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NUOVA VITA DELLE AREE INTERNE”. UN ESEMPIO DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IDENTITARIO DEL TERRITORIO, PROMUOVENDO MODELLI DI RECUPERO MULTIFUNZIONALE E PARTECIPATO

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Finito di stampare nel mese di giugno 2019 Presso Imoco Industrie Grafiche – Treviso - Italy

35° convegno internazionale Scienza e Beni Culturali

Collana Scienza e Beni Culturali

Volume.2019

ISSN 2039-9790

ISBN 978-88-95409-23-8

IL PATRIMONIO CULTURALE IN MUTAMENTO.

LE SFIDE DELL’USO

Bressanone, 1 - 5 luglio 2019

In questo volume vengono pubblicati i contributi estesi che sono stati sottoposti a double blind peer review da parte di esperti dello stesso settore.

THE CULTURAL HERITAGE IN THE PROCESS OF

CHANGE. THE CHALLENGES OF USE.

Bressanone, 1 - 5 july 2019

This volume includes extensive contributions (Full-paper) that have been subject to double-blind peer review by qualified referees.

Tutti i diritti riservati,

EDIZIONE ARCADIA RICERCHE Srl

Parco Scientifico Tecnologico di Venezia Via delle Industrie 25/11 – Marghera Venezia Tel.:041-5093048 E-mail: arcadia@vegapark.ve.it www.arcadiaricerche.eu

È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.

Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall'editore.

(3)

IL TEMA DELL’USO NEL RESTAURO DELL’EDILIZIA

STORICA E MONUMENTALE ATTRAVERSO L’EVOLUZIONE

DELLECARTEDELRESTAURO

S. Gizzi ... 1

IL PATRIMONIO CULTURALE IN MUTAMENTO TRA

RIGENERAZIONEURBANAETUTELADEICENTRISTORICI

C. Crova, M. Eichberg, F. Miraglia ... 13

ACOEVOLUTIONARYAPPROACHTOTHEREUSEOFBUILT

CULTURALHERITAGE

S. Della Torre ... 25

RI-USAREPERCONSERVAREEPERCONOSCERE.

S. Pesenti ... 35

CONSERVAZIONE NELL’USO E NEL RIUSO DELLE

COSTRUZIONISTORICHE

D. Pittaluga ... 45

BEYOND MUSEUM / NEW STRATEGIES OF PRESERVATION

APPLIEDTOOVERSIZEDARCHITECTURES

E. Vigliocco ... 59

QUANDO L’USO NON CAMBIA. QUESTIONI APERTE SUL

RESTAURODELLA NEUENATIONALGALERIE DI MIESVAN

DERROHE

G. Danesi, S. Di Resta ... 69

ANTICHE STRUTTURE PER NUOVI USI (CONDIVISI):

“RIEMPIRE SPAZI E TEMPI” PER UNA CONSERVAZIONE

INTEGRATA

F.Ottoni, S. Celli ... 81

ARCHITECTURAL HERITAGE AND RETROFIT MEASURES:

THE IMPROVEMENT OF BUILDINGS PERFORMANCE

THROUGHPASSIVECOMPATIBLESTRATEGIES

M. De Vita ... 91

“VA E RIUSA LA MIA CASA” CHI E COME: RUOLO E

COMPETENZE DEL GESTORE DEI BENI CULTURALI,

RIFLESSIONITRATEORIAEPRATICA

A. Pili ... 101

LE TRASFORMAZIONI DELL’ABITARE. IL CASO DEL

QUARTIERESTADERAAMILANO(1929-2018).

(4)

THE COMPLEXITY OF CONSERVATION OF OUTFITTING,

HISTORICSITESANDBUILDINGSUNDEREVERYDAYUSES.

E. Rosina, M. Suma ... 123

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO:

ESPERIENZE DI COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATA

NELLA GESTIONE DEL CASTELLO DI BRIVIO COME POLO

ATTRATTIVODELSISTEMACULTURALEDELTERRITORIO

LECCHESE.

L.Cantini ... 133

“NUOVA VITA DELLE AREE INTERNE”. UN ESEMPIO DI

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IDENTITARIO DEL

TERRITORIO, PROMUOVENDO MODELLI DI RECUPERO

MULTIFUNZIONALEEPARTECIPATO

B. Scala ... 145

IDENTITÀ, COMPATIBILITÀ, CONSERVAZIONE.

RIFLESSIONI SUL RAPPORTO TRA RIUSO E TUTELA NEL

PORTOVECCHIODITRIESTE.

V. Peron ... 157

ESQUILINO CHIAMA ROMA! STRATEGIE PER UNA

CONOSCENZA CONDIVISA E APPLICATA VOLTA ALLA

RIGENERAZIONE URBANAATTRAVERSO LA FORMAZIONE

DIUNAHERITAGECOMMUNITY

M. Magnani Cianetti, P. Petraroia, S. M.C. Salvo ... 169

SANTA MARTA AL COLLEGIO ROMANO. RESTAURO

APERTO. UN PROGETTO DI RECUPERO E RIUSO PER LA

PUBBLICAFRUIZIONE.

A. Rorro, C.Udina ... 181

THE CREATION OF A PUBLIC SPACE WITHIN A PRIVATE

COMMISSION: THECASEOFTHE FONDACODEI TEDESCHI

INVENICEANDITSCHANGEOFUSE.

C. Boniotti, R. Codello, S. Della Torre ... 191

PAESAGGIO COSTIERO: PRESSIONE ANTROPICA E

TURISMO

G Cacudi, M Catalano ... 201

RIGENERAZIONE URBANA E CONSERVAZIONE DELLE

SUPERFICIARCHITETTONICHE:ILCASODELLAGALLERIA

PRINCIPEANAPOLI

(5)

IL MOORISH KIOSK NEI GIARDINI BOTANICI HANBURY:

L’ANIMACELATA

F. L. Buccafurri, M. Abbo, C. Pilati ... 223

GIARDINI STORICI: DA LUOGHI DI LOISIR A MUSEI EN

PLEIN AIR PER IL GRANDE PUBBLICO. QUALI INDIRIZZI

PERUNASOSTENIBILEFRUIZIONEEVALORIZZAZIONE?

M. Ferrari ... 233

ROMAELAREALTÀDELTURISMO

C. Bellanca, C. Frigieri ... 245

ALTA VAL BREMBANA BETWEEN PAST AND FUTURE.

UNDERUSED HOLIDAY HOUSES AND SLOW TOURISM AS A

POSSIBLESTRATEGYFORREPOPULATION

B. Silva ... 255

RIUSO COMPATIBILE ED OSPITALITÀ SANITARIA: UNA

PROPOSTAPERVILLALAUDANI(CT)

A. Lo Faro, A. Salemi, G. Laudani ... 265

TERRITORI FRAGILI TRA SPOPOLAMENTO E

SOVRAFFOLLAMENTO TURISTICO. IL CASO DI PYRGOS A

SANTORINI(GRECIA).

C. Circo ... 275

RECUPERARE IL SENSO DEL LIMITE? BUONE PRASSI E

QUESITIAPERTI

G.Battista, G. Campanini ... 285

UN APPROCCIO METODOLOGICO AL TEMA

DELL’INTEGRAZIONE DEGLI IMPIANTI NELLE

ARCHITETTURE STORICHE: DALL’ANALISI

DELL’ESISTENTE ALLE PROPOSTE DI SOLUZIONI

COMPATIBILIPERL’ADEGUAMENTOEILRIUSO

C.Aghemo, M. Naretto, R. Taraglio, L.Valetti ... 295

ENVIRONMENTAL IMPACTS OF ENERGY EFFICIENCY

IMPROVEMENT OF LISTED HISTORICAL BUILDINGS

THROUGHSHALLOWGEOTHERMALSYSTEMS

G. Cadelano, R. Pasquali, N. O’Neill, F. Becherini, F. Cicolin,

G. Mezzasalma, G. Dalla Santa, G. Emmi, A. Bernardi ... 307

THE CIRCULAR ECONOMY IN ADAPTIVE REUSE:

RESPECTINGAUTHENTICITYANDINTEGRITY

(6)

CHALLENGES OF SUSTAINABLE REUSE. A

RESILIENCE-BASEDAPPROACH.

