• Non ci sono risultati.

Le FAQ di ANIPIO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Le FAQ di ANIPIO"

Copied!
4
0
0

Testo completo

(1)

Le FAQ di “ANIPIO”

Data : 01 – 03 – 2001

QUESITO : Sono un Infermiere di Sala Operatoria e da diverso tempo cerco di reperire informazioni scientifiche atte a dimostrare che l’uso di sostanze aerosolizzate in Sala Operatoria non garantiscono la vera disinfezione ma, solo attraverso la quotidiana detersione delle pareti e suppellettili, si può ottenere un risultato. Chiedo pertanto di conoscere documenti ufficiali da sottoporre a chi ci obbliga ad adoperare sostanze, oltretutto nocive per la salute, per dimostrare la assoluta inutilità di questi sistemi. Grazie.

LA RISPOSTA DELL’ESPERTO “ANIPIO” : Le più recenti pubblicazioni in tema di prevenzione delle infezioni non fanno nemmeno più cenno alla pratica della nebulizzazione di disinfettanti, ed è quindi necessario risalire agli anni ’90 per trovare documentazione in proposito.

Il riferimento italiano si trova nella circolare ministeriale numero 57/83, che regolamenta l’impiego della formaldeide, incluse le preparazioni che la contengono allo stato solido o in soluzione da impiegarsi, tra l’altro, per la disinfezione di ambienti confinati, di comunità, ospedali, industrie, scuole, ecc. … per interventi radicali di bonifica (ad esempio per disinfezioni terminali a seguito di malattie infettive, trattamento di “locali sterili”, ecc. …).

Vediamo ora cosa dice il CDC (Center for Disease Control di Atlanta, U.S. Department of Health and Human Services, “Techniques and recommendations for isolation precautions”, 1983), autorità in campo

(2)

mondiale per il controllo delle infezioni, in merito alla disinfezione terminale (da rilevare che l’ultima edizione delle precauzioni d’isolamento non fa nemmeno più riferimento a questa pratica).

“Anche se i microrganismi possono trovarsi su pareti, pavimenti, superfici di tavolini della stanza utilizzata dal paziente, queste superfici, se non si presentano visibilmente contaminate, sono difficilmente responsabili della trasmissione di infezione. Al contrario i microrganismi presenti sugli strumenti e/o attrezzature utilizzati dal paziente sono frequentemente associati con la trasmissione di infezioni quando non vengano adeguatamente decontaminati o disinfettati o sterilizzati … La disinfezione mediante nebulizzazione è un metodo insoddisfacente per decontaminare aria e superfici, e pertanto non andrebbe utilizzata”.

Alcuni autori (Russel AD et al, 1982; Lowbury EJL, Ayliffe GAJ, 1975) ne prevedono l’uso per malattie quali il Vaiolo (ormai eradicato), la Febbre Lassa, il Carbonchio.

Per quanto riguarda i malati con la tubercolosi polmonare contagiosa i Protocolli operativi emanati dalla Regione Piemonte nel luglio 2000 recitano: “ dopo le dimissioni del malato dall’isolamento la stanza dovrà

essere accuratamente pulita e soleggiata ed aerata per almeno 12 ore prima di essere occupata da un altro paziente o per almeno 36 ricambi d’aria se a ventilazione forzata. La pratica della disinfezione per mezzo di aerosol disinfettanti non è di alcuna utilità e non è priva di rischi (allergia ai disinfettanti): non deve pertanto essere implementata ”.

Esaminando l’argomento nel contesto delle camere operatorie, l’approccio recente e maggiormente accreditato (Centers for Disease Control and Prevention. Linee Guida per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico, 1999 – in : Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere, numero 4, ottobre-dicembre 1999) non cita la pratica della nebulizzazione, considerando invece efficaci adeguati interventi legati alla preparazione del paziente e dell’équipe operatoria, la corretta

(3)

antibiotico-profilassi, la sterilizzazione degli strumenti, la pulizia dell’ambiente con disinfezione delle superfici contaminate (per applicazione diretta del prodotto), la ventilazione della sala chirurgica (almeno 15 ricambi/ora di aria filtrata), l’impiego di tecniche chirurgiche corrette, e così via.

Ne deriva che:

 Le superfici della sala operatoria non rappresentano un rischio per la trasmissione di infezioni quando siano correttamente pulite;  Il materiale organico (sangue, ecc.) che contamina l’ambiente

deve essere immediatamente rimosso e le superfici interessate trattate con un disinfettante;

 L’aria rappresenta un veicolo di infezioni nel momento in cui aree normalmente sterili sono esposte attraverso un’incisione chirurgica: è comunque dimostrato che le maggiori concentrazioni microbiche nell’aria si rilevano nel corso dell’intervento, tendendo a decrescere dopo un corretto intervento di pulizia e in presenza di un sistema di ventilazione adeguato, giungendo vicino allo zero nella sala operatoria pulita e in assenza di persone.

Quanto esposto si commenta da sé: sono soprattutto la presenza e il movimento delle persone intorno al letto operatorio che determinano l’incremento del numero di microrganismi presenti nell’aria. Niente di meglio, quindi, che agire su questi fattori e sulla ventilazione, piuttosto che aerosolizzare nell’aria, quando ormai non serve più, prodotti vari (e forse anche tossici); perciò sì a comportamenti più attenti e consapevoli e pollice verso a una pratica, come quella della nebulizzazione di disinfettanti, costosa e inutile anche in caso di accertata malattia infettiva del paziente. Vale il principio di agire in modo sicuro sempre e “non

ricorrere a lavaggi speciali o a chiusura della sala operatoria dopo interventi sporchi o contaminati” (CDC,1999).

E se qualcuno afferma il contrario, chiediamogli di mostrarci quale pubblicazione autorevole lo dimostra.

(4)

Buon lavoro!!

Riferimenti

Documenti correlati

In particolare, a seguito dei risultati di studi sul contagio in ambiente ospedaliero, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e l’Advisory Committee

CDC: Centers for Disease Control and Prevention; ECDC: European Center for Disease Prevention and control; GLASS: Global Resistance Surveillance System; ICU: Intensive care unit;

to strengthen health systems towards the provi- sion of equitable, universal health coverage and promote affordable access to prevention, treat- ment, care and support related

Dal punto di vista religioso, i princı`pi fondamentali della religione dei talapoini, erano sinteticamente esposti, con un’insistenza particolare sulla nozione buddhista di

Le attuali linee guida generalmente raccomandano di sostituire i CVP negli adulti ogni tre giorni, in particolare, l e linee guida CDC (Centers for Disease Control and Prevention)

Goldsmith, Infectious Disease Pathology Activity, Division of Viral and Rickettsial Diseases, National Center for Infectious Diseases, Centers for Disease Control and Prevention

***Close contact defined according to the ECDC guidance document ‘Contact tracing: Public health management of persons, including healthcare workers, having had contact with

Pazienti sottoposti a procedure chirurgiche e sicurezza della chirurgia: il contributo infermieristico nella prevenzione e controllo per ridurre al minimo il rischio di infezioni