SU INTERNET:

IL WEBGIS

4.1 PREMESSA

Abbiamo visto come i visualizzatori territoriali descritti nel Capitolo 3 siano un ottimo mezzo per divulgare e condividere le informazioni geografiche. Questi servizi sono chiamati Web Mapping e consentono ad un utente medio la diffusione dei propri contenuti e ai programmatori la creazione di mashup dalle funzionalità più complesse.

Accanto ai Web Mapping, che sono cresciuti sensibilmente con il diffondersi dei prodotti della famiglia Google (Google Maps e Google Earth), vi sono i servizi WebGIS1. I WebGIS chiamati così perché la loro interfaccia contiene diversi strumenti come query e zoom sui layer, stampa, etc. simili a quelli presenti nei GIS tradizionali.

Che servizio è preferibile utilizzare tra WebGIS e Web Mapping?

Non c’è una vera risposta a questa domanda se non sottolineare che sono due servizi distinti che portano entrambi ad una larga diffusione dei contenuti di carattere geografico.

Il Web Mapping è un servizio che mostra un’interfaccia più semplice ed è facile da creare, mentre il WebGIS ha un’architettura molto più complessa.

Il WebGIS è, oggi, sicuramente un servizio molto più completo in grado di far esplorare più layer e strati tematici, ma non è escluso che vi sia un’evoluzione del Web Mapping in tal senso nei prossimi anni visto che il mondo dell’informatica si evolve rapidamente.

Nelle prossime pagine viene presentata la creazione del WebGIS delle informazioni storiche, descritte nel Capitolo 2, dando un occhiata ai due ambienti di sviluppo utilizzati: MapServer e Chameleon.

È stato scelto di utilizzare questi due ambienti perché, essendo due progetti Open Source, offrono la possibilità di personalizzare il proprio servizio e consentono la modifica dei codici sorgente; il tutto ad un costo nullo.

1 B. Plewe, Web cartography in the United States in “Cartography and Geographic Information

Science”, vol. 34, n. 2, 2007. <http://www.accessmylibrary.com/coms2/summary_0286- 31811001_ITM> [Accesso: marzo 2009]

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