M. Morandotti, D.Besana, C. Cecchini, A. Chiesa ... 331

RILEVARE UN’OPERA CINETICO-PROGRAMMATA PER

GESTIRELESUETRASFORMAZIONI

A. Devecchi, F. Gasparetto, L. Baratin ... 343

TRA CONSERVAZIONE E RIUSO, LE SFIDE DEL

MUTAMENTO: IL RESTAURO DI ARCHITETTURE

RAZIONALISTEINROMAGNA

G. Favaretto, M. Pretelli, A. Zampini ... 355

FERRARA.CASTELLOESTENSE–LETTURADELTEMPO

CONSERVAZIONEEDIVULGAZIONENELLA

CONTEMPORANEITÀ

A. Ugatti, E. Goberti, B. Pazi, M. Beltrami ... 367

RIFLESSIONI SU POSSIBILI MODALITÀ DI SALVAGUARDIA

DEGLIALLESTIMENTISTORICI.LAPINACOTECADIBRERAE

ILRECENTEINTERVENTODIRIALLESTIMENTO(2015-2018)

G. Di Gangi ... 377

IL MOLINO SCOPPETTA DI PULSANO (TA), DALL’ARTE

MOLITORIA ALLA GASTROSOFIA, PER UN PROCESSO DI

RIAPPROPRIAZIONEDELBENEDALLACOMUNITÀ.

F. Lupoli, A. Monte, C. Sasso ... 387

RE-USETHEELECTRICITYHERITAGE

M. Mattone ... 399

RE-USEOFAMEDIEVALTOWERBETWEENCONSERVATION

ANDTRANSFORMATION

F. Fratini, M. Mattone, S. Rescic ... 411

THE FRIGORIFERO OF FRIULI: CHARACTERISTICS AND

REUSEPOSSIBILITIES

V. Foramitti ... 421

IL RIUSO DEI MERCATI COPERTI DEL NOVECENTO A

GENOVA:TEMIEPROBLEMI

L. Napoleone, R. Vecchiattini ... 431

THE VALORIZATION PROCESS OF THE BASILICA DI SAN

LORENZO IN CREMONA: FROM STATIC DYSFUNCTION TO

NEWREUSE

(7)

STRATEGIE DI VALORIZZAZIONE CULTURALE E

PAESAGGISTICA DELLA CAVA PONTRELLI ANCHE DETTA

“DEIDINOSAURI”ADALTAMURA(BA)

A. Disabato ... 453

FIRENZUOLAELAVALLEDELSANTERNO.TRACCEPERUN

VIDEODIPAESAGGIO.

P. Ricco ... 463

LA STORICITÀ DELLE MUTAZIONI DEL PATRIMONIO:

STUDI PER UN PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DI

PALAZZOBORGHITROTTISEDEDELL’ARCHIVIODISTATO

DIFERRARA.

F. Mainardi, F. Babbi ... 473

BOLOGNA IL RIUSO DELL’EX-CONVENTO DELLA SS.

ANNUNZIATA COME POLO PER I BENI CULTURALI. LA

SFIDA, LE RAGIONI E I CARATTERI DEL PROGETTO DI UN

NUOVOUSO

F.Tomba, E.Pozzi ... 485

MEMORY AS TOOL FOR TRANSFORMATION: THE

REGENERATIONOFURBANSPACESINTHECASESTUDYOF

PASTUROINVALSASSINA–LECCO,ITALY

L. De Stefani, A. Tognon ... 495

MILANO: LE DUE “MANICHE” DI SMISTAMENTO DELLO

SCALOFARINIEILLORORIUSOASEDEDELL’ACCADEMIA

DIBRERA

G. Guarisco, L. Monica ... 507

LE CAVALLERIZZE DEL MUSEO NAZIONALE DELLA

SCIENZAEDELLATECNOLOGIADIMILANO:UNPOSSIBILE

DIALOGOTRANUOVOEARCHITETTURASTORICA

D. Lattanzi, F. Conte, P. Savio ... 519

ASYSTEMICREUSEFORITALIANANASHOUSES

C. Bonaiti, A. Silvetti ... 531

DALL’ABBANDONO AL RIUSO SOSTENIBILE: IL CASO DEL

KURSAALDIBARI

(8)

VALORI E VALORIZZAZIONE: UNA PROPOSTA METODOLOGICA PER LA CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI STORICI ABBANDONATI

R. Moioli, S. Capolongo, S. Della Torre, M. Dell’Ovo, M. Morandotti, L. Sdino ... 551

RIUSO DELLA PERSISTENZA A RUDERE DEL FORTE DI

VALLEDRANEATREVISOBRESCIANO

O. Longo, D. Sigurtà ... 561

MORANO CALABRO: IL SILENZIO DI UN BORGO.

UN’ESPERIENZADIRICERCAPERLACONSERVAZIONEEIL

RIUSODIUNPATRIMONIOINDISUSO

B. Canonaco ... 571

IL CINEMA IMPERO A ROMA: ESISTE UN FUTURO PER I

CINEMATOGRAFI?

M.G. Ercolino ... 581

LA SOLITUDINE DELLE ARCHITETTURE DISMESSE.

PROIEZIONI IMMAGINATIVE PER IL PATRIMONIO

CARCERARIOSTORICOINSARDEGNA

G.B. Cocco, C. Giannattasio, F. Musanti, V. Pintus ... 591

APASSOD’UOMO.USOEVALORIZZAZIONI DIMANUFATTI

ALLOSTATODIRUDERELUNGOILTRATTOAPPENNINICO

DELLAVIAROMEADISTADE:ILCASTRUMPLANETTI

E Ceccaroni, L Salina, A Ugolini ... 605

STRATEGIE DI VALORIZZAZIONE E RIUSO DEL

PATRIMONIO RURALE: ESPERIENZE DELL’AREA

METROPOLITANAMILANESE

R. Laviscio ... 615

CONTRO L'OBLIO. PER IL RIUSO DEL PATRIMONIO

DELL'ARCHITETTURARURALEDELLELEOPOLDINE.

