Rubrica A Lezione di Filosofia. Il Certame Vichiano
F. Lomonaco
Il "Premio Vico" nel 350° anniversario della nascita del filosofo napoletano
Fabrizio Lomonaco
Nel 2018 cade, come si sa, l'anniversario della nascita di Giambattista Vico, alunno dell’Università degli Studi di Napoli e Suo autorevole professore di Rettorica dall'ultimo decennio del secolo XVII fino al 1744, anno della morte. La sua "filosofia" ha respiro italiano, europeo, mondiale (considerata la sterminata letteratura tra Sette e Novecento negli Stati Uniti d'America e nei paesi ispanoamericani), esercitatasi, com’è noto, per non pochi anni anche in un magistero privato presso la nobile famiglia dei Rocca in Cilento, in particolare, nel borgo di Vatolla che, nel 1968, ospitò le celebrazioni per la ricorrenza dei 250 anni dalla nascita.
E' certo banale osservare che l'anniversario di un gran pensatore debba indurre a rileggerne l'opera, tenendo conto di tutto il suo valore in sé e per sé. Forse è meno scontata questa osservazione per Vico, perché a rifletterci la questione della "lettura" dei suoi scritti ha impegnato tutti i più significativi momenti della sua fortuna in Italia e non solo. Penso naturalmente al benemerito impegno degli infaticabili Gentile, Croce e Nicolini che (ognuno a suo modo, e con originali posizioni teorico-storiografiche) hanno introdotto i testi del filosofo napoletano nel grande disegno della "Nuova Italia", preoccupati di assicurare leggibilità alla complessa prosa vichiana (definita "oscura" già da Vincenzo Monti) e, insieme, di liberarne la lettura dalle tesi del positivismo ottocentesco e del cattolicesimo contemporaneo. La questione ha stimolato il "nuovo corso" di studi inaugurato dal filosofo morale Pietro Piovani che, rispettoso del magistero neoidealistico italiano, ha con grande acume e finezza interpretativa riconosciuto in esso i non pochi momenti e luoghi di inconsapevole contributo filologico che quel magistero ha offerto al suo stesso superamento. Della lezione piovaniana sono noti i contributi fondamentali a una particolareggiata revisione storico-critica dell'opera di Vico con osservazioni sulle scansioni temporali dal Diritto Universale alla Scienza Nuova che hanno dettato l'agenda dei lavori compiuti negli ultimi decenni grazie alla scuola napoletana e al magistero di Fulvio Tessitore. Con lui e il prezioso contributo dello storico (e filologo classico) Giuseppe Giarrizzo con Antonio Garzya (filologo e storico dell'antico) e con la prima generazione degli allievi di Tessitore a Salerno e poi a Napoli (da Giuseppe Cacciatore a Enrico Nuzzo) la lettura di Vico e della sua opera si è trasformata, rielaborando l'eredità piovaniana (e così facendola rivivere senza stanche e retoriche ripetizioni) in una direzione altra rispetto al confronto con altri classici del suo e di altri tempi. Insomma, abbandonare lo schema del "Vico e..." ha significato reimpostare la discussione sul suo pensiero in termini storico-storiografici, guardando al Settecento di Napoli in quanto Settecento europeo e, insieme, ridefinendo il nesso "filologia-filosofia" nei termini di una vera storicizzazione che non ha voluto (né poteva volerlo) privilegiare la fase conclusiva di un itinerario teorico ma tutte le sue articolazioni. Oggi rileggere l'opera del filosofo napoletano può significare riconoscere questo ampio e rinnovato scenario che la nuova filologia ha offerto agli studiosi interessati: penso alle "recuperate" Scienze Nuove nella loro distinta fisionomia, agli studi sul Diritto universale la cui edizione critica in latino è in corso di pubblicazione.
Promosso dal Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli studi di Napoli "Federico II" e dal Consorzio interuniversitario "Civiltà del Mediterraneo", d'intesa con la sezione vichiana della SFI di Napoli e l'Istituto CNR per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno, il "Premio Vico" è stato patrocinato dal Comitato per le celebrazioni vichiani del 350°anniversario della
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F. Lomonaco
nascita del filosofo. Rivolta agli studenti dei Licei nazionali e agli studiosi vichiani di tutto il mondo, l'iniziativa è nata dalla rinnovata esigenza di incrementare le relazioni tra due segmenti dell'istruzione pubblica italiana – Licei e Università – che, per tradizione o pigra autoreferenzialità, rischiano di vivere di luce, rischiando di non intercettare il bisogno di conoscenza del nostro tempo. Il "Premio" ha conosciuto due fasi: della prima sono protagonisti gli studenti delle IV e V classi liceali. Gli studiosi delle Università partecipanti hanno svolto a Napoli (nel mese di gennaio del 2018) una serie di lezioni sull'autobiografia. Esse hanno illustrato e commentato brani del classico per permettere poi agli studenti coinvolti di sostenere un commento in forma scritta. Questa fase, assistita anche da itinerari iconografici e di storia dell’arte relativamente ai siti frequentati da Vico, da momenti dedicati alla musica del suo tempo, si concluderà con la correzione degli elaborati affidata ad una commissione di docenti universitari che proclamerà i due vincitori del "Premio" in una cerimonia pubblica ospitata dall’Università degli studi di Napoli “Federico II” alla presenza del Magnifico Rettore e di autorevoli studiosi vichiani; la fase seconda prevede l’organizzazione di un Convegno internazionale di studi che, nel maggio del 2018, si svolgerà nell'Università svizzera di Lugano e vedrà riuniti esperti italiani e internazionali del pensiero di Vico e del suo tempo in dense sezioni di studio su temi letterari-filosofici assai rilevanti: verità e constantia del modello autobiografico, l'etica e la biografia tra antoco e moderno; gli elogi della vita delle nazioni e delle Accadenia negli anni di crisi dell'antico e nuovo giusnaturalismo; la metafisica come critica del vero in quanto metafisica del genere umano con e oltre Grozio.
Nel e intorno al "Premio" si svilupperanno anche le seguenti iniziative didattiche e di ricerca: 1) itinerari iconografici e di storia dell’arte relativamente ai siti frequentati da Vico a Napoli
(dai Decumani ai Girolamini, dal Palazzo degli Studi alla Cappella del Vasari) e nel Cilento (castello dei Vargas in Vatolla, Biblioteca del Fondo Ventimiglia presso l'Università di Salerno), corredati da momenti dedicati alla musica classica e popolare del suo tempo; 2) installazioni e rappresentazioni della vita e dell'opera del filosofo;
3) Readings filosofici a documento delle azioni del progetto in ciascun territorio.
Insomma io credo che questa del 2018 sia un'occasione propizia per realizzare - grazie all'alto profilo scientifico delle nostre istituzioni culturali (Università, Accademie, Istituti di cultura, Biblioteche e Archivi) – una sorta di agenda di studi per il nuovo secolo (con Vico e altri classici del moderno); il che consente di riproporre così il Nostro alla sua città e ai suoi studenti, direi con mens eroica, cioè, prospettica, senza clamores, con un onesto, quotidiano fare.