B.G. Marino, I. Nocerino ... 627

RI-USARE PER RI-VIVERE. PARADIGMI PER IL RIUSO DI

ARCHITETTUREMINORIINABBANDONO

M. Bellomo, A. Falotico ... 637

IL RIUSO DEI COMPLESSI ABBANDONATI NEI PROCESSI

BOTTOM-UP:PROBLEMATICHEERICADUTEINTERMINIDI

CONSERVAZIONE

(9)

MANAGEMENT OF INDUSTRIAL ARCHEOLOGY, THE CASE

STUDYOFLECCO

A. Silvetti, M. Alberganti ... 659

RESTAURO E NUOVE OPPORTUNITÀ URBANE DEL

PATRIMONIO INDUSTRIALE: IL CASO DELL’EX FORNACE

SIECIASCAURI(LT)

L. Cappelli, E. Fiore ... 673

LA DISTILLERIA NICOLA DE GIORGI A SAN CESARIO DI

LECCE. DA "FABBRICA DI SPIRITO" A "FABBRICA PER LA

CULTURA"

A. Monte ... 685

LACARTIERA DUCALEDI FERMIGNANO NELTERRITORIO

MARCHIGIANO: UN ESEMPIO DI PATRIMONIO

INDUSTRIALE TRA RESTAURO, RECUPERO, RIUSO E

VALORIZZAZIONE

L. Baratin, A. Cattaneo ... 695

DALMINE: IL RIUSO CONTEMPORANEO DELLA COMPANY

TOWNDIGIOVANNIGREPPI

A. Cardaci, G. Mirabella Roberti, A. Versaci ... 707

LA “CITTÀ SOCIALE” E L’AREA DELL’EX LANIFICIO

MARZOTTO DI MANERBIO: UN PATRIMONIO

ARCHITETTONICOEURBANOARISCHIODIDISSIPAZIONE

C. Coccoli, G. Cavagnini, S. Mondolo ... 717

USE AND ABUSE OF THE INDUSTRIAL HERITAGE

ARCHEOLOGY.COMPARINGEXPERIENCES

L. Serafini, S. Cacamore ... 729

ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE: IL RIUSO DI EDIFICI

DISMESSI A FUNZIONE “CRUDA” TRA MEMORIA E

INNOVAZIONE

C. Campanella, M. Suma, C. Dell’Orto, L.M. Sanchez Jimenez ... 739

ILRIUSODELLEAREEMILITARIINITALIA:ESPERIENZEDI

RICERCA E DIDATTICA PER LE CASERME DI BOLZANO E

CAGLIARI

D.R. Fiorino, P.Iannotti, P.Mellano ... 749

STRATEGIES FOR DISMANTLED MILITARY SITES AND

BUILDINGS OF THE COLD WAR: EXPERIENCES FROM

EUROPE

(10)

RE-USESTRATEGIESANDCONSERVATIONPRACTICESFOR

THE FORTIFIED ARCHITECTURE. AN EXAMPLE FROM

LIGURIAREGION:FINALEANDITSFORTRESSES

E. Brusa, C. Stanga ... 773

BUONE PRATICHE DI RICONVERSIONE E RIUSO DEGLI

AEREOPORTI MILITARI STORICI: UN CONFRONTO

INTERNAZIONALE

D. R. Fiorino, M. Vargiu ... 785

PAESAGGI FORTIFICATI IN TRANSIZIONE. IL CASO DEI

CASTELLIMEDIEVALIINSARDEGNA

V. Pintus, M. S. Pirisino ... 799

CONTINUITÀ D’USO E RESILIENZA DEL PATRIMONIO

MODERNO. L’"UNIVERSIDADE DE BRASÌLIA" DI OSCAR

NIEMEYER

R. Maspoli ... 811

RIABILITAZIONE E CAMBIO D’USO DEL PATRIMONIO

COSTRUITO. RIFLESSIONI SULL’ESPERIENZA DELLE

POUSADASINPORTOGALLO.

E. Fantini, T. Cunha Ferreira, A. Ugolini ... 821

SPAZI MUSEALI E PREESISTENZA IN OLANDA

SPERIMENTAZIONIECASISTUDIO.

G. Proto ... 831

OPEN-AIR ARCHITECTURAL MUSEUMS: CULTURAL

FRUITION,USEANDREUSEOFBUILDINGTYPESINJAPAN

F. Gotta ... 843

ABBANDONO E RIUSO IN ARCHITETTURA. L'USO

TRANSITORIO COME PRATICA DI CONSERVAZIONE IN

ULSTER.

G. De Martino, R. Scognamiglio ... 855

NON-FINITO ED ESERCIZI NOSTALGICI TRA REMAKE

RESTAUROENUOVIUSIPERLEARCHITETTUREEFFIMERE

S. Caccia Gherardini ... 865

IL MONITORAGGIO MICROCLIMATICO NELLE AREE

ARCHEOLOGICHE: DALLA PROGETTAZIONE ALLA

FRUIZIONE. PER UN SISTEMA CULTURALE NELLA

NECROPOLIDITUVIXEDDUACAGLIARI

(11)

INDOOR MICROCLIMATE MONITORING: USE AND ISSUES.

THECASEOFTHEREALMOFVENARIAREALE.

A. Bonora, K. Fabbri, M. Pretelli ... 885

L’INTERFACCIA-SUPERFICIE COME FATTORE DI

VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ DI UN

INTERVENTO. PROBLEMATICHE SPECIALISTICHE

RIFERITEALL’USO.

S. Massari, M. Pretelli ... 895

ADAPTIVE CLOISTERS BETWEEN NEW FUNCTIONS AND

EFFICIENCYSTRATEGIES

E.Petrucci, R. Cocci Grifoni ... 907

T'ERA PARK:UNCATALOGODI STRATEGIEPOSSIBILIPER

LEMEMORIEDELLEETEROTOPIEDINAPOLIEST

G. Vannelli ... 917

PROPOSAL OF AN EXPERIMENTAL APPROACH FOR FIRE

SAFETYCOMPLIANCEINPALAZZOVECCHIO

T. Giusti, P. Capone ... 927

ECONOMIA CREATIVA PER IL RIUSO E LA

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE IN

MUTAMENTO. 10 LABORATORI APERTI PER 10 CITTÀ

STORICHEDELL’EMILIA-ROMAGNA.

C.Mariotti, L. Signorelli ... 937

USO E STRUTTURA NEI CENTRI MINORI ABBANDONATI:

SICUREZZAVSCONSERVAZIONE?

A. Donatelli ... 951

IL MARE NON BASTA PIU’. LA TUTELA DEGLI

STABILIMENTIBALNEARI:INDAGINIECASOSTUDIO

S. G. Florea ... 965

LA FERROVIA ROMA FIUGGI: L’ARCHITETTURA

DELL’UTILE

V. D’Ettore, M. Floridi ... 977

DEVELOPMENT STRATEGIES FOR SMALL HISTORIC

CENTERS. USE OF CLARENTANO PALACE IN RANDAZZO

(CT)ASAHALTINANURBANMUSEUMNETWORK

(12)

LE COSTRUZIONI STORICHE DI LEGNO STRUTTURALE

PORTANTE. UN CONTRIBUTO AL RIUSO. LA SCHEDA DI

CONOSCENZAEVALORIZZAZIONE

D. Pittaluga, G. Stagno, L.Secondini, C. Marvaldi ... 997

ARCHITECTURE AND CINEMA: NARRATIVE AND

ECONOMICTOOLSFORURBANREGENERATION

A. Lancellotti ... 1007

USO, DISUSO, ABUSO: LA TUTELA DEL PAESAGGIO

MONTANOEL’ADEGUAMENTODEIRIFUGIALPINI

C. Bartolomucci... 1017

HYDROELECTRIC POWER PLANTS AS A SUBJECT IN THE

RE-USEOFINDUSTRIALHERITAGE

N. Kuban ... 1027

ATTUALITÀ DEL PATRIMONIO CULTURALE COSTRUITO E

STRATEGIE PER UN RIUSO COMPATIBILE: RECENTI

INTERVENTIINITALIA

V. Bernardini ... 1037

DELL'UTILITÀEDELLAROVINADELMODERNO

A. Canziani ... 1047

LA “SPETTACOLARIZZAZIONE” DEI BENI CULTURALI: IL

RESTAURODELLAFIUMARAD’ARTE

C. Accetta ... 1057

DIGITALANASTYLOSISOFFRESCOESCHALLENGE(DAFNE)

V Cantoni, L Lombardi, G. Mastrotisi, A. Segimiro, A. Setti ... 1067

STUDIPERILRIUSODELLAFORESTERIADELL’ABBAZIADI

CHIARAVALLEMILANESE

G. Guarisco, N. Lombardini, D. Oreni ... 1077

ILPATRIMONIOARCHITETTONICODELLACITTÀSTORICA

DICORALGABLES,FL:CONSERVAZIONE,USOERIUSO

S. Aimar ... 1089

L'EX NOVIZIATO DEL SAN NICCOLÒ DI PRATO:

CONOSCENZA,CONSERVAZIONEERIUSO

M. Lazzari ... 1099

ISTANZE STRUTTURALI NELLA DEFINIZIONE DI USI

COMPATIBILI: UN CASO STUDIO NEL COMPLESSO

MONUMENTALEDELLAPILOTTA

(13)

LA TRASFORMAZIONE DEI BENI PAESAGGISTICI

INTERPRETATA COME GRAVE COMPROMISSIONE O

DEGRADO: UN MODELLO DI LETTURA CONDIVISO TRA

MI.B.A.C. E REGIONE TOSCANA PER IL RECUPERO E LA

RIQUALIFICAZIONE DEI VALORI IDENTITARI NELL’AREA

METROPOLITANAFIORENTINA

G. Nannetti ... 1121

THESYSTEMICAPPROACHFORNEWUSESOFIHATURBAN

SCALE,THESTUDYCASEOFLECCO.

R. Pivetta, M. Alberganti, E. Rosina ... 1133

PERMANENZE NEL PATRIMONIO DI ARCHEOLOGIA

INDUSTRIALE DELLE MARCHE: IL RICONOSCIMENTO

DELLADUPLICEVALENZAESTETICAEPAESAGGISTICAAI

FINIDIUNACORRETTASTRATEGIADIVALORIZZAZIONEE

RIUSO.

D. Bravi, D. Licastro ... 1143

ARCHITECTURES FROM ARCHITECTURES. THE REUSE OF

HERITAGEINABANDONMENT

C. Verazzo ... 1155

PROPOSTEPERLARIGENERAZIONEDELL’ANTICO BORGO

DIQUERONELLAPROVINCIADIBELLUNO.

E. Pietrogrande, A. Dalla Caneva ... 1165

RE-USE AND ENHANCING PLANNING OF THE “MADNESS

SPACES”.MEMORYANDFUTUREOFTHEROYALHOUSEOF

LUNATICSINAVERSA.

M. D’aprile, L. Lanza ... 1175

RESTAURO E PROBLEMI DI CONSERVAZIONE: LA VALLE

DELBELICEINSICILIA.

A. Versaci, A. Cardaci ... 1185

CONTINUITÀ D’USO E TRASFORMAZIONI NEGLI EDIFICI

RESIDENZIALI PROGETTATI DA GIUSEPPE TERRAGNI A

COMO

M. Casanova ... 1195

LA STREET ART COME STRUMENTO DI RIGENERAZIONE

URBANA?

(14)

MODALITÀ DI INTERVENTO PER IL RIUSO DI AMBIENTI

STORICIINSTATODINONUTILIZZO:PALAZZOBELLISOMI

VISTARINOAPAVIA

E. Doria, M. Morandotti ... 1215

PALAZZO DUCALE DI SASSUOLO: VICENDE DI

TRASFORMAZIONI DA DELIZIA ESTENSE A SALUMIFICIO.

RIFLESSIONIPERILPROGETTODIRESTAURODELFRONTE

MERIDIONALE.

E. Fain ... 1225

IL SITO DISIDI HARZEMDI JEANFRANÇOIS ZEVACO ELA

DIMENSIONEDELCONSUMOTURISTICO

F. Pisani ... 1235

PMM: DALLA SPOLVERATURA ALLA GESTIONE DELLA

COLLEZIONEMUSEALE.

E. Antonelli, E. De Marsico ... 1245

RESTORATIONOFNAVIGATINGBOATS. ACHALLENGETO

MAINTAINUSABILITYOFOURNAUTICALHERITAGE

G. Zappia, M. C. Morozzo Della Rocca ... 1257

USO ED ACCESSIBILITÀ: COLLEGAMENTI VERTICALITRA

NORMAEARCHITETTURA.

C. Campanella ... 1267

INDIVIDUAZIONE,CONSERVAZIONEEVALORIZZAZIONE

DELLEBOTTEGHESTORICHE,DEILOCALIDITRADIZIONE

ERIFLESSIONIPERUNUSOCOMPATIBILENELTEMPO.

SPERIMENTAZIONEECASISTUDIOAGENOVAESESTRI

LEVANTE.

C. Pastor ... 1279 “UNNATURAL” MATERIALS FOR COATINGS IN THE

RESTAURATION PROJECTS.

G. Marsili, A. Gutierrez, U. Dainese ... 1291

FIRENZE,VIADELLACOLONNA.DAICAVALLIALTROTTOAI

CAVALLIAMOTOREDEGLIAUTOBUS:LESTESSEPIETREPER

UNASTRADATUTTANUOVA

G. Signori, M.Deganutti ... 1305

DAREUNFUTUROALLAMEMORIA-RESTAURO

CONSERVATIVODELSACRARIOMILITAREDIREDIPUGLIA

80ANNIDOPOLASUAINAUGURAZIONE

(15)

SCIENZA E BENI CULTURALI.2019

“NUOVA VITA DELLE AREE INTERNE”. UN ESEMPIO DI

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IDENTITARIO DEL

TERRITORIO, PROMUOVENDO MODELLI DI RECUPERO

MULTIFUNZIONALE E PARTECIPATO

BARBARASCALA

Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile Ambiente Territorio Architettura e Matematica

barbara.scala@unibs.it

Abstract.

This abstract explains the path taken by the 'Università degli studi di Brescia', in partnership with the project 'Valli Resilienti'(Resilient Valleys) presented by two institutions: the 'Comunità Montana' (Mountain Community) of 'Valle Trompia' and of 'Valle Sabbia'. The project was financed by the Cariplo foundation over the years 2017-2019, in the context of the intersectoral programme “AttivAree”. The action that the University of Brescia undertook, is entwined to the expectations of this programme, and consisted in a series of activities, nowadays accomplished, for the set in motion of new attitude changes over the refurbishment and reuse of charectistics buildings in the two Valleys. In “Valle Trompia”, some mountain cottages and farms were located, the former only outside urban contexts, the latter both in urban and non urban settings.uch buildings were (and some are up until today) used for seasonal grazing-related activities, or farming; the majority of them, however, stays abandonded, and, when refurbished for residential use, is object of interventions not suited to its typology.

The path here illustrated, shows how to define the most suitable intervention methods and subsequently transfer them to technicians, professionals, public administrations, high-school students that are being formed for construction professions; to owners who must establish how to intervene over heritage buildings still exploitable today. In particular, the reinterpretationof one of the rural complexes object of the mapping activity in a hotel/educational key of will be presented. The core of the work is located in Rebecco (Lavone di Pezzaze - Brescia), and will be connected with the many educational and recreational sites adjacent to the complex, playing also the role of an artisan workshop and educational farm.

(16)

Premessa

Nel 2016 la Fondazione Cariplo promosse un bando, assecondando l’attenzione mostrata a livello nazionale, a quella parte di territorio caratterizzato da centri minori. Queste realtà sono solitamente lontane dalle aree urbane, distribuite in modo eterogeneo in zone montane o in pianure, con scarsi collegamenti con la città urbanizzata e la viabilità principale (SNAI, 2014-2020). Sono luoghi, la cui economia era legata alle risorse naturali del territorio, ha mantenuto per secoli un certo equilibrio socio economico, fino ad entrare in crisi quando congiunture negative, indussero la popolazione locale ad abbandonare le proprie case, dirigendosi verso la città, generando un progressivo spopolamento. I pochi abitanti rimasti, soprattutto quelli che non avevano capacità economica, intellettuale e fisica per emigrare, sono rimasti esclusi da quella trasformazione sociale, che ha cambiato nel tempo necessità, esigenze e abitudini delle persone.

Recentemente, si è attivata una “migrazione di ritorno”, dovuta alla delusione scaturita nella vita all’interno dei grandi centri urbani: si è generato un nuovo interesse verso quei luoghi abbandonati nel recente passato, riconoscendo ad essi il ruolo di custodi della propria identità culturale e delle proprie origini, testimonianze dell’appartenenza sociale e fisica ad un luogo. Questo “affetto rinnovato” ha stimolato attività che hanno progressivamente riconosciuto al patrimonio architettonico, ambientale, culturale e sociale di queste aree, il valore di risorsa esperienziale da vivere e condividere (Francini, Palermo, Viapiana, 2017). La Fondazione Cariplo, assecondando questi nuovi “bisogni”, ha promosso il bando AttivAree individuando come momento strategico per la sua realizzazione l’intersettorialità di azioni, anche molto distanti tra loro, al fine di rendere consapevole la comunità locale delle risorse da essa conservate e da valorizzare. I punti fondamentali che i partecipanti al bando dovevano garantire erano: la promozione di processi partecipativi; il potenziamento delle competenze del terzo settore; la valorizzazione di aspetti ambientali, sociali, culturali, formativi e di ricerca; una maggiore interazione tra periferia e aree urbane; strategie di riuso di manufatti storici, testimonianza della cultura costruttiva e della storia locale1.

Nei due progetti selezionati (Oltrepò Pavese e Valli bresciane Trompia e Sabbia), sono state considerate strategiche sia la volontà di sviluppare un immaginario “ponte verso la città”, come momento di complementarietà e di scambio vicendevole di risorse; sia la reinterpretazione del ruolo dell'agricoltura in chiave sociale e scientifica più moderna: strategie efficaci avviate da territori che partendo dai propri punti deboli trasformano le criticità in opportunità, dimostrando la loro capacità di resilienza.

Il progetto

Il progetto Valli Resilienti interessa un territorio composto da 25 comuni montani dislocati in due valli, Valle Trompia e Valle Sabbia, in Provincia di Brescia,

(17)

SCIENZA E BENI CULTURALI.2019 147 geograficamente comunicanti. Entrambe sono localizzate in posizione marginale rispetto alle assi di comunicazione maggiori (Torino-Venezia) e ad oltre un’ora dagli aeroporti più vicini (Montichiari, Bergamo e Verona).

I promotori alla partecipazione al bando sono state le Comunità montane di Valle Trompia e Valle Sabbia cui afferiscono i comuni coinvolti.

All’interno di queste aree sono stati rilevati importanti casi di spopolamento, invecchiamento della popolazione, diminuzione delle unità produttive, abbandono del patrimonio edilizio e delle aree agricole. Questi fenomeni hanno determinato alcuni effetti specifici: presenza numerosa di famiglie in cui vivono persone fragili; limitata forza economica dell’agricoltura di montagna e dei suoi prodotti; degrado del patrimonio edilizio, più vulnerabile specialmente nel territorio extraurbano e nelle piccole frazioni; vulnerabilità idrogeologica del reticolo idrografico, particolarmente il reticolo minore.

In attuazione del bando AttivAree sono stati individuati come campi di azione: l’aumento dell’attrattività, la riduzione dell’isolamento e le buone pratiche di ritorno. Gli strumenti sui quali puntare sono stati: il coinvolgimento di diversi settori, la costruzione di partnership pubblico-private con soggetti del terzo settore, il riutilizzo di manufatti esistenti.

Nell’articolazione del progetto Valli Resilienti la scelta dei campi nei quali agire è stata coerente con la definizione di “territorio resiliente” proposta nel bando, scegliendo i settori più deboli e allargando l’azione ad altri ambiti ritenuti più fecondi come: l’innovazione tecnologica, i servizi a sostegno della comunità, le attività imprenditoriali (specialmente proposte da giovani), la cultura, la ricettività turistica improntata su caratteri di solidarietà e la fruizione sostenibile del territorio. Nonostante questi settori sono comuni ad altre esperienze di programmi a sostegno delle aree interne (l’agricoltura e il turismo), i driver che i proponenti hanno individuato mostrano un quadro interessante dell’articolata e vivace realtà locale. La Fondazione Cariplo ha avuto la capacità di far emergere le potenzialità territoriali attraverso una procedura basata su un processo di progettazione partecipata, durante tutta l’attuazione del percorso, evocando a sé il ruolo attivo e propositivo e di riferimento continuo.

Entrambe le Valli hanno valutato non aderente agli obiettivi del loro sviluppo assecondare e diffondere la conoscenza dei centri storici maggiori e/o principali, per non creare un nuovo bacino sussidiario in termini di accoglienza al turismo che già gravita sui vicini laghi di Garda, Idro e Iseo.

L’interesse congiunto dei due territori è stato rivolto allo studio dei caratteri costruttivi tradizionali degli edifici storici minori declinato nelle relative specificità locali (malghe2, cascine in valle Trompia; mulini, forni, fucine in valle Sabbia).

Comuni alle due valli sono state le modalità di sostenere la conservazione dei manufatti storici, trasmettendo ai tecnici e ai professionisti conoscenze riguardo le pratiche di riparazione, estendendo la formazione a docenti e studenti di scuole

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superiori (con progetti di alternanza scuola lavoro), ad insegnanti delle scuole primarie, e innescare, in tutta la popolazione che vive, usa e trasforma questo patrimonio, forme di sensibilizzazione.

Per raggiungere quest’ultimo obiettivo è stata incaricata l’Università di Brescia, responsabile dell’azione definita “Mappatura patrimonio”.

Il percorso si è articolato in tre step successivi:3

la mappatura dei beni considerati patrimonio identitario (l’azione ha previsto l’individuazione, la mappatura dei luoghi potenziali attrattori e il riconoscimento di quelli maggiormente funzionali alle strategie di progetto, partendo dagli elenchi già in possesso dei PGT e comparati con mappe catastali storiche), l’attuazione di percorsi di formazione per gli attori del territorio (anche

provenienti dall’area urbana),

il coinvolgimento della popolazione, con particolare attenzione alle giovani generazioni,

la realizzazione e divulgazione di linee guida per interventi di recupero e di conservazione preventiva e programmata.

Le attività previste nell’azione seguono un approccio fondato sul paradigma della conoscenza del patrimonio edilizio, diffusione di buone pratiche per l’intervento sui manufatti e recupero di un’immagine unitaria del territorio.

Il cercare al proprio interno gli strumenti per riconnettere frammenti lasciati dall’abbandono – come puntare sul recupero di un’immagine locale, legandola all’idea della tradizione e della cultura indigena attraverso l’intervento sul patrimonio edilizio storico minore – è certamente un processo autopoietico al quale si attribuisce una grande forza rigeneratrice del territorio.

Lo strumento guida/obiettivo dell’azione “Mappatura” è stata la “Mappa di Comunità”4 suggerita direttamente da Fondazione Cariplo, come uno degli esiti

conclusivi dell’azione. La scelta di seguire un percorso di questo tipo, in cui si approfondiscono i molteplici significati di tale patrimonio, è pensato, non solo per incrementare le occasioni di confronto tra partner tra loro, ma anche per metterli in contatto con altri soggetti della rete di sostegno e con la cittadinanza, al fine di ampliare la diffusione delle ricadute delle azioni previste dal programma Valli Resilienti. La “Mappa di comunità” è diventata l’occasione per far emergere la varietà di valori attribuiti a questi luoghi da soggetti diversi e, grazie alla sua forza descrittiva, superare i rischi insiti nella ricerca, e diventre sostegno di un immaginario unificante5.

Le specificità della valle Trompia

In Valle Trompia gli edifici identitari individuati sono state malghe e cascine, localizzate le prime in territorio extra-urbano, mentre le seconde sia in territorio extraurbano che urbano (specialmente nei nuclei di antica formazione).

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2019 149 Le malghe sono un patrimonio utilizzato solo per le attività stagionali legate al pascolo in quota e la produzione di latte e formaggi. Queste strutture sono state in gran parte già recuperate con fondi per lo sviluppo rurale (PSR)6. A seguito dei

lavori di recupero, in molte malghe sono stati introdotti tetti in lamiera grecata (talvolta coibentata); solette in calcestruzzo armato in sostituzione dei solai lignei; travetti prefabbricati in cemento come architravi delle aperture; battuti di cemento nei pavi

menti al posto di acciotolato sia all’interno, sia all’esterno; pilastri in cemento armato in luogo di quelli in legno.

Le mancanze di muratura sono state integrate con prismi di cemento; gli intonaci, le lacune e stilature dei giunti sono avvenute sempre con malta di cemento.

Poiché queste zone non sono raggiunte dall’energia elettrica, l’impiantistica è ancora molto limitata. Pannelli solari removibili sono stati collocati sulle coperture. Cavi volanti alimentano le lampade ed alcune prese per la ricarica di cellulari, unico mezzo di comunicazione tra i pastori.

L’acqua calda è generata da canne in plastica distribuite lungo le pieghe della lamiera di copertura, collegate in modo volante ai rubinetti interni. Servizi igenici sono alimentati da cisterne di raccolta acqua, mentre gli scarichi disperdono nella profondità del terreno. Il riscaldamento avviene con il camino alimentato a legna, utilizzato anche per scaldare il latte da trasformare in formaggio.

Raramente le cascine sono ancora attive per l’agricoltura. Solitamente, se utilizzate, gli stessi proprietari (quelli che hanno abbandonato questi territori per vivere in città) passano i mesi

estivi delle vacanze. Le strutture vicine o interne ai centri abitati sono già Tavernole, Stalletti Bassi

Tavernole, Malga due Signore

Marmentino, Malga Croce

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trasformate in residenze con interventi di recupero concessi dai piani urbanistici senza particolari limitazioni7, anche perché il “turista di ritorno” ha necessità di

tutti i confort abitualmente presenti nella propria casa cittadina.

“Rebecco Farm”8

Ai sopralluoghi svolti sui monti della Valle Trompia per l’individuazione dei caratteri e tecniche costruttive conservati in malghe e cascine, ha seguito una fase di ricerca metodologica e attività sperimentale per testare un indirizzo programmatico ed operativo da condividere con: i tecnici e professionisti chiamati a predisporre progetti per questi manufatti; le amministrazioni pubbliche con ruolo di controllo dell’attività edilizia; gli studenti delle scuole edili, che si stanno formando per essere avviati a professioni del campo costruttivo; i proprietari. Proprio i possessori di queste architetture hanno un ruolo determinante per garantirne la conservazione: devono decidere se investire risorse, assecondando le modalità proposte, per recuperare il loro patrimonio edilizio, che allo stesso tempo, è capitale comune quale elemento che completa l’immagine del paesaggio locale. L’oggetto della sperimentazione è localizzato nel nucleo abitato situato in località Rebecco (Lavone di Pezzaze - Brescia), in cui si trovano fabricati agricoli da anni non più in uso. Negli obiettivi generale del programma Valli Resilienti l’azione “Rebecco Farm” prevede la riattivazione del complesso rurale in chiave di supporto agricolo-ecologico-culturale alle azioni di sistema sia del progetto AttivAree, del PSL, del GAL e, più in generale, delle politiche di Comunità Montana di Valle Trompia nel settore agro-alimentare, culturale, con particolare attenzione ai servizi educativi. “Rebecco Farm”, vista la posizione strategica sarà strutturato come un centro di accoglienza e interpretazione del territorio, che rimanderà a tutti i punti attivati nell’area interna e già presenti nell’offerta museale ed ecomuseale.

Da un punto di vista architettonico il progetto consiste nel recupero di due corpi di fabbrica oggi in stato di abbandono e parzialmente crollati, di superficie coperta pari a circa 300 metri quadrati, acquisiti alla disponibilità pubblica attraverso un convenzionamento ventennale.

Le due strutture, in cui si sta intervenendo9, sono espressione di una precedente

riconversione d’uso a seguito della crisi che interessò il territorio valtrumplino nella prima metà dell ‘800, quando la trasformazione del minerale di ferro, di cui la valle è molto ricca, fu soggetta ad innovazioni, non acquisite in tutti i centri periferici della valle. Rebecco nasce sul sedime di un vecchio forno fusorio di cui sono rimasti carbonili e vani interrati per il deposito delle “loppe”, ancora oggi conservate nei sotterranei (C. Simoni, 2010).

I carbonili, nonostante siano andati in gran parte perduti, costituiscono il corpo maggiore: oggi sono conservati tre vani, di cui due privi di copertura ed il terzo, di dimensioni maggiori in larghezza, è stato riutilizzato per un lungo periodo a stalla,

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2019 151 nel piano terra, e fienile al piano primo. Degli altri carbonili individuabili nella mappa catastale fino al 1898 non sono state rinvenute tracce murarie neppure durante gli lavori di scavo in corso.

Nella riconversione da architetture industriali ad agricole erano state conservate la scansione planimetrica, le murature e l’andamento della copertura ad una falta molto pendente. Nelle murature perimetrali interne sono leggibili i fori di travi parzialmente perdute, mentre a monte sono visibili le ampie aperture, ora tamponate, probabilmente necessarie a scaricare dall’alto il carbone ma non utili, con quella ampiezza, per il deposito del fieno. Le murature sono costituite da ampie pietre pescate dall’diacente fiume Mella (che in questo punto presenta un ansa nel suo letto), collocate in opera con malta di calce (Curioni, 1870), e puntualmente ristilate con malta di cemento. Nei muri sommitali, le pietre sono sotituite da ciottoli di minore dimensione. La pavimentazione interna, quando presente, è anch’essa in ciottoli.

La seconda fabbrica mostra caratteri costruttivi più rinnovati, per quanto la sua presenza è testimoniata già nel catasto Napopleonico del 1805. Solo nel locale interrato le murature mostrano massi di dimensione importante. Il piano terra è articolato in più locali: il primo, il più ampio a tutta altezza, ospita il camino per la lavorazione del latte e le travi su cui erano collocate le forme del formaggio per la stagionatura; gli altri sono ricavati da una suddivisione dello spazio principale con pareti di legno, espressione di una tecnica costruttiva molto diffusa in valle ma ordinariamente demolita. La copertura, unica per tutto il corpo di fabbrica, è stata rimaneggiata recentemente e presenta onduline sottocoppo ormai deformate dal peso dei coppi. Come da tradizione, per fermare i coppi, si erano collocati dei sassi.

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Corpo A, primo carbonile Corpo A, interno del fienile con vista della stalla Il sito è sottoposto a vincolo paesaggistico, perciò nell’elaborazione del progetto si è aperto un confronto con la Soprintendenza di Brescia, con cui si è concordato anche un ampliamento delle strutture sul sedime dei volumi deducibili dal catasto storico, per assecndare le esigenze del futuro riuso.

Le destinazioni di utilizzo proposte, dopo il confronto dei futuri gestori del complesso “Rebecco Farm”, prevedono nel corpo maggiore (Corpo A) la zona residenziale, con l’introduzione di locali ad uso ricettivo interni ai carbonili: camere singole o doppie, collegabili verticalmente. L’accessibilità ai disabili è stata garantita per tutti i locali al piano terra.

Al piano primo l’accesso alle camere avviene scendendo pochi gradini rispetto alla quota esterna, come abitualmente avveniva anche in passato quando si scaricava e depositava all’interno il fieno. L’attuale stalla ospiterà la zona bar e colazione a servizio del B&B. Nella parte di ampliamento vivrà il gestore10 del centro,

disponendo di un appartamento e del laboratorio di trasformazione dei prodotti. Il corpo B è destinato ad attività formative e di aggregazione a diverso livello: scuole di ogni grado, gruppi culturali, associazioni locali ecc. Nel locale in cui è collocato il camino sono raggrupati i servizi gestionali del centro e i servizi igienici, mentre nel secondo ambiente si terranno gli incontri formativi o riunioni. L’obiettivo del progetto è il proporsi come un modello virtuoso in cui attivare buone prassi di recupero, volte a dimostrare come il rispetto dei modi costruttivi tradizionali non si scontra con le esigenze di vita odierne, ma le intregra positivamente arricchendole di saperi.

Nella fase di realizzazione delle opere, ora in appalto, si potranno sperimentare soluzioni innovative (da esportare come metodica operativa) riguardo sistemi di: consolidamento strutturale e/o antisismico, condivisi in architetture con carattere monumentale, ma non valutati dai tecnici locali come soluzioni perseguibili anche per un’architettura rurale, sia perché sconosciute, sia perché timorosi di incremento di costi rispetto al soluzioni ordinarie per la nuova edilizia. Il progetto prevede una

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2019 153 copertura scatolare con cordolo in acciaio; nuovi solai indipendenti dalla muratura storica, sostenuti da pilastri in acciaio; l’inserimento di diatoni artificiali di collegamento in luogo dei vani che ospitavano le vecchie trave; gli architravi di porte e finestre affiancati da architravi in acciaio. Il riscaldamento sarà garantito da una caldaia a legna, collocata nel locale interrato del corpo B, atta ad alimentare tutto il complesso. La scelta di utilizzare legno come combustibile è nata dal confronto con i futuri gestori, che hanno valutato l’abbondante presenza di legname raccolto per la pulizia dei boschi e sottoboschi della valle. Per ottemperare alla normativa, sono stati previsti soluzioni di isolamento energetico ispirati alla tradizione ma reinventati in chiave moderna, come per esempio cappotti interni in fibre naturali (canne di bamboo, mattoni in calce canapa, fibra di legno) ricavate dalla filiera agricola. I serramenti saranno conservati e riparati, quando presenti, ma coadiuvati da un secondo serramento interno, posato nello spessore dello sguincio dell’apertura. Riguardo l’approvigionamento elettrico si è rimasti legati alle aziende fornitrici presenti in zona. Nel frattempo sono in corso alcuni contatti presso gli uffici della Provincia per l’istallazione di una piccola centrale idroelettrica, assai diffuse in zona. A priori è stata esclusa la posa di pannelli fotovoltaici, non solo per problemi paesaggistici ma, in primo luogo, per la verificata inefficenza di quel tipo di impianto in questa zona, in cui il sole è presente in modo diretto per poche ore durante i giorni estivi e assente nella stagione invernale.

La porzione di ampliamento è stata studiata nelle finiture in modo che sia armonicamente integrata con il complesso edilizio: la muratura sarà rivestita in “scorze”, legni posati similmente a quelli individuati nelle cascine locali. Da un punto di vista conservativo le scelte hanno assecondato la tradizione nell’uso dei materiali, nelle soluzioni tecnologiche introdotte, in modo da essere la dimostrazione pratica della possibilità di operare in modo rispettoso nell’architettura rurale locale.

Per assecondare i percorsi già avviati in altri bandi dalla Fondazione Cariplo, al termine dei lavori, si doterà il fabbricato di un piano di conservazione programmata per la gestione della vita e cura dell'edificio, garantendo una fase di monitoraggio riguardo il corretto utilizzo dello stesso. In questa fase è in rodaggio un modello HBIM del corpo B per la gestione del cantiere al fine di proseguire le sperimentazioni già svolte in altri settori.

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Conclusioni

I primi effetti del programma AttivAree sono stati già riscontrati nel territorio: la copiosità di iniziative in corso quasi quotidianamente nelle diverse azioni è la dimostrazione della vivacità raggiunta. Questa mobilità sta aiutando a crescere nella consapevolezza di cosa sia il patrimonio culturale presente in questi luoghi, quali sono le potenzialità e i valori di cui sono portatori e sopratutto di come sia complessa la sfida del loro riuso.

Bibliography

Clifford S., King A. (1996), From Place to Place: maps and Parish Maps, Common Ground, London.

Curioni G. (1873), Osservazioni geologiche sulla Valle Trompia, in, Memorie del reale

istituto di scienze e lettere, Volume duodecimo, Bernartoni, Milano, pag. 84.

Francini M., Palermo A., Viapiana M.F. (2017), Aree interne: un’importante ‘inclinazione’

territoriale per integrate politiche di coesione, in Territorio, n.8. Franco Angeli, Milano.

Simoni C. (2010) La via del ferro e delle miniere in Valtrompia, Grafo, Brescia.

Veronesi F. (2015) Nella Valle Trompia, in (a cura di D. Paoletti e A. Fappani) Paesaggi

Agrari ed Architetture Rurali nel Territorio Bresciano, vol. II, Fondazione Civiltà

Bresciana, Brescia, pp 202-220.

1 I principi del Programma AttivAree sono spiegati da Elena Jachia, direttore Area

Ambiente Fondazione Cariplo: “… sono territori ricchi di risorse culturali, naturali, sociali, di capitale umano di idee e di esperienze la cui centralità produttiva degli anni del primo dopoguerra ha lasciato il posto alla subalternità verso i centri urbani. Hanno subito un progressivo abbandono per l'imporsi di modelli culturali alternativi …per una difficoltà crescente di accesso ai servizi. Intervenire a supporto delle aree interne significa …puntare su uno sviluppo locale sostenibile “Inoltre abbiamo rilevato un'interessante convergenza tra le politiche nazionali e i fenomeni individuali e spontanei di ritorno alle aree rurali e all'agricoltura e abbiamo ritenuto di poter dare un contributo di idee che facesse leva sulle esperienze acquisite sul campo dalla Fondazione Cariplo.

2http://www.cm.valletrompia.it/istituzionale/la-malga.

3 L’attività di mappatura è attuata dal dipartimento DICATAM, in collaborazione con le

due Comunità Montane, il coinvolgimento degli ecomusei, attraverso la “mappa di Comunità”.

4 La “Mappa di Comunità” per la Val Trompia è stata realizzata dell’Ecomuseo Valle

Trompia rifacendosi all’esperienza di Common Ground. La Valle Sabbia ha avviato le attività per la costruzione della propria Mappa di Comunità nell’ambito del progetto Valli Resilienti.

5 Malghe e cascine di Valle Trompia, forni e fucine di Valle Sabbia, fanno parte

dell’immaginario legato a molte aree di margine, fatto di luoghi nei quali vivere con pienezza il rapporto con gli elementi naturali e con la storia. Se si fosse pensato, come esito dell’azione, la predisposizione di linee guida destinate ai tecnici ed ai professionisti, oppure integrate alle Norme Tecniche della pianificazione locale, in modo da assicurare solo il controllo della qualità formale degli interventi di recupero, si sarebbe corso il rischio di innescare meccanismi di tutela fini a sé stessi.

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2019 155

6 Si tratta dei fondi previsti con la L.n.378/2003, “Disposizioni per la tutela e la

valorizzazione dell’architettura rurale”.

7 Nella ricognizione eseguita è emerso che solo il Comune di Marmentino, in Valle

Trompia, prevede nel PGT in vigore (2010) una Norma tecnica per “Ambiti di tutela paesistico-ambientale: malghe ed alpeggi”, in cui si danno indicazioni di dettaglio finalizzate alla conservazione dei manufatti edilizi. Una revisione delle indicazioni per questi edifici, da includere nei piani urbanistici, dovrà essere prevista dopo l’approvazione del nuovo Piano paesaggistico regionale (la proposta di variante è stata approvata dalla Giunta Regionale il 31/07/2017, ma l’iter non si è ancora concluso), in cui è previsto un indirizzo di maggiore tutela per le malghe individuate nella scheda Ambiti geografici e di paesaggio.

8https://www.youtube.com/watch?v=UrMboysDB6c;

https://www.youtube.com/watch?v=HxkfWflNC_o

9Il cantiere è iniziato il 20 gennaio e si concluderà il 20 agosto 2019. L’importo dei lavori è

pari a 425.000,00 euro.

10Il gestore è costituito da un’aggregazione di aziende che operano nei settori agricoltura,

formazione, cultura. Sono stati selezionati con un percorso di progettazione partecipata sviluppato contemporaneamente alle fase di progettazione architettonica e prosegue nel corso dei lavori, con incontri quindicinali tra la DL, comunità Montana di Valle Trompia e i gestori.

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Abbo M. 223 Accetta C. 1057 Acri M. 319 Aghemo C. 295 Aimar S. 1089 Alberganti M. 659, 1133 Antonelli E. 1245 Babbi F. 473 Baratin L. 343 Baratin L. 695 Bartolomucci C. 1017 Battista G. 285 Becherini F. 307 Bellanca C. 245 Bellomo M. 637 Bernardi A. 307 Bernardini V. 1037 Besana D. 331 Bonaiti C. 531 Boniotti C. 191 Bonora A. 885 Bravaglieri S. 761 Bravi D. 1143 Brusa E. 773 Buccafurri F.L. 223 Cacamore S. 729 Caccia Gherardini S. 865 Cacudi G. 201 Cadelano G. 307 Cadetti A. 1205 Campanella C. 739,1267 Campanini G. 285 Canonaco B. 571 Cantelli M. 367 Cantini L. 133, 443 Cantoni V. 1067 Canziani A. 1047 Capolongo S. 551 Capone P. 927 Cappelli L. 673 Cardaci A. 707,1185 Cardani G. 443 Caruso L. 987 Casanova M. 1195 Catalano M. 201 Cattaneo A. 695 Cavagnini G. 717 Ceccaroni E. 605 Cecchini C. 331 Celli S. 81 Chiesa A. 331 Cicolin F. 307 Circo C. 275 Cocci Grifoni R. 907 Cocco G.B. 591 Coccoli C. 717 Codello R. 191 Coïsson E. 1109 Conte F. 519 Crova C. 13 Cunha Ferreira T. 821 D’aprile M. 1175 D’Ettore V. 977 Dalla Caneva A. 1165 Dalla Santa G. 307 Dainese U. 1291 Danesi G. 69 David G. 1315 De Marsico E. 1245 De Martino G. 855 De Stefani L. 495 De Vita M. 91 Deganutti M. 1305,1315 Dell’Orto C. 739 Dell’Ovo M. 551 Della Torre S. 25, 191,551 Devecchi A. 343 Di Gangi G. 377 Di Resta S. 69 Disabato A. 453 Dobričić S. 319 Donatelli A. 951

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Doria E. 1215 Eichberg M. 13 Emmi G. 307 Ercolino M.G. 581 Fabbri K. 885 Fain E. 1225 Falotico A. 637 Fantini E. 821 Favaretto G. 355 Ferrari M. 233 Fiore E. 673 Fiorino D.R. 749, 785 Florea S.G. 965 Floridi M. 977 Foramitti V. 421 Fratini F. 411 Frigieri C. 245 Gasparetto F. 343 Giannattasio C. 591 Giusti T. 927 Gizzi S. 1 Goberti E. 367 Gotta F. 843 Guarisco G. 507, 1077 Guarnieri A. 541 Gutierrez A. 1291 Iannotti P. 749 Jokilehto J. 319 Kuban N. 1027 Lancellotti A. 1007 Lanza L. 1175 Lattanzi D. 519 Laudani G. 265 Laviscio R 615 Lazzari M 1099 Licastro D. 1143 Lo Faro A. 265 Lombardi L. 1067 Lombardini N. 1077 Longo O. 561 Lupoli F. 387 Magnani Cianetti M. 169 Mainardi F. 473 Marino B.G. 627 Mariotti C. 937 Marsili G. 1291 Marvaldi C. 997 Maspoli R. 811 Massari S. 895 Mastella M. 367 Mastrotisi G. 1067 Matta P. 875 Mattone M. 399,411 Mellano P. 749 Mezzasalma G. 307 Mirabella Roberti G. 707 Miraglia F. 13 Moioli R. 551 Mondolo S. 717 Monica L. 507 Monte A. 387,685 Morandi E. 367 Morandotti M. 331,551,1215 Morozzo Della Rocca M.C. 1257 Musanti F. 591 Nannetti G. 1121 Napoleone L. 431 Naretto M. 295 Nocerino I. 627 O’Neill N. 307 Oreni D. 1077 Ottoni F. 81, 1109 Pagliari F. 1109 Pasquali R. 307 Pastor C. 1279 Patruno A. 541 Peron V. 157 Pesenti S. 35 Petraroia P. 169 Petrucci E. 907 Pietrogrande E. 1165 Pilati C. 23

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Pili A. 101,875 Pintus V. 591,799 Pirisino M.S. 799 Pisani F. 1235 Pittaluga D. 45,997 Pivetta R. 1133 Pozzi E. 485 Pretelli M. 355,885, 895 Proto G. 831 Rescic S. 411 Ricco P. 463 Romoli E. 875 Rorro A. 181 Rosina E. 123,875,1133 Salemi A. 265 Salina L. 605 Salvo S.M.C. 169 Sanchez Jimenez L.M. 739 Sanfilippo G. 987 Sasso C. 387 Savio P. 519 Scala B. 145 Scognamiglio R. 855 Sdino L. 551 Secondini L. 997 Segimiro A. 1067 Serafini L. 729 Setti A. 1067 Signorelli L. 937 Signori G. 1305,1315 Silva B. 255 Silvetti A. 531, 659 Stagno G. 997 Stanga C. 773 Suma M. 123,739,875 Taraglio R. 295 Tognon A. 495 Tomba F. 485 Treccozzi D. 211 Udina C. 181 Ugatti A. 367 Ugolini A. 605,821 Valetti L. 295 Vannelli G. 917 Vargiu M. 785 Vecchiattini R. 431 Verazzo C. 1155 Verde D. 649 Versaci A. 707, 1185 Vigliocco E. 59 Zampini A. 355 Zappia G. 1257 Zenoni E. 111 Zoli M. 367

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Figura

Abbo M.  223  Accetta C.  1057  Acri M.  319  Aghemo  C.  295  Aimar S.  1089  Alberganti M

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